Alfred Andriola, l’autore di Kerry Drake, nasce in una famiglia di origine italiana a New York nel 1912. Si trasferisce con la famiglia a Rutheford, nel vicino New Jersey. Dopo le superiori studia disegno e frequenta la Columbia University di New York.

Kerry Drake, disegno firmato da Alfred Andriola del 1978

Conseguita la laurea in giornalismo, nei primi anni trenta Alfred Andriola si rende conto della difficoltà di trovare lavoro durante la grande depressione. Nei giornali solo i fumetti sembrano richiamare sempre nuovi autori, scrive una lettere a Milton Caniff, autore di Terry and the Pirates, ottenendo di essere preso come assistente.

Per tre anni il giovane Alfred diventa assistente di Milton Caniff e Noel Sickles, altro disegnatore dello studio. Imparato il mestiere, dal 1938 al 1942 Andriola ottiene l’incarico di disegnare la strip quotidiana di Charlie Chan, l’investigatore creato da romanziere Earl Derr Biggers.
Passa quindi agli albi dei fumetti, i comic book, disegnando Captain Triumph per la Quality.
Torna alle strip con il detective Dan Dunn, una imitazione di Dick Tracy, sfondando subito dopo con il poliziesco Kerry Drake, strip del Publisher Syndicate pubblicata con successo dal 1943 fino alla morte di Andriola, avvenuta nel 1983.

Il Kerry Drake delle origini

 

Per il suo lavoro su Kerry Drake, Alfred Andriola nel 1970 vince il prestigioso Reuben Award. Il top è raggiunto, Andriola entra nella cerchia dei grandi autori delle comic strip.
Si tratta di una tipica storia americana di un uomo di successo partito dal nulla?

Non proprio, perché questa è solo la storia “ufficiale” di Andriola, come l’ha raccontata in diverse conferenze e incontri.
Alfred Andriola dice di essere stato un vero e proprio assistente di Milton Caniff e Noel Sickles, occupandosi di matite, chine, lettering… ma in realtà sembra che facesse più da segretario gestendo la corrispondenza e tenendo loro pulito l’ufficio.

Pare che per Charlie Chan abbia fatto fare le strisce di prova a Charles Raab, il vero assistente di Caniff, facendosi poi fare le matite sempre dallo stesso e limitandosi a inchiostrarle.
Alla chiusura della striscia, Andriola ha ormai abbastanza fama per rilevare Dan Dunn. Personaggio di un certo successo creato da Norman Marsh, il quale, entrato in contrasto con il Publisher Syndicate per motivi economici, ha deciso di abbandonare la striscia da un giorno all’altro.

Allen Saunders al centro delle sue creazioni fumettistiche

 

L’agenzia, trovandosi spiazzata, si rivolge a uno dei più versatili sceneggiatori di strip del momento, Allen Saunders (1899-1986).
Giornalista, scrittore e autore di aforismi, Saunders gode fama soprattutto per la strip umoristica Chief Wahoo, che nel tempo cambia nome e diventa Steve Roper trasformandosi in avventurosa. E per la melodrammatica Apple Mary, trasformatasi poi nella prima e più longeva soap opera a fumetti con il nuovo nome di Mary Worth.

Dopo che Saunders e Andriola l’hanno presa in gestione, l’agenzia vuole traghettare i lettori dalla striscia di Dan Dunn in una nuova di zecca, sempre poliziesca ma ascrivibile al genere “procedural”, cioè legata ai metodi reali di lavoro delle forze dell’ordine, senza rinunciare a grandi dosi di azione e alla presenza di cattivi lombrosianamente rappresentati.

Saunders, che viene anche dal mondo delle pulp (riviste di racconti popolari), si trova a proprio agio con il genere ed è pieno di idee, nasce cosi Kerry Drake, l’opera a fumetti che consacra Alfred Andriola.

Striscia quotidiana di Kerry Drake

 

Cosa abbastanza comune all’epoca, viene accreditato come autore di Kerry Drake il solo disegnatore Andriola. Fino a metà degli anni settanta l’apporto di Saunders è sconosciuto ai più. In effetti di molte strip avventurose sappiamo solo il nome del disegnatore, mentre poco si sa dei collaboratori e degli autori dei testi.
A Saunders questo mancato riconoscimento non sembra dare fastidio, dato che come scrittore e giornalista è già stimato e apprezzato.

Quindi Andriola è l’autore dei disegni? Non proprio. Lo “schema Andriola” abbisogna di una rete di disegnatori che lavorino al suo posto.

