Harry Osborn è uno dei personaggi che hanno maggiormente segnato il mondo dell’Uomo Ragno. Figlio del suo arcinemico Norman Osborn, alias Goblin, Harry è stato a seconda dell’epoca sia amico sia nemico del Tessiragnatele.

Nel corso degli anni gli autori ci hanno mostrato Harry ora come ragazzo fragile vittima di abusi, ora come temibile psicopatico in grado di portare scompiglio nella vita del nostro eroe.
Una costante del personaggio è il rapporto malsano e tragico con il padre e l’amicizia precaria con Peter Parker.

 

ANNI SESSANTA: L’ARRIVO DI HARRY OSBORN

Harry esordisce nel numero 31 di Amazing Spider-Man del 1965 scritto da Stan Lee e disegnato da Steve Ditko (per la precisione solo i dialoghi sono di Lee, dato che in quel periodo Ditko faceva da solo anche il soggetto).
Ci viene presentato quando Peter si iscrive all’università, dove Harry stringe amicizia con Flash Thompson e subito i due si uniscono per tormentare il nostro.

HARRY OSBORN

I primi numeri a opera di Ditko, dunque, ci mostrano Peter alle prese con le stesse dinamiche del liceo, in cui non riusciva a integrarsi con i compagni, preso dai mille problemi dovuti anche alla sua doppia vita.

Le cose cambiano quando John Romita Sr. sostituisce Ditko ai disegni: lui e Stan Lee vedono le cose in modo diverso. Dopo un periodo di ambientamento, Peter inizia a socializzare con i compagni, unendosi al gruppetto di amici formato da Gwen Stacy Flash Thompson, l’esplosiva new entry Mary Jane Watson e, appunto, Harry.

Harry Osborn si accorge che Peter non è affatto uno snob, ma un ragazzo spesso in pena per la sua unica parente, zia May, e i due diventano amici.
Nella celebre storia “Il vero volto di Goblin” (Amazing Spider-Man n. 39, 1966) vengono approfondite le origini di Harry: scopriamo come il ragazzo orfano di madre è stato trascurato dal padre scienziato-imprenditore, sempre preso dagli affari e dagli esperimenti scientifici.

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In uno scontro di Spidey con Goblin scopriamo che sotto la maschera del folletto verde si cela proprio il padre di Harry, Norman. Il quale ci rivela come abbia intrapreso la carriera criminale dopo un’esplosione in laboratorio, mentre stava lavorando a un metodo chimico per aumentare le proprie prestazioni fisiche (nel corso degli anni seguenti verrà chiamata “formula Goblin”, una costante fonte di guai per l’Uomo Ragno).

Al termine della storia, Norman Osborn perde la memoria. Spidey getta il suo costume nel fuoco e apparentemente quella è la fine di Goblin, con Norman lasciato alle amorevoli cure del figlio.

Quello che è all’apparenza un happy end non durerà in eterno, ma per qualche tempo le cose per Harry si mettono bene: lui e Peter vanno a vivere insieme condividendo un appartamento, ed escono spesso in gruppo. Peter si lega sentimentalmente a Gwen Stacy e Harry inizia a flirtare con Mary Jane.

Il quartetto, con l’aggiunta di Flash Thompson (anche lui con un carattere addolcito rispetto al periodo di Ditko), è solito incontrarsi al Silver Spoon Cafe, in un’atmosfera che ricorda la famosa (in America) serie a fumetti Archie e il successivo telefilm Happy Days.
L’idilio però non dura molto.

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ANNI SETTANTA: DIPENDENZA DA LSD E CRISI D’IDENTITÀ

Le cose per la famiglia Osborn iniziano ad andare male quando Norman comincia ad avere ricordi della propria vita come Goblin, tornando saltuariamente in azione.
Intanto gli sbalzi d’umore, che si uniscono alle difficoltà negli studi e agli alti e bassi nella vita amorosa, fanno sprofondare Harry nella depressione. Il ragazzo si rifugia nelle droghe, facendo sempre più uso di Lsd.

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Negli albi 96/98 di Amazing Spider-Man, Stan Lee affronta con il disegnatore Gil Kane il tema del consumo di droga tra i giovani senza però ottenere l’approvazione del Comics Code Authority, l’organo autocensorio dei fumetti operativo dal 1955, in quanto l’uso di stupefacenti era da considerarsi un argomento tabù.

