Da qualche anno le truffe negli investimenti in rete stanno causando notevoli problemi e il Covid, con i milioni di italiani incollati tutto il giorno davanti al pc a cuasa del lockdown, li ha ulteriormente aumentati.
I malintenzionati che cercano di attirare consumatori, talvolta sprovveduti, in trappole ben studiate sono sempre di più: e se le truffe si allargano a macchia d’olio sono migliaia le famiglie che perdono quanto investito. Come fare per porre un argine a questa dinamica?
Si sta pensando di intervenire a livello politico, l’opposizione ha chiesto al Governo il divieto del trading in rete (fonte: IlSole24ore): in particolare un’interrogazione diretta al ministro dell’Economia Gualtieri chiede più tutele per i risparmiatori e un maggiore rigore contro l’abusivismo finanziario. Perché il problema maggiore è proprio l’abusivismo, ovvero la presenza di numerosi soggetti che operano come broker senza i requisiti per poterlo fare.

 

Il problema delle piattaforme non regolamentate

Le piattaforme di investimento non regolamentate, che mettono a rischio i risparmi di chi investe, spesso nascondono società offshore con sede in paradisi fiscali (quindi, neanche facilmente perseguibili).
L’autorità preposta a supervisionare in Italia è la Consob, organo di vigilanza sull’andamento dei mercati. Il suo sito pubblica periodicamente elenchi di broker che vengono chiusi per non avere i sufficienti requisiti.
Tra le raccomandazioni da seguire quando si inizia ad investire in rete c’è quella di verificare prima se la piattaforma scelta è regolamentata, quindi ha autorizzazione a operare, in Italia o in altro paese UE. Il passo successivo è quello di seguire un percorso di approfondimento e studio (può tornare utile scegliere sempre piattaforme che offrano un conto di trading demo, quindi senza l’uso di soldi reali ma solo virtuali, per prendere confidenza con lo strumento).

 

I rischi della rete

A finire tra le grinfie di queste piattaforme senza scrupoli (e senza autorizzazioni) sono i novelli trader, che si lasciano attrarre dal miraggio di facili guadagni, di fare soldi comodamente in rete senza faticare.
Un mondo che si muove ancora profondamente nella penombra, non del tutto regolarizzato, che lascia ampio margine di manovra a soggetti borderline. Forse, vista ormai la portata del fenomeno, sarebbe ora di iniziare ad affrontare il tema in modo diretto e di trovare le giuste contromisure per consentire, a chi lo desidera, di investire online in sicurezza sulle piattaforme che (e non sono poche, fortunatamente) operano invece nel pieno rispetto della legge.

 

 

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