IL PROBLEMA DEI TRE CORPI

Visto che ne parlano tutti, mi unisco anch’io alla folla che parla de Il problema dei tre corpi, ma con una aggravante: io ho anche letto i libri (e visto la serie cinese originaria).

Iniziamo a chiarire di cosa è Il problema dei tre corpi.

La risposta che è più probabile sentire è: un romanzo di fantascienza da cui Netflix a recentemente sviluppato una serie televisiva,

In verità Il problema dei tre corpi non è un romanzo unico, ma una “trilogia” di romanzi di fantascienza scritta dall’autore cinese Liu Cixin. È considerato un punto di svolta e il primo grande successo della fantascienza cinese e ha vinto un prestigioso premio Hugo e dato origine a numerose opere derivate: due serie animate, un film in uscita, una serie prodotta dalla cinese Tencent nel 2023 e appunto la serie della Netflix, che lo ha reso famoso al grande pubblico internazionale.

Per capirci si tratta di un’opera di dimensioni notevoli (l’audio book della trilogia dura più di 80 ore, la serie cinese che copre solo il primo libro è di 30 puntate) che dal punto di vista cronologico copre un lasso di tempo dalla fine degli anni sessanta a circa 18 milioni di anni nel futuro. Si avete letto bene, non è un refuso, 18 milioni di anni.

Personalmente io non ho trovato l’opera molto ben scritta, anzi, ci sono dei bei difetti, ma di sicuro affronta argomenti interessanti.

Netflix ha messo la serie in mano a due sceneggiatori famosi (o meglio famigerati) Weiss e Benioff, ovvero i due che hanno massacrato Game of Thrones. I due hanno sempre avuto la fama di essere molto capaci di asciugare e razionalizzare i punti deboli di una storia già scritta e su questo ammetto hanno dimostrato una certa capacità. La serie che hanno creato fila e funziona, fila e funziona più dell’originale, ma per ottenere questo scopo la hanno anche resa molto meno interessante, sicuramente più banale e con molta meno tensione dell’originale.

Per prima cosa trasferiscono tutta la storia dalla Cina a Londra, è questo è già un primo tradimento dello spirito fondamentale dell’autore, la cui fantascienza è sempre esplicitamente dedicata al futuro del suo paese, al ruolo che la Cina avrà nel futuro. Senza contare la perdita del fascino della Cina moderna, in bilico tra usanze occidentali e tradizione, che è un aspetto molto interessante se uno guarda la serie originale cinese.

Non solo, l’operazione mi sembra illogica vista la frenesia di bilanciamento di minoranze etniche che di solito spinge Netflix a estremi ridicoli. Per una volta che avete una storia NON ambientata in America o Europa, con i personaggi principali che (a parte un paio) sono, finalmente, non bianchi e maschi, voi che fare? La portate in Europa e trasformate metà cast in bianchi anglosassoni? Ma perché?

I personaggi del libro (e della serie cinese) vengono centrifugati e riassemblati in nuove figure che raccolgono i vari aspetti degli originali. Il puzzle è fatto con abilità e sapienza (in fin dei conti in otto puntate coprono un libro e mezzo, mentre la serie cinese come dicevo ne impiega 30 per il primo libro), ma inevitabilmente in questo estratto perdono qualcosa. Se vedete solo la serie Netflix non potete ovviamente accorgervene, ma la perdita di caratterizzazione è notevole.

Il vero problema della serie Netflix è la sua debolezza dal punto di vista psicologico.

La storia della protagonista, Ye Wenjie, viene svolta molto più in fretta e pur mantenendo i suoi tratti principali non riesce a rappresentare il profondo orrore che ha vissuto. È la vita di una donna sensibile e intelligente, maciullata negli ingranaggi impersonali della “rivoluzione culturale” che la porta a una tal disprezzo del genere umano da mettere in moto gli eventi raccontati dal libro.

Anche il livello di tensione della serie Netflix non è paragonabile né al libro né alla serie cinese. Nella storia la vita dei personaggi, per lo più scienziati, viene sconvolta da fenomeni apparentemente impossibili, innaturali, se non sovrannaturali, che sembrano mettere in dubbio le loro concezioni scientifiche del mondo.

Cosa sta violando le leggi della natura? Perché? Cosa succede? “La fisica non esiste”, questa è la frase che guida il primo libro. C’è la possibilità, che apre un nero vuoto esistenziale in loro, che la concezione umana dell’universo e delle sue leggi siano una illusione. La disperazione che porta alla serie di suicidi, che marcano il tempo come un altro cruento conto alla rovescia nel libro, sono tutti fenomeni terrorizzanti, i quali disturbano nel profondo il lettore con un brivido di orrore esistenziale, mentre nella serie Netflix passano quasi in sordina, fenomeni curiosi che quasi non meravigliano.

Netflix, invece, perde tempo a introdurre l’assassino terminator dagli occhi spiritati, perché nelle trame di Hollywood serve il cattivo (quasi) imbattibile.

Questo ci porta infine a una conclusione. La serie Netflix è un thriller un po’ moscio con degli alieni lontani, ma il libro è invece un vero romanzo “cosmologico” che mette l’umanità di fronte all’orrore della ostile, oscura, vastità del Cosmo.

L’opera di Liu Cixin affronta due grandi temi scientifico filosofici, Il primo è epistemologico: su cosa si basa la conoscenza scientifica, come possiamo essere sicuri di quello che conosciamo? La realtà è realmente quella che pensiamo di conoscere?

Il secondo è il cosiddetto paradosso di Enrico Fermi: “Dove sono tutti?”. Verificate le enormi dimensioni dell’Universo, dovremo avere lo spazio intorno a noi pullulante di vita e intelligenza e invece è oscuro e silenzioso. Perché?

Più di un libro di fantascienza affronta possibili scenari (io consiglio sempre Existence di David Brin), Liu Cixin sceglie lo scenario peggiore e più agghiacciante portandolo alle sue estreme conseguenze. Cercatevi Dark forest sul canale YT di Kurzgesagt.

Non è una storia facile, di sicuro non è allegra e, ve lo spoilero, finisce malissimo, ma è una storia di una ampiezza e di un respiro incredibile, cosmico appunto.

Di tutto ciò su Netflix non c’è quasi traccia.

Certo almeno non abbiamo le astronavone sospese sopra New York da cui scendono esseri bavosi e zannuti che hanno fatto migliaia di anni luce solo per mangiare la gente a mani nude. Sono giunti per farsi ammazzare in maniera stupida dal primo americano mascellone e geniale, per cui almeno questa serie la possiamo vedere senza sbadigliare, ma questo è merito dell’autore del romanzo, non certo di Netflix e dei due sceneggiatori.

Weiss e Benioff manco ci provano.

 

 

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