Il gichero, nome comune dell’Arum maculatum, è una pianta a grappoli rossi delle Aracee diffusa soprattutto nell’Europa centro-meridionale. La pianta è nota anche come pan delle bisce o erba biscia, in quanto alcuni serpenti se ne servono per la propria alimentazione.
Il termine Arum deriva dal greco “aron”, ovvero calore, che la pianta emana nel corso della fioritura. Se pure vanta una nomea abbastanza preoccupante, essendo ritenuta velenosa, va al contempo ricordato come questa pianta sia utilizzata come nutrimento, detergente e ingrediente di base per la medicina popolare. Cerchiamo di capire meglio cos’è il gichero.

 

Leggende e realtà sul gichero

Anticamente al gichero veniva attribuita alternativamente la capacità di tenere lontani i serpenti, oppure di farne da cibo senza che essi rimanessero vittime del suo veleno. In effetti nella pianta è presente un principio tossico, non ancora ben noto, chiamato aroina.
Una antica credenza popolare attribuisce a questo fiore poteri magici, in particolare la capacità di allontanare gli spiriti maligni, donare amore e proteggere i neonati.
Del gichero si può consumare il rizoma, ricco di amido, come alimento dopo aver proceduto alla sua cottura. Da fresco trova anche impiego nella medicina popolare come espettorante e purgante; inoltre, come avviene per le foglie, può essere adoperato per uso esterno come rubefacente, detergente e vescicatorio.

 

La localizzazione geografica e l’utilizzo nel tempo

Il gichero è diffuso nell’Europa centrale, lungo le coste del Mediterraneo e in Egitto. Proprio nel Paese africano veniva chiamato “Aro”: gli antichi egizi ne sfruttavano solo il bulbo, procedendo alla sua estrazione nel corso della primavera.
Nell’isola di Cipro il gichero, nonostante l’odore pungente provocava malessere in molte persone che ne erano esposte a lungo, veniva utilizzato sciolto nell’acqua, oltre come antidoto per le malattie pettorali, per stimolare la diuresi. O per aiutare lo stomaco, una volta mescolato con aceto e miele, a eliminare i parassiti intestinali.
Le capacità medicinali del gichero sono sfruttate ancora oggi per diversi prodotti di erboristeria e sono comunemente usati per l’omeopatia. Va ricordato che il suo utilizzo e trattamento deve essere improntato al massimo di prudenza: ingerendo le bacche si rischia un’intossicazione, mentre se si toccano i fiori o le foglie può dar luogo, in soggetti particolarmente sensibili, a irritazioni fastidiose e dermatiti.

 

 

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