Negli anni settanta il mondo del fumetto americano subisce una grossa influenza da parte del cinema: ogni genere di pellicola di successo ispira nuove serie di fumetti.
Per esempio, l’exploit dei film di arti marziali ha fatto sì che la Marvel crei eroi come Shang-Chi, Iron Fist e I Figli della Tigre. Tutti, chi più e chi meno, ispirati a Bruce Lee.

Il genere chiamato Blaxploitation, che sta a indicare film d’azione con protagonisti afroamericani, porta al lancio di Luke Cage, il primo supereroe nero della Marvel ad avere una testata propria. Mentre il successo di film horror come Rosemary’s Baby ha ispirato la creazione di personaggi come Hellstrom il figlio di Satana e Ghost Rider.

Anche i film di fantascienza riscuotono successo e sono la fonte di ispirazione per alcune serie degli anni settanta, tra cui quelle scritte e disegnate dal Re del fumetto americano, Jack Kirby, nei primi anni sessanta co-creatore con lo sceneggiatore Stan Lee di personaggi come i Fantastici Quattro, Hulk, Iron Man, gli X-Men e i Vendicatori.

 

Kamandi e il Pianeta delle scimmie

Nel 1968 la 20th Century Fox sbanca il botteghino con il film Il Pianeta della Scimmie, adattamento del romanzo omonimo di Pierre Boulle, interpretato da Charlton Heston.
Il film ha ben quattro sequel, l’uno dopo l’altro, divenendo uno dei franchising di maggior successo dell’epoca.

Nel 1972 Carmine Infantino, direttore della Dc Comics, cerca invano di accaparrarsi i diritti per la versione a fumetti (che andranno invece alla concorrente Marvel) e chiede allora a Jack Kirby, all’epoca sotto contratto con la sua casa editrice, di scrivere una serie che tratti una tema simile.

Kirby non ha visto il film, pur conoscendo il contenuto, ma aveva scritto negli anni cinquanta una storia simile per la casa editrice Harvey Comics, “The Last Enemy”, antecedente addirittura al romanzo originale del Pianeta delle Scimmie.
Crea così la serie di Kamandi – L’ultimo ragazzo della Terra.

JACK KIRBY, LA FANTASCIENZA E IL CINEMA

Dopo un inizialmente non ben specificato Grande Disastro, gli uomini sono regrediti allo stato di “animali selvatici” incapaci di esprimersi correttamente, muovendosi a branchi senza vestiti. Mentre gli animali si sono evoluti in creature umanoidi che ora dominano la Terra, divisa in Stati governati da specie diverse: leoni, tigri, leopardi, gorilla e così via.

In questo scenario si muove Kamandi, l’ultimo esponente della civiltà pre-disastro.
Essendo cresciuto in un bunker antiatomico (il Commando D, da cui prende il nome), con a disposizione una biblioteca di microfilm, è a conoscenza di come era il mondo in precedenza.

Nella nuova società “alla rovescia”, dagli animali evoluti è considerat’ un fenomeno da baraccone, un anomalia. Il vedere la propria intelligenza e la capacità di pensare sottovalutate lo irrita e lo umilia.
Kamandi gira l’America postapocalittica in cerca del proprio posto nel mondo, chiedendo di venire rispettato e trattato alla pari dalle altre razze animali intelligenti.

JACK KIRBY, LA FANTASCIENZA E IL CINEMA

In questa sua personale Odissea, Kamandi viene cacciato, venduto come schiavo, trattato come animale domestico, chiuso in uno zoo, costretto in un duello tra gladiatori e a una corsa di bighe con una cavalletta gigante mutata dalle radiazioni.

In tutto questo si dimostra intelligente e abile, riuscendo spesso a conquistarsi il rispetto di alcuni animali senzienti, come lo scienziato dottor Canus e il principe delle tigri Sultan.

JACK KIRBY, LA FANTASCIENZA E IL CINEMA

La serie ha un certo successo, sicuramente maggiore delle altre che Jack Kirby realizza per la Dc, passando subito da bimestrale a mensile. Kirby la scrive e disegna fino al numero 37 (gennaio 1976), poi i testi passano al non eccelso Gerry Conway.
Con il n. 40 Jack Kirby abbandona anche i disegni della sua creatura per tornare alla Marvel.

Kamandi prosegue per altri due anni cambiando continuamente autori in un periodo turbinoso per la casa editrice, che si concluderà con la soppressione di numerose testate, la famigerata “Dc Implosion”, e le dimissioni di Carmine Infantino.

