Diventare uno sceneggiatore di fumetti può essere un viaggio impegnativo, senz’altro richiede una serie di capacità che non è facile trovare riunite in una sola persona.
La scrittura di fumetti necessita una profonda conoscenza dei fondamenti della narrazione (sviluppo della trama, ritmo, personalità dei personaggi e dialoghi) per creare trame coinvolgenti.

L’autore deve essere capace di creare personaggi avvincenti e multidimensionali, con cui i lettori possano connettersi. I personaggi hanno bisogno di profondità, difetti e personalità uniche per entrare in risonanza con il pubblico.

Lo sceneggiatore deve anche essere capace di distinguersi in un settore affollato che richiede originalità e narrazione innovativa. Trovare nuove visuali, temi unici o colpi di scena avvincenti può essere difficile. Deve infine avere flessibilità e adattabilità per cimentarsi in diversi generi e stili.

Abbiamo selezionato dieci sceneggiatori che possiedono queste capacità, tra i migliori di sempre. Abbiamo scelto di occuparci solo di sceneggiatori di fumetti avventurosi, e solo di scrittori puri, non troverete quindi i cosiddetti “autori completi” come Hugo Pratt e Vittorio Giardino. Frank Miller è presente solo per le sue sceneggiature disegnate da altri.
Questa comunuqe non è una classifica: l’ordine in cui parliamo di ciascun autore è puramente casuale.

Jean-Michel Charlier

Jean-Michel Charlier, è un’icona del fumetto franco-belga, non solo per aver creato i fortunati personaggi di Buck Danny e Blueberry, ma anche per aver dato un forte impulso allo sviluppo del fumetto d’oltralpe dando vita, insieme ad altri, alla seminale rivista Pilote.

Uno degli elementi chiave del suo stile di scrittura è senz’altro la forte enfasi che pone sull’avventura. Molte delle sue opere si concentrano su territori inesplorati, nel selvaggio West o in contesti simili, Charlier ci coinvolge grazie al fascino dello sconosciuto.

I MIGLIORI SCENEGGIATORI DI SEMPRE



La sua attenzione ai dettagli storici è notevole. Jean-Michel Charlier conduceva ricerche approfondite per garantire che le ambientazioni storiche e gli eventi rappresentati nelle sue storie fossero accurati, fornendo un forte senso di autenticità alle sue narrazioni. Aveva anche la capacità di creare personaggi profondi e complessi.

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Il suo personaggio più famoso, Blueberry, non è un tipico eroe western; è alle prese con ambiguità morali, conflitti interni e le conseguenze delle sue azioni. I suoi dialoghi sono caratterizzati da un tono realistico e spesso grintoso. I personaggi delle sue storie parlano in modo autentico, contribuendo all’atmosfera generale e all’ambientazione delle narrazioni.

Uno dei punti di forza di Charlier è la capacità di costruire intrighi raffinati e complessi all’interno di storie dalla struttura ben definita e dalla trama coinvolgente.

I MIGLIORI SCENEGGIATORI DI SEMPRE



Nonostante la complessità dell’intreccio, Jean-Michel Charlier riesce sempre a garantire un perfetto equilibrio tra azione, sviluppo del personaggio e profondità tematica e a sostenere lo sviluppo della trama con un ritmo incalzante e avvincente.

Sebbene sia noto soprattutto per il suo lavoro nei western e nelle storie di aviazione, Charlier ha dimostrato versatilità esplorando generi diversi. Variando il suo stile di scrittura per adattarsi a vari temi ha dimostrato di essere uno scrittore poliedrico.

Si consiglia di leggere: “Blueberry – Chihuahua Pearl”. Alessandro Editore, 2012.

Hector German Oesterheld

L’argentino Héctor Germán Oesterheld ha dato un contributo significativo ai fumetti con la sua narrazione innovativa e stimolante. Non si può comprendere a pieno la sua opera se non si tiene conto del suo forte interesse per gli aspetti politici e sociali della realtà, che, presente in forma sfumata fin dalle prime opere, diventerà verso la fine degli anni sessanta parte integrante della sua visione del mondo e delle sue creazioni.

I MIGLIORI SCENEGGIATORI DI SEMPRE



Già nella splendida metafora di un’invasione aliena, che è la sua opera maggiormente conosciuta, El Eternauta, lo sceneggiatore argentino mostra l’orrore verso ogni potere repressivo, dietro cui non è difficile vedere una critica al ruolo degli Stati Uniti nei confronti dei Paesi latino-americani.

