Giudice Dredd è un personaggio ambientato nel futuro creato da John Wagner e Carlos Ezquerra. La sua prima apparizione risale al 1977 sul secondo numero di 2000 AD, un settimanale inglese di fumetti. Dredd è un personaggio quasi parodistico che ricorda Harry “La Carogna” Callaghan, interpretato da Clint Eastwood nella serie Dirty Harry. Il Giudice Dredd è quindi una specie di versione estremizzata e iperbolica dello sbirro violento, con storie estremamente violente che sottendono una forte critica anti-autoritaria, inframezzate da una certa dose di humor.

Per la maggioranza delle persone la conoscenza del personaggio si ferma giusto al film heavy-super-pacchian di diciassette anni fa. E, a pensarci bene, questo è il punto che riassume i problemi di Dredd 2012.

Fondamentalmente, Dredd 2012 si trova a dover fare i conti con tre nemici mortali: 1) con la sua controparte cartacea, il Dredd a fumetti forte di più di quarant’anni di storie sul groppone, 2) con i denari, senza i quali, da che mondo è mondo, non si canta messa, 3) con lo spettro smascellante di Sylvester Stallone, che aleggia in tutina aderente nel primo film da ridere del 1995.
Strano ma vero, mi sono reso conto che la cosa interessante è che da tutto ciò viene fuori una singolare verità: niente è più forte dell’amore.

Vediamo di capirci. Hai un personaggio a fumetti pochissimo conosciuto fuori dalla Gran Bretagna, da cui hanno tirato fuori un film costato abbastanza caro con Stallone, il cui massimo ricavo è stato un trionfo di fischi e pernacchie. E su questa base l’idea quale sarebbe? Farci un altro film, però con meno della metà dei soldi spesi per quello precedente e senza manco uno straccio di nome famoso da metterci dentro. Cioè, ma tanto di cappello ad Alex Garland, sceneggiatore amico del cuore di Danny Boyle. Ché solo un pazzo spinto dall’amore per il personaggio poteva lanciarsi in un progetto partendo da questi presupposti.


Personalmente, lo capisco anche. Dopotutto, il background di Giudice Dredd è un grande classico. Futuro distopico con il pianeta andato all’aceto a causa delle guerre nucleari. Gli Stati Uniti, ridotti a una landa deserta e nuclearizzata conosciuta come Terra Maledetta. Gli esseri umani sopravvissuti, che vivono barricati in giganteschi sprawl chiamati Mega-City. Sul serio, come si fa a non adorare tutto questo?

A ogni modo, sulla costa americana affacciata sull’Atlantico si trova Mega-City One, una megalopoli sterminata in cui risiedono circa ottocento milioni di abitanti. La maggior parte di essi vive ammassata nei City-Blocks, enormi palazzoni di centinaia di piani che ospitano migliaia di persone. Periferie intere, in pratica, che anziché in orizzontale si sviluppano in verticale. La storia di Dredd 2012 comincia da uno di questi palazzoni, Peach Trees. Il quale è sotto il giogo di Madeline Madrigal, nota come “Ma-Ma”. Ex prostituta che dopo aver evirato a morsi il pappa scala i vertici della criminalità e ora mantiene il potere con violenza e brutalità.

Tuttavia, il più grande successo di Ma-Ma, è la Slo-Mo: una droga che porta a percepire lo scorrere del tempo solo all’1% del normale. Con questa roba ha intenzione di espandere il proprio impero e ottenere il controllo anche degli altri blocks. Quando tre poveracci vengono sorpresi a spacciare in proprio senza il suo permesso, Ma-Ma li fa imbottire di Slo-Mo, scuoiare vivi e infine buttare giù dal centesimo piano.

A investigare viene mandato Dredd. A cui, tra l’altro, è stato assegnato pure il compito di tirarsi dietro e dare la sua valutazione della recluta Cassandra Anderson. Una mutante, che su carta non era riuscita a passare gli esami per diventare giudice. Visti però i suoi enormi poteri telepatici, le viene data comunque una possibilità per diventarlo. Arrivati a Peach Trees le cose ci mettono ovviamente poco ad andare malissimo. Per evitare che i giudici vengano a sapere che lì nasce la Slo-Mo, Ma-Ma fa sigillare l’edificio, avvisando poi che non sarà riaperto fino a quando qualcuno non le porterà le teste dei giudici-sbirri.

Ci sono un paio di cose da spiegare assolutamente. In primis, come il mondo intero ha tenuto a sottolineare all’epoca, Dredd 2012 è di una linearità e prevedibilità assolute. Con personaggi (quasi) a crescita zero e totale mancanza di qualsivoglia plot twist. E fin qua siamo d’accordo perché… è la verità, insomma.

