I MANGHJA PUMATE CONTRO TUTTI

Il ristoratore della Corsica odia i manghja pumate (mangia pomodori). La prima cosa che fa il manghja pumate (chiamato anche pumataghju) appena messo piede nell’isola è di comprarsi un bel chilo di pomodori.
Un pizzico di sale, un morso, un pizzico di sale, un altro morso. Buoni i pomodori! Egli non entra mai nei ristoranti. Il ristoratore lo guarda passare dall’ingresso del suo locale e, sprezzante, gli lancia una cordiale maledizione. In corso, ovviamente.

Il manghja pumate è il tipico turista che sbarca nell’isola a piedi e non fa mai tappa dal benzinaio. Cammina sotto uno zaino gigantesco dove trova posto un’enorme quantità di cose (sacco a pelo, materassino, coperte, cuscino, pentole, piatti, posate, vestiti, pomodori, carta igienica) e passa davanti ai distributori di benzina senza mai fermarsi. Il benzinaio odia il manghja pumate.

Il manghja pumate cammina per ore e ore sotto il sole rovente. Lo si trova su tutte le strade dell’isola, ma nessuno ha mai idea di quale sia la sua destinazione. Questo turista non alloggia negli alberghi. Preferisce il cielo stellato o i più economici ostelli con il bagno in comune, meglio se alla turca, perché, dice, è più igienico della tazza. Gli albergatori odiano i manghja pumate.

Non si è mai visto un manghja pumate in un museo. Il suo zaino sarebbe troppo ingombrante nei luoghi impregnati di storia e di cultura. E comunque egli non spenderebbe un centesimo per annoiarsi davanti a una statua, un quadro o la spada di qualche maresciallo dell’armata napoleonica. L’imperatore odiava i manghja pumate.

Il manghja pumate mangia esclusivamente pomodori, non fa benzina, non dorme negli alberghi e non visita i musei. È un turista che passa senza lasciare un soldo e alla fine del suo lungo giro se ne torna in continente. E lì comincia a raccontare la Corsica.
Non quella delle guide ufficiali, che elencano i ristoranti e gli alberghi stellati e ribadiscono quali sono le venti, o trenta, cose da fare in Corsica. Raccontano invece una Corsica dai prezzi esorbitanti: “Ho speso tre euro per un chilo di pomodori. Ti rendi conto?”

Il manghja pumate, in quelle due o tre settimane che ha trascorso nell’isola, ha percorso tutte le strade, è andato dappertutto e forse conosce la Corsica meglio dei corsi stessi.

E se qualcosa gli fosse sfuggito eccolo pronto a ricominciare l’estate seguente.

 

 

 

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