Oesterheld è famoso per il suo approccio umanistico alla narrazione. Si concentra sulla condizione umana, ritraendo i personaggi con profondità ed enfatizzando le loro lotte emotive, le relazioni e la crescita personale.



Nella sua tecnica di scrittura Hector German Oesterheld privilegia le storie guidate dai personaggi che diventano i motori della narrazione. Lo scrittore argentino approfondisce la loro psiche, le motivazioni e le relazioni, creando individui complessi con cui i lettori possono identificarsi.

Le storie puntano sul forte coinvolgimento emotivo. Sia che evochino empatia per i personaggi che affrontano difficoltà o riflettano il costo emotivo dei conflitti politici, le sue narrazioni hanno sempre un impatto potente e duraturo sui lettori.

Spesso presenta antieroi o personaggi moralmente ambigui. Ciò aggiunge livelli di complessità, spingendo i lettori a mettere in discussione le nozioni tradizionali di eroismo e malvagità.
Oesterheld ha dimostrato versatilità lavorando su vari generi.

I MIGLIORI SCENEGGIATORI DI SEMPRE


Dalle storie western di Sgt. Kirk alla fantascienza di El Eternauta, ha mostrato la sua capacità di adattare lo stile di scrittura a diversi contesti tematici. La tecnica di Oesterheld si basa su strutture narrative innovative frutto di ricerca e sperimentazione, comprese le linee temporali non lineari e i flash-back.

Per alcune delle sue opere più famose, come El Eternauta, si potrebbe parlare di epica umanista. Dove l’unica speranza possibile per resistere a un potere assoluto, che agisce attraverso la paura e il terrore, resta il legame di collaborazione e solidarietà che si instaura tra gli individui.

Si consiglia di leggere: “L’Eternauta”. Panini comics, 2024.

Alan Moore

Il britannico Alan Moore è considerato una delle figure più influenti e innovative nel settore dei fumetti. Per lui vale il discorso fatto per Oesterheld: è impossibile capirne l’opera senza tenere conto della sua visione politica. Moore è fondamentalmente un anarchico, nella sua visione il governo è visto come una forza oppressiva e totalizzante, un regime dalle connotazioni fascistoidi che controlla ogni aspetto della società.

I MIGLIORI SCENEGGIATORI DI SEMPRE



Molte delle sue storie contengono delle critiche esplicite al governo e i suoi eroi sono dei ribelli che cercano di cambiare lo stato delle cose, non disdegnando l’utilizzo della violenza. Qualcuno potrebbe arrivare a definirli dei terroristi.

Alan Moore svolge la sua critica attraverso narrazioni complesse e multistrato. Le sue storie spesso presentano strutture complicate, linee temporali non lineari e sovrapposizioni di trame che sfidano i lettori a impegnarsi profondamente nella lettura. I ribelli di Moore che rifiutano questi regimi e li combattono sono personaggi pienamente realizzati con background, motivazioni e complessità psicologiche credibili.

I MIGLIORI SCENEGGIATORI DI SEMPRE


Alan Moore esplora la condizione umana attraverso la lente dei suoi personaggi, rendendoli riconoscibili e multidimensionali. Attraverso questa metodica ha decostruito i tradizionali cliché dei supereroi. Opere come Marvelman e Watchmen approfondiscono le complessità psicologiche e morali dei supereroi, mettendo in discussione la tradizionale dicotomia eroe-nemico.

Moore utilizza il genere dei supereroi come piattaforma per esplorare le questioni sociali che più gli stanno a cuore, tra cui le dinamiche di potere, la corruzione del governo e le conseguenze di un’autorità incontrollata.

I MIGLIORI SCENEGGIATORI DI SEMPRE


Nel fare questo Moore utilizza spesso simboli, metafore e motivi ricorrenti, i quali portano con loro significati più profondi che invitano i lettori ad analizzare e interpretare la narrazione su più livelli. Benché la sua prima preoccupazione sia la critica politica, riesce a infondere nel lavoro una forte risonanza emotiva. Temi di amore, perdita e riflessione esistenziale sono comuni nelle sue narrazioni, connettendosi con i lettori a un livello profondo.

Si consiglia di leggere: “Watchmen”. Panini Comics, 2022.