Però capiamoci: Alex Garland ha cominciato a buttare giù le prime bozze della sceneggiatura già nei primi anni 2000. Inizialmente, il primo script ruotava attorno a Judge Death, uno dei principali nemici di Dredd. Mica Garland è l’ultimo dei fessi, però. A un certo punto s’è reso conto che la cosa non avrebbe mai potuto funzionare.

Semplicemente perché un film simile richiedeva una conoscenza troppo specifica di personaggi e vicende. Andare avanti su questa linea significava dover dare al pubblico un pacco di fumetti all’entrata del cinema e dirgli: Tié, datevi ‘na spicciata a leggere che tra mezz’ora comincia il film”. Chiaro che non era cosa. Il problema sta nel fatto che personaggi con una lunga storia alle spalle nel bene o nel male ti portano per forza di cose a fare salti mortali.

In Dredd c’è satira, violenza, critica, umorismo… un adattamento fedelissimo è pressoché impossibile senza sbilanciarsi da una parte sacrificandone l’altra. E il rischio, qua, era bello alto visto che Garland alla fine c’ha buttato in vena iniezioni massicce di sterealismoidi-Nolan-style.

In questo senso, la nuova Mega-City One di Dredd 2012 è un immenso, caotico sprawl fatiscente, cupo, sporco e decadente. Naturale estensione di quelle che potrebbero benissimo essere le reali megalopoli a crescita incontrollata.
Di conseguenza è naturale che pure quelle cafonate delle divise dei giudici venissero totalmente riviste, diventando quello che in effetti dovrebbero essere: corazze, grezze e funzionali, il cui unico scopo è mantenere in vita il più possibile.

Personalmente i film di supereroi che provano a fa’ i seri, non se ne scendono. Perché non funzionano. Tanto per fare un esempio semplice, il motivo per cui i Batman di Nolan non mi piacciono è ché, se provi a fare un passo indietro e guardare l’albero intero anziché solo una foglia, ti rendi subito conto che non stanno in piedi. Uno che nella realtà va in giro a “combattere il crimine” vestito da pipistrello con la Batmobile è semplicemente ridicolo.

La mia paura più grande, quando vidi Dredd 2012, era che nella foga di distanziarsi dal Dredd pacchiano di Stallone finisse a ripiegare trasformandosi in una copia di BatNolan o qualcosa di simile. Invece, fortunatamente no. La differenza sta nel fatto che Alex Garland ha fatto una scelta: ha deciso di concentrarsi su un unico aspetto di Dredd e portarlo fino in fondo. Quindi niente più umorismo, niente satira e via dalla lista pure le sparate da cowboy che fa fuori il cattivo col sorriso sulle labbra. Qui, rimane solo l’aspetto crudo e violento di Dredd.

Un aspetto del resto realistico, certo. Con un Dredd più vero e meno giocattoloso, sicuramente. Ma di certo, non esautorato dal suo contesto di fantasia. Per quanto plausibile, credibile, possa mai essere, su schermo io vedo Dredd e il suo mondo. Non certo un bizzarro mash-up finto-vero. Tanto per dire, durante la stesura dello script, Garland ha avuto il supporto di John Wagner, il creatore del personaggio. Il quale (che a suo tempo definì il film con Stallone una barzelletta scema) ha tenuto a dire che Garland ha realizzato “un prodotto al 100% Dredd”.

In questo modo secondo me si dovrebbe fare un adattamento. Lo spirito della storia, il suo significato, i suoi personaggi, la sua essenza vengono rispettati. Il fatto che, per dire, il Palazzo di Giustizia di Mega-City One sia diverso, così come le divise dei giudici o quel che diavolo siano, non conta molto. Sono accessori secondari nella storia. Se prendi Conan il barbaro e al posto della spada gli metti un paio di pugnali in mano, il personaggio resta quello. Se invece prendi e lo fai piangere davanti a Bambi l’hai completamente deformato.

A ogni modo, come dicevo, Dredd 2012 funziona. La storia, una specie di fusione fra Die Hard e Training Day, fila via che è una favola. E nonostante sia stato tirato su con una trentina di milioni appena, perciò non c’era la possibilità per ficcarci dentro troppe cose, vince sul vecchio film di Stallone dieci a zero. Oltretutto l’intera storia si mantiene su tre personaggi, e quando dico tre, intendo proprio tre.

Karl Urban, nei panni del Giudice Dredd è semplicemente fantastico. Ché il buon Karl al volo ha capito perfettamente ruolo, storia e personaggio. Soprattutto, vattelo a trovare un attore protagonista che per tutto il film accetta di rimanere con il viso semicoperto da una maschera.

