Venerdì 15 agosto 1969 alle 21.15 sul Secondo canale (oggi Rai Due), va in onda la prima delle 6 puntate dello sceneggiato Geminus.
Soggetto e sceneggiatura di Francesco Milizia ed Enrico Roda. Regia di Luciano Emmer.

Con Walter Chiari (Alberto Piergiorgi), Alida Chelli (Caterina Malfatti), Giampiero Albertini (Commissario Stacchi), Ira von Fürstenberg (Irina), Ugo Fangareggi (Padre Lennon), Elisabetta Wu (la Giapponese), Valeria Sabel (la direttrice del museo), Bill Vanders (Prof. Battemberg), Katia Christine (la Vichinga), Giampiero Bonuglia (l’uomo della cicatrice), Philippe Hersent (Mr. Turner), Asoo Kumada (dott. Okymayo).

Una commedia gialla con forti sfumature di mistero. Il protagonista principale, Alberto, è un fotoreporter che si trova invischiato in un traffico di antiche statue vere e false, droga, bombe e ricatti. Deve anche fare i conti con la continua gelosia della fidanzata Caterina, visto che entra in contatto con varie ragazze di diversa nazionalità.
Il tutto ambientato a Roma, in diverse zone archeologiche e soprattutto nel sottosuolo romano, un labirinto di gallerie, cunicoli e catacombe.

Lo sceneggiato, dalla trama confusa e inconsistente, è salvato dalla interpretazione dell’estroverso Walter Chiari nei panni del protagonista.

L’uomo con la cicatrice e la giapponese

Alberto, un fotoreporter che abita a Roma nei pressi dell’Arco di Giano (Geminus in latino) una sera, dalla finestra del suo appartamento, assiste a quello che sembra essere il furto di un’opera d’arte da parte di alcuni loschi tipi (tra cui uno sfregiato). I quali, usciti da un furgone del latte, stanno nascondendo il bottino all’interno dell’Arco.

Fotografato l’uomo con la cicatrice, Alberto incontra uno strano frate, Padre Lennon, che con accento tedesco gli dice di non avere notato nulla di strano.

Alberto raggiunge poi la sua fidanzata Caterina, una cantante, e la porta al ristorante dove avevano appuntamento. Leggendo un giornale, vede la foto dell’uomo con la cicatrice. L’articolo descrive il ritrovamento del suo cadavere, mentre invece lui lo ha visto proprio quella sera tra i ladruncoli delle opere d’arte. Già sogna il successo come cronista.

Al ristorante incontrano un’amica di Alberto, Irina, che subito scatena la gelosia di Caterina. Irina, però, quando vede la foto dello sfregiato sul giornale che la ragazza le mostra, ha un sussulto e si dilegua salutando in fretta i due.

Alberto decide di telefonare alla redazione del giornale per dirgli che la notizia da loro pubblicata non è corretta, poi dalla finestra vede il furgone del latte da cui erano scesi i furfanti e, armato della sua fida macchina fotografica, decide di investigare. Seguendo le tracce si infila in un montacarichi ritrovandosi nei sotterranei della città.

Impossibilitato a risalire si avventura per le buie gallerie dove trova molte statue, oltre ai furfanti di prima, che, raggiunta la superficie, lo inseguono con un’auto per toglierlo di mezzo. Per sua fortuna una misteriosa ragazza giapponese lo salva, ma i criminali continuano nella loro caccia.

Caterina, rimasta sola al ristorante senza spiegazione, va nell’appartamento di Alberto per vedere se sia rientrato. Convincendosi che qualcosa non quadra, va alla polizia per denunciare la scomparsa del fidanzato.

Il commissario Stacchi resta piuttosto scettico sulla gravità della situazione perché è passato ancora troppo poco tempo, e invita Caterina a calmarsi. Nel frattempo gli arriva una telefonata che lo informa della scomparsa di un archeologo, il tedesco Battemberg, presumibilmente rapito: manca da più di 24 ore.

Il rullino sostituito e la “Vichinga”

Intanto Alberto e la giapponese, che non parla italiano e lo capisce solo un po’, riescono a tornare in superficie. Sotto l’arco di Giano/Geminus, incontrano Padre Lennon vestito da netturbino. La giapponese, lasciata un po’ indietro, sviene, e Alberto la porta a casa sua di peso. Mentre lui chiama la polizia, la ragazza si risveglia e sostituisce il rullino della macchina fotografica di Alberto con un altro.

