LA STORIA DEGLI SHOJO (ANIME E MANGA) IN ITALIA

Lo shojo (ragazza, in giapponese) è un target dei manga che abbraccia diverse sottocategorie. In questo viaggio non parleremo solo dei manga, ma anche delle opere animate rivolte idealmente al pubblico femminile.

Nella lunga storia del fumetto giapponese in Italia (vedi QUI), che si intreccia con quella, altrettanto complessa, dell’animazione nipponica nel nostro Paese (vedi QUI), i manga e gli anime considerati “prodotti per ragazze” hanno un ruolo fondamentale.

Heidi non è uno shojo, ma è la prima opera animata giapponese seriale giunta fino a noi con una protagonista femminile.
Siamo nel 1978, e all’epoca non si badava al “genere”, essendo i cartoni semplicemente… cartoni, e nel caso specifico si tratta dell’adattamento di un classico della letteratura.
Pure tratta da un romanzo è Anna dai capelli rossi, la cui serie venne trasmessa nel 1980 sulle nostre frequenze, e anche Peline Story e Charlotte.

LA STORIA DEGLI SHOJO (ANIME E MANGA) IN ITALIA
Heidi


I PRIMI SHOJO (ANIME) IN ITALIA

Candy Candy è la prima vera opera shojo ad arrivare in Italia sottoforma di anime, seguita dal cartoon de La principessa Zaffiro.
Siamo nel 1980, e questi due titoli così diversi tra loro appassionano tanti telespettatori.

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Candy Candy


Candy Candy racconta una vicenda drammatica e sentimentale, mentre La principessa Zaffiro è un’avventura fantasy che ha il record di essere il primo shojo manga a essere diventato un cartone animato.

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La principessa Zaffiro


A FUMETTI (MA ITALIANI)

Il fumetto di Charlotte, realizzato in Italia, è pubblicato sulle pagine del settimanale La Banda Tv: si tratta di quelli che sono oggi definiti “spaghetti manga”, ossia storie italiane basate su popolari personaggi in onda sulle televisioni nostrane.
C’erano diversi settimanali che spaziavano su più generi senza distinzioni.

Anche le storie di Anna dai capelli rossi ma soprattutto de La principessa Zaffiro finiscono su queste produzioni: la prima è su Cartoni in Tivù e Tv Junior, mentre Zaffiro appare su Cartoni in Tivù e su Telefumetto.
La maggior parte di questi fumetti vennero realizzati dagli instancabili Vincenzo Perrone (testi) e Yoshiko Watanabe (disegni).

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IL PRIMO SHOJO MANGA IN ITALIA

Candy Candy ha un altro grande primato: quello di essere il primo vero shojo manga ad arrivare in Italia: non storie create artigianalmente nei nostri studi, ma la reale opera delle creatrici Kyoko Mizuki e Yumiko Igarashi.
Ciò avviene nel 1980 sul settimanale omonimo della Fabbri Editori, in accordo con la casa editrice Kodansha.
Le tavole vennero “specchiate” per permetterne la lettura all’occidentale e i disegni colorati per l’occasione.

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GLI ALTRI MANGA DI CANDY CANDY

Questa popolare serie non si limita a proporre il fumetto della titolare di testata, pubblica anche altri manga.
Se in seguito arriveranno su queste pagine altri “colossi” sulla scia dei successi televisivi, l’albo di Candy Candy prova a presentare anche personaggi inediti come La storia di Luna (Faustine) di Chieko Hara, Susy del Far West (Mayme Angel) e Kitty la stella del circo (Tim Tim Circus), sempre della Igarashi.

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I PRIMI MAHO SHOJO IN ITALIA

Nel marzo 1981 arriva sui teleschermi un nuovo titolo sorprendente: Bia – La sfida della magia, destinato a mietere successi anche sotto forma di fumetto. Lo trasmette la Rai, e le storie disegnate (in Italia, sempre dal duo Perrone-Watanabe) finiscono su Tv Junior, settimanale della tv di Stato.
Si tratta del primo maho shojo ad apparire in Italia: cioè storie di ragazze magiche, dette anche maghette o majokko. È seguito da Sally la maga, nel settembre dello stesso anno sulle tv private.

L’anime di Sally, prodotto nel 1966, fu la prima serie televisiva creata in Giappone appositamente per il pubblico femminile.
Il fumetto di Sally apparirà su Cartoni in Tivù, e sempre su questa testata (all’epoca diretta rivale di Tv Junior) finiranno anche le avventure di Bia.
All’epoca i diritti di sfruttamento dell’opera appartenevano a due case editrici e, paradossalmente, gli autori italiani erano gli stessi.

