Natalie Wood

Natalie Wood sta recitando in Brainstorm, un film di fantascienza che non sembra destinato al successo già in partenza. Negli ultimi tempi, la famosa attrice non ha azzeccato un film. I produttori continuano a offrirle ruoli ben più interessanti, anche se ormai ha 43 anni, ma Natalie li rifiuta tutti.

Voci malevole sostengono che abbia accettato di lavorare in quella pellicola solo per stare insieme al protagonista maschile, Chistopher Walken, che è il suo supposto amante. A Natalie non importa niente del destino commerciale del film e dei pettegolezzi che le piovono addosso, descrivendola più o meno come una ninfomane.

Ormai è un monumento vivente del cinema, tutti gli americani hanno potuto ammirarla sul grande schermo in ogni fase della sua vita, sin dalla tenera età. Anche se è vero, malgrado tanti successi, il suo nome viene speso dimenticato negli elenchi delle attrici più grandi di Hollywood. Il suo sguardo risulta più inquietante che affascinante, malgrado la straordinaria bellezza di Natalie.

L’attrice non ha nemmeno preoccupazioni economiche, dato che è diventata molto ricca. Ha un altro genere di problemi, che stanno tutti dentro la sua testa e dei quali non riesce a liberarsi, malgrado gli anni passati sul lettino dell’analista. Ormai è tornata a stordirsi con l’alcol e i tranquillanti.

Eppure, in quel 1981 non c’è solo tanto lavoro per lei, ma anche periodi di svago come la breve vacanza che si è concessa durante il week end del Ringraziamento, la festa nazionale degli Stati Uniti. L’attrice si trova a bordo del suo yacht, lo “Splendour”, ancorato davanti a Santa Catalina, un’isola al largo di Los Angeles.

Con lei, oltre al capitano della barca, c’è il marito Robert Wagner, protagonista della fortuna serie televisiva Cuore e batticuore, e l’amico Christopher Walken. Se davvero fosse suo amante, sarebbe opportuno portarselo dietro insieme al marito? Sì, dicono e scrivono i soliti malevoli, perché fra i tre ci sarebbe un triangolo amoroso consensuale. Dagli attori di Hollywood, spiegano, ci si può aspettare di tutto in fatto di trasgressioni.

Proprio in quei giorni che dovrebbero essere spensierati, per la precisione nella tarda serata del 29 novembre, Natalie scompare misteriosamente nel nulla. Il marito, il presunto amante e il capitano la cercano sullo yacht senza trovarla. Manca anche un canotto gonfiabile. Forse, azzarda il marito, Natalie l’ha preso per andare sull’isola. Un’ipotesi curiosa: dove potrebbe essere andata la moglie di notte, in quell’isola semideserta?

La mattina dopo, le autorità marittime trovano il cadavere di Natalie Wood a più di un chilometro di distanza, avvinghiato al cordame del gommone di salvataggio. Indossa solo un giaccone sopra la camicia da notte e un paio di calze, un abbigliamento troppo ridotto per un’escursione invernale.

Il marito ammette davanti alla polizia di aver litigato con Natalie per futili motivi, la sera prima. Poi, non vedendola più, lui e gli altri avevano pensato che fosse andata a letto. Solo quando era sceso per andare a dormire, si era accorto che non era in cabina.

Di fronte alla concordanza delle tre testimonianze, gli agenti ipotizzano che Natalie Wood, completamente ubriaca e impasticcata di tranquillanti (come risulta dall’autopsia), non era riuscita a prendere sonno a causa di un gommone legato male che continuava a picchiare sulla fiancata dello yacht.

A un certo punto, la donna si era messa il giaccone ed era uscita per cercare di annodare meglio la scialuppa. A causa del suo stato alterato, però, era caduta in acqua. Mentre cercava disperatamente di aggrapparsi al gommone, era morta per annegamento dato che non sapeva nuotare, e di ipotermia a causa dell’acqua gelida.

