All’inizio degli anni novanta nel mondo del fumetto americano arrivò una generazione di disegnatori il cui stile stravolse canoni estetici consolidati.
Già dalla fine degli anni ottanta la Marvel mise sotto contratto alcuni talenti come Todd McFarlane sull’Uomo Ragno, Jim Lee sugli X-Men, Rob Liefield sui Nuovi Mutanti (ribattezzati da lì a poco X-Force) a cui si aggiunsero altri come Erik Larsen, Marc Silvestri e Whilce Portacio.

Prospettive folli, vignette ipercinetiche, un nuovo modo di impostare la tavola e anatomie ipertrofiche quanto improbabili davano ai lettori qualcosa di completamente nuovo ed estremamente efficace.

Per esempio, l’autore canadese Todd McFarlane rinnovò il modo di disegnare l’Uomo Ragno: le dimensioni delle lenti della maschera, la ragnatela “a spaghetti” e le pose contorte lasciarono il segno.

Rob Liefield creò alcuni personaggi, destinati a diventare delle star nel mondo mutante, come Cable, Domino e Deadpool: la sua X-Force divenne il fumetto più venduto del 1991.

Tutto ciò che disegnava Jim Lee divenne oro. Su Uncanny X-Men rivoluzionò il look di Ciclope, di Jean Grey, di Tempesta,di Rogue e soprattutto di Psylocke (una supersexy ninjia asiatica) e contribuì alla creazione di Gambit, uno dei mutanti più apprezzati dai fan.

LA MANCATA RIVOLUZIONE IMAGE LA MANCATA RIVOLUZIONE IMAGE LA MANCATA RIVOLUZIONE IMAGE

Sembrava quindi che le cose andassero per il meglio per la Marvel, invece fu l’inizio di una serie di eventi che portarono a enormi problemi.
I disegnatori, trattati dai fan come vere rockstar, volevano sempre maggior considerazione, sia a livello economico che dal punto di vista creativo, ritenendo che fossero i loro disegni il motivo del successo delle testate.

McFarlane si prese anche il merito della creazione di Venom, storico villain dell’Uomo Ragno che proprio in quegli anni visse il suo momento di maggior successo. David Micheline, sceneggiatore di Amazing Spider-Man, ricorda che il personaggio era stato concepito prima del suo arrivo, e che McFarlane si era limitato solo alla resa grafica.
Anche Jim Lee entrò in polemica con lo sceneggiatore storico Chris Claremont, pretendendo di partecipare alla realizzazione della trama.

Inizialmente la Marvel andò incontro alle richieste dei disegnatori, permettendo a McFarlane e Lee di occuparsi anche dei testi di due testate nuove di zecca, Spider-Man e X-Men (senza gli aggettivi “amazing” e “uncanny” davanti). Addirittura rinunciò a Chris Claremont, che diede le dimissioni dopo 16 anni di grandi successi nella testata principale degli X-Men.

LA MANCATA RIVOLUZIONE IMAGE LA MANCATA RIVOLUZIONE IMAGE

I due nuovi titoli raggiunsero vendite vertiginose, ma a questo punto le cose iniziarono a precipitare. Si arrivò a un braccio di ferro con gli editor, questi ultimi però non cedettero le proprie prerogative sul controllo degli albi.

Solitamente gli scontenti si trasferivano nella rivale della Marvel, la Dc Comics, ma forti del loro successo di pubblico, questi disegnatori decisero di fondare una propria casa editrice in grado di competere con i due colossi.

Con l’appoggio della Malibu Comics, casa editrice indipendente, nel 1992 venne fondata la Image Comics da Rob Liefield, Todd McFarlane, Jim Lee, Erik Larsen, Marc Silvestri, Whilce Portacio e Jim Valentino.
L’Image si dette nuove regole che favorivano i disegnatori, ognuno con il proprio studio creativo indipendente e proprietario totale delle royalties sui personaggi (quindi il guadagno delle vendite andava tutto nelle loro tasche).

In breve tempo le fumetterie vennero inondate dai nuovi personaggi, come Youngblood di Rob Liefield, Spawn di Todd McFarlane, Wildcats di Jim Lee, Savage Dragon di Erik Larsen, Cyberforce di Marc Silverstri, Shadowhawk di Jim Valentino e Wetworks di Whilce Portacio.