Essendo ambientata nel futuro, Kamandi non interagisce con i classici supereroi Dc, anche se ne scorgiamo qualche traccia (come il costume di Superman, ormai diventato una reliquia preziosa).
Kamandi ha comunque dei team-up nelle serie dei supereroi, e appare nel maxi crossover Crisi sulle Terre Infinite del 1985 e nel sequel del 2008 Crisi Finale.

 

Il futuro distopico di Omac

Con la chiusura dei Nuovi Dèi (New Gods), Jack Kirby deve lanciare un nuovo titolo per poter rispettare il suo contratto con la Dc che prevede una quota di 15 pagine a settimana.
Decide di riprendere una vecchia idea inutilizzata quando lavorava per la Marvel, ossia quella di un Capitan America ambientato in un vicino futuro.

JACK KIRBY, LA FANTASCIENZA E IL CINEMAJack Kirby lancia quindi Omac, acronimo di One Man Army Corps (“l’esercito di un solo uomo”), un supersoldato che agisce per l’Agenzia mondiale per la pace (Global Peace Agency, Gpa), organizzazione per la salvaguardia dei precari equilibri mondiali. Soprattutto perché, data l’alta tecnologia bellica del tempo, in caso di conflitto la Terra si ridurrebbe in uno scenario apocalittico.

In questa serie, ambientata in un futuro prossimo, Kirby analizza l’abuso della tecnologia nella vita delle persone, anticipando in tal senso una serie moderna come Black Mirror trasmessa da Netflix.

JACK KIRBY, LA FANTASCIENZA E IL CINEMA

Nel futuro i crimini diventato più sofisticati, come la creazione di androidi indistinguibili dagli esseri umani utilizzati come ordigni (nel primo numero della serie), o come il traffico di corpi umani: i criminali vecchi e decrepiti comprano al mercato nero corpi di giovani di bell’aspetto e in salute in cui trasferire la propria mente. Un tema di questo genere è alla base del recente film Scappa – Get Out di Jordan Peele.

Omac è in realtà il tranquillo impiegato Buddy Blank, che viene scelto dalla Gpa per venire collegato a Fratello Occhio (Brother Eye), una intelligenza artificiale in orbita attorno alla Terra, che, attraverso l’interfaccia satellitare, gli fornisce all’istante il superpotere di cui ha bisogno, rendendolo un supersoldato.

Oggi viviamo in un mondo dove un personaggio come Omac non ci appare così improbabile, avendo in mano un cellulare che ci permette di connetterci con l’altra parte del pianeta tramite un semplice clic, ma negli anni settanta questo tipo di collegamenti sono pura fantascienza.

Omac non ha successo perché i personaggi scritti da Kirby sono sempre troppo melodrammatici per risultare simpatici, costringendo la serie di Omac a chiudere dopo 9 numeri.
Al ritorno alla Marvel, Kirby tra le altre cose riprende spesso il tema della tecnologia che sfugge al controllo del proprio creatore

 

2001 Odissea nello spazio e Machine Man

Nel 1968, l’anno del Pianeta delle Scimmie, un altro grande film di fantascienza riscuote grande successo in tutto il mondo: 2001 Odissea dello Spazio di Stanley Kubrick. Film che lascia sbalordito il pubblico per la rappresentazione accurata delle future missioni spaziali (l’uomo scenderà sulla Luna solo l’anno successivo).

Alcuni anni dopo la Marvel acquisisce i diritti per la trasposizione a fumetti e Kirby, tornato
alla casa editrice nel 1976, si occupa dell’adattamento del capolavoro di Kubrick a fumetti in un albo speciale di formato gigante.

Poi realizza una serie, sempre intitolata 2001 Odissea nello spazio, dove presenta alcune storie spin off tratte dall’universo del monolite nero, tema trainante del film.
In uno di questi episodi, nel numero 8 del 1977, fa la sua apparizione Machine Man, un robot dotato di coscienza umana.
Tolti i riferimenti al film 2001, con la chiusura della testata omonima, Machine Man viene integrato nell’universo Marvel canonico con una propria testata.

Scopriamo che il governo degli Stati Uniti ha finanziato la costruzione di alcuni robot intelligenti da usare per scopi bellici, ma questi, in preda a una crisi esistenziale, si sono ribellati e per questo vengono distrutti. Tranne un esemplare, il modello X 51.

