Gargoyles è un capolavoro ormai vintage, ma per nulla invecchiato. È la dimostrazione che anche la Disney, quando vuole, sa giocare duro. Peccato se ne sia subito scordati…

Gargoyles: Il risveglio degli eroi (Gargoyles) rimane la più ambiziosa, matura e spettacolare serie animata prodotta dalla Disney.
Vide la luce nel 1994, nel periodo più florido degli ultimi decenni per la “casa del topo”. Gli incassi stratosferici de Il Re Leone avevano portato a compimento quel processo di rinascita, di ritorno agli antichi splendori, iniziato con La Sirenetta (1988), proseguito con La Bella e la Bestia (1991) e Aladdin (1992).

Anche in tv la Disney stava tornando alla carica, con serie di cartoni adventure-comedy che spopolavano i sabato pomeriggio americani: I Gummi, DuckTales, Cip & Ciop Agenti Speciali, Tale Spin, Darkwing Duck
Era quindi il momento propizio per tentare nuove strade, anche lontano da ciò che la gente intende comunemente per disneyano, inteso come infantile e divertente. E quel qualcosa fu Gargoyles.

GARGOYLES, LA SERIE DIMENTICATA DALLA DISNEY

La serie fu realizzata da un dream team di talenti che comprendeva l’ideatore
Greg Weisman (poi responsabile di serie supereroistiche come Spectacular Spider-Man e Young Justice), e i produttori/registi Frank Paur e Michael Reaves. Questi ultimi due provenivano dall’allora recente e fortunatissima serie animata di Batman della Warner Bros, e Reaves aveva anche contribuito al telefilm di Flash.

Si tratta della prima, e tuttora unica, serie disneyana pensata più per un pubblico di adolescenti e adulti che di piccolissimi. Ciò deriva non solo dalla presenza di combattimenti e situazioni drammatiche, ma dalla stessa complessità della trama. Forse per questo Gargoyles viene poco ricordata in casa Disney, malgrado l’ottimo successo di pubblico e critica riscosso fino all’ultima stagione (1997).

Il pubblico non l’ha dimenticata e a oggi Gargoyles vanta un fandom superiore a quello di tutti gli altri show televisivi Disney, con tanto di conventions come quelle dei fan di Star Trek.

La parola gargoyle (in italiano gargolla o doccione), che deriva dal latino gargulio (cioè “gorgoglio dell’acqua”), indica i mostri di pietra posti all’esterno delle cattedrali gotiche a rappresentare l’orrore del peccato e, al tempo stesso, a far defluire la pioggia.

Weisman parte dall’idea fantastica che queste statue siano state ispirate a creature un tempo realmente esistite, che durante il giorno erano di pietra mentre di notte prendevano vita fino all’alba.

Nel 994 dopo Cristo un clan di gargoyle difende il castello scozzese di Wyvern dagli assalti dei vichinghi invasori, ricevendo dagli umani che vi abitano solo ingratitudine e disprezzo a causa della paura che il loro aspetto mostruoso incute.

Traditi dal capitano delle guardie, l’unico umano che sembrava loro amico, i gargoyle vengono sterminati durante il giorno.
Si salvano solo sei, che però rimangono vittime di un sortilegio: dormiranno il loro sonno di pietra anche durante la notte finché il castello non svetterà al di sopra delle nubi.

Mille anni dopo, nel 1994, il miliardario David Xanathos, appresa questa leggenda, acquista il castello e, pietra su pietra, lo fa ricostruire in cima al suo grattacielo nel centro di Manhattan, spezzando così l’incantesimo.

I sei gargoyle, scioccati e disorientati, decidono per prima cosa di darsi un nome (prima solo il loro leader, Golia, ne aveva uno). Si battezzano come i luoghi tipici di New York: l’anziano Hudson, gli adolescenti Brooklyn, Lexington e Broadway, e il cane Bronx.

GARGOYLES, LA SERIE DIMENTICATA DALLA DISNEY

Xanatos vorrebbe usare i gargoyle per i suoi affari poco puliti, ma questi, aiutati dalla giovane detective di polizia Elisa, decidono di continuare la loro missione di difensori proteggendo la città di New York dal crimine.

GARGOYLES, LA SERIE DIMENTICATA DALLA DISNEY
Non hai vissuto fino in fondo i novanta se non hai la vhs con i primi episodi fusi in formato film

 

E questo è solo l’inizio dell’avventura.
Le ambientazioni e il meccanismo narrativo sono gli stessi del buon vecchio Highlander: Scozia medioevale e New York contemporanea si intrecciano in un andirivieni di flashback che rivelano la storia man mano, creando suspense, mistero e colpi di scena a go go.

Weisman, appassionato di lingua e letteratura inglese, oltre che di cultura pop, garantisce un impasto più ricco e più colto di quanto si creda.
Si va dai riferimenti alle leggende nordiche: compaiono Re Artù e Odino (sovrano degli dèi vichinghi), fino a William Shakespeare con Macbeth e le creature del Sogno di una notte di mezza estate. Dalle atmosfere superoistiche di Batman e degli X-Men a quelle metropolitane-poliziesche di telefilm come Hill Street o Law & Order.
Si arriva a toccare la fantascienza cyberpunk alla Blade Runner/Terminator, con scienziati pazzi, cloni, mutanti, cyborg e armature robotiche.

Gargoyles è stata anche la prima serie, insieme (forse) a X-Files, a portare in tv la struttura “ad archi narrativi” dei fumetti supereroistici. Ogni episodio è un’avventura autoconclusiva, ma al tempo stesso è collegato agli altri, in modo da formare una continuity, e quindi un’unica storia.

Una tecnica mutuata principalmente dalla gestione degli X-Men da parte di Chris Claremont nel corso degli anni ottanta: azione accompagnata da sottotrame romantico-psicologiche (senza arrivare alla soap opera), personaggi il cui passato viene svelato da flashback messi al momento giusto, e intrighi la cui soluzione solleva automaticamente nuovi interrogativi.

Un modo di architettare storie che sarebbe diventato lo standard anche per le serie tv di oggi, a partire da Buffy e Lost.

Una grande epopea con un’infinità di sottotrame e personaggi secondari (ma nessuno superfluo), un puzzle complesso dove ogni pezzo s’incastra perfettamente. Un rompicapo che richiede attenzione, ma che non delude, perché ci si ritrova di fronte a uno dei migliori esempi di sceneggiatura seriale.

Se non l’avete mai vista, recuperate questa serie per fare la conoscenza di Golia e del suo clan, ma anche di Eliza, Xanathos, Demona, Pietrafredda, Macbeth, Matt, il Branco, Renard, gli Illuminati, Puck, Oberon, Titania…

Vi resteranno nel cuore e nella memoria, come scolpiti su pietra.

 

P. S.
Unico neo. La terza stagione, cioè gli ultimi 13 episodi, The Goliath Chronicles, furono affidati ad altri produttori. I quali abbandonarono l’aspetto fantasy-avventuroso per concentrarsi sulla morale di fondo della serie, ovvero l’integrazione tra gargoyle e umani ormai al corrente della loro esistenza (una metafora anti-razzista anch’essa mutuata dagli X-Men).

Considerata non canonica dai fan americani, in Italia quest’ultima stagione non fu trasmessa a suo tempo dalla Rai, ma apparve solo anni dopo sui canali a pagamento come Toon Disney.

Nel 2006 la Disney ha appaltato alla casa editrice Slave Labor Graphics la realizzazione della versione a fumetti di Gargoyles, scritta da Greg Weisman in persona che riprende la storia direttamente dalla fine della seconda stagione.

 

(Immagini trovate su internet: © degli aventi diritto).

 

 

 

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