Tavola domenicale di Kerry Drake

 

Dopo lunghe ricerche, si è riusciti a capire chi effettivamente ha realizzato Kerry Drake nel corso della sua lunga esistenza.

TESTI
Allen Saunders 1943-1974
John Saunders 1974-1976
William Overgard 1976-1983

MATITE (e spesso CHINE)
Charles Raab 1943
Marcia Snyder 1943-1945
Fran Matera 1946-1947
Marvin Bradley 1948
Joe Pinto 1950-1953
Jerry Robinson 1953-1955
Sururi Gumen 1955- 1957
Hy Eisman 1957-1960
Sururi Gumen 1960-1983 (con gli assistenti Rick DiCecca nel 1979 e Al McWilliams nel 1983)

LETTERING
Ben Oda


Fran Matera
, diventato noto come disegnatore di Steve Roper, in una intervista degli anni duemila alla rivista diretta da Roy Thomas, Alter-Ego, ha dichiarato:
“Al mio ritorno dalla guerra, nel 1946, contattai Andriola che conosceva Allen Saunders: sapevo che quest’ultimo cercava un nuovo disegnatore per Steve Roper e mi proposi tramite lui. Andriola vide i miei lavori e mi chiese se volevo lavorare per lui. Io accettai subito. Giovane, di ritorno dalla guerra e senza lavoro era una occasione da non perdere. Alfred non ha mai creato o fatto qualcosa per conto proprio. Mi dava le sceneggiature (di Saunders) con i dialoghi, sagomate nel formato delle strip con già alcune figure sommariamente schizzate per darmi l’idea della sequenza. Portavo a casa il tutto e poi tornavo con una intera settimana disegnata, le (sei strisce) giornaliere e la tavola domenicale. Volevo inchiostrare le strip e Andriola mi ha risposto: ‘Va bene, ma non le mani e i volti’. Questa era la prassi per i ghost artist del tempo. Dopo due settimane inchiostrai un paio di teste. Ad Al piacquero e da allora continuai a farlo regolarmente per vari mesi. Andriola aveva un letterista fisso, e anche un uomo per disegnare gli sfondi. Io facevo le matite finali e parte delle chine, poi Alfred passava il lavoro a un altro ancora per ripulire e rifinire il tutto!”.

Questo sistema prevede un continuo cambio di disegnatori, dato che nessuno resta in eterno a lavorare senza essere accreditato e sottopagato. Infatti, per i primi anni è una girandola di nomi ai disegni.

Le donne di Kerry Drake

 

Fino al 1955, quando dalla Turchia giunge in America un modesto quanto talentuoso disegnatore in cerca di fortuna. Colui che grazie al suo stile versatile darà l’immagine definitiva al personaggio di Kerry Drake, un uomo che non chiede altro di poter lavorare per mantenere la famiglia diventando cittadino americano: Sururi Gumen.

Sururi Gumen nasce il 20 luglio del 1920 a Bursa, in Turchia. Completa gli studi all’Accademia delle Belle Arti di Istanbul e incomincia a collaboratore come animatore nei primi rudimentali cartoni animati turchi, trovando poi lavoro come disegnatore di vignette umoristiche e per riviste avventurose dove ricalca Tarzan e Mandrake, anche dalle edizioni italiane.

Edizione turca di Tarzan lucidata da Sururi Gumen

Gumen guadagna poco in Turchia, la patria del fumetto e dell’animazione sono gli Stati Uniti, per questo vi si trasferisce con la giovane moglie nel 1955.
Con il suo portfolio incappa in Alfred Andriola, sempre alla ricerca di ghost artist, che intuendone le capacità lo assume facendolo diventare l’unico disegnatore di Kerry Drake per i trenta anni successivi.

Dal 1948 al 1952 la Harvey ha dedicato un comic book a Kerry Drake

 

Nel 1957, Andriola usa Gumen anche per una striscia realizzata con l’umorista Mel Casson intitolata It’s me Dilly, nella quale si firma Alfred James.
Qui Gumen dà il meglio di sè con un approccio grafico tra Bob Lubbers e Dan Decarlo, potendo finalmente liberare lo stile caricaturale di cui è dotato.

It’s me Dilly

 

Terminata l’esperienza di It’s me Dilly, che non ha avuto successo commerciale, Sururi Gumen torna su Kerry Drake cominciando a maturare qualche perplessità sulla propria condizione.
Un giorno, Gumen vede un’intervista televisiva al giornalista Allen Saunders, dove tra le altre cose viene mostrata un sua tipica sceneggiatura di Steve Roper, identica, fin dalla carta giallina, a quelle di Kerry Drake. Solo in quel momento il turco capisce che nemmeno le storie di Kerry Drake sono di Andriola.

