Di Gloria Guida, inutile negarlo, siamo stati innamorati tutti. Certo, c’era chi preferiva Edwige Fenech per la sua erre francese e per il nasino all’insù, oppure Nadia Cassini per quel fondo schiena così perfetto, o ancora Carmen Villani per la frangetta sbarazzina, o Lilli Carati, Femi Benussi, Anna Maria Rizzoli e chi più ne ha più ne metta. Ma Gloria Guida restava sempre Gloria Guida.

Lei riempiva il grande schermo solo con la presenza, bastavano i suoi occhi verdi e quel sorriso un po’ ingenuo e malizioso, mica ce la ricordiamo solo per il corpo. Un film di Gloria Guida era un piccolo evento e si doveva vedere subito, in prima visione e poi magari rivederlo anni dopo, passato a orari incredibili sulle prime tivù locali, emittenti che non ci sono più. Allora parevano uno spiraglio di libertà e di trasgressione.

Gloria Guida è nata a Merano il 19 novembre del 1955, ma si è trasferita dopo pochi anni con la famiglia a Bologna. E infatti nei primi film interpreta spesso la figura della bolognese disinibita, ma pure della contadina veneta un po’ ingenua (“Il gatto mammone”) quasi sempre doppiata. Inizia la carriera artistica come cantante, grazie al locale che il padre gestisce sulla costa romagnola.

Il suo esordio nel cinema avviene con pellicole in cui riveste i panni di una ragazzina appartenente a una famiglia della ricca borghesia alle prese con i propri drammi interiori. Il primo film è del 1974: “La ragazzina”, seguito da “La minorenne”. Sono pellicole che narrano le vicende quotidiane di ricchi adolescenti impegnati soprattutto a divertirsi e a fare sesso.

Successivamente interpreta una giovane prostituta in “Blue Jeans”, che dopo una retata della polizia viene affidata al controllo del padre. Con questa pellicola la Guida si inserisce a pieno titolo nel genere della commedia sexy italiana. Nel 1975 interpreta “La novizia”, con la regia di Pier Giorgi Ferretti e “Quell’età maliziosa”.

Sempre nel 1975, il film che le dà il successo è “La Liceale”, pellicola che vede alcuni sequel sempre ambientati in una scuola di provincia dove la bella liceale è alle prese con le avances di professori, presidi e compagni di classe. In questi film si ritrovano tutte le scene tipiche della commedia sexy, dalla ragazza insaponata sotto la doccia ai guardoni dal buco della serratura. La liceale non ebbe soltanto sequel, ma anche spudorate imitazioni.

Un altro dei film di maggior successo della Guida è stato “L’infermiera di notte”. Ricordiamo la scena dell’infermiera accaldata che apre il camice bianco, provocando l’eccitazione del malato che sta sorvegliando. Malato magistralmente interpretato da Mario Carotenuto, attore ingiustamente sottovalutato.

Dopo l’incontro con Johnny Dorelli sul set di “Bollenti spiriti” (1981) e il conseguente matrimonio tra i due attori, la Guida abbandona poco a poco il cinema dedicandosi al marito e alla figlia Guendalina. Gli ultimi film sono: “La casa stregata” (1982), “Sesso e volentieri” (1988) e “Festa di compleanno” (1988). Johnny Dorelli ha rapito il sogno biondo della mia generazione, lei per un po’ ha fatto teatro con il marito, poi più niente. Peccato.

Gloria Guida non era soltanto bella, era pure una brava attrice, come ha dimostrato nei film del filone sexy accanto ad attori della commedia nostrana oggi rivalutati pure dalla critica, gente come Renzo Montagnani, Lino Banfi e Gianfranco D’Angelo, ma pure in pellicole di maggiore impegno come la dura e a tratti eccessiva (si veda la scena finale) “Avere vent’anni” di Ferdinando Di Leo.

Tutti noi, però, la ricordiamo come la liceale più sexy della storia del cinema erotico soft italiano, dove in precedenza aveva regnato sovrana Edwige Fenech, con la mitica interpretazione della professoressa che seduce innocenti ragazzini. Sino a “La liceale” il sogno proibito del sedicenne italiano era quello di portarsi a letto l’insegnante, magari la supplente o la giovane docente che veniva a casa per impartire lezioni di italiano o di matematica. Gloria Guida irrompe sullo schermo con una ventata di nuova maliziosa sensualità e dà vita al sogno erotico della compagna di banco disinibita e provocante.

Lei è la ripetente che strizza l’occhio al preside, la ragazzina ingenua e maliziosa che si fa accarezzare le cosce sotto il banco o che fa l’amore con il ragazzo nell’aula di scienze. E non è soltanto nelle aule scolastiche che Gloria Guida contende il regno a Edwige Fenech. Nelle corsie degli ospedali, se la bella franco-algerina è la dottoressa, la bionda meranese fa l’infermiera di notte. Se la Fenech è la donna esperta e matura che turba i sogni dei suoi studenti (e così pure Carmen Villani, Femi Benussi, ma si parla di presenze minori), la Guida incarna la freschezza e il candore di una ragazzina, di un’adolescente che è consapevole di possedere un’alta carica erotica.