LA STORIA DEGLI SHOJO (ANIME E MANGA) IN ITALIA
Ransie anime e su rivista

 

RAGAZZE SPORTIVE

I primi 26 episodi di Quella magnifica dozzina, più tardi conosciuto come Mimì e la nazionale di pallavolo (vedi QUI la lista degli anime con adattamento italiano discontinuo), arriva nel 1981 sulle reti minori. Si tratta della prima storia spokon (sportiva) con protagoniste delle ragazze, così il pubblico italiano può conoscere un nuovo genere applicato al target femminile.
L’anno seguente è il turno di Jenny la tennista, su Rete 4.

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LADY OSCAR: ANIME E MANGA

Il 1982 vede la nascita di due grandi realtà televisive: Italia 1 della Rusconi (QUI la storia) e Rete 4 della Mondadori (QUI la storia), che andranno presto nell’orbita di Canale 5 della Fininvest.
Su quest’ultima rete è trasmessa Laura, serie animata prequel delle vicende de La casa nella prateria, non proprio un prodotto dal target shojo, ma una storia con protagonista femminile.
Sulle tv locali debuttano le magiche Ransie la strega e La maga Chappy, ma la vera novità è Lady Oscar: capolavoro d’animazione, è in onda nei pomeriggi di Italia 1 a partire dal marzo di quell’anno.

LA STORIA DEGLI SHOJO (ANIME E MANGA) IN ITALIA
Lady Oscar


Di Lady Oscar arriva in Italia anche il manga originale, pubblicato come inserto sulle pagine dell’albo di Candy Candy. Come gli altri manga proposti della rivista Fabbri, anche Lady Oscar viene ribaltato e colorato.
Ma se Candy Candy ottiene addirittura una continuazione creata ad hoc in Italia (curata dallo Staff di If, con il benestare del Giappone), le vicende di Lady Oscar vengono interrotte prima dei tragici fatti del finale.
Tuttavia la Fabbri Editori pubblicherà di Lady Oscar dei romanzi creati in Italia che ne proseguono idealmente le avventure (vedi QUI).

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LADY OSCAR SUL CORRIERE DEI PICCOLI

Disegnati in Italia, gli episodi del fumetto di Lady Oscar sono anche sulle pagine del Corriere dei Piccoli: nulla di memorabile, ma è interessante notare che si trattasse di un titolo di forte richiamo.

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(Immagine da Poochie & other friends)

1983, UN ANNO DI SVOLTA

Mentre si affievolisce il successo delle riviste storiche degli “spaghetti manga”, la Rai manda in onda pochissimi nuovi titoli, tra cui Hello Sandybell (tre episodi vengono del tutto omessi, vedi QUI).
La Fininvest propone Il magico mondo di Gigi (Miky Momo), un mahō shojo inusuale.


MODELLO FININVEST

1984: se la Rai ha praticamente smesso di importare e trasmettere serie animate giapponesi, la Fininvest investe molto su questi prodotti.
Lo fa affidando la fascia dei ragazzi ad Alessandra Valeri Manera, che poco a poco determinerà un “modello” preciso fatto di serie neutrali/femminili, lontane il più possibile da vicende d’azione che potevano includere quelle scene forti (o violente) sulle quali erano nate forti polemiche.
Arrivano così serie come Nanà Supergirl, Lo specchio magico, Lady Georgie.
Questi ultimi due titoli saranno ospitati, nella forma del loro manga originale (ma sempre ribaltato e colorato), su Candy Candy e Tv Junior.

LA STORIA DEGLI SHOJO (ANIME E MANGA) IN ITALIA
Georgie


Le tv private propongono Madamoiselle Anne, il cui fumetto realizzato in Italia verrà pubblicato tre anni dopo sul settimanale Più.
Sul Corriere dei Piccoli arriva il manga (ribaltato e colorato) Lady Love, pubblicato in modo discontinuo e infine sospeso.

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Madamoiselle Anne


MAJOKKO!

Nel 1985 sulle reti Fininvest debuttano le maghette L’incantevole Creamy (QUI uno speciale) ed Evelyn e la magia di un sogno d’amore (Persha): la prima riscuote un enorme successo che dura ancora oggi.
Quello stesso anno arriva un’altra hit: Kiss me Licia (Love me knight), che si accompagna a Il grande sogno di Maya e a Dolce Kati.

