Il mondo dei supereroi si è sempre prestato a diverse interpretazioni da parte dei lettori. I fan si sono chiesti chi fosse più forte tra due eroi, chi vincerebbe un eventuale scontro tra due beniamini spesso anche di editori diversi. A volte questo tipo di domande supera la mera questione del confronto fisico, portando a questioni più complesse e profonde.

Cosa accadrebbe a tale personaggio tolto dal suo contesto classico, o se sprovvisto dei poteri o se addirittura la sua origine fosse stata diversa?

A questo genere di domande molti autori hanno risposto con storie dagli esiti diversi alla “linea temporale canonica”.

Anche in questo caso Marvel e Dc hanno imboccato strade differenti.

LE ORIGINI

Fin dalla Golden Age e in parte della Silver Age, la Dc ha pubblicato episodi autoconclusivi “alternativi”, “storie immaginarie” dovute a sogni o incubi, come, per esempio, “se Lois Lane ottenesse i poteri di Superman” (Action Comics n. 60, 1943), “se Clark Kent e Lois si sposassero”, “se il pianeta Krypton non fosse esploso” o storie in cui i malvagi vincevano.

ELSEWORLDS CONTRO WHAT IF...?



Forse la più nota storia “immaginaria” del periodo è “La straordinaria storia del Superman Rosso e del Superman Blu” del 1963 (Superman n. 162), in cui l’Uomo d’Acciaio, a causa degli effetti collaterali di una macchina alimentata a kryptonite, viene sdoppiato in due gemelli vestiti completamente di rosso e di blu.

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Anche Batman non era esente da questo genere di storie, apparendo in racconti non canonici in cui si ritirava dall’attività di supereroe oppure decideva di sposarsi.

Negli anni sessanta, con l’avvento della Marvel e dell’affermarsi del concetto di continuity, questa usanza venne un po’ a cadere, per venire ripresa in seguito.

LA MARVEL E I “WHAT IF…?

Nel 1977 con un universo narrativo ormai consolidato, la Marvel lancia la serie What If…?, in cui narra le gesta di alcuni personaggi prendendo spunti da eventi avvenuti nella linea temporale canonica, ma raccontandoci come gli eventi abbiano preso una piega diversa.

Usando Uatu l’Osservatore, creatura onnisciente creata da Stan Lee e Jack Kirby su Fantastic Four n. 13 nel 1963, come narratore, ci vengono mostrati gli eventi alternativi di alcune importanti storie che abbiamo letto nel corso degli anni.

Il primo numero della serie prende spunto da Amazing Spider-Man n. 1, in cui l’Uomo Ragno si proponeva senza successo come membro dei Fantastici Quattro. Ora, invece, viene accolto dai Fantastici… Cinque.

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Da quel primo episodio l’Osservatore ci mostra diverse realtà alternative, presentandoci bizzarri avvenimenti a volte con risvolti tragici.

Assistiamo a “E se i Vendicatori non fossero mai esistiti?”, “E se Jane Foster avesse trovato il martello di Thor?” e così via.

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Fino alle domande legate alle morti celebri: “E se l’Uomo Ragno avesse salvato Gwen Stacy?”, “E se Fenice non fosse morta?”, “E se Bullseye non avesse ucciso Elektra?”. 

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O a eventi che avrebbero cambiato l’intero mondo Marvel come “E se Capitan America fosse diventato presidente?” o “E se il Dottor Destino fosse diventato un eroe?”.

La prima serie di What If…? prosegue fino al 1984, per poi venire ripresa dal 1989 al 1998, presentando altre strade alternative degli eroi Marvel. Alcune domande erano legate a questioni etiche come “E se Devil avesse ucciso Kingpin?” o “E se Capitan America non avesse rinunciato a essere Capitan America?”. Oppure a esiti differenti di saghe famose come “E se Iron Man avesse perso la Guerra di armature?” o “E se Kraven avesse ucciso l’Uomo Ragno?”.

In buona sostanza, What If…? porta nel mondo degli eroi Marvel quel concetto che al cinema sarebbe apparso nel 1998 con Sliding Doors, in cui Gwyneth Paltrow vive due vite parallele scaturite dal fatto che fosse riuscita a prendere o meno la metropolitana.

Sicuramente un modo efficace per suscitare l’interesse del lettore, incuriosito alla piega che gli eventi potevano prendere.

La Dc, invece, presenta un altro tipo di narrazione alternativa, grazie alla quale riesce a produrre dei veri capolavori.

