Una delle tante ragioni dell’enorme successo che Dylan Dog incontrò presso il pubblico furono i talentuosi artisti che ne disegnarono le storie. Il parco disegnatori su cui la creatura di Tiziano Sclavi poté fare affidamento fin dagli inizi non si era mai visto in Italia prima di allora e rimane ineguagliato ancora oggi.
Ricordiamo qui tutti coloro che disegnarono Dylan Dog nel primo decennio della sua storia, dal 1986 al 1996.

 

Angelo Stano

Esordisce nel fumetto nei primi anni settanta collaborando anche con editrici allora famose come la Ediperiodici e la Edifumetto. Angelo Stano è l’autore del primo storico numero di Dylan Dog, “L’alba dei morti viventi”, dove si fa notare per lo stile ispirato a quello del pittore Egon Schiele.

 

Per sua stessa ammissione è “indiscutibilmente lento” e infatti il suo secondo numero, il mitico “Morgana”, arriva a ben due anni di distanza dal primo. A partire dal numero 41 del marzo del 1990 sostituisce Claudio Villa come copertinista.

 

Gustavo Trigo

Fuoriuscito per motivi politici dall’Argentina, sua patria di origine, si stabilisce a Roma nella seconda metà degli anni settanta, dove inizia a collaborare  con la Eura Editoriale per le testate Skorpio e Lanciostory.  Di Dylan Dog disegna alcuni tra i numeri iniziali (2, 6, 13), non riuscendo a integrarsi perfettamente nel mood della serie.

 

Il suo numero più riuscito è il primo dove il modus operandi di alcuni omicidi fa pensare a un ritorno dal regno dei morti di Jack lo Squartatore.

 

Giuseppe Montanari ed Ernesto Grassani

Montanari e Grassani iniziarono il loro sodalizio nel 1972, quando entrambi lavoravano per la Edifumetto (Montanari disegnò 22 numeri di Lando). Insieme diventarono una delle colonne portanti di Dylan Dog, del quale disegnarono oltre un centinaio di albi.

 

 

La loro velocità di esecuzione assicurò per anni una ferrea stabilità nelle uscite in edicola. Tra le loro storie più amate c’è il n. 7, “La zona del crepuscolo”, sospesa in un’angosciante dimensione onirica.

 

Corrado Roi

Muove i suoi primi passi nel settore collaborando con la Edifumetto per la quale realizza 11 numeri di Karzan sul finire degli anni settanta. Il suo esordio con Dylan Dog avviene nel n. 4, “Il fantasma di Anna Never”: fu un colpo al cuore per i lettori, che lo elessero da subito tra i loro disegnatori preferiti.

 

Roi porta nel fumetto mainstream molte suggestioni legate al fumetto d’autore. Il suo stile, che muta parecchi aspetti da Dino Battaglia (su esplicita richiesta dell’allora direttore Decio Canzio), gli permette di realizzare opere di pura suggestione.

 

Luca Dell’Uomo

A lungo collaboratore di Skorpio e Lanciostory, per i quali realizza numerosi “liberi” tra il 1981 e il 1986, Dell’Uomo esordisce su Dylan Dog nel 1987 con l’episodio “Gli uccisori”. Si tratta di un classico ancora attualissimo di una Londra invasa da un’ondata di violenza che genera fobie contagiosamente dilaganti, isteria e paranoia.

 

L’episodio è stato consegnato alla storia anche per il tratto classico, pulito e senza fronzoli dell’autore che qui riesce subito a dare una sua impronta personale alla serie.

 

Luigi Piccatto

Nei primi anni ottanta collabora con la Ediperiodici, dove disegna per diverso albi, quali: Telefilm proibiti, Scandali, Confessioni Intime, Malavita Internazionale e Attualità Nera, dove mette in mostra uno stile originale e già maturo.

 

 

Esordisce su Dylan Dog nel 1987 diventando subito uno dei disegnatori preferiti dai fan. Negli anni disegnerà alcuni dei principali successi della serie, tra cui l’iconico “Golconda” una delle storie più splatter e surreali dell’intera produzione di Sclavi.

 

Giampiero Casertano

Entra giovanissimo nel mondo del fumetto dando una mano al suo “maestro” Leone Cimpellin nella realizzazione di Jonny Logan. Esordisce su Dylan Dog nel 1987, dove mette in mostra un segno molto personale con un ottimo equilibrio tra realismo e stilizzazione.

 

Il suo capolavoro è il n. 19, “Memorie dall’invisibile”, uno dei titoli preferiti dai fan, dove asseconda da par suo la vena malinconica e romantica di uno Sclavi al top della forma.

