Due attrici molto diverse per tratti somatici e forse anche per temperamento: bionda e con gli occhi verdi Isabel Russinova, bruna e con gli occhi neri Licinia Lentini. Oltre a essere quasi coetanee, sono accomunate da un fisico importante come altezza e misure. Tanto che, giocando con gli stereotipi tipici del cinema popolare, la prima veniva proposta come bellezza algida e irraggiungibile, la seconda come donna focosa e sensuale. Probabilmente i produttori puntavano su di loro per farne la nuova Edwige Fenech e la nuova Gloria Guida. In effetti, nella prima metà degli anni ottanta, Isabel e Licinia frequentano con una certa assiduità i set della commedia all’italiana con virate nel comico/scollacciato, diventandone un po’ le reginette. Anche se i tempi stavano cambiando: nudità esposte con parsimonia e, soprattutto, niente più attrici al centro della scena. Un altro punto in comune tra le due sono, nello stesso periodo, le apparizioni televisive (la Russinova canta e presenta, la Lentini balla e canta). Passaggi tivu che nel prosieguo della carriera diventeranno sempre più frequenti, in telefilm e sceneggiati. Come del resto il passaggio al palcoscenico. Condividono inoltre la partecipazione a due pellicole che, lo vedremo, sono anche tra le più importanti della loro filmografia.

Licinia Lentini, nata a Roma nel 1959, esordisce per prima sul grande schermo. Giovanissima, ottiene un piccolo ruolo in Sturmtruppen, un grande successo del 1976 diretto da Salvatore Samperi. È una soldatessa/ballerina e sempre come ballerina si fa notare in alcuni varietà televisivi, tra cui Felicibumta (1977, regia di Gino Landi), versione tv della commedia musicale di Garinei e Giovannini, e nel 1980 in Studio 80, diretto dal maestro Antonello Falqui. Protagonisti dello show sono Nadia Cassini e Christian De Sica.

Nel 1981 Licinia Lentini è nel cast della pellicola di Giuliano Carnimeo I carabbimatti, che appartiene al sottogenere dei film-barzelletta. È infatti costruito su una serie di storielle (sui matti e i carabinieri, appunto) cucite insieme fino a formare un’esile sceneggiatura. Anche se non è del tutto riuscito, battute e attori offrono qualche momento spassoso. La Lentini interpreta l’amante del commendatore Marrone (Gianni Agus). Tra gli altri attori troviamo Giorgio Bracardi, Ria De Simone, Leo Gullotta, Daniele Formica e Giorgio Ariani.

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Isabel Russinova, il cui vero nome è Maria Isabella Cociani, nata a Sofia nel 1958 (ma cresciuta a Trieste), inizia la carriera nel mondo dello spettacolo come modella. Da notare che Davide Pulici sul n. 10 della rivista Nocturno (a proposito del film Alto rischio, diretto nel 1993 da Stelvio Massi) ha scritto di lei: “La si prende in considerazione in quanto bel fisico, volto molto particolare e capacità recitative di gamma più che abbondante”. Il primo approccio della Russinova con un set cinematografico avviene nel film comico di Mariano Laurenti Si ringrazia la regione Puglia per averci fornito i milanesi, del 1982. Compare dopo quasi un’ora, in una sola scena e per pochi minuti. Curioso, comunque, il suo personaggio: la madre sessantenne di uno dei protagonisti, Max (Massimo Boldi), ringiovanita dai continui lifting.

Nello stesso anno la Lentini partecipa al comico/scollacciato È forte un casino!. Nel quale ha il ruolo di una finta ereditiera. Un film tutt’altro che da buttare, che dimostra l’attitudine al genere di Alessandro Metz, sceneggiatore e aiuto regista di Mariano Laurenti. La componente sexy (comunque presente) è minore rispetto a quella comica, ma le donne che si spogliano (più Xiomára Gonzales e Carolina Palermo che la Lentini), addirittura spiate dal buco della serratura, non mancano. I due protagonisti, Enzo Cannavale e Bombolo, interpretano una coppia di scalcinati truffatori che ricordano alla lontana Totò e Nino Taranto in Totòtruffa 62.

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Delitto in Formula Uno, decima avventura cinematografica dell’ispettore Nico Giraldi, diretto da Bruno Corbucci nel 1984, è senza dubbio il film più importante in cui sono apparse le due attrici. Non tanto per il livello qualitativo, quanto perché risulta abbastanza evidente la diversa, se non addirittura contrapposta, caratterizzazione dei rispettivi personaggi. Dopo l’incidente mortale occorso a un pilota automobilistico, l’indagine di Giraldi lo porta a incontrare due donne che hanno avuto una relazione con la vittima. La prima è la dj Miriam Dell’Acqua, che ha le fattezze di Isabel Russinova. La scena in cui Miriam spiega il rapporto con il pilota morto definisce piuttosto bene il personaggio-tipo dell’attrice.