Tuttavia, mettendo in luce gli effetti negativi che la droga ha sui giovani, questi albi usciti senza il bollino a forma di francobollo del Comic Code in copertina hanno successo, portando a un ammorbidimento della politica di autocensura del fumetto americano.

Harry viene ricoverato per overdose, e quando esce non è più lo stesso.
Norman, vedendo il figlio in quelle condizioni, e con il suo impero finanziario in crisi, accusa l’Uomo Ragno di tutti i propri mali, e in preda a una crisi isterica recupera tutti i suoi ricordi legati a Goblin e alla vera identità del Ragno.
Rapisce quindi Gwen Stacy, la fidanzata di Peter, e getta la ragazza giù dal ponte di Brooklyn, uccidendola.

Quando poi Harry chiede aiuto a Peter in preda alle allucinazioni dovute dalle droghe, quest’ultimo, divorato dal dolore per la morte dell’amata Gwen, si rifiuta di andare in soccorso al figlio del suo nemico, tirando dritto per la propria strada.

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Alla fine, Norman muore trafitto dal proprio aliante. Una figura misteriosa lo spoglia del costume da Goblin, in modo che il suo cadavere venga ritrovato senza che la gente scopra i suoi trascorsi come criminale.

Scopriremo in seguito che è stato Harry, il quale ha assistito alla morte del padre e giura vendetta contro l’Uomo Ragno.
Un giorno Harry scopre che proprio Peter, il suo miglior amico nonché coinquilino, è in realtà l’Uomo Ragno, dopo aver rinvenuto casualmente il suo costume nel loro appartamento.

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In “Goblin vive ancora!”, su Amazing Spider-Man n. 136, scritto da Gerry Conway, Harry indossa i panni di Goblin e decide di colpire l’Uomo Ragno facendo esplodere il loro appartamento, poi ferendo Mary Jane e infine attaccandolo direttamente. Harry mostra una crudeltà degna del padre, quando minaccia con una bomba di uccidere tutti gli affetti di Peter, ossia zia May, Mary Jane e Flash Thompson.

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Al termine dell’episodio, Harry Osborn viene rinchiuso in un ospedale psichiatrico. In pieno delirio dice di essere Goblin e che Peter è l’Uomo Ragno, ma fortunatamente non viene preso sul serio.

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Le intenzioni di Gerry Conway sono chiaramente quelle di rendere Harry il nuovo Goblin, ma gli autori che gli sono succeduti la pensano diversamente e Harry non diventerà un avversario ricorrente per l’Uomo Ragno. Almeno, non negli anni settanta.

Harry serve comunque come base per lanciare un terzo Goblin, Bart Hamilton, lo psichiatra che lo ha in cura. Tramite l’ipnosi, Hamilton riesce a farsi rivelare tutto ciò che c’è da sapere sul Folletto Verde, e decide di impossessarsi dell’attrezzatura e del costume per assumerne l’identità (Amazing Spider-Man n. 175/180, 1977, di Len Wein e Ross Andru).

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Harry diventa una pedina di Hamilton/Goblin, sempre sotto ipnosi, per poi ribellarsi a lui e infine distruggendo ogni legame con Goblin, cercando così di ricostruirsi una vita.
Si riconcilia con Peter, non ricorda più la sua identità in seguito a un trauma cranico, e inizia una relazione con Liz Allan, ex compagna di liceo di Peter e Flash Thompson, conosciuta al matrimonio tra Betty Brant e Ned Leeds.

 

ANNI OTTANTA: NUOVA VITA E REDENZIONE

Con il padre morto ed ereditando l’azienda di famiglia, la Oscorp, Harry Osborn cerca di concentrarsi sugli affari e sulla propria famiglia. Il matrimonio con Liz lo rende un uomo più maturo e responsabile, soprattutto alla luce della nascita del loro primogenito, chiamato Norman Jr. (abbreviato spesso in Normie) in onore del nonno.