CHI È KERRY DRAKE?
All’inizio Kerry Drake è un investigatore del procuratore distrettuale (la pubblica accusa del tribunale americano). Ha un assistente, Firetop, ragazzetto dai capelli rossi, oltre a una segretaria, e futura fidanzata, Sandy Burns.
La serie presenta in maniera realistica i crimini e i metodi di indagine utilizzati all’epoca. I criminali sono crudeli e quasi grotteschi, simili a quelli di Dick Tracy e di Batman. I crimini sono così ben descritti che alcuni temono possano ispirare i veri delinquenti.
Dopo alcuni anni di lotte con Bottleneck, Kid Gloves, Yo yo, Vixen, Spider Webb e alcuni episodi memorabili quali “The anti-drug story” e “Il caso dell’ inchiostratore scomparso” (ambientato nel mondo del fumetto), la striscia compie una svolta quando a metà degli anni cinquanta il duo criminale Bulldozer e Trinket rapisce e uccide la segretaria e fidanzata ufficiale del protagonista.


Kerry Drake va in crisi e riesce a risollevarsi solo entrando nel corpo della polizia con il grado di tenente. Qui il fumetto diventa un “procedural” vero e proprio. Aumenta l’utilizzo delle tecniche poliziesche, ampliando anche il parco dei comprimari. Kerry Drake diventa un “87 distretto a fumetti”. Come nei romanzi di Ed McBain i protagonisti si alternano lasciando però la parte del leone al neotenente di polizia, il quale, nel frattempo, conosce un nuovo amore, Mindy, che sposerà e da cui avrà ben quatto figli gemelli.
Le tematiche da soap opera occupano più spazio, anche se non in maniera invadente. Anche i “cattivi” cambiano, il mondo è più complesso, gli avversari sono spesso dei disadattati e persone dalla vita apparentemente normale che si trovano travolte dagli eventi. La lotta alle spie si mischia con la contestazione studentesca e, a volte, Drake si ritrova a sentirsi fuori dal tempo

Kerry Drake non ha avuto molta fortuna in Italia, sbattuto qua e là da diversi editori che non riuscivano a trovargli la giusta veste con cui proporlo.

Una edizione indiana di Kerry Drake

Dopo la chiusura della striscia, Kerry Drake ha avuto un seguito sotto forma di albo nei Paesi scandinavi, con storie appositamente realizzate da autori locali fino alla metà degli anni novanta.

Qualcosa di Kerry Drake è stato pubblicato in Italia negli anni sessanta da Eureka.

 

Non bastandogli più i pochi soldi di Alfred Andriola, ora che gli è nato un figlio, negli anni sessanta Sururi Gumen cerca dell’altro lavoro e lo trova alla Charlton, una piccola casa editrice di comic book che paga meno della Marvel e della Dc. Così, tra una storia horror e l’altra, Gumen si trova anche a disegnare, tirando un po’ via, le avventure giallo-rosa del cantante della serie tv de La famiglia Patridge, David Cassidy.


Negli anni settanta e ottanta gli va meglio con Cracked, rivista umoristica concorrente di Mad diretta da John Severin.
Qui ha la possibilità di dare libero sfogo alla sua vena caricaturale con vignette e fumetti parodistici.

Due tavole disegnate da Sururi Gumen per Cracked


Finalmente nel 1975, grazie al nuovo direttore della Publishers Syndicate, Gumen ottiene il riconoscimento dovuto per Kerry Drake, potendo apporre la propria firma accanto a quella di Andriola.
Gumen lavora sulla striscia fino alla chiusura della serie, avvenuta con la morte di Alfred Andriola nel 1983 (il che significa che ormai era pubblicata da pochi quotidiani, come quasi tutte le altre strisce avventurose penalizzate dal continuo ridursi del formato).

Allen Saunders, invece, se ne era già andato da Kerry Drake nei primissimi anni settanta, demoralizzato dal discorso che Alfred Andriola fece alla consegna del premio Rouben quale autore della migliore striscia nel 1970. Tutti nell’ambiente sapevano la verità, ma tacquero di fronte al discorso nel quale Andriola si ascriveva tutti i meriti del successo. Nessun accenno al vero creatore, e sceneggiatore, Allen Saunders, e nemmeno una parola ovviamente per Sururi Gumen.