 

Carlo Ambrosini

Dopo aver collaborato con testate storiche del fumetto italiano come lo sfortunato Daniel della Editoriale Corno e Ken Parker della Bonelli, arriva a Dylan Dog nel 1987, dove si propone da subito come uno degli interpreti più eleganti del personaggio.

 

I lettori lo ricordano soprattutto come il magistrale interprete di uno dei titoli più amati dai lettori, il n. 74, “Il lungo addio”, dove descrive l’orrore degli anni che passano e del tempo andato che non potrà più tornare, mediante una delicata mezza tinta.

 

Ferdinando Tacconi

Grande disegnatore che, come tanti della sua generazione (era nato nel 1922), non si faceva problemi nel disegnare qualsiasi cosa, passando dal fumetto popolare al fumetto d’autore con scafata nonchalance.

 

 

Se gli si vuol trovare un difetto, questo è la pervicace determinazione a rimanere sempre se stesso, con il suo stile fortemente caratterizzato, in qualunque situazione si trovasse. Mai completamente capito dai fan di Dylan Dog, che lo ricordano soprattutto per il suo esordio, il n. 28, “Lama di rasoio”.

 

Claudio Castellini

A parere di chi scrive forse il migliore tra tutti i disegnatori di Dylan. Ricordo che quando lessi per la prima volta “La casa infestata” pensai che Sergio Bonelli avesse assoldato Neal Adams.

 

 

Uno dei suoi pochi limiti è la tempistica di produzione molto lenta, dovuta principalmente alla ricercatezza di un tratto iperdettagliato e molto attento nella resa dei corpi. L’altro gioiello disegnato per Dylan Dog, “Horror Paradise”, risulta leggermente inferiore al lavoro d’esordio.

 

Pietro Dall’Agnol

Se Castellini mi sembrò Neal Adams, quando vidi Dall’Agnol per un po’ rimasi convinto che in realtà fosse Milo Manara, che non voleva usare il suo vero nome per un fumetto seriale. La linea era chiara, netta e precisa, ma morbida proprio come quella di Manara e le donne erano bellissime.

 

 

Dall’Agnol si ritaglia subito un suo spazio tra gli aficionados a partire dal n. 69, “Caccia alle streghe”, dove Sclavi si scaglia contro la “crociata” di alcuni politici contro i fumetti dell’orrore, accusati di incitare i giovani alla violenza.


Giovanni Freghieri

È stato per anni una delle colonne dell’Intrepido e del Monello, per i quali ha disegnato un sacco di “liberi” e alcune serie, come la indimenticata Sorrow. Al suo arrivo su Dylan Dog nel 1990 veniva visto male dai fan della prima ora, che lo ritenevano a torto un disegnatore del fumetto di “serie B”.

 

 

Con tanta umiltà e tanto duro lavoro il disegnatore piacentino li fece ricredere, diventando una delle colonne della serie. Leggere il n. 54, “Delirium”.

 

Bruno Brindisi

Fattesi le ossa lavorando per la Ediperiodici con lo pseudonimo di Bruno Bizzarro, disegnando in modo splendido, con un tratto curato, pulito e sexy storie dai titoli molto espliciti come “Vacanze bollenti”, “Matrimonio pecoreccio” e via dicendo, Brindisi esordisce su Dylan Dog nel 1990.

 

 

Il suo segno accattivante affascina i lettori da subito e ne fa in poco tempo un beniamino, il quale ricambia con storie come quella del n. 121, “Finché morte non vi separi”, dove con il suo stile riesce a sottolineare gli aspetti emozionali della sceneggiatura.

 

Gianluigi Coppola

Gianluigi “Didi” Coppola di Chiavari è stato soprattutto un illustratore, autore di numerose copertine di libri per la Penguin Books e per case editrici come Corgi, Fontana, Collins, Pan e Granada. Nel 1991 Sergio Bonelli lo chiama per disegnare Dylan Dog, del quale realizzerà in tutto cinque albi.

 


Il suo punto più alto lo raggiunge con il n. 83, “Doktor Terror”, dove il suo stile realistico e dettagliato riesce benissimo a rendere l’atmosfera da incubo dei lager nazisti.

 

Ugolino Cossu

Si fa apprezzare sulle pagine di Lanciostory, imponendosi all’inizio degli anni ottanta come uno dei giovani emergenti più interessanti con uno stile chiaro e pulito, quasi privo di ombre. Sono proprio le particolarità del suo stile che fanno storcere il naso a più di un fan di Dylan Dog, che per questo genere di storie preferiscono stili ricchi di ombre dal mood più cupo.