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Harry sembra essere sceso a patti con i propri demoni interiori e con i trascorsi criminali del padre, ed è più intenzionato che mai a redimere il buon nome della famiglia.
Lui e Liz sono buoni amici di Peter e Mary Jane. Tanto che Harry dà in affitto a Peter un appartamento munito di lucernario nel bagno, per la gioia di Peter e dei suoi spostamenti come Uomo Ragno.

In questi anni è l’altro amico storico di Peter, Flash Thompson, a cavarsela male. Accusato di essere il criminale Hobgoblin e divenuto in seguito latitante, Flash ha relazioni sentimentali poco stabili e non riesce ad avere un’occupazione fissa, finendo per cadere nel baratro dell’alcol.

Harry invece trascorre il periodo più sereno della propria vita. Anche quando viene preso di mira dal vero Hobgoblin per ottenere i diari appartenuti al padre, in cui sperava di trovare la formula Goblin per ottenere la superforza, Harry non dà segni di follia, anzi cerca di contrastare il criminale con determinazione.

Per un certo periodo prende in considerazione di usare l’alias di Goblin per diventare un supereroe, affrontando direttamente Hobgoblin. Ma viene fermato dall’Uomo Ragno, che lo invita a preoccuparsi solo della propria famiglia.

 

ANNI NOVANTA: IL BAMBINO DENTRO E IL RITORNO ALLA FOLLIA

Negli anni novanta a scrivere le avventure dell’Uomo Ragno arriva J.M. De Matteis, uno sceneggiatore abile nell’approfondimento psicologico dei personaggi.
De Matteis, già autore de”L’ultima caccia di Kraven” (una delle storie più cupe dell’Uomo Ragno), scrive i testi della testata gemella di Amazing, Spectacular Spider-Man, dove racconta la lenta quanto inesorabile caduta nella follia di Harry Osborn.

Il suo fragile equilibrio psicologico inizia a crollare quando ha la visione del padre, che lo ritiene troppo smielato e “mollaccione” nell’educare il figlio Normie Jr.


La mente di Harry rifiuta di vedere il padre come violento e prepotente, elevandolo alla figura ideale che non è mai stata, e incolpando l’Uomo Ragno per i problemi avuti dal padre e alla sua morte.

In preda alle allucinazioni, ha preoccupanti sbalzi d’umore che però la moglie Liz minimizza per paura di perdere la quiete familiare.
Dopo l’ennesimo esaurimento nervoso, Harry torna a indossare il costume di Goblin e attacca l’Uomo Ragno, di nuovo conscio che sotto la maschera c’è l’amico Peter Parker.

Harry pensa che Peter sia invidioso del rapporto tra lui e suo padre, perché in quanto orfano non aveva avuto un sano rapporto paterno come quello che (ritiene) di avere avuto lui con Norman. Per questo crede che lo ha ucciso.

Goblin rapisce Peter e gli fa ingerire dei potenti allucinogeni che gli danno delle visioni terribili sui morti che hanno costellato la sua vita: zio Ben, gli Stacy, Jean DeWolff, Ned Leeds e Kraven il cacciatore.

In particolare la sua mente torna indietro a quando lo zio Ben gli comunicò la morte dei genitori, mostrando come in fondo non abbia mai superato questo trauma.
Paradossalmente, vedendo l’amico in quello stato, Harry si toglie la maschera e si preoccupa sinceramente per lui.

È un Harry assolutamente instabile, in preda a sbalzi d’umore che rasentano la doppia personalità, quello descritto da De Matteis.
Harry sembra intenzionato a uccidere l’Uomo Ragno, ma alla fine non riesce a trafiggerlo con il proprio aliante.

Poco tempo dopo, su Spectacular Spider-Man n. 189, Harry torna a tormentare i Parker, facendo capire alla coppia di poterla colpire quando vuole.
La follia porta Harry a sconvolgere la sua stessa famiglia, in quanto rapisce la moglie, il figlio e il cognato (Mark Raxton alias Molten, ex nemico del Ragno e fratellastro di Liz), obbligandoli a un’inquietante cena per dimostrare come la sua faida contro l’Uomo Ragno non lo toglierà dai doveri di famiglia, a differenza di quanto è accaduto a suo padre (ancora l’inquietante spettro di Norman influenza la vita del ragazzo).

L’arrivo e la conseguente lotta con l’Uomo Ragno non fanno altro che peggiorare la situazione: Harry viene sconfitto e rinchiuso in un manicomio, minacciando l’Uomo Ragno di rivelare, prima o poi, la sua identità segreta.

La storia di Harry termina nel 1993, sul famoso numero 200 di Spectacular Spider-Man: Harry rapisce Mary Jane e la porta sul ponte di Brooklynn, dove suo padre aveva ucciso Gwen, ma sorprendentemente non è per farle del male.

Ancora una volta dimostrando segni di bipolarismo, Harry conforta l’amica dicendole come le voglia bene e di come anche lui senta la mancanza di Gwen, persa per colpa, a suo dire, dell’Uomo Ragno.

A nulla serve il tentativo di Mary Jane di farlo ragionare, spiegandogli come sono andate realmente le cose: Harry ritiene che il padre sia stato vittima delle macchinazioni dell’Uomo Ragno, ma non può dimostrarlo in quanto tutti, lei compresa, credono che Peter sia un santo.

Harry Osborn tortura psicologicamente Peter inseguendolo con l’aliante per tutto il giorno, tenendolo sempre in tensione, ma non attaccandolo mai.
Inoltre, Harry usa una variante della formula Goblin per ottenere maggiore forza in modo da poter fare quello che il padre non è riuscito, ossia sconfiggere l’Uomo Ragno.

La situazione diventa insopportabile e Mary Jane cerca l’aiuto di Liz, la quale però sostiene che il marito stia guarendo e che lei e Peter debbano lasciarlo in pace.
De Matteis descrive il rapporto insano della coppia, mostrandoci un Harry aggressivo sempre più simile al padre per cercare una sorta di sua approvazione post-mortem. Mentre Liz è disperata tra le mura domestiche quanto bugiarda all’esterno, cercando di ostentare una normalità ormai perduta.

Nell’inevitabile confronto finale tra Peter/Uomo Ragno e Harry/Goblin, quest’ultimo riesce a iniettare un siero paralizzante all’avversario in modo che sia inerme quando il palazzo della fondazione Osborn, dove sta avvenendo lo scontro, verrà fatto detonare, uccidendoli entrambi, convinto che le loro famiglie staranno meglio senza loro due.

Quando l’Uomo Ragno si accorge che anche Mary Jane e il piccolo Normie sono nel palazzo implora Harry di andare a salvarli. Harry è in totale confusione, in preda alle insicurezze dovute alle offese ricevute dal padre nel corso degli anni. Ma Peter gli dimostra totale fiducia dicendo che crede in lui, e a bordo del suo aliante Harry porta al sicuro la donna e suo figlio.

Fuori dall’edificio, a sua volta Mary Jane supplica Harry di andare a salvare Peter, e in barba a tutto il piano che aveva orchestrato, Goblin si precipita nuovamente dentro per salvare l’Uomo Ragno dell’esplosione.

Alla domanda “perchè lo hai fatto?”, Harry risponde con un semplice: “Sei il mio migliore amico”, prima di accasciarsi in terra. La formula di Goblin è instabile e lo sta uccidendo.

In una sequenza priva di dialoghi e didascalie, l’ambulanza porta via Harry, non senza che questi prima abbia rivolto un gesto affettuoso all’Uomo Ragno, stringendogli la mano prima di morire.

Sal Buscema ha dichiarato che disegnare questa scena è stata una esperienza toccante.

 

UN NUOVO GIORNO E IL RITORNO DALLA MORTE

Veniamo a conoscenza della pesante eredità di Harry Osborn nel 1994, a un anno dalla sua morte, quando scopriamo su Amazing Spider-Man n. 389 che dietro il piano portato avanti dal Camaleonte, ossia spacciare dei sofisticati robot per i genitori di Peter (tornati dopo anni di prigionia dietro la Cortina di ferro), c’era lo stesso Harry, o meglio un computer da lui programmato. Un ultimo gesto crudele che spezza per qualche tempo lo spirito di Peter.

Questo sembra l’ultimo colpo di scena legato al personaggio di Harry, in quanto gli autori preferiscono resuscitare, invece di lui, il padre Norman al termine della saga del clone (spiegando che la mente dietro a tutti quegli sconvolgenti avvenimenti fosse la sua).