La morte di Natalie Wood viene archiviata in fretta come un incidente, tra l’indifferenza quasi generale, perché l’attrice da tempo non fa più notizia. L’indagine lascia comunque alcuni punti interrogativi. Possibile che l’attrice non abbia chiesto aiuto e che nessuno l’abbia sentita, a bordo del piccolo yacht?

Una testimone su uno yacht ancorato poco distante, alla quale la polizia non ha dato credito, giura di aver sentito verso mezzanotte una donna urlare per un quarto d’ora. Finché una voce maschile aveva risposto, quasi infastidita: «Calmati, stiamo venendo a prenderti».

Secondo Lana Wood, sorella della famosa attrice, Natalie non si sarebbe mai sporta dal parapetto per sistemare il gommone, dato che sin da piccola era terrorizzata dall’acqua alta. Le ipotesi alternative, comunque, divergono: secondo alcuni Natalie si è suicidata; per altri è stata uccisa dal marito, geloso dell’amante Walken; o, forse, da tutti e due gli uomini per motivi ignoti.

Figlia di immigrati ucraini provenienti dalla Siberia, il vero nome dell’attrice è Natalia Zacherenko. Nasce il 20 luglio 1938 a San Francisco, dove il padre Nicolaj ha trovato lavoro come carpentiere. Chi comanda in casa è mamma Maria, una casalinga dal carattere forte, per non dire prepotente.

Si tratta di un personaggio singolare e dal passato avventuroso. Nata in Russia e cresciuta in Cina, Maria a volte racconta di appartenere a una famiglia aristocratica rovinata dalla Rivoluzione e altre volte di provenire da una più modesta famiglia di zingari girovaghi. Di certo, per tutta l’infanzia ha nutrito il sogno di diventare ballerina o attrice. Non c’è riuscita, ma farà di tutto perché lo diventino le sue figlie.

Porta spesso Natalia a Los Angeles, per sottoporla ai provini negli studios di Hollywood. Alla fine l’avrà vinta, Natalia diventerà davvero una grande attrice e anche la figlia minore, Svetlana, farà carriera con il nome di Lana Wood (sarà una “Bond girl” in un film di 007).

Natalia non ha ancora cinque anni quando, nel 1943, ottiene una particina in un film, due anni dopo viene richiesta per un ruolo più impegnativo. Mamma Maria è talmente eccitata da costringere il marito a lasciare il suo lavoro per traslocare a Los Angeles.

Con il nome d’arte di Natalie Wood, più orecchiabile per il pubblico americano, la bambina recita nella parte dell’orfanella tedesca tra le rovine di Berlino nel film Conta solo l’avvenire. Orson Welles, l’attore protagonista, commenta ammirato: «Pur essendo così piccola, Natalie si muove come una consumata professionista».

Il miracolo della Trentaquattresima strada, del 1947, è il suo primo film di grande successo. I produttori di Hollywood iniziano a contendersi quella bella bambina che sembra rappresentare la figlia ideale della tipica famiglia americana. Natalie non trascura lo studio, a scuola eccelle in tutte le materie, soprattutto in matematica.

Mentre gli altri bambini prodigio scompaiono pian piano dalle scene, lei mantiene inalterato il successo anche quando diventa adolescente. In questi anni sboccia la sua bellezza bruna, mentre lo sguardo diventa intenso e magnetico. Nel 1955 è il simbolo delle ragazze inquiete e ribelli a fianco di James Dean, in Gioventù bruciata.

Durante la lavorazione del film ha una relazione, tenuta segreta, con il regista Nicholas Ray, pur avendo lui 43 anni e lei solo 16. Gli stessi attori, con i quali lavora fianco a fianco, hanno sempre molti più anni di lei: da James Stewart a Bing Crosby, da Gary Grant a Clark Gable, fino a John Wayne.

A 19 anni, Natalie Wood sposa l’attore Robert Wagner, che ama perdutamente dalla prima volta che l’ha visto, quando lui aveva 18 anni e lei 8. «Quando sarò grande lo sposerò», aveva detto alla madre. Però da Wagner divorzia cinque anni dopo, senza avere avuto figli.

