Cesare Melloncelli, nato nel 1941 a Milano, debutta nel fumetto nel 1962 per la Editrice La Scuola. In seguito collabora con le edizioni Cervinia scrivendo le avventure di personaggi western come Kid del West, Tommy Colt, Winchester Man, oltre che dell’eroe nero Mister-X, uno dei tanti personaggi ispirati a Diabolik che uscirono nella metà degli anni sessanta.
Mister-X, disegnato dal suo vecchio amico Giancarlo Tenenti, ebbe un certo successo essendo diventato testimonial di una serie di spot televisivi e di un film per il cinema.

Sceneggia inoltre diverse storie per Tarzan, Rin Tin Tin, Carabina Slim e Sangoor.
Entra in contatto con la Bonelli sul finire degli anni sessanta per scrivere Red Buck, serie realizzata per la parte grafica da Sergio Tarquinio.

Per la stessa casa editrice scrive anche alcuni episodi di Zagor: “Il nemico nell’ombra” (Tutto Zagor n. 26), “Clark City” (n. 28-29), “La città nascosta” (n. 50-51) e “Magic-Bat” (n. 65-66). In particolare, si mette in luce per il trattamento di Cico, il coprotagonista della serie.

Zagor e Cico in “La città nascosta”, testo di Cesare Melloncelli e disegni di Franco Donatelli

 

Dopo avere scritto la biografia a fumetti di Ernesto “Che” Guevara, Cesare Melloncelli abbandona la professione di fumettista.

 

Cesare Melloncelli, a cinquanta anni dalle sue storie, è sorpreso nel vedere ancora Zagor in edicola?
Sono sorpreso di vedere ancora fumetti, giornali e libri: a parer mio, purtroppo, tanti scrivono e pochi leggono.

Che ricordo ha di Sergio Bonelli?
Era una persona entusiasta, simpatica, creativa, intelligente. Penso avrebbe avuto successo in qualsiasi attività.

Come nascevano le sue avventure di Zagor?
Le proponevo a Bonelli nel suo ufficio o nel bar privato della sua elegante dimora. Qualche aggiustamento veloce e via!

Bonelli aggiungeva o toglieva qualcosa alle sue storie? Sappiamo che con Alfredo Castelli lo faceva spesso, o almeno così si dice…
Un momento, il mio pappagallo curioso mi sta zampettando intorno… no, parlavamo insieme della storia all’inizio e poi non ha mai modificato neppure un dialogo.

Ha iniziato a scrivere Zagor su sua richiesta o le è stato proposto?
Dopo alcune storie di Red Buck, Sergio Bonelli mi ha affidato Zagor durante una sua assenza in Sudamerica: presumo stesse studiando gli ambienti per Mister No, che uscirà qualche anno dopo.

Si è mai pentito di avere lasciato Zagor dopo poche storie?
Ho lasciato Zagor per delle collaborazioni meno impegnative in Italia e in Francia. Ho comunque sempre nel pc una storia che non mi decido a finire… la scrivo solo per il mio piacere.

Lei era piuttosto abile nel trattare il personaggio di Cico, la spalla di Zagor. Riusciva sempre a renderlo simpatico o divertente, ha scritto anche qualche sequenza dove Cico raccontava avvenimenti del proprio passato…
Mi diverte Cico, il contraltare comico dell’eroe, e lo immagino tuttora sempre affamato e starnazzante un po’ come Zio Paperone.

Diversi autori venuti dopo di lei non sono riusciti a gestire bene Cico…
A me il “pasticcione messicano” era particolarmente simpatico, ma è l’Eroe che attira la maggior parte dell’attenzione.

Dei disegnatori della Bonelli dell’epoca qual era il suo preferito?
Di sfuggita, ho conosciuto solo il fenomenale Tarquinio.

Perché ha abbandonato il mestiere di fumettista?
Il mio era solo un piacevole (e faticoso) hobby, ci lavoravo di notte e nel weekend, non era l’attività principale a cui dedicarmi totalmente.

Dovesse tornare ai fumetti, che storia scriverebbe?
Magia e mistero sono tra gli ingredienti più interessanti su cui puntare, ma ormai tutti sanno tutto ed è quasi impossibile non cadere nel ridicolo…

 

Un pensiero su “INTERVISTA A MELLONCELLI, SCENEGGIATORE DI ZAGOR”
  1. Bella intervista. Mi è piaciuta la chiusa con la considerazione che oggi è più difficile pretendere la sospensione della incredulità, ma è proprio nel cercare di saltare oltre l’asticella ora più alta che dovrebbe essere il divertimento degli sceneggiatori al lavoro oggi.

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