IL DECLINO DE IL VITTORIOSO NEGLI ANNI SESSANTA

Alla fine degli anni cinquanta e all’inizio dei sessanta il glorioso settimanale cattolico a fumetti Il Vittorioso imbocca un lento declino, anche se le gemme continuano a non mancare.


Il Vittorioso 1958-1962 – Un sorprendente Guido Buzzelli e altri autori

Guido Buzzelli, grande autore che ha fatto da ponte tra la scuola “classica” del fumetto italiano e quella “autoriale” degli anni sessanta-settanta, nei cinquanta lavora anche per alcuni editori inglesi, tra cui l’Amalgamated Press Ltd. Per questo marchio, nel 1956, disegna un fumetto di Robin Hood. Nutro pochi dubbi che la serie sia quella di cui posto qui alcuni esempi, pubblicati nel 1961 sul Vittorioso.

IL DECLINO DE IL VITTORIOSO NEGLI ANNI SESSANTA

Fra il 1960 e il 1966, molti altri disegnatori fanno qualche incursione sul decadente Vittorioso. È il caso del grandissimo Dino Battaglia.

 

Ma l’ossatura del settimanale è ancora assicurata dagli autori “minori”, come Mario Guerri:

Giulio Ferrari:

E, ancora, del notevolissimo Raffaele Paparella, che però appartiene a buon diritto al novero dei “maggiori”:

Sergio Sorgini:

Molto bella la sua copertina del numero in cui appare la storia La donna d’Irlanda:

Salvatore Stizza:

Infine Alberto Tosi, più convincente con il Risorgimento che con gli schiavi ribelli di Spartaco (sull’onda del successo del kolossal Spartacus di Stanley Kubrick, con Kirk Douglas):

 

Il Vittorioso 1962: anche Jacovitti se ne va…

Jacovitti aveva diradato le sue collaborazioni al Vittorioso già dal 1958, impegnato com’era con Il Giorno dei Ragazzi. L’aria che tira in redazione, nel 1962, è brutta davvero, e così il genio termolese, come Sebastiano Craveri, si allontana definitivamente: l’ultima storia originale, Pippozùmparapappà, esce in sedici puntate a chiudere l’annata.
Ci risiamo, con la musica moderna, e stavolta col nuovissimo twist, un ballo reso celebre da Dino Risi con il film Il sorpasso di quello stesso 1962. La storia è davvero irresistibile.

 

E così Lisca di Pesce fa ciao ciao al Vittorioso, ventisei anni dopo Pippo e gli inglesi. Per la verità, un’ultimissima storia nuova di Jacovitti verrà pubblicata nel 1966, in chiusura del giornale: forse un estremo tributo di Jac a chi gli aveva dato la fama. E poi lo rivedremo, l’anno seguente, sul Vitt, la testata che prenderà il posto del Vittorioso.

Jacovitti, nel corso di questo fatidico 1962, disegna anche alcune copertine, come sempre magnifiche e in grado di rendere il costume e lo spirito del tempo.

 

La copertina del primo numero, giocata sul classico avvicendamento tra anno vecchio e anno nuovo, raffigura anche un personaggio sullo sfondo che avverte dell’arrivo di guai… E ce ne saranno, perbacco, non solo per il giornalino! Sulla copertina dell’ultimo numero, infatti, vediamo Pippo che spazza via le magagne dell’anno appena concluso: c’è la crisi di Cuba con il braccio di ferro tra i Kennedy e Cruscev che ci portò a un passo dalla guerra nucleare. Ma c’è anche Canzonissima. I più giovani ovviamente non ricorderanno che razza di terremoto fu quel programma televisivo, condotto da Dario Fo e Franca Rame. Ravanate un po’ su Google, scoprirete cose interessanti…

Il Vittorioso 1959-1964: Franco Caprioli

Franco Caprioli è tra gli ultimi grandi maestri ad abbandonare il Vittorioso. Anzi, tra il 1955 e il 1962 disegna quasi una storia dopo l’altra, senza contare la parte grafica di molte rubriche, le schede didattiche e moltissime copertine.