Nel decennio successivo, Norman Osborn torna a essere la nemesi dell’Uomo Ragno e assume anche un ruolo centrale in tutto il Marvel Universe, prima come leader dei Thunderbolts e in seguito come direttore dello Shield.

In tutto questo gli autori Marvel non fanno un solo accenno a Harry, che rimane defunto per ben 14 anni, fino al 2007, l’anno in cui il mondo dell’Uomo Ragno viene sconvolto dalla saga One More Day.

Dopo gli eventi narrati su Civil War, in cui i supereroi dovevano collaborare con il governo per non essere dichiarati fuorilegge e arrestati, l’Uomo Ragno aveva deciso di appoggiare la fazione governativa capitanata da Iron Man e di smascherarsi pubblicamente per dare il buon esempio, ma poi cambia idea e si schiera con la fazione ribelle guidata da Capitan America.

Questa scelta sconvolge il mondo del Ragno, dato che tutti ormai sono a conoscenza della sua vera identità. Il mantenimento del suo segreto era uno dei punti di forza della serie, e adesso veniva a mancare privandolo dell’anonimato.
Nello stesso periodo il personaggio era più popolare che mai, dato che era appena uscito il terzo film su di lui girato da Sam Raimi.

A un certo punto la Marvel decide di rendere il personaggio più accessibile ai giovani, annullando il matrimonio con Mary Jane, ripristinandone l’identità segreta e tornando ad atmosfere simili a quelle degli anni sessanta, in cui Peter viveva con la zia e si manteneva vendendo foto del suo alter ego al Daily Bugle.

Perrché sia credibile, gli fanno contrarre letteralmente un patto con il diavolo: il demonio dell’universo Marvel, Mephisto, salva zia May (colpita a morte da un sicario di Kingpin) e cancella l’identità di Peter dalla memoria del mondo in cambio della cancellazione anche del suo matrimonio, che risulta come se non fosse mai avvenuto.
Peter e Mary Jane accettano, e la realtà intorno a loro cambia. Tra i cambiamenti avvenuti in questa nuova realtà c’è anche il ritorno di Harry Osborn.

Spiegando come avesse trascorso tutto questo tempo in alcune cliniche europee per disintossicarsi dalla “formula Goblin”, Harry ritorna a New York.
È un personaggio completamente diverso: non fa alcun accenno alla sua famiglia, liquidando il tutto con un divorzio. Viene descritto come un uomo più affascinante e sicuro di sé nei rapporti con l’altro sesso, stravolgendo le dinamiche all’interno del rapporto con Peter, diventando lui il maschio “alpha” mentre Peter risulta essere la spalla insicura.

È però il rapporto shakesperiano con il padre uno dei leit motiv della nuova serie. Norman continua a ritenere Harry uno smidollato, non approvando il fatto che abbia lasciato l’azienda di famiglia per comprare il locale Silver Spoon Café e renderlo un franchising, non approva il suo appoggio al candidato sindaco William Hollister né tantomeno il fatto che esca con sua figlia Lily.

È un Harry rancoroso verso il padre e capace di mostrare più carattere rispetto al passato.
All’inizio di questo corso della vita editoriale dell’Uomo Ragno facciamo la conoscenza di Minaccia, un nuovo avversario che i primi indizi fanno sospettare essere Harry, ma scopriremo in seguito che in realtà è Lily Hollister, la sua fidanzata, venuta a contatto accidentalmente con una delle formule chimiche di Norman e tramutatasi in una creatura simile a Goblin.

Nella run di Joe Kelly, “American Son”, Harry è al centro dell’ennesimo piano di Norman, che intende affidargli una variante della sua armatura di Iron Patriot, denominata appunto American Son in suo onore, per farlo unire alla sua squadra di Vendicatori.

Questo sembra essere motivo di riconciliazione tra padre e figlio, con il disappunto di Peter, il quale teme che la presenza di Norman possa far scivolare nuovamente il ritrovato amico nella tossicodipendenza, ma Harry accetta. Intanto la sua fidanzata Lily è incinta.

