La Silver Age del fumetto americano è spesso ricordata per il trionfo del Sense of Wonder dovuto alla Marvel Comics dell’editore Martin Goodman, con i fumetti di Stan Lee, Jack Kirby, Steve Ditko, John Buscema eccetera. Ma è stata la Dc Comics a inaugurare questa seconda epoca dei supereroi, dopo quella conclusasi poco dopo la Seconda guerra mondiale.
La Dc lo ha fatto con il secondo Flash, che debutta su Showcase n. 4 dell’ottobre 1956, seguito da Lanterna Verde sul n. 22 del novembre-dicembre 1958 e Atomo sul n. 34, inaugurando un filone che continua ancora oggi senza interruzioni.

Fu comunque la Marvel a incarnare la rivoluzione del fumetto statunitense, con supereroi come l’Uomo Ragno/Peter Parker, che introduce il concetto di “supereroi con superproblemi”: gli eroi, al di là delle scazzottate con il villain di turno, devono vedersela con i propri problemi personali e relazionali.
I supereroi Marvel si caratterizzano anche per la “continuity” interna alla singola testata e per l’interazione tra diverse testate, fino alla creazione di un coerente Universo Marvel.
Nella prima metà degli anni sessanta le storie della Marvel raggiungono un elevato spessore narrativo e grafico. Nel settembre 1965 la prestigiosa rivista Esquire include l’Uomo Ragno tra le “personalità” più influenti dei campus universitari, mentre la Dc è ancora rivolta quasi esclusivamente ai bambini fino ai 12 anni.

Resasi conto di essere stata scavalcata dalla concorrente, nel 1966 la proprietà della Dc Comics, dopo il ritiro di Irwin Donenfield, nomina Carmine Infantino direttore generale con l’obiettivo di rilanciare i personaggi. I risultati, nel giro di un decennio, saranno comunque insufficienti dal punto di vista contenutistico e commerciale.

Già da alcuni anni Infantino è considerato il direttore artistico della Dc, per la sua capacità di creare copertine originali e dal sapore moderno. Inizialmente, nella sua posizione di direttore, Infantino è avvantaggiato dai telefilm di Batman, trasmessi anch’essi nel 1966, che aumentano l’interesse del pubblico verso i supereroi.
L’anno successivo la casa editrice viene acquistata dalla Kinney National Services, un conglomerato che nel 1969 acquisisce anche il gruppo Warner Bros.
Nonostante i rivolgimenti di proprietà, Infantino è completamente libero di prendere decisioni e nel 1972 viene promosso editore.


Una strategia di Infantino è quella di nominare non solo sceneggiatori, ma anche dei disegnatori come lui nel ruolo di editor (redattori-supervisori-direttori), da Joe Kubert a Joe Orlando.
Infantino riesce a sfilare i due disegnatori principali della Marvel. Prima Steve Ditko (co-creatore dell’Uomo Ragno) e poi Jack Kirby (i Fantastici Quattro, Thor e tanti altri), acconsentendo che si scrivano da soli le proprie storie. I risultati saranno pessimi, perché Kirby e Ditko, pur avendo moltissime idee, non sanno scrivere sceneggiature interessanti.

L’autore più giovane della Dc in quegli anni è Jim Shooter, un lettore fanatico degli albi della Marvel. A soli 14 anni gli viene affidata la Legione dei Supereroi, per la quale realizza un ciclo di storie memorabili. Su Adventure Comics n. 346 del 1967 introduce quattro nuovi personaggi: Principessa Projecta, Iron Lad, Karate Kid e Nemesis Kid. Nello stesso anno, su Action Comics crea con il disegnatore Al Plastino il supercriminale chiamato il Parassita, destinato a diventare uno dei nemici principali di Superman.
Jim Shooter diverrà direttore generale della Marvel dal 1978 al 1987, e nel 1989 fonderà la casa editrice indipendente Valiant Comics.

