Andiamo a buttare l’occhio a uno di quei film che, in un modo o nell’altro, ti sono rimasti impressi in maniera indelebile, colonna portante delle lacrime amarcord che ti porti dentro: The Princess Bride (Rob Reiner, 1987), conosciuto da noi con il titolo de La storia fantastica.
Titolo schiaffato per sfruttare la scia di quell’altro grande successo che fu La storia infinita.

LA STORIA FANTASTICA È VERAMENTE FANTASTICA

Dunque, La storia fantastica non parte proprio in maniera, come dire… fantastica. Infatti, il film inizia con il giovine – all’epoca – Fred Savage nella parte di Jimmy. Un ragazzino anni ottanta di quelli deliziosamente stereotipati, costretto a letto perché malato.
Con “malato” si intende che si è beccato la febbre, quelle di quando hai dodici anni e sei fatto di gomma e non ti abbatte niente. Però, appena entrava tua madre in camera a misurare la temperatura, rantolavi come un soldato della Guerra di secessione che ha subito l’amputazione degli arti in un ospedale da campo.

LA STORIA FANTASTICA È VERAMENTE FANTASTICA

Di solito la cura era quattro, cinque giorni a casa, lontano da scuola. Se poi volevi andare sul sicuro, sei ore di videogame somministrate a fasi alterne durante la giornata e stavi una bomba. L’unico “problema” è che questo fatto dei videogame a Peter Falk (l’immortale Tenente Colombo), suo nonno, non se ne scende minimamente. E decide di leggergli qualcosa.

All’inizio la reazione di Jimmy è: sì, nonno, per quanto ti possa voler bene, io ho i miei videogame e tu non puoi venirmi ad ammorbare con questa roba che chissà da quale tomba hai tirato fuori. Al nonno le lamentele del nipote fregano meno di zero, allorché attacca la pippa con La storia fantastica.

LA STORIA FANTASTICA È VERAMENTE FANTASTICA

C’era una volta la bella principessa Bottondoro e il suo servitore, l’umile garzone Westley (Cary Elwes prima d’ingrassare e tagliarsi le gambe nei film horror). Che fin dalla prima volta che si videro si amarono di “amore vero”, quello in grado di superare qualunque avversità.
I due si amavano tantissimo, ma siccome Westley era un poveraccio, per poter offrire una vita da principessa a Bottondoro (già principessa), decide di partire e cercare fortuna per mare.

LA STORIA FANTASTICA È VERAMENTE FANTASTICA

Tutto molto bello. Peccato che non appena sente l’odore di smancerie, carinerie e romanticherie, Jimmy interrompe il nonno chiedendo cosa caspita gli stia leggendo e perché ci tenga tanto a fargli sentire quella storia “per femmine”. Il nonno trattiene i papagni da tirargli in bocca e stolidamente va avanti nel racconto.

LA STORIA FANTASTICA È VERAMENTE FANTASTICA

Dunque, si diceva che i due si amavano tantissimo e Westley era partito a cercare fortuna. Sfortunatamente, la nave su cui viaggiava viene assaltata dal famoso, terribile, spietato e temutissimo pirata Roberts. Così giunge la notizia che Westley sia morto, ucciso dal villano.

Passano cinque anni e, dopo parecchie reticenze, alla fine Bottondoro accetta di sposare il principe Humperdinck. Nonostante non lo ami e, anzi, ci sia anche una leggera punta di schifio da parte della giovane nei confronti del nobile.

A questo punto Bottondoro viene rapita da tre briganti: il siciliano Vizzini. Genio, a suo dire, del crimine (il newyorkese di origine ebree Wallace Shawn); lo spadaccino spagnolo Inigo Montoya (Mandy Patinkin, altro attore di origini ebraiche) e il gigante Fezzik (André “The Giant” Roussimoff).
Attenzione, c’è l’inghippo sotto: infatti i tre… no, niente. Perché, nel caso in cui non abbiate mai visto il film, questo è uno spoiler.

A ogni modo, Bottondoro viene rapita dai tre malfattori e, sorpresa, a salvarla arriva il pirata Roberts, che uno dopo l’altro sconfigge gli avversari. Tra parentesi, in lingua originale durante il duello tra Montoya e Roberts le mosse di scherma che pronunciano sono nomi di famosi maestri schermidori realmente vissuti.