Al telefono del commissariato risponde Caterina che, non appena sente della giapponese in casa si innervosisce e promette botte al suo rientro. Alberto, più preoccupato della fidanzata che della polizia, manda via la giapponese.

Raggiunto da Caterina, le racconta la sua incredibile avventura. Ma quando sviluppa le foto del rullino, al posto delle statue e dello sfregiato, trova le immagini di una bionda, che gli fanno beccare un’altra ramanzina dalla fidanzata che poi se ne va infastidita.

Il giorno dopo la giapponese si ripresenta chiedendo ad Alberto, puntandogli una pistola, di seguirla agli scavi archeologici di Ostia. Alberto riesce poi a disarmarla, ma va lo stesso a Ostia, dove fotografa il cadavere dell’uomo con la cicatrice. La giapponese gli dice di essere una detective.
Oltre al cadavere, che però non è quello della foto perché la cicatrice non c’è, vede anche la ragazza bionda delle foto che ha stampato la sera prima, quelle del rullino sostituito, che lui battezza: “la Vichinga”. Prova a seguirla, ma viene beccato dalla polizia.
Alberto cerca di dare spiegazioni al commissario Stacchi dicendogli di avere appena visto il sequestro della bionda da parte dei delinquenti del furgone del latte, ma il commissario, dopo una strigliata, lo rilascia considerandolo solo un po’ matto.

Il cadavere scomparso

Rispunta di nuovo la giapponese, che fa da cicerone ad Alberto per i sotterranei di Roma a caccia di indizi, salvo sparire al Colosseo. Dove uno dei ladri di statue insegue Alberto gettandolo poi nel vuoto. Per fortuna fa in tempo ad aggrapparsi e viene aiutato dal solito Padre Lennon, ora in veste di venditore ambulante.

Raggiunta Caterina, Alberto trova il modo di fare pace. Ma la giapponese gli telefona dandogli un nuovo appuntamento e il fotografo, spinto dalla curiosità, decide di andare provocando la furia dell’amica.

Ma all’appuntamento la giapponese non c’è. La trova Caterina nella stanza accanto a quella in cui si era messa a dormire a casa di Alberto: rinvenendo tracce di sangue sul suo corpo, presume che sia morta. Caterina va subito a chiamare il Commissario.

Nel frattempo Alberto è rientrato e, vedendo il corpo della giapponese, pensa sia stata Caterina in un attacco di rabbia. Cerca quindi un modo per nasconderlo. Incontra la Vichinga e poi Padre Lennon, al quale chiede aiuto, ma la polizia arriva in quel momento.

Il corpo della giapponese però non c’è più. Alberto e Caterina spiegano l’accaduto al commissario, sempre più perplesso e innervosito dalla loro costante e inopportuna presenza, ma vengono comunque rilasciati.

Mr. Turner e il dott. Okymayo

Caterina decide di concentrarsi sul suo sogno di diventare cantante e fa l’autostop per raggiungere un party alla villa di un miliardario per esibirsi. Il destino vuole che a dargli il passaggio sia l’addetto culturale giapponese, Okymayo, il quale ha un appuntamento con il padrone della villa, il miliardario Mr. Turner, che possiede un busto di Geminus, la divinità etrusca adorata in seguito anche dai romani come Giano bifronte. Il miliardario ha intenzione di donarla al Museo Imperiale di Tokyo per favorire gli scambi culturali.

Alberto intanto mostra al commissario le sue foto dalle quali non risulta nulla di decisivo, poi raggiunge Caterina mentre canta al party. E c’è un’altra scenata di gelosia per la presenza di Irina, l’amica di Alberto, che è “amica” anche del miliardario padrone di casa.

Alla festa salta ancora fuori la giapponese vestita in abito tradizionale, viva e vegeta. Alberto spedisce la riluttante Caterina a pedinarla, mentre lui telefona al commissario. La giapponese sembra intendersela con Okymayo, a cui passa un bigliettino senza farsi vedere. Intanto la telefonata di Alberto è interrotta da un tipaccio che gli punta addosso una pistola.

Lo salva l’arrivo di Caterina con Okymayo, mentre una mano misteriosa sostituisce la macchina fotografica di Alberto con un’altra. Okymayo dà appuntamento ai due al ristorante, per organizzare una tourneè di Caterina in Giappone.

Ma hanno un’incidente d’auto e, mentre Caterina va in ospedale, Alberto trova un taxi guidato dal solito Padre Lennon ora in versione taxista, che lo rassicura sulle condizioni della fidanzata.

