All’inizio degli anni sessanta i rapporti di forza tra Marvel e Dc erano decisamente a favore della seconda casa editrice, come era solito ripetere Irwin Donenfeld, l’editore della Dc: “Facciamo 100 milioni di dollari all’anno e loro 35 milioni”.
L’uscita di Fantastic Four n. 1 nel novembre 1961 diede inizio a un profondo cambiamento della situazione. Partì un acceso confronto tra le due big che si concluse al termine del decennio con il sorpasso della Marvel in termini di vendite. Ma come avvenne tutto questo? La qualità del prodotto Marvel era veramente così superiore in quegli anni?
Abbiamo pensato di mettere a confronto i migliori albi a fumetti di Marvel e Dc, o almeno quelli più rappresentativi, dal 1961 al 1969 per cercare di scoprire la verità.

 

1961 – I Fantastici Quattro contro Flash

Si scontrano subito due produzioni dall’immenso valore storico: il primo numero dei Fantastici Quattro è la pietra sulla quale è stata fondato l’intero universo Marvel; mentre “Flash dei due mondi”, apparsa sul n.123 di The Flash, rimane ancora oggi una delle migliori storie Dc.
Al di là del mito, Fantastic Four n. 1 nella sua essenza è ancora una storia di mostri nello stile della Atlas di fine anni cinquanta, alla quale sono stati aggiunti dei tizi con dei superpoteri.

Le cinque pagine che raccontano come il quartetto abbia acquisito i suoi poteri sono la cosa migliore del primo numero.
“Flash dei due mondi” nasce da un idea di fondo originale, quella del “multiverso”, che ebbe l’editor Julius Schwartz, noto appassionato di fantascienza, sviluppata da Gardner Fox. Nell’episodio abbiamo la compresenza dei due Flah, quello della Golden age e quello dell’era moderna. I disegni sono di un Carmine Infantino al suo meglio. Il primo confronto è così vinto dalla Dc.

 

1962 – L’Uomo Ragno contro Aquaman

Anche l’Uomo Ragno in partenza doveva essere una creatura del duo Lee-Kirby, mentre finì con il nascere nella versione sghemba e striminzita di Steve Ditko. La prima storia è semplicemente perfetta. Una delle migliori origini di tutti i tempi. Pubblicata su Amazing Fantasy n.15, è frutto della collaborazione tra Lee e Ditko, che partecipano alla ideazione dei fondamentali personaggi di contorno: zia May, Zio Ben, Flash Thompson, Liz Allan e Betty Brant.

 


Di Stan Lee è la storica frase
“da grandi poteri derivano grandi responsabilità”, che traccia una linea da seguire per le storie che verranno.
Il meglio della Dc nello stesso anno? Forse “Aquaman: the invasion of the fire trolls”, che inaugura il primo numero di una nuova serie tutta dedicata all’eroe acquatico. Nonostante gli splendidi disegni di Nick Cardy rimane una storia piuttosto convenzionale, senza infamia e senza lode.

 

1963 – X-Men contro Flash

Il primo numero di Uncanny X-Men vede Stan Lee e Jack Kirby in forma: sembra un manuale che illustra come si presentano i nuovi personaggi. Inizia facendoci conoscere  i componenti del gruppo e i loro poteri. C’è la scuola, c’è il professor Xavier, telepate di prim’ordine costretto su una sedia a rotelle e ci sono i quattro componenti maschili del gruppo che mettono alla prova i propri poteri in una serie di test.
Alcune pagine dopo
viene introdotta Jean Grey, la graziosa componente femminile del gruppo con il suo potere di telecinesi. Infine entra in scena Magneto, il carismatico mutante malvagio che odia “l’homo sapiens” e sogna un mondo dominato dai mutanti.


Più debole la storia “The menace of the reverse Flash” apparsa in 
The Flash n. 139, scritta da John Broome, uno scrittore di fantascienza prestato al fumetto, il quale ci presenta per la prima volta il Professor Zoom, un criminale del XXV secolo che trova una capsula del tempo al cui interno c’è il costume di Flash.

 

1964 – Devil contro i Teen Titans

Dopo aver creato i Fantastici Quattro con Jack Kirby e l’Uomo Ragno con Steve Ditko, Stan Lee crea Devil insieme a Bill Everett. Il primo numero di Daredevil appare ancora oggi sorprendentemente moderno, nonostante sia pieno di cose datate.
Sia la storia sia le illustrazioni hanno il pregio di essere semplici. L’arte di Bill Everett descrive chiaramente l’azione in ogni scena. Gli sfondi luminosi, per quanto minimali, permettono ai personaggi di risaltare, il che conferisce alle pagine un potente senso di energia.

 


L’idea di Bill Everett è proporre un personaggio con lo stesso handicap della figlia: la cecità. Più super problemi di così…
Al confronto, unire in un gruppo le spalle adolescenti dei supereroi Dc appare quasi banale. I Teen Titans fanno la loro prima apparizione su “The brave and the Bold “ n. 54 e fin da questo episodio la loro magia non consiste nelle trame, bensì nei personaggi: le loro relazioni e la loro evoluzione come individui.

 

1965 – I Fantastici Quattro contro Batman

Nel 1965 Stan Lee e Jack Kirby ingranano il turbo. La svolta si compie col n. 45 di Fantastic Four, che ci presenta gli Inumani.
Tanti grandi concetti sono associati agli Inumani, tutti in qualche modo tratti dalla letteratura fantascientifica e dalle riviste di divulgazione scientifica che tanto appassionavano Kirby. Si tratta di una grande storia ricca di momenti di genialità esuberante, come fornire agli Inumani Lockjaw, un gigantesco cane da teletrasporto.