Creamy Mami


Nel 1986 su Italia 1 vanno in onda Magica Emi, Mila e Shiro – Due cuori nella pallavolo, Memole dolce Memole, Lovely Sara.
Il 1987 è ancora “femminile” con Che famiglia è questa Family!, la replica di Candy Candy e Sandy dai mille colori, l’ultima delle quattro majokko anni ottanta dello Studio Pierrot.

Le quattro maghette: Evelyn, Sandy, Yu e Mai

ANIME COMICS MADE IN ITALY E MANGA SUL CORRIERE DEI PICCOLI

In quegli anni il Corriere dei Piccoli diventa sempre più legato alle trasmissioni di Italia 1, proponendo i manga specchiati e colorati de L’incantevole Creamy, Mila e Shiro, Hello! Spank.


Non solo: anime comics fatti in casa, “fotoromanzi” realizzati con gli screenshot delle serie animate, permettono di avere i fumetti di Kiss me Licia, Jenny la tennista, Memole, Evelyn, Magica Emi e Hilary (il cui anime debuttò nel 1988).

I PRIMI ANNI NOVANTA

Gli anime conoscono sulle tv italiane una nuova flessione, di conseguenza tanti personaggi amatissimi sono spariti dalle riviste storiche. Candy Candy, in ultimo chiamata Candyissima, ha chiuso.
Tre cuori per Rosy (Candy Romance) di Ito Kako è un misconosciuto manga che nel 1991 appare (incompiuto) sulle pagine del mensile Magic Girl.

È la fine di un’epoca, quella fatta di fumetti realizzati in Italia o di manga colorati e proposti su riviste per un pubblico di giovanissimi. Il fumetto giapponese sta per conoscere un nuovo pubblico italiano, quello più consapevole e esperto degli appassionati. Un target mediamente più maturo pronto a richiedere le opere giapponesi nella loro forma quanto più possibile vicina all’originale…

Tre cuori per Rosy

ANCORA LADY OSCAR
La casa editrice Granata Press si lancia nel mercato dei manga pubblicando riviste-contenitore e di approfondimento come Zero e Mangazine.
Nel maggio del 1993 rilancia, in una nuova edizione monografica, il manga di Lady Oscar.


KAPPA E SOAP OPERA

Sorprendentemente femminile è anche la proposta di Kappa Magazine, nata nel 1992 (QUI la storia della rivista).
Non si tratta di shojo, ma tra i fumetti pubblicati sono spesso le donne a farla da padrone, nelle situazioni e ambientazioni più disparate.
Però lo stesso magazine e i redattori Kappa Boys sono attentissimi al genere, che sembra snobbato dai manga-fan italiani. Il lungo dossier su Kappa Magazine n. 11 e la rubrica “Soap Focus On” sulla collana Neverland testimoniano questo interesse, che si concretizza nel 1994 con la nuova edizione di Georgie, e nel 1995 con la pubblicazione di Caro Fratello… di Riyoko Ikeda e dei capitoli di Magic Knight Rayearth sul magazine Young.

La pubblicità di Georgie


ARRIVA SAILOR MOON
Il 1995 è anche l’anno del grande ritorno degli anime in tv, un preludio alla nuova invasione giapponese che spingerà i manga in edicola e libreria.
Dal febbraio di quell’anno arriva su Canale 5 il fenomeno Sailor Moon: un maho shojo d’azione, che cattura immediatamente il pubblico italiano.
A giugno Star Comics pubblica il manga originale in uno spillato con redazionali e inserti.


L’anime comic invece debutta a ottobre per la Panini, e tante altre pubblicazioni dedicate alla guerriera della Luna si moltiplicano in edicola.
La Panini bissa, a fine 1996, con una seconda pubblicazione (stavolta “pocket”).


Il successo di Sailor Moon è così forte che Mediaset, nel 1996, confeziona un programma apposito per trasmetterne le nuove puntate: Game Boat, su Rete 4 (QUI la storia dello show).
Inizia però a crearsi una certa spaccatura “di genere”, tra le opere percepite più come femminili e quelle più maschili.


FINE MILLENNIO IN TELEVISIONE

Sailor Moon (QUI la sua storia in Italia) apre a una nuova stagione per gli anime sulle nostre tv. Mediaset lancia Rayearth, Marmalade Boy (nella versione Piccoli problemi di cuore vedi QUI), Lisa e Seya, Un fiocco per sognare, Curiosando nei cortili del cuore, È un po’ magia per Terry e Maggie, Temi d’amore tra i banchi di scuola.
Si inizia a parlare anche del fenomeno censure televisive, al tempo inaspritosi.