GLI “ELSEWORLDS” DELLA DC

Fedele alla propria tradizione del Multiverso, nella serie Elseworld la Dc presenta episodi in cui i loro personaggi vengono stravolti e portati in contesti totalmente immaginari, creando un vero e proprio mondo parallelo e non semplicemente una realtà degli esiti alternativi come quella Marvel.

La prefazione all’inizio di ogni albo si legge: «Negli Elseworlds gli eroi sono tolti dalle ambientazioni a loro congeniali e posti in luoghi e tempi diversi. Alcuni sono esistiti veramente, altri potrebbero essere esistiti. Altri ancora non sono potuti, o non avrebbero dovuto, esistere. Il risultato sono storie che prendono personaggi a noi familiari e li rendono nuovi ed eccitanti come la prima volta che li abbiamo incontrati».

Ufficialmente la linea Elseworlds inizia nel 1989 con Gotham by Gaslight, scritto da Brian Augustin e disegnato da Mike Mignola, che vede Batman agire nell’epoca vittoriana alle prese con Jack lo squartatore, il quale da Londra si era trasferito in America.

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Iniziano così una serie di episodi ambientati in questi Altrimondi, come “Batman e gli Intoccabili”. Dove Batman agisce durante il proibizionismo, alle prese con Al Capone, oppure come Superman: Kal, in cui l’ultimo figlio di Krypton vive alla corte di Re Artù.

Alcuni titoli degli Elseworlds diventano dei cult d’autore, come Batman: più veloce di un proiettile (1993) scritto da J.M. De Matteis, che mostra il piccolo Kal-El allevato dai coniugi Wayne, oppure Il Figlio di Superman (1999) di Howard Chaykin, che racconta le vicende di un mondo in cui Luthor ha assunto il controllo dell’America dopo la scomparsa di Superman, e suo figlio Jonathan ne raccoglie l’eredità ribellandosi al governo tirannico.

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C’è da segnalare che alcune delle storie più celebri della Dc di fine anni ottanta erano già degli Elseworlds ante litteram. “Cos’è successo all’Uomo del Domani?” di Alan Moore e Curt Swan, in cui viene narrata l’ultima avventura di Superman in un futuro alternativo, e la celebre “Il ritorno del Cavaliere Oscuro” di Frank Miller, in cui un Batman invecchiato torna in azione in un mondo in piena guerra fredda sono effettivamente due “storie immaginarie” da tradizione Dc e di fatto vengono indicate retroattivamente come Elseworlds.



Questa linea di episodi alternativi degli Elseworlds porta alcuni degli autori più interessanti a realizzare delle nuove pietre miliari della Dc.

È il caso di Mark Waid, che nel 1996 scrive Kingdome Come, illustrata da Alex Ross. In cui (prendendo spunto da un idea di un racconto mai pubblicato di Alan Moore, Twilight of Super-Heroes) racconta gli eventi accaduti in un futuro alternativo, dove una nuova generazione di eroi senza etica sta sconvolgendo il mondo. Superman e gli eroi della generazione precedente, piuttosto invecchiati, ritornano per dare l’esempio e riportare l’ordine.

Nel 1998 è il raffinato disegnatore Alan Davis a scrivere e illustrare JLA: Il Chiodo, in cui racconta un mondo in cui Superman non viene trovato dai coniugi Kent a causa di un chiodo che buca la ruota della loro auto. Con tutte le conseguenze che l’assenza dell’Uomo d’Acciaio ha portato in quella realtà.

L’anno dopo, nel 1999, John Byrne in Generazioni racconta le avventure di Superman e Batman invecchiandoli in tempo reale dal 1938 al 1999, e mostrandoci le generazioni dei loro eredi che ne portano avanti la missione.



Nel 2003 Mark Millar, in Superman: Red Son, racconta come il razzo con a bordo il piccolo Kal-El precipiti in Unione Sovietica nel 1939, facendo di Superman il campione del comunismo.

Tra il 2003 e il 2004 è Darwyn Cooke a cimentarsi come “autore completo” in un Elseworld di grande impatto: La Nuova Frontiera. Questa storia, ambientata tra le fine degli anni cinquanta e l’inizio dei sessanta vede il tramonto degli eroi Golden Age e la nascita di una nuova generazione di eroi, il tutto in un contesto politico realistico, attraverso il maccartismo, il movimento dei diritti civili, la corsa alla Luna e la guerra fredda.



Sì, gli Elseworlds si sono rivelati fonte di grandi successi per la Dc.