La causa del divorzio sembra essere stata la gelosia di lui, perché i gossip avevano attribuito alla bella Natalie relazioni con l’attore Dennis Hopper, il cantante Elvis Presley e numerosi altri divi. Un matrimonio finito con grande soddisfazione di mamma Maria, che non ha mai potuto sopportare quell’uomo. Come chiunque altro che si era messo tra lei e la figlia.

Nel 1961, Natalie Wood riscuote un altro successo con Splendore nell’erba di Elia Kazan. Subito dopo arriva West Side Story, una pellicola ancora più fortunata. Ora i partner maschili dei suoi film sono attori della nuova generazione come Warren Beatty, Jack Lemmon, Tony Curtis e Robert Redford.

Natalie Wood comincia ad avere seri problemi psicologici che si manifestano con l’abuso di superalcolici e di farmaci e, a dar retta ai giornali scandalistici, con una sessualità sregolata. Cerca di curarsi affidandosi a uno psicanalista, con il quale inizia una lunga serie di sedute.

I suoi problemi sembrano dovuti alla madre, che sin da piccolissima ha sempre fatto pressione su di lei perché diventasse una star, e alla sua situazione sentimentale turbolenta. Per non interrompere la terapia rinuncia a Bonnie e Clyde, un film nel quale viene sostituita dall’emergente Faye Dunaway.

Nel 1969 sposa il suo secondo marito, lo scrittore e produttore inglese Richard Gregson. Spera di trovare in lui l’uomo al quale finalmente aggrapparsi. Dopo aver avuto la prima figlia nel 1970, che chiama Natasha, Natalie Wood dirada le apparizioni sul grande schermo, rifiutando di partecipare a quattro o cinque film che diventeranno i maggiori successi degli anni Settanta. Preferisce recitare nelle meno impegnative serie televisive.

Intanto, dopo soli tre anni di matrimonio, divorzia anche da Gregson. Il motivo ufficiale è perché scopre che la tradisce con la segretaria, più probabilmente perché si è riavvicinata al primo marito, Robert Wagner, che infatti risposa tre mesi dopo. Da lui, nel 1974, ha la seconda figlia, Courtney. Quando, alla fine del decennio, Natalie torna sul grande schermo, interpreta alcuni film che si rivelano degli insuccessi. Arriviamo così al 1981, l’anno della sua morte misteriosa. 

Le novità sulla sua fine arrivano solo nel 2011, quando Dennis Davern, il capitano dello yacht Splendour, dichiara in televisione di aver mentito alle autorità. Quella sera, Natalie Wood e Robert Wagner non avevano semplicemente litigato, ma si erano accapigliati furiosamente. Anche se non l’ha visto mentre la gettava in mare, è convinto che, date le circostanze, sia stato il marito a ucciderla.

A seguito di questa rivelazione, il caso viene riaperto dalla magistratura, ma, in mancanza di prove decisive, viene richiuso già l’anno dopo… per essere nuovamente riaperto nel gennaio del 2013. La nuova autopsia condotta sul corpo dell’attrice, che come di prassi negli Stati Uniti è stato imbalsamato, ha riscontrato grossi lividi sulle braccia, sui polsi e sul collo. Segni che fanno ipotizzare un’aggressione: qualcuno avrebbe lottato con lei per buttarla in acqua.

L’attore Robert Wagner decide di non rilasciare dichiarazioni in merito e rifiuta l’invito della polizia, che comunque non lo indaga, di presentarsi per un nuovo interrogato. Per lui ha parlato il suo avvocato, Blair Berk: «Nel corso degli ultimi trent’anni, il mio cliente ha già pienamente collaborato alle indagini sull’annegamento accidentale di sua moglie, rispondendo a tutte le domande che gli sono state rivolte».
Il caso rimane aperto.



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Di Sauro Pennacchioli

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