X 51 viene preso in custodia dallo scienziato Abel Stack, che lo cresce e lo educa come un figlio.
Alla morte del “padre adottivo”, il robot prende il nome di Aaron Stack e cerca di trovare un proprio posto nel mondo, come aveva fatto l’umano Kamandi in un altro contesto, ma viene braccato dall’esercito che lo considera una minaccia.

Machine Man ha un animo pacifico, vuole soltanto essere accettato da una umanità che non lo capisce e lo emargina.
Il suo monologo nel numero 4, in cui non sa se ritenersi un uomo, come il suo cuore gli dice, o una macchina, come mostra il suo corpo, è di una teatralità shakespeariana.

Kirby anticipa in qualche modo il celebre monologo di Roy Batty in Blade Runner (“Cose che voi umani non potreste immaginare”): anche Machine Man, come il replicante interpretato da Rutger Hauer, è alla ricerca della propria umanità, è capace di provare empatia e sentimenti, ma è continuamente braccato da chi lo ritiene un pericoloso essere artificiale.
Machine Man, parlando con un tassista afroamericano, gli esprime solidarietà definendosi “una minoranza di un solo uomo”.

Trovato conforto nell’amicizia dello psichiatra Peter Spaulding, Machine Man protegge l’umanità da un’invasione aliena nelle vesti di riluttante supereroe.

Il personaggio, dopo il nuovo abbandono di Kirby dalla Marvel, passa nella mani di Marv Wolfman e Steve Ditko, che dimenticano lo status di fuggitivo in preda a una crisi umanitaria per dedicarsi a uno stile più leggero vicino alla commedia.

 

Come abbiamo visto, Jack Kirby ha tratto ispirazione dalle pellicole fantascientifiche di maggior successo dell’epoca, realizzando però qualcosa di originale, grazie anche alla sua capacità di mescolare vari generi. Addirittura anticipando, o ispirando, temi trattati in seguito da altri film…

 

 

4 pensiero su “JACK KIRBY, LA FANTASCIENZA E IL CINEMA”
  1. L’alter ego di OMAC si chiama Buddy Blank, non Black. Planeta de Agostini ha tradotto anni fa in formato bonellide in b/n la serie, ma si deve essere affidata ad un computer perchè BB era reso come Amico Bianco, praticamente un detersivo! Il King con quel Blank ( vuoto ) probabilmente intendeva riferirsi al fatto che l’omino, prima di essere scelto dai Guardiani, sacerdoti mascherati di Fratello Occhio, e diventare il loro pacificatore invulnerabile , era senza storia, angariato come nemmeno Fantozzi ed innamorato senza speranza di quella che scoprirà essere un robot assemblabile. Io sono un fan di JK al punto che avrei battezzato Crepascolino Giacchirbi, se fosse stato possibile, ma mi spiace considerasse il futuro così cupo. Oltre a OMAC e Kamandi, ha apparecchiato un domani noioso e senza sfide per un attore che negli olomovies interpreta il super eroe Bianco Zero in uno degli episodi della maxiserie 2001. Bianco Zero troverà un senso alle cose quando partirà x lo spazio come cosmonauta ed aiuterà una principessa aliena con testone clone della kyrbiana Tana Nile nelle storie di Thor ( praticamente il manga chibi di Christina Ricci ndr ).
    Nel suo crepuscolo, il King ci darà anche cose come Silver Star , altro super soldato, post Vietnam, frutto della genetica sperimentata su feti ( molti anni prima del Prime della Malibu Comics ) .
    Jack non ha visto il 21mo secolo. Chissà cosa avrebbe ricavato dai problemi di gente sempre connessa alle prese con la necessità di una futura economia green, i piani di Musk per il pianeta rosso ed i protocolli di gestione di una pandemia…

  2. Altri film addatti da Marvel in quegli anni :

    Jaws 2 disegnato da Gene Colan e Tom Palmer. Perche no il primo film ?
    L’Età di Cristallo con disegni di George Perez.

  3. 2 appunti: nel fumetto Kamandi il nome del principe delle tigri è Tuftan, non Sultan, questo era il nome che l’editoriale Corno diede al capo dei leoni ranger che in originale era Sultin. La questione diritti per 2001 è un pò complessa in quanto la Marvel non ha più potuto ristampare il “Marvel treasury edition” del film perché la MGM che detiene i diritti della pellicola non consente di farlo, questo credo valga anche per la serie di Kirby con il titolo omonimo.

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