Frank Miller

Se Alan Moore è un “politico” allora Frank Miller è un “filosofo”. E il suo credo filosofico è il nichilismo, la convinzione che la vita sia priva di significato o di valore intrinseco. Molti dei suoi personaggi operano in aree moralmente grigie. Esistono in mondi in cui le nozioni tradizionali di giusto e sbagliato sono confuse e navigano attraverso sfumature di grigio.

Nelle sue opere Miller esplora spesso ambientazioni distopiche e cupe, che spesso descrivono futuri tetri, degrado urbano e corruzione. Queste impostazioni contribuiscono a dare un forte un senso di disperazione e di sfiducia.

I MIGLIORI SCENEGGIATORI DI SEMPRE



Le storie di Frank Miller spesso implicano la perdita dell’innocenza, sia a livello individuale che sociale. I personaggi sono testimoni di traumi o li sperimentano essi stessi, e il mondo in cui vivono è spesso quello in cui l’idealismo viene frantumato, contribuendo a una visione nichilista.

Anche l’uso estremo della violenza da parte di Miller può essere visto come una rappresentazione nichilista del mondo. La violenza è spesso pervasiva e serve come mezzo con cui i personaggi esercitano il controllo o esprimono una mancanza di fiducia nel potenziale di un cambiamento positivo.

I MIGLIORI SCENEGGIATORI DI SEMPRE



Nelle storie di Frank Miller i valori individuali prevaricano quelli collettivi. I personaggi operano spesso in isolamento, distaccati dalle norme e dalle istituzioni sociali, sottolineando l’idea che l’azione personale è fondamentale in un mondo privo di significato intrinseco.

Essi lottano contro difficoltà apparentemente insormontabili e le storie spesso mancano di una risoluzione chiara o di una conclusione edificante. Miller ama l’estetica hard boiled, che incorpora a piene mani nel mondo del fumetto supereroistico con risultati originali e innovativi.

I MIGLIORI SCENEGGIATORI DI SEMPRE



Frank Miller è noto per l’utilizzo di dialoghi brevi di grande impatto. I suoi personaggi spesso comunicano con poche parole, offrendo linee di sviluppo chiare e potenti che contribuiscono al tono e all’atmosfera generale della storia.
È un maestro del ritmo: utilizzando una combinazione di sequenze d’azione intense e momenti tranquilli e riflessivi controlla l’andamento delle storie. Questa alternanza dinamica crea un senso di forte tensione e di urgenza che avvince il lettore.

Miller utilizza spesso un forte simbolismo. Immagini iconiche, motivi ricorrenti ed elementi simbolici contribuiscono alla profondità tematica delle sue storie, consentendo ai lettori di esplorare vari livelli di significato.

Si consiglia di leggere: “Batman anno uno”. Panini comics, 2020.



Neil Gaiman

Se Alan Moore è un politico e Frank Miller un filosofo, allora Neil Gaiman è un poeta. Uno di quegli autori che non cessano mai di stupire per la loro straordinaria immaginazione, la capacità di vedere oltre e di trasformare la realtà. Riesce a fondere insieme elementi apparentemente distanti tra loro, ricombinandoli in qualcosa che ha il sapore della poesia. Poesia che parte ovviamente dal linguaggio.

La sua prosa è spesso lirica, utilizza immagini vivide che coinvolgono i sensi del lettore. L’attenta selezione delle parole e la creazione di lunghi passaggi descrittivi contribuiscono all’atmosfera poetica della sua scrittura.



Neil Gaiman esplora sapientemente i regni dei sogni e delle fantasie nei suoi scritti. Ciò gli consente di creare paesaggi ultraterreni in cui i confini tra realtà e fantastico si confondono. La qualità onirica dei suoi testi contribuisce a dare un senso di meraviglia dell’insieme.


Neil Gaiman incorpora spesso elementi di realismo magico nelle sue storie. Questa fusione del fantastico con l’ordinario crea un senso di stupore e magia, contribuendo all’atmosfera poetica e incantevole delle sue narrazioni.


Le sue storie spesso rendono omaggio alla letteratura classica, alla mitologia e al folklore, aggiungendo strati di profondità per i lettori che hanno familiarità con questi riferimenti.

Si consiglia di leggere: “Sandman – Stagione delle nebbie”. Panini Comics 2020.

Chris Claremont

Chris Claremont è noto soprattutto per la sua lunga run degli X-Men, una delle più acclamate degli ultimi cinquant’anni. La sua è una narrazione basata sui personaggi: ha approfondito le storie personali, le motivazioni e le lotte interiori di ogni mutante, dando loro una profondità che si estende oltre le capacità sovrumane.

