L'UOMO RIDOTTO A BRUCO DI EDOGAWA RANPO

Edogawa Ranpo è tra gli scrittori più complessi del panorama letterario giapponese, purtroppo pochi suoi libri sono stati pubblicati da noi. Tre per la precisione: “Il mostro cieco”, “La belva nell’ombra” e “L’inferno degli specchi”. Quest’ultima è una raccolta di racconti uscita su Urania Collezione, comprende “Il bruco” e altre storie allucinate che meritano una attenta lettura. Ma il volume è esaurito.

Ranpo è, se vogliamo semplificare, l’Arthur Conan Doyle giapponese: ha creato il detective Korogo Akechi, che in patria gode di una fama pari a quella del suo ispiratore Sherlock Holmes. Il famoso detective-ragazzino dei manga e dei cartoni animati, Conan Edogawa (Detective Conan), omaggia i due autori unendo i loro nomi.
Da noi le sue storie poliziesche non sono arrivate. In italiano sono stati pubblicati solo i racconti che abbiamo citato, più cupi, morbosi e malati, dove Ranpo raschia il fondo del barile della bassezza umana, dei suoi istinti sessuali primordiali. Il tutto con un gusto per il grottesco disturbante.


Uno dei suoi racconti più famosi, “Il bruco”, ha avuto una trasposizione a fumetti, peraltro piuttosto ben fatta.
Il giovane e brillante tenente Sunaga è tornato gravemente ferito dalla guerra russo-giapponese del 1905. Senza braccia né gambe e sordomuto, è ridotto a una creatura simile a un bruco. Acclamato all’inizio come un eroe e presto liquidato con una medaglia, viene dimenticato da tutti. Solo Tokiko, la bella e sensuale moglie, gli resta accanto, condannata dall’amore e dalle convenzioni sociali a convivere con l’invalido silenzioso e mostruoso che una volta era suo marito. In un crescendo di attrazione e repulsione, il sesso resta l’unico legame tra i due.


Davvero angosciante e spiazzante il rapporto che la moglie Tokiko finisce per avere col marito. Lo cura per dovere, ma lo ama con devozione a tratti esagerata e al contempo prova per lui un odio feroce. Lui l’ha privata della libertà, di una vita normale, persino della possibilità di un dialogo tra marito e moglie. Per questo gli infligge piccole e umilianti punizioni che, agli occhi di un lettore, appaiono spietate. Eppure i due, in un gioco di silenzi, sguardi rancorosi, gesti impulsivi, finiscono per avere nel sesso, perverso e morboso, un collante che li porta a una sorta di “equilibrio” e appagamento sadomasochistico necessario per andare avanti. Il sesso come unico momento, atteso e vivo, della routine giornaliera.


Ai disegni del manga c’è Suehiro Maruo, noto (si fa per dire) in Italia per “Il vampiro che ride” e, sempre su testi di Edogawa Ranpo, “La strana storia dell’isola Panorama”. Il tratto sembra anacronistico, pare fare il verso ai seinen (fumetti per adulti) degli anni settanta dallo stile realistico, con le parti oniriche tipiche degli anni ottanta. Risulta funzionale ambientato nei primi del novecento. Sono resi benissimo i sensi di colpa della moglie, con tavole scarne e molto evocative, oltre agli sguardi dei protagonisti, che spesso sono più eloquenti dei dialoghi.

L’edizione della Coconino Press – Fandango è, come sempre, di pregevole fattura: ottima carta per un brossurato 17×24 cm di 144 pagine a 17 euro, un po’ caro per un’opera di lettura piuttosto veloce.

Animazione francese de “Il bruco”

Volume consigliato anche per conoscere le tematiche di Edogawa Ranpo, uno scrittore che merita un approfondimento. Mi auguro vivamente che qualche editore porti le sue opere letterarie in Italia: con tutti gli scrittori giapponesi che vanno tanto di moda, non dovrebbe essere impossibile dare spazio a un simile talento.


Ricapitolando, della coppia Edogawa Ranpo e Suehiro Maruo, a fumetti è stato pubblicato anche “La strana storia dell’isola Panorama” (Coconino Press – Fandango).
Le opere letterarie di Edogawa Ranpo tradotte in italiano sono i due romanzi “Il mostro cieco” (Marcos y Marcos) e “La belva nell’ombra” (Marsilio). Infine l’antologia “L’inferno degli specchi” edita da Mondadori su Urania Collezione n. 99.

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