Ci viene però rivelato che il bambino atteso da Lily sarebbe di Norman, il quale, ritenendo Harry una delusione, voleva avere un nuovo erede con cui ricominciare. Tra padre e figlio si arriva all’inevitabile confronto finale, che stavolta vede Harry trionfare.

Con il crudele padre alla sua mercè Harry è tentato di ucciderlo, ma l’Uomo Ragno lo convince a fermarsi: se lo facesse, diverrebbe il figlio che Norman ha sempre voluto.

Harry abbandona l’armatura e volta le spalle al padre, dicendogli che non è più suo figlio.

Una versione di Harry decisamente più forte, ma che stride con tutto il suo background passato.
Dopo avere scoperto che il figlio che Lily porta in grembo è veramente suo, e aver lottato con una dipendenza da antidolorifici, Harry sparisce per un po’ dai radar, crescendo il suo nuovo bambino a Seattle, lontano dal padre.

 

HARRY OSBORN E KINDRED

Recenti avvenimenti avvenuti su Amazing Spider-Man a opera dello sceneggiatore Nick Spencer hanno nuovamente stravolto la vita di Harry Osborn.
Spencer ha introdotto Kindred, un essere occulto che pare odiare particolarmente l’Uomo Ragno.

Ancora una volta, molti indizi sparsi durante la sua run mostrano Harry come sospettato numero uno per la vera identità del criminale incappucciato, ma le cose si rivelano più complicate.


Attraverso l’uso della retcon scopriamo che anni prima Norman Osborn aveva venduto l’anima del figlio Harry al demone Mephisto in cambio del successo negli affari, dunque alla sua morte (avvenuta nel 1994 su Spectacular Spider-Man n. 200) l’anima di Harry è finita all’inferno. Quello che vediamo agire sulla terra, che nel frattempo si è riconciliato con la moglie e cresce i suoi due figli, è una sorta di clone.

L’altra rivelazione è che Kindred è… un’intelligenza artificiale basata sulle “onde cerebrali” dello stesso Harry. Un Harry digitale, potremmo definirlo, sviluppato dal computer visto in precedenza (nella saga del Camaleonte e del ritorno dei genitori di Parker) e che scopriamo essere stato la mente dietro a diverse trame come “Peccati del passato”. La storia fa storcere il naso ai lettori perché viene svelato che Gwen Stacy, la fidanzata di Peter Parker, aveva avuto una relazione con Norman Osborn concependo due gemelli.

Veniamo a sapere che questa relazione non c’è mai stata, che si è trattato di un ricordo fasullo creato da Mysterio su ordine di Kindred stesso, e che i due gemelli Gabriel e Sarah sono stati in realtà creati in laboratorio.

Spencer in questo modo ritratta una delle più contestate decisioni della Marvel, annullando di fatto il presunto rapporto sessuale tra Norman e Gwen, ripristinando così “l’onore” dell’amata biondina, che secondo i lettori era stato violato da quella relazione improbabile e indecorosa.

Nella battaglia finale tra l’Uomo Ragno, gli Osborn e Kindred, Harry fa da scudo al padre Norman, venendo ferito a morte e spirando (nuovamente) tra le braccia dell’Uomo Ragno.

La sua anima viene liberata dall’inferno grazie all’aiuto del Dottor Strange, che la strappa a Mefisto scommettendo sull’esito dello scontro tra l’Uomo Ragno e Kindred.
A distanza di quasi vent’anni dalla sua prima morte, Harry torna nella tomba, e non rimane che chiederci se sarà una scelta definitiva o se tornerà per la terza volta.

 

HARRY OSBORN AL CINEMA

Interpretato da James Franco, Harry Osborn compare in tutti e tre i film della prima trilogia di Spider-Man al cinema. Nelle prime due pellicole è amico di Peter, mentre nel terzo capitolo è suo avversario, assumendo la formula del padre e diventando a sua volta Goblin, per poi ravvedersi sul finale e aiutare Peter nel combattimento finale contro Venom e l’Uomo Sabbia, dove muore sacrificandosi.

Nel secondo film della serie Amazing Spider-Man di Marc Webb è invece interpretato da Dane Hann, il quale ne offre una versione malvagia che si macchia dell’uccisione di Gwen Stacy.

 

 

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