Per concludere, le tavole della breve storia riprodotta qui sotto, “Success Story”, sembra rappresentare in salsa horror la vicenda di Alfred Andriola. L’episodio è stato pubblicata nel 1964 dal primo numero di Creepy della Warren, scritto da Archie Goodwin e disegnato da Al Williamson.
Il nome del protagonista, italoamericano, lo svolgimento e la conclusione sembrano una feroce rappresentazione della vicenda che abbiamo narrato.

 

 

 

3 pensiero su “LA GRANDE TRUFFA DI ALFRED ANDRIOLA”
  1. Notevole articolo. Adoro i comics e vorrei che Fumettolandia assomigliasse ad una di quelle allegre sinfonie del Primo Disney con i fiori canterini ed il sole che sorride, ma so che dove rotola il tallero spesso si annida il birichino. Segnalo una altra storia del genere che il mio Gola Profonda – lo stesso che mi ha venduto le prove che Moebius e lo Alessandrini di Martin Mystere sono la stessa persona – mi ha raccontato pretendendo in cambio solo gli originali di Little Nemo and Krazy Kat in Wakanda.
    In sintesi: Charles Biro era in un barber shop nel 1964 quando prese a caso tra i comics del tavolino il primo numero del Daredevil di Stan Lee e Bill Everett e se ne uscì di corsa, colla schiuma alla bocca e la schiuma da barba sulla scucchia. Una volta in ufficio chiamò un paio di mozzaorecchi specializzati nel diritto di autore per chiedere se il suo Scavezzacollo non vantasse una primogenitura su quello della Marvel. Probabilmente Biro aveva sottovalutato la spiderweb che il Sorridente aveva già cominciato a tessere in quegli anni ed in breve il papà dei Crime Comics come noi li conosciamo si ritrovò isolato. Nessuno comperava più il suo personaggio e tutti volevano il Diavolo Rosso. Biro si ritrovò in un bar con Bruno Premiani che era scappato dall’Italia per motivi politici durante il Ventennio e – sentendo parlare così bene della terra di Tex, Zagor e Diabolik – decise di italianizzare il suo nome e di imbarcarsi come clandestino su di un transatlantico che tornava in Europa. In Italia , come Carlo Pen prima e Sauro Pennacchioli poi riprese a fare fumetti e non solo. Probabilmente oggi ha superato lo shock dell’esilio auto inflitto, ma è cosa che è arrivata per gradi. Il ricordo del costume scarlatto del super eroe non vedente lo ha perseguitato per anni ed è arrivato a far cambiare il nome di un personaggio che aveva co creato da Ronny Balboa a Ronny Ross…

  2. La storia di Baldo Smudge sembra, come hai sottolineato, rappresentare perfettamente la vicenda di Andriola.
    Tuttavia, a testimoniare una prassi diffusa, sarebbe invece stata ispirata da Don Sherwood (autore del fumetto Dan Flagg).
    Baldo Smudge è stato disegnato da Al Williamson con il proprio viso, sia per poter usare riferimenti fotografici (anche Secret Agent X-9 era il ritratto di Williamson), che per una auto-presa-in-giro. I tre ignari assistenti sarebbero poi Archie Goodwin, Angelo Torres e Al McWilliams (tutti amici tra loro, ma anche collaboratori di Sherwood).

    L’utilizzo di assistenti era però una necessità, in un settore in cui si doveva produrre puntualissimamente una quantità industriale di disegni, soprattutto quando erano naturalistici e non caricaturali.
    Molti autori, poi, raggiunta la notorietà, preferivano limitarsi a fare i “produttori” e passare le loro “creature” in altre giovani mani.
    Certo, tra Roy Crane che, mentre riceve un premio per Buz Sawyer, ringrazia dal palco Granberry e Schlensker e Andriole che, nella medesima situazione, si assume tutto il merito…

  3. Sapevo di Don Sherwood e di Dan Flagg, però ho voluto vederci lo stesso dei riferimenti ad Andriola, il millantarsi assistente, il vestire elegante, il sorriso il saperci fare con i responsabili della syndacation, il firmare vecchie strisce, a volte ritagliandole(!) da regalare ai fan o alle celebrita’ invece di produrre materiale nuovo, Sherwood non è mai stato questo, rimanendo sempre pressoché sconosciuto, come del resto i suoi fumetti. Secondo me i riferimenti a Sherwood sono più uno scherzo tra amici che una vera e propria critica, tanto che negli anni successivi lo stesso Williamson fece da ghost per Dan Flagg. Io ci vedo un mix delle due vicenda peraltro molto simili.

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