LA MANCATA RIVOLUZIONE IMAGE

Il successo andò oltre le più rosee aspettative degli autori, che realizzarono altissimi guadagni. A loro si unirono altri autori, come Dale Keown con The Pitt) e Mark Texiera con Union.

Nello stesso anno, la Dc Comics rispose a queste novità con una trovata editoriale particolarmente efficace, ossia la morte di Superman, alla quale si aggiunsero la paralisi di Batman e la follia di Lanterna Verde, che furono rimpiazzati temporaneamente da Jean Paul Valley e Kyle Rainer. Queste trovate contribuirono a mantenere vivo l’interesse per la Dc, malgrado i successi della Image.

Alla Marvel i disegnatori che sostituirono i transfughi cercarono di proporre disegni e personaggi con le stesse caratteristiche. Le anatomie degli eroi diventarono “gonfie” e ipertrofiche, iniziarono ad apparire personaggi dai capelli con ciuffi ribelli, cinturoni con le tasche e pistole enormi. Le donne diventarono tutte estremamente sexy e pericolose, perennemente in perizoma come quelle della Image.

LA MANCATA RIVOLUZIONE IMAGE

Anche da noi la divisione Marvel Italia cercò di creare nuovi supereroi che ne ricalcassero lo stile, con la miniserie Gemini di Francesco Meo e Fabrizio Ugolini.

Il 1993 fu l’anno in cui l’Image si collocò all’apice, ma dopo il successo clamoroso, arrivarono i segni della crisi.
La possibilità di lauti guadagni finì per concentrarsi sempre più sulla redditizia vendita di giocattoli e merchandising, mentre si prendevano accordi con case di produzione per realizzare cartoon e film. Mettendo in secondo piano il fumetto, vennero “bucate” alcune uscite.

I testi delle storie erano generalmente mediocri e la crisi colpì il settore tra il 1994-1996, forse perché “drogato” da troppe novità ed edizioni speciali. Per la giovane Image iniziarono i guai.
Inoltre i lettori, dopo l’entusiasmo iniziale, cominciarono a notare che i nuovi personaggi non erano così originali, sembravano piuttosto delle copie dei classici Marvel e Dc.

Zealot dei Wildcats era identica a Psylocke degli X-Men. Knightsabre dei Youngblood era uguale e Gambit degli X Men. Spawn e Shadowhawk si rifacevano graficamente a Prowler e a Wolverine della Marvel.
I personaggi erano ripetitivi persino all’interno della stessa Image: vari cloni di Cable o di Wolverine spuntavano come funghi nelle in serie di Brigade, Bloodstrike, Stormwatch e Deatblow. Anche due gruppi Image come Wildcats e Cyberforce sembravano praticamente identici.
L’abilità del disegno non coincide sempre, a quanto pare, con la vena creativa.

Psylocke e Zealot
Prowler e Spawn
Wolverine e Shadowhawk
Wildcats e Cyberforce

 

Insomma, i disegni, per quanto spettacolari, accompagnavano storie semplici e banali con personaggi ripetitivi che ricalcavano gli stessi stereotipi. Le trame erano poco curate e ci si concentrava solo sull’azione frenetica.

Tutti questo elementi portarono a una crisi nelle vendite e a diverbi tra i fondatori, alcuni dei quali a poco a poco abbandonarono la “nave che affondava”.
Nel 1997 Jim Lee, Rob Liefield e Whilce Portacio lasciarono la Image per tornare brevemente in Marvel, dove pubblicarono la Rinascita degli Eroi, in cui si dedicarono al rilancio di eroi classici come i Fantastici Quattro e i Vendicatori.

Poi, nel 1999, Jim Lee si legò alla Dc comics, vendendogli i suoi Wildstorm Studios e occupandosi di Batman.
La continua crisi di vendite della Image portò alla chiusura dei titoli di Lee.

Jim Valentino prese in mano le redini della Image, decidendo di tagliare i ponti con il passato ipercinetico e cambiare gestione della produzione di fumetti: si concentrò maggiormente sulla qualità, producendo fumetti scritti meglio e ben diversi dai soliti supereroi.