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Del tutto diversa appare, nello stesso film, Licinia Lentini, che veste i panni di Rossana, altra ex-fidanzata del pilota. La scena nel complesso è più divertente e il personaggio decisamente meno sentimentale di quello della Russinova. Anche in questo caso si può forse considerarlo un tratto tipico dell’attrice. Inoltre, mentre della Russinova viene inquadrato quasi solo il viso, Corbucci non esita a riprendere il fondoschiena della Lentini come accadeva per esempio con la Cassini ai tempi della commedia scollacciata.

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Tra il 1984 e il 1985 il regista Sergio Martino gira due film comici ambientati nel mondo del calcio. Il primo è L’allenatore nel pallone, che probabilmente è il suo titolo più popolare, con alcune battute che sono diventate degli autentici tormentoni. Lino Banfi, nel ruolo di Oronzo Canà, un allenatore chiamato a guidare la Longobarda, furoreggia con l’istrionismo del mattatore. Licinia Lentini interpreta la moglie del presidente. Come spesso accade in questo genere di pellicole, tradisce il marito: a godere delle sue grazie è il centravanti della squadra.

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L’anno successivo esce Mezzo destro mezzo sinistro – Due calciatori senza pallone. Gigi Sammarchi e Andrea Roncato (che affiancavano Banfi ne L’allenatore nel pallone) sono i protagonisti, nel ruolo di due calciatori a fine carriera, attorniati da un bel gruppo di attori (Milena Vukotic, Leo Gullotta, Gianni Ciardo, Sandro Ghiani, Loredana Romito). Isabel Russinova, nei panni di una giornalista sportiva, si vede poco. Tuttavia, pur di evidenziarne la bellezza, Martino la manda a intervistare i calciatori, nell’assolata spiaggia di Riccione, in bikini.

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Sembra persino inutile sottolineare il fatto che le due attrici abbiano iniziato l’attività in un periodo di declino delle nostre produzioni, anche per quel che riguarda i generi più tradizionali come il comico e la commedia. Ovvio quindi che nelle loro filmografie non si possano trovare titoli di grande rilievo. Tuttavia nel 1986 interpretano il secondo film insieme, dirette da un regista che ha fatto la storia del cinema italiano, Dino Risi. Il commissario Lo Gatto è ambientato nella piccola località insulare Favignana, in provincia di Trapani, dove il commissario (ancora Lino Banfi) è stato inviato per punizione. Non è certo all’altezza delle opere migliori del regista, ma dal punto di vista drammaturgico è il più elaborato tra quelli interpretati da Isabel Russinova e Licinia Lentini. La prima, rossa di capelli, interpreta Wilma, una giovane donna molto chiacchierata sulla cui scomparsa indaga Lo Gatto, credendo che sia stata uccisa. La Lentini invece è la signora Bellugi, una sua amica. Le due hanno anche una scena insieme, e d’altra parte nel corso del film si capisce che hanno una relazione che va oltre la semplice amicizia.

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Fatte le debite proporzioni, Maurizio Ponzi, come Risi, ha sempre mostrato d’essere un regista che ambisce a tratteggiare situazioni e personaggi più sfumati. Noi uomini duri, del 1987, ha come sfondo un corso di sopravvivenza, già di per sé metaforico. I due protagonisti sono Mario (Enrico Montesano), tranviere alienato da un lavoro monotono, e Silvio (Renato Pozzetto), banchiere con problemi di impotenza. Si tratta però pur sempre di un film brillante, quindi il lieto fine è assicurato. Qui entra in gioco la Russinova. L’incontro con lei, che è Cora, moglie trascurata di un fanatico dell’esercizio fisico, guarisce Silvio.

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Un altro ruolo da moglie che tradisce il marito la Russinova lo sostiene nell’episodio La legge del taglione in Rimini Rimini – Un anno dopo, del 1988. L’amante, in questo caso, è un dirigente Rai impersonato dal bravo Maurizio Micheli. Sorvolando sulla scarsa originalità della vicenda, è fuori di dubbio che, per una volta protagonista assoluta, la Russinova dia sotto la regia di Corbucci il meglio di sé.

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Nella prima parte della carriera, come scritto in precedenza, per la Russinova le opportunità di prendere parte a spettacoli televisivi non mancano. Il 1983 la vede tra i conduttori del Festival di Sanremo e nello stesso periodo presenta la trasmissione musicale Discoring. Sempre in veste di presentatrice, dal 1989 al 1992 partecipa a tre edizioni del programma di Rai Due Mattina 2, di Michele Guardì, in onda nel fine settimana.

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