Durante la gestione di Infantino, la sede della Dc si sposta due volte, sempre rimanendo a New York. Nel 1968 si trasferisce al 909 di Third Avenue (zona est di Manhattan), dove rimane fino al 1973, anno in cui trasloca al 75 del Rockefeller Plaza (edificio conosciuto come The Time Warner Building), facente parte del prestigioso Rockefeller Center.

Nel 1968, su The Flash n. 179, il velocista scarlatto si ritrova nella nostra realtà, cioè un mondo dove i supereroi come lui esistono solo nei fumetti. Qui incontra l’editor Julius Schwartz, creatore del personaggio e artefice della Silver Age. Questa Terra viene chiamata Earth-Prime, la più importante del Multiverso perché ci vivono gli esseri umani le cui idee plasmano e creano gli altri mondi. Diversi autori riprenderanno e svilupperanno questi concetti di metanarrativa fumettistica, tra i quali Grant Morrison.


Il compito di aggiornare i supereroi, data la sempre più dura concorrenza della Marvel, viene dato al giovane sceneggiatore Dennis O’Neil e all’editor veterano Julius Schwartz. Il cambiamento più radicale è tentato con il personaggio di Wonder Woman, a partire dal n. 178 del 1968. A Diana sono tolti i superpoteri e viene trasformata in una donna indipendente e moderna (siamo negli anni del femminismo militante), con qualche conoscenza delle arti marziali e senza il tradizionale costume. Steve Trevor, l’uomo che ama, viene ucciso per azzerare il passato del personaggio. L’idea non funziona e Wonder Woman deve essere riportata a come era prima.

Nel 1971 arrivano cambiamenti anche per Superman, un personaggio immutato da decenni anche nella sua ingenuità. L’idea di O’Neil, sostenuta da Schwartz, è quella di ridimensionare i poteri di Superman (senza però stravolgerne la natura come con Wonder Woman), eliminando la kryptonite e dando un nuovo lavoro a Clark Kent come reporter televisivo. I disegni di questo periodo sono sempre dell’abile Curt Swan, il quale brilla soprattutto con le chine di Murphy Anderson. I risultati, in termini di copie vendute, però non si vedono.


Prima ancora, nella fine degli anni sessanta, Dennis O’Neil aveva preso in mano Batman. Il lavoro di revamping, anche se pure in questo caso non aumenta le copie vendute, getta le basi per le future incarnazioni del personaggio: da quella di Frank Miller nei fumetti a quella di Tim Burton nei film. Attraverso i disegni realistici di Neal Adams, il personaggio torna alle sue origini di vendicatore mascherato ossessionato dalla lotta al crimine. I dialoghi di Dennis O’Neil, privi dei toni “naif” del Batman precedente, sono più maturi e attuali.
Le storie di Batman di qualche anno successivo, degli anni settanta, iniziano spesso con l’Uomo Pipistrello vicino al commissario Gordon sul luogo di un delitto, circondato dagli agenti di Gotham.


Nel 1972, la Dc cerca di reintrodurre il supereroe un tempo di maggior successo: Capitan Marvel. Pubblicato dalla Fawcett Comics dal 1939 al 1953, Capitan Marvel era riuscito a superare anche Superman nelle vendite dei fumetti. A distanza di un ventennio, la Dc compra i diritti degli eroi della Fawcett per lanciare una serie con l’ex rivale di Superman. Il titolo della pubblicazione non può però essere Capitan Marvel, in quanto già esiste un Capitan Marvel pubblicato dalla Marvel. All’albo viene quindi dato il nome di Shazam!, termine usato dal giovane Billy Batson per trasformarsi nel Capitano. Il progetto viene assegnato da Julius Schwartz al solito Dennis O’Neil che però non riesce nell’impresa di ridare splendore a uno dei miti dei supereroi. La serie, che debutta nel 1973, porta comunque a una serie televisiva andata in onda sulla rete Cbs dal 1974 al 1977.