Con tutto questo ricordiamo che, nell’intervista rilasciata a Manlio Gomarasca e Davide Pulici per “99 Donne”, Gloria Guida disse: “Certo, mi spoglio, ma quasi mai sono stata vista nuda nell’atto dell’amplesso. Mi si vede attraverso il buco della serratura, sotto la doccia, in bagno. Non è colpa mia se anche nel cinema ci sono i guardoni. Il filone sexy di bassa lega non piace neppure a me. I miei film hanno un significato anche nelle scene che vengono incriminate o giudicate malamente”.

Di fatto, negli anni della contestazione femminista ci fu per contrappeso un’ondata incredibile di “lolite” che avevano il compito di far sognare gli italiani. Le ragazze che sfilavano nei cortei brandivano il simbolo triangolare del loro utero e gridavano: “È mio e me lo gestisco io!”. Non solo: indossavano quasi sempre un eskimo poco attraente, jeans larghi e scuciti, Clarcks basse e sporche. Giocavano ad apparire brutte e poco femminili, anche se erano carine. La bellezza pareva quasi un difetto e la vera femminista doveva essere giudicata per quel che aveva nella zucca e non dalle apparenze.

Fu così che il cinema si prese la briga di fornire i modelli femminili capaci di far sognare i ragazzi degli anni settanta, frustrati da quelle donne sempre pronte a scendere in piazza a dire che non volevano essere solo donne oggetto. Ricordo ancora i sit in di femministe impazzite davanti al cinema della mia città, tesi a impedire film e riviste. Un’occasione per contestare la dette pure un film innocente come “Quell’età maliziosa”, che per le femministe locali aveva anche l’aggravante di essere stato girato nella nostra zona (porto di Piombino e Isola d’Elba). Come ho già detto, le stesse femministe fecero il bis in occasione di “Peccati di gioventù”. Forse Gloria Guida era il loro simbolo negativo preferito, un mito da abbattere.

Gloria Guida rappresenta di sicuro uno dei più riusciti modelli di riferimento di bellezza femminile. Niente a che vedere con acide femministe. Lei è la bionda adolescente dal volto d’angelo, bella e impossibile, il sogno della fidanzata ideale da presentare ai genitori. Ma è pure la verginella ingenua dall’alto potenziale erotico che fa perdere la testa a parenti, genitori dei coetanei e amici di famiglia. Per finire, è perfetta nelle parti della timida suorina che seduce ragazzini o della prostituta che fa perdere la testa ai suoi spasimanti. Ma il suo ruolo per antonomasia, quello in cui tutti la ricordiamo, è la bella studentessa disponibile, ambita da adulti e ragazzi che sconvolge al tempo stesso compagni e professori.

L’ideale femminile dei ragazzi anni Settanta è una donna bella, spregiudicata, interessata all’aspetto sessuale della vita, soprattutto senza grilli per la testa. Alla base di questi film c’è soprattutto il sesso, e le storie raccontano la vita senza fermarsi troppo a commentare rivoluzioni sessuali, ansie giovanili, grandi ribellioni studentesche del sessantotto e del settantasette. Per contrappeso, appunto. Sono film che fanno sognare in un periodo storico in cui la censura (un film innocente come “La ragazzina” di Mario Imperoli venne ritirato dalla circolazione) rendeva la vita difficile.

L’Italia democristiana, bigotta e baciapile, subì lo scandalo incalzante della commedia sexy e delle nuove lolite che si chiamavano Gloria Guida, Laura Antonelli e Ornella Muti. Per tacere di tutte le altre che, per un intero decennio, si contesero la palma dell’attrice più sexy e desiderata dai ragazzi italiani.

 

Filmografia di Gloria Guida

1974
La ragazzina di Mario Imperoli
La minorenne di Silvio Amadio
1975
La novizia di Piergiorgio Ferretti
Quell’età maliziosa di Silvio Amadio
Peccati di gioventù di Silvio Amadio
Blue Jeans di Mario Imperoli
Il gatto mammone di Nando Cicero
Il solco di pesca di Maurizio Liverani
La liceale di Michele Massimo Tarantini
1976
La liceale di Michele Massimo Tarantini
Il medico… la studentessa di Silvio Amadio
La ragazza alla pari di Mino Guerrini
L’affittacamere di Mariano Laurenti
Scandalo in Famiglia – Grazie Zio di Marcello Andrei
1977
Maschio latino cercasi di Giovanni Narzisi
Orazi e Curiazi tre a due di Giorgio Mariuzzo
Il triangolo delle Bermuda di René Cardona Jr.
1978
La liceale nella classe dei ripetenti di Mariano Laurenti
L’infermiera di notte di Mariano Laurenti
Avere vent’anni di Ferdinando Di Leo
Travolto dagli affetti familiari di Mauro Severino
1979
La liceale seduce i professori di Mariano Laurenti
La liceale, il diavolo e l’acquasanta di Nando Cicero
Indagine su un delitto perfetto di Giuseppe Rosati
1980
Fico d’India di Carlo Vanzina
1981
Bollenti spiriti di Giorgio Capitani
1982
La casa stregata di Bruno Corbucci
Sesso e volentieri di Dino Risi
1988
Festa di Capodanno di Piero Schivazzappa

 

Gordiano Lupi, autore dell’articolo, ha scritto “Gloria Guida, Il sogno biondo di una generazione”, La cineteca di Caino

 

 

3 pensiero su “GLORIA GUIDA, IL SOGNO PROIBITO”

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