Curiosando nei cortili del cuore

FINE MILLENNIO IN EDICOLA

Gli editori italiani lanciano nuove testate: i fumetti per ragazze erano ancora i grandi assenti, ma l’onda di Sailor Moon aveva fatto nascere un pubblico nuovo interessato al genere.
Nel 1997 la Star Comics propose il tascabile Amici, che all’interno conteneva inizialmente le storie di St. Tail (Lisa e Seya in televisione), Una ragazza alla moda (Madamoiselle Anne in televisione), Miracle Girls (Terry e Maggie in televisione), Creamy, Sailor V.


Inizialmente i vecchi appassionati non la presero benissimo, già sulla posta di Kappa Magazine si era aperta una diatriba contro Sailor Moon: “In questo modo ci fu la possibilità di scoprire che un pubblico per queste produzioni esisteva, nonostante gli stessi manga-fan di vecchia data storcessero il naso, o addirittura manifestassero il loro disappunto durante le fiere del fumetto con tanto di processioni e cartelli, il cui slogan era «’Amici’… di chi?!»” (da Kappa Magazine n. 121, luglio 2002).
I dati diedero ragione agli editori, e il genere venne definitivamente sdoganato, sebbene con piccoli passi e provando storie dal target più adulto (come Utena e Mars).

Utena

SAKURA E GLI ALTRI

Sempre la Star, dapprima come esperimento e poi con cadenza regolare, porta in edicola il manga di Card Captor Sakura: il relativo anime era in onda sulle reti Mediaset; fu il primo titolo che pose fine all’usanza di rimuovere l’ambientazione giapponese. Tuttavia, le censure non sparirono e, anzi, proprio Sakura ne fu colpita in modo particolare (vedi QUI).
La Panini, che nel 1998 aveva proposto Marmalade Boy, l’anno dopo presenta anche un altro fumetto il cui anime aveva riscosso successo: Cortili del cuore.

IL NUOVO MILLENNIO

Nel 2000 la nuova invasione manga e anime è nel pieno della sua potenza, ogni genere è accettato o quasi (arrivano anche gli shōnen’ai, con il manga Kizuna a fare da apripista). Le distinzioni non sono più, per fortuna, nette.
Anche l’home video propone titoli di ogni tipo e per ogni pubblico. La televisione porta uno shojo addirittura in maratona notturna (Wedding Peach – I tanti segreti di un cuore innamorato), sebbene ciò costituisca ancora oggi un piccolo mistero (vedi QUI).
Un nuovo titolo shojo di successo è invece Rossana, che appassiona tantissimi telespettatori (QUI la storia dell’opera in Italia).
Nel 2001 anche la nuova majokko dello Studio Pierrot, Fancy Lala, arriva sui teleschermi.

Fancy Lala

SEMPRE PIÙ SHOJO

Nel 2002 su Italia 1 è in onda Magica Doremì e altre serie per ragazze arrivano di seguito: Mew Mew amiche vincenti, Mermaid Melody e tutti quegli anime che andranno sia su Italia Teen Television dal 2004, sia su Italia 1 per tutto il decennio.
La Rai, dal 2004, propone invece le prime serie del franchise Pretty Cure.

Magica Doremì


In edicola sbarcano molti dei manga da cui sono tratti questi titoli, come Il giocattolo dei bambini – Rossana, Magica Doremì, Tokyo Mew Mew.
Le serie storiche e cult sono costantemente replicate in televisione, mentre poco spazio o clamore è dato, negli ultimi tempi, a nuovi anime per ragazze.
L’editore J-Pop si è fatto portavoce di tutta quella wave anni settanta di manga che ancora mancava: Il poema del vento e degli alberi (il cui film animato era però disponibile nel catalogo Yamato Video), le opere di Moto Hagio come Il cuore di Thomas, la ristampa dei titoli cult della Ikeda…


La Rai, dal 2016, ha trasmesso Sailor Moon Crystal (la cui continuazione sotto forma di film è su Netflix). I manga per ragazze sono ancora molto presenti nei punti vendita, con titoli moderni e attuali, ma sembra mancare un nuovo nome commercialmente forte.

O forse gli stessi shojo sono cambiati, evoluti, contaminatori e contaminati, e parlano adesso nuovi linguaggi ancora più eterei e sfuggenti…



(Da Moz o’Clock).



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