LA RISPOSTA DELLA MARVEL

Questa lezione di “narrazione alternativa” viene imparata dalla Marvel, che in tempi più recenti ha centrato opere in una linea di albi chiamati Marvel Alternativerse.

Già nel 1995 l’autore britannico Garth Ennis scrive lo one-shot Il Punitore uccide la Marvel, in cui ipotizza che la famiglia di Frank Castle sia rimasta uccisa durante uno scontro tra supereroi e criminali, e il Punitore decide di eliminare tutti i superumani, ritenuti colpevoli della morte dei suoi cari.

Nel 1998 nasce la linea dell’MC2, un futuro alternativo della Marvel creato da Tom DeFalco e Ron Frenz in cui agisce May “Mayday” Parker, la figlia di Peter e Mary Jane, che veste i panni di Spider-Girl.

Nata nel n. 105 di What If…?, Spider-Girl diventa una serie regolare che tra alti e bassi è stata pubblicata fino al 2006. Da questa serie è uscito lo spin-off A-Next, ossia la squadra di Vendicatori di quella linea temporale.



Nel 2005 Robert Kirkman, sulla falsariga della sua opera di maggior successo, The Walking Dead, scrive per la Casa della Idee Marvel Zombie. Ispirata da un’idea apparsa su Ultimate Fantastic Four di Mark Millar, racconta le vicende di un universo Marvel in cui il supereroe Sentry porta nel mondo un virus che infetta i maggiori supereroi tramutandoli in zombie famelici. Vendicatori, Fantastici Quattro e X-Men diventano così ulteriormente fonte di espansione per il morbo.

La serie ha un buon successo presso il pubblico, tanto da ottenere sequel e fill-in.



L’anno dopo, il 2006, J. Michael Straczynski scrive Bullet Point, in cui Steve Rogers non ottiene il siero del supersoldato a causa di un proiettile che colpisce lo scienziato che lo ha creato prima che possa somministrarglielo. Da quel momento si scatena una serie di eventi in cui molti degli eroi Marvel sviluppano alias alternativi. In questo contesto, Steve Rogers diventa Iron Man, indossando un’armatura creata da Howard Stark. Anni dopo, lo scienziato Reed Richards diventa il capo dei servizi segreti al posto di Nick Fury, mentre l’orfano Peter Parker rimane coinvolto in un’esplosione nucleare che lo tramuta in un colosso di muscoli, mentre lo scienziato Bruce Banner viene punto da un ragno radioattivo.

Una linea alternativa Marvel di un certo successo è Marvel Noir, in cui le avventure di alcuni dei più celebri eroi Marvel avvengono negli anni trenta in contesti decisamente pulp.



In particolare la versione noir dell’Uomo Ragno, creata graficamente dal nostro Carmine Di Giandomenico, è stata gradita dal pubblico, tanto da apparire in alcuni videogame e cartoon dedicati all’Arrampicamuri.

SULLO SCHERMO

Questi archi narrativi dedicati a mondi alternativi hanno ricevuto un tale consenso tra i lettori da venire trasposti in versione animata.

La Dc, tramite la Warner Bros ha realizzato alcuni cartoon di alcuni celebri Elseworlds, come il Ritorno del Cavaliere Oscuro, Gotham By Gaslight, Red Son e soprattutto La Nuova Frontiera.



La Marvel ha invece dedicato una serie televisiva d’animazione alla linea What If…?, in cui ipotizza scenari alternativi agli avvenimenti accaduti nei film del Marvel Cinematic Universe.






Un pensiero su “ELSEWORLDS CONTRO WHAT IF…?”
  1. “Questa è una storia immaginaria. Non lo sono forse tutte?” recita più o meno una dida della famosa e citata nell’articolo storia di Supes di Alan Moore e Curt Swan. A volte una storia diventa un Altromondo perchè nella stanza dei bottoni qualcuno pensa non sia il caso di far diventare canone una vicenda come è capitato a The Golden Age di James Robinson e Paul Smith. Lo sceneggiatore ha utilizzato parte delle idee e del mood per il suo famoso Jack Knight /Starman. Un passo avanti sulla natura degli imaginery tales è stato lo Ipertempo di Morrison e Waid che il secondo ha forse banalizzato. Secondo Grant Morrison ogni storia, solo x il fatto di essere stata immaginata, anche da un lettore, ha una sua dignità e consistenza e da qualche parte è vera. Giusto, dico io. Viviamo davvero nel miglior mondo possibile e nemmeno gli altri sono male.

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