Il mondo della Borsa non gode sempre di buona reputazione, spesso i grandi investitori sono etichettati come pescicani pronti a divorare i piccoli investitori per tornaconto personale. Una situazione che indubbiamente è presente e nota a chi investe in azioni.
Esiste una espressione che fa comprendere i meccanismi che regolano certe attività borsistiche: parco buoi. Così si indicava la zona della Borsa in cui si assepiava il pubblico per assitere alle sedute, compresi i piccoli risparmiatori attirati dalle grida degli operatori.
Quei piccoli risparmiatori che cercando di capire l’orientamento dei mercati proprio dalle urla si tramutavano in vere e proprie vittime sacrificali, non avendo le capacità e gli strumenti per interpretare cosa realmente stesse accadendo. In effetti imparare a investire in Borsa è impresa tutt’altro che semplice.
Anche il cinema, da parte sua, non ha fatto sconti a questo mondo presentando una lunga serie di pellicole sul tema. Eccone qualcuna che deve essere vista.

 

 

Wall Street

Quando si parla di film classici ambientati nel mondo del trading, il pensiero non può che correre a Wall Street, diretto da Oliver Stone nel 1987 con uno straordinario Michael Douglas nei panni di Gordon Gekko, spietato arrampicatore sociale disposto a fare qualunque cosa pur di realizzare i suoi fini, anche a infrangere la legge.
Alla fine la Sec (Security and Exchange Commission, deputata al controllo delle attività di Borsa negli Stati Uniti) riesce a incastrare Gekko, ma lo spettatore rimane lo stesso con l’amaro in bocca, sapendo che il suo vuoto sarà presto riempito da un altro pescecane.

 

 

Margin Call

La crisi dei mutui Subprime, scoppiata nel 2008 e di cui ancora si avvertono le conseguenze, viene invece raccontata da Margin Call, film del 2011 diretto da J.C. Chandor, con uno straordinario cast in cui spiccano Kevin Spacey, Jeremy Irons, Stanley Tucci, Demi Moore e Mary McDonnell.
La pellicola si svolge nell’arco di 24 ore, nel corso delle quali un broker di Wall Street si trova a dover combattere con la propria coscienza. Se non rivelasse il vero piano del suo diretto superiore, la società per la quale opera potrebbe liberarsi dell’enorme mole di titoli tossici posseduti, provocando però la rovina di milioni di piccoli risparmiatori e la gelata dell’economia mondiale.

 

 

Una poltrona per due

A “Una poltrona per due” (Trading Places), uscito nel 1983, spetta invece un curioso record, quello di avere avuto un effetto reale sulle operazioni della Borsa di Wall Street. Il giorno in cui iniziarono le riprese, infatti, le distrazioni dovute agli operatori furono alla base della perdita di sei milioni di dollari.
John Landis denuncia il cinismo dei broker finanziari attraverso una commedia, senza quindi raggiungere i toni drammatici di altre pellicole del genere, rivelandosi proprio per questo ancora più letale per l’immagine già ammaccata della Borsa.

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