Per il “vate” Gabriele d’Annunzio era “l’Unica”, per il kaiser Guglielmo II “la Stella d’Italia”, per l’Imperatore d’Austria Francesco Giuseppe, invece, era tanto speciale da meritare un regalo particolare: un clacson che riproduceva il suono di quello in dotazione all’automobile imperiale, cosicché quanto l’autista la conduceva a spasso per le vie di Vienna all’udire quella tromba tutti si fermavano in segno di rispetto e gli uomini si levavano il cappello, convinti che fosse l’Imperatore.

Invece a passare era lei, donna Franca Florio, che così si beava dell’omaggio dei passanti, incantati dalla sua sfolgorante bellezza.

A colei che, durante la Belle Époque, rivestì a pieno titolo il ruolo di “Regina di Palermo”, per quanto vasta fosse, la Sicilia stava stretta.

Figlia del barone Jacona della Motta di San Giuliano, donna Franca nacque nel capoluogo siciliano il 27 dicembre del 1873 e sposò, appena diciannovenne, il fascinoso Ignazio Florio, erede di un immenso patrimonio familiare derivante da numerosissime attività imprenditoriali e commerciali nei campi più disparati: navigazione, miniere, chimica, metalmeccanica, tessile, pesca, ma soprattutto l’omonimo vino Marsala.

Sebbene i suoi genitori fossero contrari a quel matrimonio, per la fama da “fimminaro” che il Florio si portava appresso, donna Franca fu irremovibile: o lui o nessuno!

Da quelle nozze da favola, iniziò la leggenda di una coppia fra le più glamour dell’intero continente, ricchissima, bellissima, affiatata, sempre all’avanguardia e al centro del jet-set internazionale, con il fermo obbiettivo di trasformare la sonnecchiosa Palermo in una capitale di rango europeo.

Se il marito pensava ad accumulare, lei invece compensava, mitigando e spendendo a piene mani non solo per soddisfare i proprio capricci, ma anche nel sociale, per esempio regalando la dote alle giovani meno abbienti o fornendo di asili nido le fabbriche di famiglia.

I gioielli erano la sua vera passione, tanto che al culmine della fortuna ne possedeva a chili, tutti realizzati dai più noti gioiellieri del tempo, fra cui Cartier e Lalique. Era il modo del marito di farsi perdonare per le numerose scappatelle extraconiugali, che donna Franca aveva imparato a sopportare con stoica rassegnazione e noncuranza.

Una sola volta si vendicò, quando assoldò una claque con il preciso compito di fischiare impietosamente la cantante lirica Lina Cavalieri, ultima fiamma del consorte, mentre si esibiva come protagonista della Bohème pucciniana al Teatro Massimo di Palermo, mettendo così fine alla tresca.

La coppia dei “Reali” di Sicilia mise al mondo cinque figli, che per loro furono al tempo stesso motivo della gioia più grande, ma anche del dolore più inconsolabile, perché la primogenita morì a 9 anni, seguita dall’unico figlio maschio a 3 e dall’ultimogenita Giacobina, spirata a poche ore dalla nascita. Ai genitori rimasero soltanto Igea e Giulia.

In un iconico ritratto realizzato dal pittore Giovanni Boldini nel 1903, ma portato a compimento solo vent’anni più tardi, dopo vari rifacimenti richiesti da Ignazio Florio che aveva giudicato troppo “osé” la prima versione, donna Franca ci appare come una musa, con indosso un’elegante veste nera con ricami dorati.

I suoi bellissimi occhi verdi, il vitino “da vespa”, la carnagione ambrata erano famosi per far girare la testa a tanti uomini, compreso lo stesso Boldini, tanto euforico quando poteva godere di lei per una giornata di posa, tanto frustrato quando lei se ne andava.

Oltre al generoso decolleté, a colpire l’osservatore è la leggendaria collana composta da 365 perle (una per ogni giorno dell’anno o, secondo i maligni, per ogni infedeltà del marito), insieme alla spilla di diamanti recentemente riprodotta da un noto gioielliere nella misura di 16 cm per 6 con ben 127 pietre preziose incastonate una ad una. Solo gli orecchini non ci sono, perché d’Annunzio le aveva fatto notare che le guastavano il perfetto ovale del viso.

Tanto veloce nell’ascesa, donna Franca lo fu anche nella caduta, perché sul finire degli anni Venti del secolo scorso una lunga serie di fallimenti a catena causò la rovina dell’impero commerciale dei Florio, riducendo la famiglia sul lastrico e obbligando lei a vendere all’asta, nel 1935, la sua incredibile collezione di gioielli, che le fruttò la somma di circa 19 milioni di euro attuali, tutti impiegati per ripianare i debiti pregressi.

Ritiratasi a vita privata, con la dignità di sempre, donna Franca si spense all’età di 77 anni, il 10 novembre del 1950.

Con lei se ne andò l’ultima “Regina di Palermo”, vera icona di classe e bellezza, tanto che in città, quando passava una bella donna, la gente esclamava: “Ccu è? Franca Florio?”.

Franca Florio
“Ritratto di Franca Florio” di Giovanni Boldini, 1903 – 1922, collezione privata




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