Personaggi come Wolverine, Tempesta, Ciclope, Jean Grey e Nightcrawler sono stati modellati pian piano come individui multidimensionali. Claremont ha approfondito le loro personalità, le loro motivazioni e le relazioni che li legano, creando un arazzo ricco e interconnesso che non ritroviamo in nessuna altra serie di fumetti.



Gli X-Men di Claremont sono una squadra diversificata, con membri che rappresentano vari background, etnie e culture. Questa diversità ha contribuito alla ricchezza del loro universo. Claremont enfatizza le relazioni all’interno degli X-Men, sia romantiche sia platoniche. Il triangolo amoroso che coinvolge Ciclope, Jean Grey e Wolverine, per esempio, è un elemento centrale della narrazione.



I personaggi di Chris Claremont sono in continua evoluzione. In Phoenix Saga, per esempio, ci mostra la trasformazione di Jean Grey in Fenice e le conseguenze che questa porta per il personaggio e la squadra.
L’interiorità dei membri viene esplorata a fondo. Il tumulto interiore di Wolverine, le lotte di Ciclope per la leadership e il trauma vissuto da personaggi come Nightcrawler sono esplorati per aggiungere profondità psicologica alla narrazione.

Claremont pensa sul lungo periodo progettando ogni cosa, è il mago della narrazione a lungo termine e serializzata. Nelle sue storie tratta spesso i temi del pregiudizio e dell’accettazione dagli altri.

Lo status di mutanti degli X-Men gli serve come allegoria della discriminazione nel mondo reale, consentendogli di affrontare le questioni sociali all’interno del genere dei supereroi.
A Claremont è riconosciuta la capacità di saper creare personaggi femminili forti e complessi.

Personaggi femminili come Jean Grey, Storm, Rogue e Kitty Pryde sono diventati figure centrali nelle sue storie, staccandosi dai tradizionali stereotipi di genere.

Si consiglia di leggere: “X-Men – Dio ama l’uomo uccide”. Panini comics, 2015.

Grant Morrison

Grant Morrison è ampiamente considerato un ribelle nel mondo dei fumetti, per aver spinto i confini e aver sfidato le vecchie abitudini con un approccio non convenzionale alla scrittura. Morrison è noto per le sue tecniche narrative d’avanguardia. Le sue opere spesso incorporano narrazioni non lineari ed elementi metanarrativi. Questo approccio sperimentale sfida le norme tradizionali della narrazione, invitando i lettori a interagire con i fumetti in modi nuovi e inaspettati.



Grant Morrison è un maestro nel decostruire i luoghi comuni dei supereroi per poi ricostruirli in modi unici. In serie come Animal Man, Doom Patrol e Flex Mentallo smantella gli stereotipi dei supereroi mettendo in discussione la natura dell’eroismo, della realtà e del mezzo stesso.

Morrison incorpora spesso elementi metanarrativi nelle sue storie. I personaggi diventano consapevoli della propria esistenza all’interno di un fumetto e la narrazione spesso fa riferimento al processo creativo stesso.


Questa autoconsapevolezza aggiunge strati di complessità e sfida i confini tra finzione e realtà. Morrison sovverte le aspettative, in particolare all’interno del genere dei supereroi. La sua interpretazione di Batman sfida la rappresentazione convenzionale del Cavaliere Oscuro, introducendo elementi di esplorazione psicologica, surrealismo e un focus sulle qualità mitiche del supereroe.
I temi della coscienza, della manipolazione della realtà e degli stati alterati di percezione sono motivi ricorrenti.



La serie The Invisibles, per esempio, esplora l’intersezione tra magia, cospirazione e natura della realtà, mostrando l’interesse di Morrison per le esperienze trascendenti. Lo spirito ribelle di Morrison è spesso associato a un’estetica punk. Questo può essere visto nell’atteggiamento dei personaggi, nello stile visivo delle sue opere e nell’abbraccio di temi controculturali. L’etica punk permea gli elementi ribelli e anti-establishment nella sua narrazione.

Si consiglia di leggere: “Batman – Arkham Asylum: Una folle dimora in un folle mondo”. Panini comics, 2020.


Stan Lee

Al di là delle polemiche sul suo mancato riconoscimento del contribito determinante di Jack Kirby e Steve Ditko alla creazione dei primi personaggi della Marvel come i Vendicatori e l’Uomo Ragno, Stan Lee rimane una delle figure più influenti nella storia dei fumetti.

Su cosa si basava il suo modo di lavoro? Lasciamo che a rispondere sia Lee stesso, tramite frasi prese da sue interviste.
“Scrivi di cose che conosci. Oppure sii così vago che nessuno possa smascherarti”. Quando Lee parla di raggi gamma in Hulk n. 1 non ne sa quasi niente, eppure riesce a confezionare una storia credibile.



“Quando scrivo i dialoghi, cerco di dare a ogni personaggio un modo di parlare diverso. In qualsiasi sceneggiatura è noioso avere i personaggi che parlano tutti allo stesso modo. Penso alle persone che conosco: a come parlano, alle loro idiosincrasie verbali e ai loro manierismi. Nessuno parla esattamente come un altro. Quando ascolto  le persone conversare, cerco di cogliere tutte le sottili sfumature del loro dialogo per utilizzarle nella mia scrittura”.
In effetti lo stile di Stan Lee è noto per i dialoghi vivaci e incisivi, che spesso includono battute memorabili.



Quanto ai “suoi” personaggi, sono “supereroi con superproblemi“ pieni di difetti umanissimi e preoccupazioni, costantemente in lotta con problemi personali, insicurezze e dilemmi morali. Questo li rende più riconoscibili e aggiunge loro profondità.
“Non deve avere per forza quella tavola da surf e non deve essere per forza color argento”, diceva di Silver Surfer, “L’importante è che sia un personaggio che rappresenta qualcosa e significa qualcosa… C’è molta filosofia e una visione morale, e c’è qualcosa in cui puoi affondare i denti se hai voglia di leggere qualcosa di sostanza e, possibilmente, anche con un messaggio”.



Stan Lee è evidentemente orgoglioso del personaggio di Silver Surfer. Come il suo biografo Jordan Raphael ebbe modo di notare: “Lee ha reso Silver Surfer un poeta, un Romeo all’angolo di strada che lancia commenti dolorosi sull’umanità e sul suo miserabile destino… Lee ha preso un personaggio con abilità divine e lo ha reso nobile ma tragico”. Era questo il suo segreto?

Si consiglia di leggere: “Silver Surfer Marvel omnibus”. Panini comics, 2019.

Gian Luigi Bonelli

La formazione di Gian Luigi Bonelli avviene sui grandi romanzi popolari del periodo a cavallo tra ottocento e novecento. Leggendo avidamente Alexandre Dumas, Emilio Salgari e Jack London si imbarca per l’avventura. La sua personale avventura si concretizza, verso la fine degli anni quaranta, nell’iconico personaggio western di Tex.

Tex è uno dei personaggi più amati dai lettori italiani, che gli hanno assicurato una incredibile longevità. Uno dei motivi del successo di Tex è il suo essere un personaggio realistico e credibile, essendo, come più volte affermato dallo stesso Bonelli, una sua proiezione sotto forma di fumetto.



“Il motivo del mio successo? La mia identificazione nel personaggio: le avventure di Tex le vivo io. (…) La gente odia il militare arrogante, il pezzo grosso, il banchiere. Odia il potere. E anch’io odio il potere. Sono un anarchico”.  

Un’altra delle ragioni del successo di Tex è il linguaggio utilizzato da Gian Luigi Bonelli nei dialoghi. Si tratta di un linguaggio dove le regole grammaticali sono rispettate, le frasi ben costruite, i vocaboli scelti con cura. Inoltre, il testo è ricco di metafore e svariate figure retoriche, per cui si può parlare complessivamente di un discorso non solo corretto e preciso, ma anche elegante pur nella sua semplicità.



Abbondano le frasi iconiche che vengono ripetute fino a diventare dei tormentoni, come “tizzone d’inferno”“stanco di vivere?”, “lasciare questa valle di lacrime”“tutti quelli che ci hanno provato sono finiti a guardare l’erba dalla parte delle radici”. 

Bonelli ha una abilità unica nel creare dialoghi coinvolgenti, dinamici e realistici che trasmettono efficacemente le emozioni e muovono la storia.



Infine, sebbene Tex Willer sia un personaggio western, Gian Luigi Bonelli vi ha infuso elementi di vari generi. Le avventure di Tex spesso incorporano mistero, dramma ed elementi soprannaturali. Questa fusione di generi ha permesso a Bonelli di mantenere le storie fresche e di attrarre un pubblico diversificato.