Olivia Thirlby
, il Giudice Anderson (altro personaggio pescato dai fumetti), è l’unico richiamo agli elementi fantastici delle storie di 2000 AD. Il fatto di essere una mutante telepatica in grado di entrare nella testa delle persone la rende (paradossalmente) più “umana” di Dredd. Un personaggio più empatico che vediamo evolversi (nei limiti, chiaro) nel corso della storia, che controbilancia perfettamente Dredd e la sua mancanza di emozioni. D’altronde Dredd è Dredd, insomma. Perciò, che rimanga uguale dall’inizio ci sta.

Lena Headey, invece, oggi conosciuta ai più come Cersei Lannister di Game of Thrones, che te lo dico a fare: eccezionale. Prende il ruolo di Ma-Ma e ci tira fuori, credo, il miglior cattivo di un film d’azione degli ultimi anni.

Un’ultima cosa: la fame fa uscire il lupo dal bosco. La storia della droga Slo-Mo l’ho trovata incredibile. In un periodo in cui le riprese al rallentatore non sono abusate ma di più, in Dredd 2012 si è trovato il modo di dargli forse non una svecchiata, ma comunque un senso. La mancanza di budget ha favorito l’ingegno, facendo tirare fuori scene d’azione ingegnose, creative, visivamente belle e con un senso di continuità. Con cui mostrare una violenza brutale e sanguinosa. Due parole: che bello!

Per me, come dissi QUI, Darkman di Sam Raimi era e rimane il miglior cinecomics di sempre. I motivi sono tanti, ma quello fondamentale è che Darkman è un film con carattere. Fa esattamente quello che promette e fila dritto. Non si perde cercando in qualche assurdo modo di mettere tutti d’accordo, in una molle pappina digeribile da chiunque. Dredd 2012 è la stessa cosa: un B-movie veloce, sintetico, essenziale. Soprattutto ha una sua personalità modellata secondo una visione personale, non di certo limitandosi a copiare in maniera ottusa elementi nati su un media diverso. Questo dovrebbe essere il vero spirito di un cinecomic, secondo me.

Ebbene, direi che con questo anche per oggi è tutto.

Stay Tuned, ma sopratutto Stay Retro.

 

Dredd (2012)

Titolo originale: Dredd

Regia: Pete Travis

Produzione:
Alex Garland

Andrew Macdonald
Allon Reich

Sceneggiatura:
Alex Garland

basata su Judge Dredd di John Wagner e Carlos Ezquerra

Starring:
Karl Urban

Olivia Thirlby
Wood Harris
Lena Headey

Casa di produzione:
DNA Films

IM globale
Reliance Entertainment

Distribuzione:
Entertainment Film Distributors

Lionsgate

Data di uscita: 7 settembre 2012

 

2 pensiero su “DREDD 2012: IL VERO SPIRITO DEI CINECOMICS”
  1. L’ambientazione del film in un city- blocks, ovvero in un futuristico super condominio abitato da migliaia di persone, in cui il Giudice resta bloccato e da cui potrà uscire solo dopo un bagno di sangue mi ricorda molto un altro film, The raid: Redemption film indonesiano del 2011 girato da Garet Evans, regista gallese. Infatti The raid racconta la storia di una squadra speciale della polizia indonesiana che prende d’assalto il condominio-fortezza di un signore della droga, anche se si rende conto di essere atteso dai criminali. I poliziotti dovranno farsi strada a suon di sanguinosi combattimenti di ogni tipo attraverso i piani del condominio fino ad arrivare al covo del trafficante di droga.
    Viste le date di uscita dei due film (2011 The raid e 2012 Dredd) mi chiedo se il secondo si sia in qualche modo ispirato al primo, trasportando il tutto nel futuristico mondo dei Giudici o se l’ambientazione obiettivamente uguale sia solo il frutto di una coincidenza.

    1. Sì, lo conosco bene The Raid e la similitudine fra questo e Dredd è una coincidenza.
      Anche se The Raid è stato presentato al Toronto Film Festival nel 2011, in ogni caso Garland ha terminato la sceneggiatura di Dredd nel 2008, quando è stato annunciato. Il film poi è entrato in produzione nel 2010 e, per una serie di problematiche (mi pare relative al fatto sia stato girato in 3D nativo), l’uscita è slittata nel 2012. In ogni caso, non l’ho nominato per via del fatto che il parallelo principale di entrambi i film è comunque Die Hard (a sua volta ispirato a L’inferno di cristallo del ’74 con Paul Newman e Steve McQueen).

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