La modernizzazione durante la gestione Infantino è evidente, così come l’aumento della libertà espressiva degli autori. Ma Carmine Infantino deve subire il crollo dei comic book della fine degli anni sessanta, provocato dalla politica editoriale della Marvel di inondare le edicole con numerose serie di comic book, seguita a ruota dalla Dc. Inoltre, lo spasmodico tentativo di agganciare il pubblico più grande, attraverso soprattutto le serie di Denny O’Neil (da ultima la saga di Lanterna Verde-Freccia Verde) ha avuto il risultato di disaffezionare i giovanissimi. Negli ultimi, tristi, anni di Infantino, la Dc ha fatto uscire un numero incredibilmente alto di nuove serie, con personaggi-meteore durati soli pochi numeri.


La stessa decadenza la subisce la Marvel, almeno fino alla nomina di Jim Shooter come direttore generale alla fine degli anni settanta.
Shooter indica la nuova strada per rendere i supereroi allo stesso tempo “adulti” e “bambini”: storie non banali e al contempo vivaci. Non è quindi necessario, come avevano fatto Denny O’Neil e Neal Adams, eliminare la batcaverna per rendere credibile Batman.

Anche i successori di Infantino alla Dc seguiranno questa strada, arrivando al rinnovamento definitivo degli anni ottanta soprattutto quando, con Crisis on Infinite Earts, ci sarà il primo reboot.

 

 

Un pensiero su “IL RINNOVAMENTO DC TRA GLI ANNI SESSANTA E SETTANTA”
  1. Julius ” Julie ” Schwartz aveva afferrato per la coda una buona idea già a metà dei fifties quando aveva guidato – non scritto – la creazione della versione Silver Age di personaggi Golden Age. Barry Allen con la sua tutina rossa moderna e la continuity mutuata dalle soap operas ed il tormentone della sua relazione con Iris al posto di Jay Garrick con l’elmetto di Mercurio che non vola via mentre corre. Martian Manhunter. Una Lanterna Verde pulotto cosmico. E così via. Immagino che Stan ” The Man ” Lee abbia letto queste cose e ci abbia aggiunto la sua indubbia capacità di captare lo zeitgeist che è il suo vero valore aggiunto.
    La storia non è cucinata coi se e ma e quindi non è fondamentale discettare su cosa avrebbe fatto fare Julius Schwartz ai suoi collaboratori, se avesse capito che era il caso di umanizzare uno zinzino i suoi personaggi per favorire la identificazione. Non sempre funziona, naturalmente, perchè furono femministe come Gloria Stenheim a protestare per la WW depotenziata ed a pretendere il ritorno della amazzone metaumana. La Crisis di Wolfman /Perez è il caso curioso di un evento ricordato per potenza ed impatto che è stato praticamente disattteso e criticato ed in qualche modo superato quasi immediatamente. Grant Morrison rimpiange tutte le terre alternative ed i personaggi dimenticati ( curiosamente saranno Lemire e Giffen nei prossimi mesi a sviluppare gli Inferior Five che Mamma DC non ha permesso a Grant di scrivere ) nella sua famosa run su Animal Man ( 1988/90). Lo Ipertempo fortissimanente voluto dallo stesso Morrison e da Mark Waid ( che lo ha però annacquato ) annulla Crisis colla idea bellissima- almeno secondo il sottoscritto – che qualsiasi idea esiste da qualche parte nel Multiverso, financo quelle che vorticano nella zucca dei fans.
    In un certo senso i recenti team up interaziendali e tra personaggi di universi lontanissimi ( Bats e Scooby Doo, zombies di Niles e X-Files , Bats e le Tartarughe Ninjas etc ) sono ipertempo alla massima potenza.
    Oggi non è folle pensare ad una storia in cui Hal Jordan scopre che il suo figliocccio è dipendente da una variante sintetica della kryptonite e viagggia in mondi dove cagnoloni indagatori dell’ incubo mangiano panini senzienti che sembrano tartarughe e sono sonde aliene di una prossima invasione aliena. Di Morrison e Freddie Williams II. Covers alternative di Neal Adams, Tom Mandrake, Andy Suriano e Francesco Francavilla ) Editori IDW Publishing e DC Comics. Miniserie di quattro.

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