Tipo Bonetti, Agrippa, Capoferro e via dicendo. Chi da noi s’è occupato dell’adattamento di questa finezza se n’è altamente sbattuto, sostituendo le citazioni con nomi ridicoli da peggio cartone animato, tipo “Attacco della testuggine” o “Difesa d’Alfiere”. E che gli vuoi di’… bravissimo.

Dopo aver salvato la ragazza Roberts rivela la propria identità: altri non è che Westley, creduto morto da tempo, ma che in realtà, indossati i panni del pirata per una serie di vicissitudini, ha impiegato cinque anni per tornare a casa.
Da qui in poi si va incontro alle classiche peripezie dei protagonisti e siccome il film ha un bell’intreccio che segue la classica struttura della fiaba, non spoilero niente.

Direi che sia giunta l’ora di passare a “La Domanda”: com’è La storia fantastica?
Per la serie omen nomen, direi che fantastica sia un appellativo giusto, tutto sommato. Difatti, a distanza di trent’anni La storia fantastica continua ad avere la stessa presa d’acciaio.

Molti film simili, come Scuola di mostri, Il piccolo grande mago dei videogames, Big, Tutto quella notte eccetera, a riguardarli oggi ti accorgi che si reggono in piedi giusto per il senso di nostalgia che ci procurano.
Non è il caso de La storia fantastica. Il fatto stesso di essere un film “slipstream”, ovvero a cavallo di quei confini che separano le convenzioni tra generi, lo rende estremamente “duttile” e apprezzabile da chiunque. Perché è una fiaba, che al tempo stesso sfocia in una storia d’azione, nella commedia, nel fantasy, nel “juvenile oriented” e via dicendo.

A parte questo, c’è una cosa che mi è sempre piaciuta: il fatto di porre personaggi e spettatori sullo stesso piano. Nel senso che i protagonisti, quelli “veri”, tutto sommato restano il piccolo Jimmy e suo nonno. Che in una sorta di ponte metanarrativo sono “spettatori” della storia a loro volta.
La sequenza finale dove Jimmy chiede al nonno di tornare per un’altra storia, e lui risponde con la frase di Westley “Ai tuoi ordini”, non è fantastica, è semplicemente bella.

Il film non ha nulla di quella irrealistica fantasia che trascende e finisce tirata per i capelli nella realtà. Non c’è Sean che dice al capo dell’esercito che il club dei mostri ha sconfitto Dracula. Non c’è Bastian che insegue i bulli in groppa a Falkor. C’è un ragazzo che chiede a suo nonno di raccontargli un’altra storia fantastica.

Infine, tre cose voglio dire.

1) Qualche anno fa, il regista Ivan Reitman organizzò una proiezione speciale de La storia fantastica, con la reunion del cast e live commentary annesso, dove uscirono fuori un bel po’ di curiosità. Tipo che Peter Falk all’epoca sessantenne disse al regista: “Non so se sono abbastanza vecchio per fare il nonno”.
Perciò provarono a usare delle protesi per farlo sembrare più vecchio. Dopo la sessione di trucco, Falk si guardò allo specchio e andò da Rob Reiner dicendo: “Rob… così sembro la vittima di un incendio! Mi sa che dovremo farlo senza le protesi”.

2) Mark Knopfler, il leader dei Dire Straits, contattato per le musiche del film, disse che avrebbe accettato solo se Reiner avesse inserito un omaggio a “This is Spinal Tap”, finto docu-film sulla fittizia band omonima. Difatti, nella stanza di Jimmy c’è appeso il cappello della band.

3) Anni fa, il regista Rob Reiner andò a cena in un rinomato ristorante di Little Italy. Quella stessa sera, nel ristorante c’era anche il famoso boss John Gotti, accompagnato dalle guardie del corpo.
Quando Reiner finì di cenare, fuori dal locale uno degli scagnozzi di Gotti gli si avvicinò dicendo: “Ehi! Tu hai ucciso mio padre. Preparati a morire!”. Dopo aver citato la frase di Inigo Montoya gli disse che adorava La storia fantastica.

 

Bene, detto questo credo sia tutto.

Stay Tuned, e sopratutto Stay Retro.

 

 

 

Un pensiero su “LA STORIA FANTASTICA È VERAMENTE FANTASTICA”
  1. Resta solo da dire che il film è tratto dal romanzo “La principessa sposa” di William Goldman del 1973, adattato per il cinema dall’autore stesso. E che il romanzo è persino più bello del film.

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