il nome di Ernie Chan probabilmente non dice nulla ai giovani di oggi.

E se i nostri libri scolastici si occupassero più di storia mondiale, molti saprebbero che nel 1899 gli Stati Uniti dichiararono guerra alla Spagna per ottenere l’indipendenza di Cuba. L’esito del conflitto fu scontato e gli Stati Uniti ottennero, come “compensazione” per le spese di guerra, il passaggio delle lontane Filippine dalla Spagna a… loro stessi. Se le tennero fino alla fine della Seconda guerra mondiale, quando gli concessero finalmente l’indipendenza.

Anni dopo, l’America dovette a sua volta piegare il capo sotto l’invasore filippino. Per fortuna non si ebbero spargimenti di sangue e il terreno di battaglia fu un semplice tavolo da disegno. Siamo nella metà degli anni settanta, i comic book stanno vivendo un periodo di grande declino diffusionale e qualsiasi novità è bene accetta.

In questo periodo la Marvel si affida soprattutto al formidabile “Big” John Buscema: le testate principali vengono man mano gratificate dal caratteristico stile muscolare dell’artista di origine siciliana. Quando i colorati supereroi gli vengono a nausea, Buscema si applica soprattutto su Conan il Barbaro. Convinto che il suo sia solo un lavoro come gli altri, John disegna a matita decine di pagine mensili ma, anche per lui, la giornata ha la canonica durata di 24 ore e, quando al comic book “Conan the Barbarian” viene affiancata la rivista in bianco e nero “The Savage Sword of Conan”, proprio non può più farcela da solo.

Numero speciale del comic book di Conan disegnato da John Buscema e inchiostrato da Ernie Chan

Intanto, un accordo con un agente internazionale porta negli Usa, soprattutto alle testate della concorrente Dc Comics, alcuni autori filippini destinati a lasciare una certa traccia nel fumetto americano. Grandi artisti come il visionario Alex Nino, il classicheggiante Nestor Redondo e l’ottocentesco Alfredo Alcala. Ma anche ottimi disegnatori come Tony De Zuniga, Rudy Nebres, Steve Gan ed Ernie Chan.

Uno dei comic dell’orrorre (o del “mistero”) della Dc Comics per i quali Ernie Chan ha illustrato parecchie storie brevi: disegni e chine di questa copertina sono suoi

 

Dato il loro segno corposo, alla Dc pensano che i filippini siano particolarmente adatti per i fumetti horror, mentre la Marvel li sfrutta per lo stesso motivo nelle serie di Conan. Così diversi filippini lavorano sulle matite di John Buscema o realizzano storie complete. Certo, non sempre il risultato è entusiasmante. Inevitabilmente ognuno di questi artisti porta sulle pagine del “cimmero” il suo stile che a volte annulla quello di Buscema. In alcuni casi l’esito è controverso: a molti piacciono le chine calligrafiche di Alfredo Alcala su Buscema, mentre quest’ultimo ne diceva peste corna.


Tra gli inchiostratori di Buscema meno citati, anche se parecchio presente nella sua opera, c’è Ernesto “Ernie” Chan. Il suo tratto classico, allo stesso tempo rude e pulito, ben si adatta a quello di John Buscema: lo integra e quasi lo perfeziona. Ernie, classe 1940, non è un novellino. Conosce molto bene il proprio mestiere.

Dopo avere lavorato nella vivace editoria a fumetti filippina, Ernie Chan (che all’inizio si firmava con Ernie Chua) ha collaborato sia con la Marvel che con la Dc. Come disegnatore solista, non ha avuto un suo personaggio particolare.

Illustrazione con Hulk e Man-Thing disegnata da Jim Starlin e inchiostrata da Ernie Chan

 

Gli unici cicli relativamente lunghi di Chan sono stati quelli per le storie brevi di “Ghosts”, comic book horror della Dc, e per “King Conan” della Marvel, l’albo con le storie di Conan ormai anziano, ma sempre combattivo. Soprattutto come inchiostratore, Ernie Chan mise le mani su molti personaggi dei due colossi dei fumetti americani. Fino a esibirsi, a un certo punto, anche nelle vesti di colorista.

Illustrazione di Ernie Chan per un videogioco

 

Quando il suo segno non piacque più agli editori dei comic book, nei primi anni novanta firmò un contratto di collaborazione per la Sega, progettando il design per videogiochi come “Eternal Champions”. Nel 2002 si ritirò in pensione, limitando l’intervento nel mondo dei comic alla vendita dei suoi lavori in rete (pratica molto diffusa negli Usa che sta prendendo piede anche in Italia).

Disegni e chine di Ernie Chan per una illustrazione venduta a privati e poi raccolta in un libro

 

Tuttavia Chan non seppe resistere al richiamo del suo primo amore e, sia pure per breve tempo, tornò a disegnare fumetti destinati a un pubblico adulto con il webcomic “The Vat”, realizzato nel 2009 su testi di Andrew Zar. Tre anni dopo, il suo fisico fiaccato da una lunga lotta con il cancro cedette di schianto. Era il 16 maggio 2012. Se ne andava così un disegnatore che forse avrebbe meritato maggiore considerazione.

 

 

 


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Un pensiero su “IL SEGNO DURO DI ERNIE CHAN SU BUSCEMA”
  1. Ricordo anche alcune covers con un pettoruto erculeo Bats. Mi pare che il cambio del cognome da Chua a Chan sia da riferire ad un pasticcio con il passaporto nel momento in cui il nostro arrivava negli States. Non che sia una informazione fondamentale.

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