Abbiamo intervistato Roy Thomas, sceneggiatore della Marvel nella seconda metà degli anni sessanta, e poi anche direttore della stessa casa editrice fino ai primi anni settanta, quando Stan Lee ricopriva il ruolo che era stato dell’editore Martin Goodman.
Ricordiamo Thomas per il suo lungo ciclo dei Vendicatori disegnato da John Buscema e, soprattutto, per i fumetti di Conan il barbaro, inizialmente disegnati da Barry Windsor Smith.
Alla fine degli anni settanta Thomas passa alla Dc Comics e in seguito continua a occuparsi di fumetti per diverse case editrici, fino a scrivere la striscia giornaliera dell’Uomo Ragno (pur ufficialmente firmata da Stan Lee) dal 2000 al 2019.

INTERVISTA A ROY THOMAS
I Vendicatori di Roy Thomas e John Buscema

 

Si ringrazia John Cimino, agente di Roy Thomas, per avere organizzato l’intervista.

INTERVISTA A ROY THOMAS
Roy Thomas (da Wikipedia)

 

Conan ha quasi cento anni, eppure le sue gesta, iniziate da Robert E. Howard e proseguite da te nei fumetti Marvel, non annoiano mai. Quale credi sia il segreto del suo successo?

Conan tende all’egoismo esattamente come un comune lettore, anziché all’eroismo come ci si aspetterebbe da un eroe di carta… ma lui possiede la forza e l’abilità, e l’innata bontà e volontà di potenza che tutti noi vorremmo avere per combattere contro una palese ingiustizia o, più semplicemente, per sopravvivere in un contesto difficile. Robert E. Howard non ha mai descritto il suo aspetto al di là dei capelli, di alcune cicatrici e dei suoi occhi blu… anche per questo è stato possibile per i lettori identificarsi in lui.

Conan disegnato da Barry Windsor Smith

 

Il genere sword and sorcery sembra piuttosto circoscritto negli elementi strutturali e ricorrenti. Come hai fatto a ideare storie di Conan sempre avvincenti avendo a disposizione una “tavolozza” di colori così ristretta?

Ovviamente non ho allargato troppo il quadro, e nemmeno l’ha fatto nessun altro, Robert E. Howard incluso. Abbiamo tutti continuato a cercare delle variazioni sul tema. Dopotutto c’è solo un numero limitato di note musicali, e solo 26 lettere nell’alfabeto inglese… eppure le persone continuano a trovare nuovi modi per combinarle.

Alcuni personaggi ideati da te si stanno affacciando al grande e piccolo schermo. Penso alla serie Disney+ WandaVision (Visione è stato creato da Roy Thomas nella sua run dei Vendicatori – NdR) e al prossimo film del vampiro Morbius con Jared Leto. Pensi che l’interesse per questi personaggi possa attrarre nuovi lettori ai fumetti originari, oppure il fumetto come mezzo espressivo ha ormai perso importanza?

I fumetti hanno chiaramente perso terreno a favore della tv e dello streaming, come dei film. Certo, mi piacerebbe vederli sopravvivere, ma perché accada ci vorrà parecchio lavoro e molta immaginazione.

La tendenza attuale è quella della serializzazione: tra saghe principali estese (per esempio Star Wars), serie tv e spin off, le storie sembrano dilatarsi all’infinito. Ogni autore riprende da dove è arrivato quello precedente. I manga, invece, hanno di solito lo stesso autore-disegnatore e prima o poi finiscono. La tua run con John Buscema sul comic book di Conan e sul magazine in bianco e nero Savage Sword è quanto più si avvicinava al concetto di una storia raccontata da un unico team creativo, ed è certamente rimasta nel cuore dei lettori. Non pensi che, almeno in occidente, si sia persa la capacità di creare storie con un inizio e una fine ben definiti?

Penso che questo modo di procedere si stia estinguendo in alcuni settori. Nei fumetti attuali gli sceneggiatori e i disegnatori (ma gli sceneggiatori sono i principali colpevoli) impiegano svariati numeri per sviluppare una storia che un tempo avremmo raccontato in una o due uscite. A volte lo fanno per pura e semplice pigrizia. È un po’ come guardare un film d’azione al rallentatore.

Conan disegnato da John Buscema

 

Alcuni autori tentano strade originali, altri rimangono nella comfort-zone di franchise ben avviati, eppure le storie che hanno maggior successo seguono quasi sempre la medesima struttura: il viaggio dell’eroe. Pensi che ci stiamo raccontando sempre la stessa storia dai tempi di Omero, oppure c’è anche spazio per qualcosa di diverso?

Gli esseri umani possono raccontare tante storie quante la loro mente concede di averne. Non ho modo di sapere se si tratta di una singola storia, o dodici, o chissà quante… ma chiaramente dopo un certo punto si tratta di variazioni sul tema. Detto questo, proprio perché il diavolo è nei dettagli, il bello della narrazione è nei dettagli e nelle sorprese lungo la strada.

Nel numero 89 di Conan the Barbarian un lettore scriveva: “Andando avanti così finirai la saga nel 2020”, e nella risposta il redattore dubitava che tu a quell’epoca ti saresti ancora occupato di Conan. Eppure il 2020 è passato e tu dal 2019 hai sceneggiato alcune nuove storie Conan. Come è stato ritrovare questo tuo vecchio compagno e come hai modificato l’approccio alla scrittura negli anni?

Non so se in effetti io sia cambiato tanto… non vedo alcuna ragione per cui avrei dovuto farlo. Conan vive in un mondo e in un tempo particolari e il mio lavoro consiste nell’entrarci. Naturalmente, poiché ero anche sceneggiatore ed editor per la Marvel (e altre volte uno sceneggiatore della Dark Horse oppure ancora per i film, la tv o qualsiasi altra cosa), ho dovuto coniugare questo aspetto con le esigenze di un’epoca e di un mezzo espressivo diverso. Questa dicotomia tra personaggio e adattamento è ciò che rende il tutto interessante.

Il Comics Code of Authority, la vecchia censura degli albi a fumetti, ti costringeva a eliminare situazioni che in Howard erano descritte in maniera esplicita. Se il Comics Code non fosse esistito, avresti rappresentato più scene di violenza o situazioni erotiche in Conan the Barbarian?

Sì, avrei fatto disegnare una violenza più esplicita, anche se probabilmente senza spingermi così avanti come in alcune descrizioni di Robert E. Howard. Leggere una descrizione non è proprio la stessa cosa che vederla visualizzata.

Di cosa ti stai occupando in questo periodo?

Ho alcune idee da sviluppare, incluso un nuovo personaggio di sword and sorcery sul quale una storia è stata già pianificata e disegnata… aspettando solo il tempo e la voglia di finirla, e provare a venderla in giro. Naturalmente continuo a dirigere Alter Ego (una rivista giornalistica dedicata al fumetto – NdR), a scrivere tre strisce online per la Edgar Rice Burroughs Inc., a scrivere introduzioni e e fare selezioni per vari libri hardcover (altri quattro sono in uscita preso la UK’s Folio Society, più diversi con le ristampe Marvel di materiale di Robert E. Howard che ho scritto). Sto soprattutto lavorando su un progetto televisivo per il quale vengo attualmente pagato. Questo e vari lavoretti nella mia tenuta di quaranta acri qui nella Carolina del Sud mi tengono molto occupato.

 

 

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