Si consiglia di leggere: “Magia nera”. Mondadori, 2012.

Tiziano Sclavi

Tiziano Sclavi, conosciuto soprattutto come creatore di Dylan Dog, ha uno stile di scrittura che potremmo definire perfetto, per la sapienza con cui riesce a mescolare le diverse componenti che lo compongono in un insieme di un equilibrio quasi soprannaturale. Le sue storie sono visionarie e allusive, caratterizzate da strutture complesse e squarci metanarrativi che si rifanno alla narrativa postmoderna.



La sua scrittura mescola innanzitutto elementi horror con una narrazione noir. Combina temi soprannaturali con situazioni in stile poliziesco, creando una fusione distintiva di generi.
Ma non si ferma qui, Sclavi mescola anche il media fumetto con il cinema e la letteratura in un rimando di citazioni che finisce per regalare ai lettori un esperienza multimediale intensa e originale.



Mescola anche i punti di vista dai quali osserva i suoi personaggi. Spesso li esplora dall’interno, scavando nella loro profondità psicologica, esaminando il funzionamento delle loro menti e il formarsi delle loro emozioni.

Riesce quasi a dissezionare stati psicologici complessi, paure e dilemmi esistenziali nelle loro componenti più intime. Altre volte Tiziano Sclavi si accontenta di esplorare solo l’esterno mantenendo una sorta di barriera che cerca di nascondere le inevitabili lotte personali, le crisi esistenziali e i dilemmi morali.



Tiziano Sclavi mescola altresì i toni con i quali narra le storie. Passa da quelli cupi e malinconici legati ai temi di solitudine, alienazione e ricerca di significato, ricorrenti nelle sue storie, a quelli più leggeri o decisamente umoristici legati situazioni comiche e soprattutto alle battute di Groucho. In questo modo offre momenti di leggerezza all’interno di situazioni tese e inquietanti.

Si consiglia di leggere: “Memorie dall’ invisibile”. Sergio Bonelli Editore, 2022.

 

4 pensiero su “I MIGLIORI SCENEGGIATORI DI SEMPRE”
  1. Sentendomi un po’ tirato in ballo, mi permetto di dire la mia sul lavoro dello sceneggiatore di fumetti.
    Sono uno storico ed archeologo. La mia passione per i fumetti, esistente fin dall’infanzia iniziò a svilupparsi con qualche creazione solo dopo i trent’anni, quando tramite certe importanti conoscenze nel campo dei comics mi fu permesso di approdare al genere come scrittore di storie.
    Essendo la Storia la mia specialità iniziai a proporre brevi episodi che presentavano situazioni nell’Etiopia dell’800 sotto il colonialismo, nell’Australia dei pionieri, nella Cina degli imperatori Ming, Nell’antica India ai tempi di Alessandro Magno, sulla frontiera americana del ‘700.
    Il mio pezzo forte saranno le 240 pagine della storia del Piemonte a fumetti, pubblicate da un quotidiano di Torino. Un’incursione nel genere fantasy, da me molto apprezzato, c’è con l’eroina Alis, poi pubblicata in Francia. Da ultimo, per un settimanale ho prodotto dei flash di una pagina su figure del Cristianesimo nella sua storia.
    Tutto ciò limitandosi alla mia disegnatrice preferita Nives Manara ed a ciò che venne effettivamente stampato. In tutto ho prodotto circa un migliaio di pagine di sceneggiatura, ed ancora continuo a produrne, sia in elaborato scritto che in storyboard con schizzi disegnati.
    La mia produzione in ogni caso non è mirata ad essere un impiego professionale come negli individui qui sopra elencati dal dott. Trogi, ma vorrebbe diventare la divulgazione in immagine di ciò che io conosco dei fatti storici, che non verrebbero mai letti da molte persone nella forma del trattato o del saggio.
    Se poi nei crudi fatti si inserisce l’avventura e la fantasia, questo non è un mio difetto, ma l’espressione del mio estro e del mio divertimento. È l’ultima manifestazione della mia gioventù, un modo per non invecchiare troppo. Comprendetemi !

  2. Analisi perfetta di dieci grandi autori. L’essenza di ognuno di loro. Un pezzo che rimarrà nella storia di Giornale Pop.
    Per i prossimi dieci vedrei Magnus, Carl Barks, Guido Martina e Rodolfo Cimino.

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