 

 

Rimane insuperato il suo albo d’esordio, il n. 56, “Ombre”, dove Sclavi confeziona un racconto raccapricciante ispirato a una storia di Topolino degli anni sessanta, “La rivolta delle ombre”.

 

Andrea Venturi

Bolognese, nel 1989 entra ufficialmente nel mondo dei fumetti con una storia breve apparsa sulla mitica rivista “Mostri” delle Edizioni Acme. Arriva a Dylan Dog nel 1992 portando in dote uno stile al tempo stesso classico e moderno, ricco di ombre e atmosfera.

 


Esplode con la sua seconda prova, l’indimenticabile n. 81, “Johnny Freak”, diventato subito aggetto di culto da parte degli aficionados. Allo stesso tempo attira le attenzioni di Sergio Bonelli, che decide di “promuoverlo” dirottandolo su Tex.

 

Luigi Siniscalchi

Anche lui come gli altri due componenti della cosiddetta “scuola salernitana” (Brindisi e De Angelis) compie il suo apprendistato presso la Ediperiodici, vera e propria palestra d’ardimento per giovani talentuosi.

 


Arriva a Dylan Dog nel 1993, dotato di uno stile chiaro pressoché indistinguibile da quello dei due suoi sodali. Da leggere assolutamente il n. 85, “Fantasmi”, dove cinque giovani pagheranno assai cara la malsana idea di evocare un demone durante una seduta spiritica.

 

Roberto Rinaldi

Cresciuto su Il Giornalino delle Edizioni Paoline disegnando fumetti comici, arriva su Dylan Dog nel 1993 senza mostrare alcun problema nel passare dal disegno stilizzato a quello realistico.

 

 

“Decio Canzio mi suggerì soltanto di interpretare Dylan con delle espressioni un po’ asettiche – in effetti lo facevo ‘recitare’ un po’ troppo – seguendo il Dylan di Stano e Dall’Agnol”, ricorda l’autore. Da leggere il n. 319, “I ritornanti”.

 

Marco Soldi

Marco Soldi si avvicina al fumetto horror collaborando con la rivista Splatter, tra il 1989 e il 1990, della quale è il copertinista.

 

 

Dotato di uno stile accattivante ispirato al fumetto argentino (ha lavorato per anni per Lanciostory e Skorpio) arriva a Dylan Dog nel 1994, disegnando una delle storie più poetiche scritte da Sclavi: il n. 88, “Oltre la morte”, dove l’autore ci dice che non è la morte a essere ingiusta, ma la vita, che all’improvviso ci toglie tutto ciò che ci ha donato, senza darci il tempo di rimediare ai nostri errori. Finale da lacrime.

 

Franco Saudelli

Si fa notare su Lanciostory con la storica serie “L’uomo di Wolfland”, nel 1982, che lo proietta immediatamente sulla neonata rivista d’autore Orient Express, la quale accoglie il suo secondo capolavoro: “Iberland”.

 

 

Arriva a Dylan Dog nel 1996 disegnando come faceva con “La bionda” le linee a matita per poi fermarle con il fissativo, ma quando si accorse che alcune facce sparivano in fase di stampa passò subito al pennarello. Da leggere il n. 145, “Il cane infernale”.


Nicola Mari

Anche l’artista ferrarese, come molti altri della sua generazione, inizia l’attività professionale con la Edifumetto e la Ediperiodici, mettendo in mostra un segno molto moderno dalla linea chiara, ma già ricco di neri. Si fa notare in Bonelli grazie alle sue collaborazioni con la editrice Acme.

 

 

Arriva su Dylan Dog nel 1996, dove il suo tratto si evolve verso uno stile sempre più oscuro e gotico provocando alcune lamentele tra i fan che però non hanno impedito il grande successo del n. 161, “Il sorriso dell’Oscura Signora”, dove la protagonista del titolo non è la morte ma la vita.

 

 

Un pensiero su “I DISEGNATORI DEI PRIMI 10 ANNI DI DYLAN DOG”
  1. Claudio Castellini sul citato “La casa infestata” è stato straordinario (ça va sans dire) ma compie un errore “tecnico” di cui pochi si sono accorti: il personaggio col volto di Jack Torrance si suicida strangolandosi con una corda che fa avvolgere dal semiasse anteriore dell’auto sollevata su un martinetto. Però l’auto è una Volvo 760, caratterizzata dalla trazione posteriore, quindi non c’è un semiasse anteriore attorno al quale la corda si possa avvolgere e inserirla la marcia, ad avantreno sollevato, l’auto si sarebbe mossa.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *