I pensionati sono una categoria sempre più vasta nel nostro Paese, che, come noto, tende a invecchiare. Un numero sempre crescente che porta diverse problematiche, come i vari prodotti creditizi.
I soggetti che operano in questo settore hanno, nel corso del tempo, dato vita a strumenti appositamente pensati per questa categoria spesso esclusa dal mondo dei prestiti, essendo considerata a rischio. Ciò che spesso manca sono le sufficienti garanzie per il rientro dei capitali che sono stati prestati.
Come funzionano oggi i prestiti per pensionati? E quali sono le contromisure messe in atto dalle finanziarie per concedere finanziamenti ovviando a queste potenziali criticità? Vediamo nel dettaglio come funzionano i prestiti per pensionati, non solo in termini di caratteristiche, ma anche di possibili limitazioni.

 

Prestiti per pensionati: cosa sono

I prestiti per pensionati sono stati istituiti nel 1995, con l’approvazione di quella che al tempo si chiamava legge finanziaria (oggi Legge di Bilancio). Da allora sono diventati sempre più centrali nel quadro creditizio tricolore, proprio per la crescente rilevanza assunta dalla categoria degli ex lavoratori nella nostra società.
Una centralità che spetta di diritto alla cosiddetta cessione del quinto, in questo caso di pensione. Soluzione che è sempre più gradita dagli stessi enti creditizi, proprio per la sua vantaggiosità che risiede nella possibilità di prelevare la rata direttamente alla fonte, ovvero sul trattamento pensionistico del richiedente, azzerando i rischi. In linea generale, come ottenere un prestito per pensionati?

 

Prestiti per pensionati: quali sono le caratteristiche

Sia che si tratti di prestiti personali sia finalizzati, i pensionati possono mettere a disposizione il proprio trattamento come garanzia per il piano di rientro. Tutto naturalmente all’interno del recinto legislativo esistente nel nostro Paese.
Le soluzioni maggiormente convenienti per la categoria sono quelle che vanno sotto il nome di prestiti Inpdap (Istituto Nazionale per la Previdenza e Assistenza per i Dipendenti dell’Amministrazione Pubblica). Che sono ormai erogati dall’Inps, dopo il riordino degli enti previdenziali deciso dal governo Monti e riguardano coloro che hanno aderito alla Gestione Unica.
Questi prestiti possono essere richiesti a patto che, nel momento in cui scade il contratto, non si oltrepassino i 90 anni di età. Per quanto riguarda invece i prestiti Inps, trattandosi di convenzioni stipulate con istituti di credito, l’età massima può variare anche in maniera sensibile, dai 75 ai 90 anni, a seconda dell’istituto di credito che viene scelto dall’interessato.

 

 

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