Il lavoro di Kirby, qui assistito da un grande Joe Sinnott, è artisticamente sbalorditivo, la sua immaginazione comincia ad associare l’idea di supereroi a quella degli dei, trascinando le storie a fumetti su un piano ultraterreno.
Decisamente più ordinaria la storia apparsa su Batman n.171 “Remarkable ruse of the riddler!”, che presenta la prima apparizione dell’enigmista nella Silver age, secondo i dettami dell’editor Julius Schwartz e la sua politica di attualizzazione.

 

1966 – I Fantastici Quattro contro Batman

Lee e Kirby sono ormai un fiume in piena. Mentre ancora non si è conclusa la saga degli Inumani, sul n. 48 dei Fantastici Quattro prende il via una delle storie Marvel più acclamate: l’arrivo di Galactus.

In questo numero facciamo la conoscenza di due nuovi personaggi che faranno la storia: Galactus, il divoratore di mondi, e Silver Surfer suo araldo.

 


Nella versione originaria di Jack Kirby, Silver Surfer è un personaggio ispirato alla mitologia, una incarnazione di Ermes/Mercurio, il messaggero degli dei, un essere freddo ed enigmatico, intermediario tra il divino e l’umanità.
È Stan Lee, affascinato dalle potenzialità che intravede, a trasformare Silver Surfer con i suoi dialoghi, facendone una figura nobile e generosa, capace di sfidare il suo mentore per amore degli umani.
Il confronto con la storia “Beware of Poison Ivy”, apparsa sul n. 181 di Batman, che introduce Poison Ivy, una nuova affascinante dark lady, è piuttosto impietoso.

 

1967 – L’Uomo Ragno contro Batman

Il n. 50 di Amazing Spider-Man è una delle avventure del Tessiragnatele più amate e un esempio della profondità che i fumetti di quel periodo potevano raggiungere. Mette in scena la quotidiana battaglia con noi stessi tra quello che siamo e quello che vorremmo essere.
Peter Parker è sempre stato il critico più severo dell’Uomo Ragno e il suo disprezzo raggiunge il culmine in una delle vignette più iconiche di tutta la storia dei fumetti. Il costume di Spider-Man gettato in un bidone della spazzatura….

Mentre la storia con la prima apparizione di Batgirl sul n. 359 di Detective Comics è un po’ l’esempio della enorme differenza tra quanto veniva prodotto alla Marvel e alla Dc durante gli anni sessanta. Una storia che forse non è sbagliato definire “stupida”, costruita secondo una filosofia che sembra voler far piacere Batman a un pubblico più vasto possibile: i ragazzini avrebbero apprezzato gli elementi avventurosi mentre agli adulti sarebbero apparse così insulse che avrebbero finito per trovarle divertenti.

 

1968 – Silver Surfer contro Batman

Silver Surfer n. 1 è un fumetto per certi versi emblematico. Rappresenta l’inizio della fine del periodo aureo della Marvel. È la goccia che ha fatto traboccare il vaso nel rapporto di lavoro tra Jack Kirby e Stan Lee, che si è visto scippato dell’ennesimo personaggio.
Certamente è il momento più bello di John Buscema, che non si sarebbe mai più ripetuto a quei livelli. È anche il primo grande tentativo di Stan Lee di creare qualcosa di ambizioso e significativo, per quanto velleitario.

 


È un buon esempio della scrittura di Lee quando sottrai Kirby o Ditko dall’equazione. Una scrittura magniloquente e… vuota.
Ma per quanto pretenzioso possa essere Silver Surfer n.1, rimane sempre un capolavoro se lo confrontiamo a “The man who radiated fear”, apparsa sul n. 200 di Batman.
Solita pochezza dell’intreccio, della caratterizzazione dei personaggi e delle loro motivazioni. Scritto da Mike Friedrich e disegnato da Chic Stone, questo albo si distingue soprattutto per la copertina firmata da Neal Adams.

 

1969 – Capitan America contro Freccia Verde

L’arrivo di Jim Steranko sul n. 110 di Capitan America cambia le carte in tavola. Steranko porta la sua arte originale e innovativa in una storia che riflette il cambiamento di prospettiva che avvenne alla Marvel verso la fine degli anni sessanta.
La stupenda leggerezza che aveva caratterizzato il periodo aureo della Casa delle idee cede il passo a storie più cupe, complesse, maggiormente legate all’attualità. Il risultato finale è comunque ancora nella direzione del capolavoro.

Altrettanto buona è, stavolta, la storia targata Dc. Con Danny O’Neill ai testi la musica cambia. L’episodio “In each man there is a demon”, apparso sul numero 75 di Justice League of America, è forse il più importante nella storia di Green Arrow: fin dal titolo si propone come un colpo di spugna con il passato. Il ricchissimo Oliver Queen, alter ego dell’arciere, cade in povertà e piomba in una crisi di identità che lo porterà a rivolgersi a uno psicanalista.

 

Nel complesso il confronto tra le due case editrici risulta impari, perché abbiamo scelto il periodo formativo della Marvel, quello in cui nasce distruggendo gli stereotipi del passato.
Più alla pari saranno i confronti nei decenni successivi…

 

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