Fino al 1959 il suo originale e inconfondibile stile grafico, basato su un raffinato pointillisme, rimane praticamente invariato: e ciò nonostante sia sacrificato dalla mutata tecnica di stampa (il Vittorioso è in rotocalco dal 1956).

 

1958

 

1959

All’alba del nuovo decennio Caprioli modifica il suo tratto adottando un tratteggio più convenzionale. Il segno si fa forse più “moderno”, ma anche più duro: d’altra parte l’autore è chiamato a un vero tour de force, per supplire alla latitanza degli altri autori “storici”. In più occasioni disegna le storie complete con cui la redazione del Vittorioso cerca di fronteggiare la concorrenza degli albi “popolari”.

1960

1961

La redazione affida spesso a Franco Caprioli le copertine del Vittorioso tra il 1962 e il 1964, con temi quasi sempre educativi. E il maestro di Mompeo illustra anche molti redazionali.

1962

1963

1964

Dopo il 1962 anche Franco Caprioli, uno dei “padri fondatori” del Vittorioso (una sua storia era apparsa nel 1937 sul primo numero), si sgancia dal periodico. Nel 1963, una sua singolare storia di argomento preistorico del 1954, a suo tempo inspiegabilmente sacrificata, viene ristampata in pompa magna e a colori.

 

1962

Dopo il 1963, anno in cui appaiono solo un paio di storie, anche i grandi fumetti di Caprioli scompaiono dal menabò del Vittorioso.

1963

Rivedremo Franco Caprioli, tornato come per miracolo al suo glorioso stile 1950, più o meno cinque anni dopo: chiuderà una straordinaria carriera con alcune memorabili riduzioni dei romanzi di Giulio Verne pubblicate a puntate su Il Giornalino. Per fortuna riproposte (e consegnate alla posterità) su volumi a fumetti delle Edizioni Paoline.

 

Il Vittorioso 1963-1966: Kurt Caesar

Anche Kurt Caesar, come Lino Landolfi, rimane sul Vittorioso fino alla chiusura delle pubblicazioni. Benché dopo il 1962 le sue splendide copertine “tecnologiche” si diradino molto, i fumetti (quasi tutti a tema fantascientifico) continuano a essere pubblicati uno dopo l’altro. E si tratta, quasi sempre, di lunghissime avventure che si sviluppano anche in decine di puntate. La cosa notevole dello stile di Caesar è che, pur mantenendosi sempre sostanzialmente immutato, intorno alla metà degli anni sessanta sa accogliere meglio di altri le novità introdotte in campo Internazionale dal linguaggio a fumetti. Non a caso, una sua storia del 1963, I naufraghi della Kemel, ricorda molto la saga de Les Pionniers de l’Espérance di Raymond Poïvet su testi di Roger Lécureux, pubblicata in Francia dal 1945 al 1973 e che gode di un ottimo sito web.

 

1963

 

Ecco qui due esempi della citata opera di Poïvet.

Nel 1964-1965 è pubblicato il notevole ciclo di Flambart l’astronauta.

 

1964

1965

I fumetti di Caesar sono sempre stati densi di suggestioni oniriche, spesso addirittura “malate”, fin dall’anteguerra. Ma con la maturità, nel 1963-1965, certe atmosfere allucinate si fanno particolarmente interessanti. Ecco alcuni esempi dalla storia Il mondo del silenzio, con cui si chiude la collaborazione di Caesar con Il Vittorioso.

 

1966

Quando (raramente) lascia le ambientazioni fantascientifiche, il segno di Caesar degli ultimi anni diventa molto più limpido, a volte addirittura vicino alla solarità di un De Luca. Oppure, per altri versi, in sintonia con il classico “fumetto d’avventura”.

 

1965

Il massimo, comunque, Caesar lo dà, ancora nel 1966, con le sue amate storie di ambientazione aviatoria. È un po’ l’ombra di Romano il Legionario che torna ad aleggiare sul morente Vittorioso.

Per il resto, il 1963 vede le sue ultime copertine.

(Prossimamente torneremo su Il Vittorioso. Nel frattempo potete leggere QUI gli articoli di Giornale POP dedicati ai fumetti pubblicati in Italia negli anni trenta e quaranta).

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