Addio ai pistoloni giganti e alla donne scosciate, ai capelli ribelli e alla cinture con le tasche.
Con l’arrivo del nuovo millennio la nuova Image sfornò titoli come The Walking Dead, Invincible, Powers, Witchblade e Outcast, dai contenuti più profondi e dalla scrittura più curata.

 

Cosa fanno oggi i fondatori della Image?

Todd McFarlane ha praticamente smesso di occuparsi di fumetto, concentrandosi sulla produzione di action figures, e ha aperto un proprio studio per film d’animazione.
Il suo Spawn viene ancora pubblicato.

Erik Larsen è l’unico autore che ancora si occupa della propria creatura: Savage Dragon è stata ininterrottamente pubblicata dal 1993, anche se le vendite sono piuttosto basse.

Rob Liefield, dopo varie cause e polemiche con i fan, è tornato a lavorare parzialmente per le due major, occupandosi di Cable e Deadpool in Marvel (personaggi che aveva creato lui stesso anni prima) e più recentemente per la Dc, dove si è occupato di Savage Hawkman e Hawk & Dove.
Dei suoi Youngblood, Brigade e Bloodstrike si sono perse le tracce. Liefield non manca di far sentire la propria voce sui social, dove si rende protagonista di accese discussioni.

Jim Lee è diventato un direttore creativo della Dc.
Marc Silvestri continua a occuparsi della serie Witchblade sotto l’etichetta Image. Mentre la sua Cyberforce è finita del dimenticatoio: ogni tanto tenta qualche rilancio, ma il pubblico non pare interessato.
Whilce Portacio, dopo alcuni problemi di salute, ha ripreso saltuariamente a disegnare.
Jim Valentino continua a ricoprire ruoli dirigenziali nella Image.

Per un po’ Image ha fatto tremare le majors e il suo stile grafico ha fatto scuola ai disegnatori di nuova generazione, ma i suoi personaggi hanno quasi tutti fatto poca strada. Disegnare è una cosa, saper creare nuovi personaggi e saper scrivere è un’altra storia.

 

 

 

3 pensiero su “LA MANCATA RIVOLUZIONE IMAGE”
  1. La rivoluzione l’hanno fatta, poi sono autori, sono diventati ricchi sfondati e si sono ritirati, però l’Image costruita sulle loro fortune è ancora il terzo polo che prima non esisteva. Anche Byrne non lavora più e anche i suoi personaggi extra major non esistono più ma non per questo si può negare la sua importanza. Gran parte dei personaggi creati da Lee, Silvestri e Liefeld erano quel che erano, pretesti per mostrare la loro abilità grafica (Lee e Silvestri) e il loro stile innovativo (Liefeld) ma Spawn è stato il fumetto più venduto per almeno un decennio producendo ottimi cicli di storie e lo stesso vale per Savage Dragon. La rivoluzione grafica “Image” è stata l’ultimo colpo di coda del disegno grafico in opposizione a quello fotografico che imperversa tutt’oggi.

  2. Bah, per me erano molto scarsi anche come disegnatori, non solo come sceneggiatori. Alcuni (Jim Lee) hanno conservato una certa fama scegliendo bene le collaborazioni, altri hanno smesso di disegnare, Liefeld è diventano una vera e propria barzelletta, negli USA oggi si usa come esempio principale di disegnatore scarsissimo (come si fa da noi con Kill Killer)

    E tutto questo non dopo 20 anni, ma dopo un paio d’anni. La “bolla” speculativa si è sgonfiata subito. Perchè solo quella era.

    In Italia, i fans sono allo stesso tempo esterofili (quindi esaltavano qualunque novità USA) e totalmente ignoranti sulle meccaniche di mercato americane. Non hanno mai capito che a quel milione di copie vendute, non corrispondevano che pochi lettori. In Italia all’epoca non capivano che, per il meccanismo del direct market, quel milione era il numero di copie distribuite nei negozi, non quelle vendute ai clienti (e la maggior parte di quei negozi ha venduto negli anni successivi quei fumetti,. di cui avevano centinaia di copie invendute a blocchi di 100 copie per 5 dollari). Ancora oggi si trovano facilmente a meno del prezzo di copertina, è cartaccia: fumetti tirati in milioni di copie, con pochissimi reali acquirenti (o almeno, pochissimi dopo i primi numeri: con la pubblicità dell’epoca e il clamore dell’iniziativa probabilmente molti comprarono i primi numeri per curiosità, ma le vendite precipitarono subito.

    La nascita dell’Image non è altro che un esempio di abilità promozionale, in cui cinque disegnatori (all’inizio) sfruttano a loro vantaggio una precedente speculazione Marvel, che aveva sfruttato il nome degli X-men (che all’epoca valevano un sacco come arretrati), un nuovo numero uno, e una bolla speculativa pompata da riviste-spazzatura che si inventavano valutazioni esagerate come Wizard. Dopo aver disegnato i primi numeri pompati in quella maniera dalla macchina promozionale Marvel (con trading cards, copertine alternative e tutta la paccottiglia del periodo), si sono messi in proprio dicendo agli speculatori “anche il primo numero della mia serie un giorno varrà come X-men 1” (in effetti è vero, ora valgono poco tutti… parlo ovviamente dell’X-men 1 di Jim Lee, non quello di Lee e Kirby).

    Negli USA queste meccaniche sono state chiarissime da subito ai lettori un po’ più smaliziati, e sono state “scoperchiate” per tutti gli altri già negli anni 90 con il fallimento della Marvel e la fuga del proprietario. In Italia purtroppo di quelle cose si è parlato pochissimo, è c’è ancora un sacco di gente convinta che quelle copie invendute nei negozi o nella cassaforte di speculatori siano arrivate ad un grosso pubblico che impazziva per quei fumetti. Era tutta una speculazione ai danni di gente che credeva che dopo un anno avrebbe potuto rivenderli a cento volte quello che hanno speso…

  3. L’idea della Image fu giusta e sbagliata allo stesso tempo.
    Giusta perchè ha permesso a quegli autori di creare fumetti nuovi ma soprattutto godere completamente dei diritti e royalties sulle proprie opere.
    Le majors come Marvel e DC pagano gli autori, ma in termini di royalties non garantiscono grosse cifre.
    L’idea di Liefeld, Mc Farlane e soci era invece che, essendo autori ed editori i proventi di quel che producevano erano quasi tutti i loro, un buon 80% tenendo conto dei soldi dovuti alla Malibu, contro un 8% o poco più di Marvel e DC. E questo in termini monetari.
    In termini artistici invece, hanno puntato tutto sulle loro capacità da disegnatori; capacità più o meno reali: Mc Farlane non è un grande disegnatore, ma ha avuto tante idee per quanto riguarda layout delle tavole, spettacolarità, storytelling, Liefeld, solo a livello di design dei personaggi (a livello anatomie e volti lasciamo stare) ecc.
    Non hanno puntato abbastanza invece sui testi, non essendo scrittori. L’ideale sarebbe stato portare con sè anche bravi scrittori, ma credo che la velleità di divenire autori completi e con controllo completo delle proprie opere l’abbia fatta da padrone, con scrittori, più o meno importanti arruolati solo dopo che i vari personaggi e brand sono stati creati.
    Questa velleità da autori completi ha purtroppo fatto sì che i personaggi creati non avessero quelle caratteristiche di originalità che avrebbero fatto la differenza, così come non avessero sempre quella profondità di trame che invece sarebbe stata auspicabile in alcune testate.
    Detto questo, comunque sia la Image esiste ancora: grazie a Kirkman e tanti altri produce appunto altre testate con diversa impostazione e garantendo agli autori, vecchi o nuovi, tutti i diritti sulle loro opere cosa che Marvel e DC mai faranno.
    P.S. Mc Farlane più che altro ora di quando in quando inchiostra qualche copertina e tavole di Spawn. Per il resto si occupa delle action figures, ma ha anche in cantiere un altro film su Spawn che spero prima o poi arrivi.
    L’unico che davvero continua a macinare imperterrito fumetti scrivendoli e disegnandoli è il mitico Erik Larsen con Savage Dragon.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *