Sfogliare gli albi Marvel prodotti in Germania negli anni settanta non era una esperienza particolarmente gradevole: giornalini di 32 pagine autocopertinati (cioè con la copertina stampata direttamente sulla carta dell’albo), personaggi a volte colorati in maniera stravagante (Sub-Mariner con le gambe verdi!), svastiche cancellate dalle divise dei nazisti…

Il principale cambiamento nell’esperienza di un appassionato di fumetti americani della Marvel, dal duemila in poi, è stato l’allargarsi del campo di percezione sociale del concetto di supereroe. Quella che fino agli anni novanta era una passione di nerd che spulciavano mercatini e fumetterie alla ricerca del numero introvabile del supereroe del cuore, ora diventava, grazie al cinema, una passione collettiva, entrando nell’immaginario collettivo globale: dal fortunato film “X-Men” di Bryan Singer del 2000, con un miliardo e mezzo di dollari di fatturato globale, passando a “Spider-Man” di Sam Raimi, fino al ciclo di pellicole legato alla Marvel Cinematic Universe che da “Iron Man” (2008) ci ha accompagnati a “The Avengers” nel 2012 (terzo film di maggior incasso della storia del cinema), e all’epico “Captain America: Civil War”, i supereroi Marvel sono entrati nell’immaginario collettivo.

Prima c’erano “solo” i fumetti, adattati in vario modo nei paesi europei dagli editori locali.
In Italia, dall’aprile 1970, la Marvel viene introdotta dall’editoriale Corno, avventura conclusasi nel 1984, senz’altro la migliore del continente, come nota lo stesso Marco M. Lupoi, direttore della Panini Comics e uno dei creatori della Star Comics nel 1987: «La Marvel arrivò stabilmente in Italia nell’aprile del 1970 grazie all’editoriale Corno di Milano. C’erano stati in precedenza esperimenti occasionali sulle pagine di Linus, ma fu solo la casa editrice diretta da Luciano Secchi a credere negli eroi di Stan Lee e a proporli in maniera seria e sistematica. Superman e Batman uscivano da Mondadori più o meno in sequenza casuale, mentre Secchi capì che il mondo Marvel era da proporre con logica, un numero alla volta, in ordine, e a parte qualche incidente di percorso (per esempio l’inversione dell’ordine di pubblicazione di prima e seconda serie di Dr. Strange) riuscì nel suo intento. Per quattordici anni, la Corno pubblicò la quasi totalità dei fumetti Marvel in edizione integrale, una sorta di unicum in Europa (basti pensare alle edizioni spagnole di Vertice, rimontate e in bianco e nero; alle censure di Lug in Francia; alle edizioni tedesche assolutamente parziali)» (prefazione del libro di Sean Howe “Marvel Comics. Una storia di eroi e supereroi”).

I comic book originali sono albi spillati 17×26 cm di 32 pagine (più le 4 di copertina), contenenti una storia a fumetti di una ventina di pagine a colori, con le rimanenti pagine dedicate a pubblicità, inserzioni e rubrica della posta.
Gli albi della Corno, avendo 48 pagine nello stesso formato, in genere pubblicavano due storie senza pubblicità. L’Uomo Ragno e L’Incredibile Devil riscossero subito un buon successo, ciò indusse la Corno a pubblicare nel 1971 le testate I Fantastici Quattro e Il Mitico Thor e nel 1973 Capitan America e Gli Albi dei Super Eroi.
In origine gli albi italiani alternavano due pagine in bianco e nero a due a colori, ma dal 1972 sono completamente a colori come in America.
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In Germania la Marvel arriva negli anni sessanta.

Vediamo adesso quello che è stato fatto nella grande e ricca Germania occidentale (allora divisa da quella orientale, sotto la sfera sovietica). Gli albi tedeschi, pubblicati dalla casa editrice Bsv, sono fedeli solo nel formato.
La testata antologica Hit Comics, che presenta a rotazione storie Marvel di vari personaggi (principalmente l’Uomo Ragno e i Fantastici Quattro), è la prima a portare la Marvel nella terra di Goethe e Beethoven.
Spesso questi albi contengono in appendice storie western, horror o fantascientifiche di poche pagine. È interessante notare che la Bsv, in quello stesso periodo, inizia a pubblicare una versione olandese degli albi Hit Comics (chiamando la testata Hip Comics).
Gli albi della Bsv sono prodotti in bianco e nero e la qualità delle traduzioni lascia molto a desiderare. Tra i collezionisti, comunque, i primi numeri possono avere quotazioni di mercato molto alte.
La serie Hit Comics, settimanale, dura 153 numeri, fino al 1970. Successivamente la Bsv crea serie dedicate ai singoli personaggi Marvel come Die Spinne (Uomo Ragno), Die Fantastischen Vier (Fantastici Quattro), Die Rächer (Vendicatori), Der Eiserne (Iron-Man), Der Halk (Hulk), Devil-Man (Devil), Der Dämon (Devil), X-Menschen (X-Men), Captain Marvel e Der Mächtige Thor. Hanno una vita di pochi numeri, eccetto l’Uomo Ragno e i Fantastici Quattro, proseguiti per alcune decine di numeri fino al 1973.

Dal 1974 i fumetti Marvel in Germania vengono pubblicati dalla Williams Inteuropa, che rappresenta la continuazione editoriale della Bsv: negli stessi anni in Italia cura la distribuzione degli albi della Dc Comics, come Superman, Batman e Flash. Questa gestione introduce miglioramenti agli albi, aggiungendo la pagina della posta, come aveva fatto Stan Lee in America e dalla Corno, e il colore, cosa basilare nei fumetti Marvel.
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Dal gennaio 1974 escono, per la Williams, Die Spinne e Die Fantastischen Vier (quindicinali, durati 137 e di 124 numeri), i mensili Das Monster von Frankenstein, Die Gruft von Graf Dracula, Hulk, Der mächtige Thor (tutte di 33 numeri, fino al 1976, da noi pubblicati dal Corriere della Paura) e Die ruhmreichen Rächer (Vendicatori, 100 numeri dal 1974 al 1978), serie che dal gennaio 1976 diventa quindicinale. Queste serie escono sotto l’etichetta Klaus Recht per alcuni mesi (dall’ottobre 1974 al giugno 1975), a causa di brevi passaggi di proprietà editoriale.
Alla fine del 1975 e fino al 1976, oltre a due serie antologiche di 47 e 21 numeri chiamate Marvel-Superband Superhelden, partono anche Dr. Strange (Doktor Strange der Magier, 12 numeri), Iron-Man (Der Eiserne, 12 numeri), la saga del Pianeta delle Scimmie (13 numeri) e Shang-Chi (pochi numeri). Ma nel 1976 iniziano a chiudere diverse testate.

Nel 1978 escono alcuni speciali dedicati al film di Guerre Stellari, albi pubblicati in Italia dalla Corno nella testata Superfumetti in Film. Ma verso la fine del 1978 chiudono i Fantastici Quattro e i Vendicatori e rimane, sotto l’etichetta Williams, la testata dedicata a l’Uomo Ragno.
Il declino della casa editrice, un po’ come per la Corno, corrisponde alla chiusura di Die Spinne che avviene nel maggio 1978, con un crollo di vendite sulle decine di migliaia di copie (60.000-80.000 per le serie di maggiore successo). Il declino è legato anche a una resa qualitativa più bassa degli albi americani.

Nella seconda metà degli anni settanta le storie Marvel perdono buona parte dello spirito originale, le trame si semplificano, lo spessore psicologico dei personaggi si riduce, i collegamenti tra le serie si affievoliscono. La Marvelè vicina alla morte.
In questo periodo le pagine dedicate ai fumetti dei comic book arrivano solo a 17, per di più scritte male. Un intero settore pare giunto al capolinea.

Gli anni ottanta e novanta
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Nel 1979 i diritti di pubblicazione dei fumetti Marvel in Germania vengono acquisiti dalla editrice Condor Verlag, che li gestisce fino al 1996. Questo accade mentre da noi arriva il fallimento della Corno e, dopo, un periodo di vuoto editoriale: gli anni che vanno dal 1987 al 1994 vedono invece la comparsa e la compresenza di 4-5 case editrici che pubblicano materiale Marvel.
Tornando alla Germania Occidentale, le pubblicazioni della Condor non eccellono per una elevata qualità, pur avendo successo di vendite grazie a un buon rapporto qualità/prezzo e alle strategie di mercato per differenziare formati, edizioni e canali distributivi.

Dalla fine degli anni settanta a oggi una parte minore della produzione Marvel viene presentata in Germania anche da altri editori, come Norbert Hethke Verlag (Conan, dal 1976-1986), la Splitter (Conan Saga 3 nn nel 1988, Elektra 6 nn. dal 1989-1991, con un numero di The Nam e uno di Silver Surfer nel 1989), Splitter Verlag (Stephen King: Der Dunkle Turm 11 nn. dal 2009 ad oggi), Egmont Ehapa (3 nn. di Daredevil nel 1992-1993, Feest Graphic Novel 7 nn., 1992-1996, Hawok & Wolverine 4 nn., 1990-1993, The Punisher 5 nn. dal 1990 al 1993, Star Wars 13 nn. dal 1984 al 1986, Wolverine 3 nn. nel 1992), Ehapa Verlag (dal 1980-1985), Bastei (Longshot 4 nn., 1988-1989, Nick Fury 6 nn., 1990, Punisher 2 serie per 11 nn., 1990-1993, Der Geister Reiter (Ghost Rider) 15 nn. nel 1990-1991; vi è poi, per i più piccini, Alf, di 38 nn. dal 1988 al 1991 e Graf Duckula di 16 numeri dal 1990-1991), Reiner Feest (nel 1991), Feest USA (dal 1991-1994), Marvel UK (dal 1994-1995), Modern Graphics (nel 1996), Dino Verlag (DC/Marvel 16 numeri dal 1997 al 1998, DC Gegen Marvel Comics 7 nn., 1996-1997, DC Gegen Marvel Sonderband 2 nn., 1996-1998), Verleger: Dino Verlags GmbH (1998-1999), Dino Entertainment AG (1999-2002).

Finché nel 1996 la Condor perde le licenze Marvel e nasce, come da noi avviene due anni prima, l’era Panini della Marvel tedesca, che prosegue tutt’ora.
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