Alberto va all’appuntamento con Okymayo, che però non c’è perché stato coinvolto anche lui nell’incidente, e ci trova la giapponese, la quale lo riporta nei sotterranei dove non trovano più le statue. Nella villa, mister Turner non trova più la sua statua di Geminus.

Il vero cadavere della giapponese e le due statue di Geminus

Geminus viene trovato da Alberto nei sotterranei. La giapponese vuole farglielo fotografare, ma mentre sta per farlo una mano sbucata dal nulla gli getta via la macchina fotografica. Poi c’è un’esplosione. La giapponese sparisce di nuovo e Alberto sbuca nelle Terme di Caracalla, per poi rifugiarsi nella macchina di Irina.

Irina lo porta alla villa e lo addormenta con un sonnifero dopo averlo sbaciucchiato. Al suo risveglio Alberto non la trova più. Telefona al commissario che ha già altri problemi:, la statua di Geminus del miliardario è scomparsa e ha scoperto che l’incidente della sera prima era stato provocato.
Viene rinvenuto il cadavere di una giapponese nel fiume, morta da un paio di giorni.

Il commissario Stacchi convoca la direttrice del Museo per controllare la statua di Geminus segnalata da Alberto nei sotterranei, e riceve l’ennesima chiamata di Alberto che però viene interrotto dal servitore di casa Turner armato di pistola.

Nel frattempo Caterina scappa dall’ospedale in compagnia di Okymayo. Nei sotterranei Stacchi e la direttrice trovano le statue segnalate da Alberto e varie casse da imballaggio indicanti Tokyo.

Intanto il povero Alberto è rinchiuso in una cella dei sotterranei e viene interrogato da una voce misteriosa proveniente da un microfono, che gli chiede dove sono le sue fotografie.

Anche Caterina e Okymayo giungono nel sottosuolo e, mentre stanno esplorando, Okymayo accusa un malore e muore.
Sempre nelle grotte, Stacchi e la direttrice trovano la statua di Geminus: escono fuori seguendo un passaggio che li porta direttamente al museo della città.

La fuga di Alberto e il tesoro di Padre Lennon

Al commissariato, Stacchi cerca di dare una risposta ai tanti interrogativi e si convince che le statue servono da copertura per un traffico di droga, anche se non sa spiegarsi cosa c’entrano i giapponesi. Poi telefona all’ambasciata e scopre che il dott. Okymayo non è mai partito da Tokyo, allora chi è la persona che si spaccia per lui?

Nei sotterranei, Alberto riesce a filarsela grazie al solito Padre Lennon in versione speleologo, e poi trova Caterina. Seguendo alcune monete sparse per terra, arrivano alla via d’uscita.

Stacchi va da Turner a chiedere spiegazioni su Okymayo, ma il cadavere del giapponese, e anche la statua di Geminus, vengono rinvenuti nel giardino della villa.

Alberto va da Padre Lennon (che fa sempre finta di non sapere di cosa stia parlando), per chiedergli di organizzare il suo matrimonio con Caterina, perché ha deciso di mettere la testa a posto e non vuole più saperne di statue, giapponesi e fotografie.

Lennon lo interroga invece su Geminus e su tutto quello che riguarda la statua, ma Alberto sa poco e niente. Allora Lennon lo riporta nelle gallerie sotto Roma, passando da un ennesimo passaggio segreto nascosto nella chiesa. Giunto nel sottosuolo, si toglie l’abito da frate e ridiventa speleologo.

Lennon dice ad Alberto di guardare negli occhi della statua di Giano posta nei sotterranei, che dice essere quella vera. Tramite un gioco di specchi individuano un punto del terreno in cui scavare, alla ricerca di un tesoro che lui dice nascosto da tempo. Ma invece si trovare il tesoro Alberto cade in una stanza con strani marchingegni, e il frate capisce di avere sbagliato il punto.

Nella stanza c’è un uomo apparentemente smemorato, arriva la bionda vichinga e poi l’uomo con la cicatrice. Alberto riconosce nello smemorato il professore Battemberg, archeologo dilettante nonché scienziato nucleare tedesco scomparso. Cerca di capirci qualcosa, ma viene accompagnato fuori e rinchiuso di nuovo dal servitore di casa Turner.

Giunge la “rediviva” giapponese che incarica Alberto di consegnare un messaggio, e lo fa uscire da un fiume sotterraneo equipaggiandolo con una tuta da sommozzatore.

Il rapimento di Alberto e la fine di Mr. Turner

Alberto, sbucato nella Fontana di Trevi, viene preso per matto e subito ricoverato. Nel frattempo Stacchi è chiamato da mr. Turner, che gli chiede un appuntamento per potergli parlare con urgenza. Poi il presunto miliardario fa una scenata a Irina per il suo coinvolgimento con Alberto, ma lei nega ogni accusa.

Caterina, tornata a casa, riceve un messaggio in cui chiedono la consegna delle famose foto, minacciando in caso contrario serie ripercussioni su Alberto. Il commissario mette in moto i suoi agenti, ma Alberto viene prelevato dal solito servitore di casa Turner dalla clinica in cui era ricoverato, con l’aiuto dalla bionda che sembra costretta a collaborare.

Caterina si reca al luogo dell’appuntamento per la consegna delle foto, guardata a vista dalla polizia. Sopraggiunge il solito servitore di casa Turner a bordo di un auto, che le lancia dei fogli e poi scappa. Stacchi recupera la ragazza e si mette all’inseguimento. Sui fogli è scritto che la polizia doveva essere lasciata fuori, quindi ora si faranno risentire.

Caterina raggiunge la villa per fare una scenata a Irina. che ritiene complice dei rapitori. Le chiede dove si trovi Alberto, poi tira fuori le foto della bionda, proprio quelle che cercano i malfattori perché su quelle foto sono scritte delle importanti formule: lo fa davanti al servitore, che non crede ai suoi occhi.

Il povero Alberto si risveglia nella stessa stanza del sotterraneo dove era stato prigioniero, ma ora è in compagnia del professor Battemberg, che dice di sospettare di Turner.

Stacchi raggiunge la villa per parlare con il miliardario, mentre Irina e Caterina continuano a litigare. Di Turner non si hanno più notizie.
Il telegiornale trasmette il servizio dell’arrivo a Tokyo della testa di Geminus, ma nella cassa d’imballaggio, al posto della statua, spunta fuori il cadavere di Turner.

Il ricatto della bomba e la morte della Vichinga

La voce misteriosa del microfono si rivolge di nuovo ad Alberto dicendogli che dovrà consegnare un nuovo messaggio alle autorità, le cui indicazioni dovranno essere seguite alla lettera o la zona archeologica del Colosseo verrà distrutta. Sia lui sia il professore vengono così rilasciati.

Stacchi scopre che Okymayo e Turner erano implicati in qualche modo nel traffico di droga. Alberto e Battemberg incontrano Padre Lennon, che sembra conoscere il professore ed è contento di rivederlo sano e salvo. Li porta fuori dalle gallerie e poi avvisano la polizia.

Il professore consegna il messaggio al commissario: è una richiesta di denaro pena l’esplosione della zona archeologica, denaro che sarà Battemberg stesso a consegnare entro una data ora. Il professore serviva ai malfattori per fabbricare il congegno di esplosione a distanza ideato da un altro professore con cui Battemberg aveva collaborato, ma ora non gli serve più perché la formula di attivazione del congegno è stata recuperata dalle foto.

Il commissario riceve una telefonata dalla spaventata Irina, che chiede il suo aiuto.
Alberto intuisce che la bomba si trova nella statua di Geminus, e progetta di salvare tutti fiondandosi nei sotterranei dove l’ha vista l’ultima volta.

Giunto alla villa, Stacchi non riesce a trovare Irina. Intanto Alberto e Caterina scendono nelle gallerie. Alberto trova Geminus, mentre Caterina, rimasta indietro a tenere un filo per ritrovare la strada del ritorno, viene beccata dal solito servitore.

Alberto è invece fermato dalla giapponese, ma non è la giapponese: dopo una colluttazione Alberto le toglie la maschera rivelando la Vichinga! Mentre la ragazza cerca di spiegarsi, il servitore la uccide con la pistola e poi fugge. Iniziano quindi delle esplosioni che fanno crollare parti del soffitto. Alberto pensa sia la fine e invece spunta fuori il puntuale Padre Lennon da un passaggio segreto.

Lennon pensa sempre al suo tesoro, ma Alberto lo informa dell’imminente esplosione della bomba e scappa dal passaggio sbucando nella villa di Turner. Trova Irina tutta impacchettata, e, mentre la sta slegando, arriva il servitore, i due lottano e Alberto ha la meglio.

Il vero capo dei criminali

Stacchi è impegnato nella consegna del riscatto, ma le cose vanno storte. Battemberg è di nuovo rapito e un agente è rimasto ucciso. E si scopre che il servitore in realtà sono due persone, ovvero due gemelli, ecco perché si trovava in tanti posti.

Arriva un nuovo messaggio di ricatto stavolta via radio, è Battemberg a dare gli ordini! E non solo, la sua complice è la dottoressa del museo! Hanno rapito Caterina e chiedono il via libera al loro yacht, altrimenti minacciano sempre di far esplodere la bomba.

Ed è coinvolta anche Irina, che ora però è stata scaricata dai due e si dirige verso lo yacht decisa a non perdere la sua parte di bottino. Alberto non la molla, ma Irina non vuole saperne e sta per sparargli.

Caterina si trova nello yacht con Battemberg e con l’uomo della cicatrice, ma ad avere il controllo a distanza della bomba è però Alberto: la Vichinga prima di morire glielo aveva infilato in tasca. Nella colluttazione con Irina, inavvertitamente lo attiva, ma ad esplodere non è la zona archeologica, bensì lo yacht di Battemberg dove c’era un’altra testa di Geminus, quella presunta vera… ma le due teste erano state scambiate quindi la bomba era lì, non nei sotterranei dove è rimasta invece la statua vera.

Alberto è sconvolto per la morte di Caterina, anche lei a bordo, ma all’improvviso la ragazza spunta fuori, tratta in salvo dall’uomo con la cicatrice, che in realtà non è una vera cicatrice visto che se la toglie dal viso.

Il Commissario tira le somme e colpo di scena finale

Festeggiando lo scampato pericolo l’ex sfregiato dice a Stacchi di essere uno scienziato americano: l’ambasciata Usa garantisce per lui.
Il commissario prova a venire a capo della situazione. Battemberg aveva organizzato un traffico di droga con l’aiuto della direttrice del museo etrusco, utilizzando le statue come copertura. Poi però si associava a Turner, falso milionario americano, che procurava la droga grazie ai suoi contatti con la malavita. La continua ispezione dei sotterranei di una agente giapponese dell’interpol faceva capire al professore che Turner era braccato, quindi inscenava un suo falso rapimento.

L’uomo con la cicatrice entrava a far parte del progetto criminale perché aveva collaborato agli studi di un altro scienziato di origine tedesca che poi morì, e che aveva fatto ricerche per la fabbricazione dell’ordigno per far esplodere a distanza le bombe, e lo sfregiato veniva arruolato da Battemberg. Con la bomba spedita a Tokyo dentro Geminus, il professore e la direttrice avrebbero poi ricattato il governo giapponese.

Turner era destinato a essere eliminato ma l’intervento di Alberto scombinava i piani, oltre al fatto che mancava la formula finale per l’ordigno. L’uomo con la cicatrice si era finto dunque complice per tenere d’occhio la situazione. La bionda era la figlia di quello scienziato e aveva il rullino con le foto e la formula finale impressa. Venne rapita ma non aveva più il rullino, avendolo affidato alla sua compagna di stanza, una studentessa giapponese.

La bionda ignorava che era un agente dell’interpol sotto copertura, e la giapponese ignorava l’importanza del rullino e lo aveva quindi scambiato con quello di Alberto con le foto scattate nei sotterranei, perché lei seguiva la pista della droga. Poi fu uccisa ma ovviamente aveva le foto sbagliate. E tutti si rivoltarono allora contro Alberto, mentre la formula saltava fuori grazie alla scenata di gelosia di Caterina con Irina, che aveva deciso di allearsi a Battemberg per una parte dei soldi.

Stacchi ha però capito che l’uomo con la cicatrice non è affatto uno scienziato ma probabilmente un agente del controspionaggio incaricato di sorvegliare la figlia di quello scienziato, sospettato di essere un ex nazista. Poi si è messo all’opera per conto suo cercando di scoprire qualcosa sull’ordigno nucleare.
L’unica cosa che il commissario non riesce ancora a capire è il responsabile dello scambio della testa di Geminus, prima con il corpo di Turner a Tokyo, e poi nello yacht di Battemberg con la bomba.

Lo sceneggiato si chiude con Alberto e Caterina che ritrovano Padre Lennon, sempre a caccia del suo fantomatico tesoro, dice di essere sicuro che c’è, perché lui è un discendente diretto di Geminus, e per dimostrarlo mostra loro una carta d’identità con la sua testa doppia simile a quella di Giano bifronte!

Un pensiero su “I TROPPI MISTERI DI GEMINUS”
  1. Trama da mal di testa, troppo arzigogolata e piena di colpi di scena.
    Credo di non aver mai visto questo sceneggiato perchè, per la considerazione che precede, penso lo ricorderei.

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