Ci ha lasciati nella notte tra 13 e 14 luglio lo sceneggiatore Frank Giroud. Raccontava in un’intervista dello scorso anno alla rivista Casemate: “Sono andato molto vicino alla morte alla fine del 2015, con lunghi mesi tra ospedale e convalescenza chiuso in casa. Ora posso di nuovo guidare, trasportare la legna e, ovviamente, lavorare. Ma devo comunque combattere con un mieloma e con i reni fuori uso che mi obbligano a sedute di dialisi tre volte alla settimana”.

Giroud era nato il 3 maggio 1956 a Toulouse. Appassionato di storia e amante della scrittura, oltre che dotato di una buona mano con le matite, approderà abbastanza casualmente alla sceneggiatura: lavorando nel 1978 per gli archivi storici di una biblioteca, aveva intervistato Michel De France, responsabile dei fascicoli de “La storia di Francia a fumetti” della Larousse. Incuriosito dal giovane insieme storico e appassionato di fumetti, De France gli propone di dargli una mano nel suo prossimo progetto, “La scoperta del mondo a fumetti”. È così che il neofumettista si trova a scrivere per Eleuteri-Serpieri, Pierre Frisano, Alarico Gattia, Huescar e altri, anche se – con suo grande disappunto – i suoi testi vengono pesantemente rimaneggiati. Lavora successivamente a “La storia del Far West a fumetti” e scrive al contempo brevi storie didattiche, che saranno disegnate da Pierre Brochard, per il settimanale Fripounet.

In quel periodo incontra Jean-Paul Dethorey, autore dell’Ispettore X sul mensile Amis Coop, per il quale creano il lunare Big Boogie.

Nel 1982 inizia a collaborare con la Glénat, che non lascerà mai più, scrivendo per i mensili Circus e Vecu. Negli anni realizzerà testi per Fabien Lacaf (“Les patriotes”), Alain Mounier (“Tango”), Didier Courtois (“Louis Ferchot”) e molti altri. Negli anni successivi collaborerà anche con la Dupuis e le Editions du Lombard.

Una tappa importante nella sua carriera è la creazione, nel 2000, della serie “Le Dacologue”, prima BD concept che lo porta a collaborare con diversi disegnatori sullo stesso progetto, da Joseph Béhé a Jean-François Charles, a Giulio De Vita, Bruno Rocco, T.B.C., Alain Mounier, Paul Gillon, Lucien Rollin, Michel Faure e Franz. Il successo dell’iniziativa porta alla nascita di serie derivate come “Le Légataire” nel 2005 di Béhé e Camille Meyer, e “Les Fleury-Nadal” di Lucien Rollin e Daniel Hulet.

Negli ultimi anni, frenato dalla malattia, continua comunque a proporre e realizzare (spesso con l’aiuto di alcuni amici sceneggiatori come Florent Germaine, Denis Lapière e Frédéric Richaud) nuove serie. Il suo ultimo lavoro, “Churchill et moi” disegnato da Andrea Cucchi, è stato pubblicato da Casterman.

 

(Fonte: BDzoom.com)

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *