Contratto con Dio è un romanzo a fumetti di Will Eisner, o graphic novel, pubblicato in America nel 1978. È stato tradotto per la prima volta in Italia nel 1980 a puntate sulla rivista Eureka.
Il romanzo è formato da quattro storie e un prologo che si svolgono negli anni trenta in un tenement (casamento) del Bronx.

La città di New York è divisa in cinque distretti: il Bronx, Manhattan, Queens, Brooklyn e State Island.

Eisner era nato a Brooklyn, dove vivevano molti ebrei newyorchesi. Anche il regista e attore ebreo Woody Allen è nato lì. Nel distretto di Brooklyn c’è il quartiere di Williamsburg, la zona soprannominata “ghetto” dove vivevano gli ebrei dell’Europa centro-orientale arrivati a New York alla fine dell’Ottocento e all’inizio del Novecento.

Esisteva anche un “ghetto ebraico” nel Lower East Side (distretto di Manhattan) e nel Bronx. Gli ebrei erano numerosi: il 18 % degli abitanti di New York.
Eisner crebbe nel Bronx: la sua famiglia viveva a due isolati dalla strada principale. Anche il regista Stanley Kubrik, figlio di un medico statunitense proveniente da una famiglia di ebrei austriaci e da una casalinga statunitense di origine ebraica, crebbe nel Bronx.

 

Ebrei italiani in “C’era una volta in America”

CONTRATTO CON DIO
Il ponte di Manhattan sullo sfondo in “C’era una volta in America” di Sergio Leone (1984)

 

Il film di Sergio Leone C’era una volta in America (1984) è ambientato a Brooklyn dagli anni venti fino ai sessanta. Il protagonista è l’ebreo David “Noodles” (spaghetti) Aaronson. È un gangster di una banda composta da un altro ragazzo ebreo e degli italiani. Siamo a Dumbo, a Brooklyn.
Il crimine organizzato, prima dell’affermazione dei mafiosi italiani, era monopolizzato da malviventi ebrei, e prima ancora da irlandesi.
La corrente migratoria degli ebrei dall’Europa orientale arrivò negli Stati Uniti insieme a quella italiana. Alcuni ebrei erano italiani, come il famoso sindaco di New York Fiorello La Guardia.

 

Immigrazione ebraica negli Stati Uniti

CONTRATTO CON DIO
L’ebreo immigrato a New York dall’Europa centro-orientale

 

Molti ebrei askenaziti dell’Europa orientale di lingua yiddish, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, emigrarono a New York. Fuggivano dai loro paesi a causa dei pogrom, persecuzioni nelle quali rischiavano la morte, e della povertà.
Dal punto di vista religioso praticavano l’ebraismo ortodosso o l’ebraismo conservatore.

CONTRATTO CON DIO
“Contratto con Dio”, panni stesi: uno sguardo affettuoso di Eisner

 

Quando giungevano nel porto di New York, gli ebrei cercavano una sistemazione dove c’erano già altri della loro religione. Spesso non conoscevano l’inglese, cercavano connazionali che parlassero yiddish. Di solito il primo approdo era Brooklyn, vicino al porto.

La Little Italy, il vecchio quartiere italiano, si trova nel Lower Manhattan (Manhattan meridionale, di fronte a Brooklyn).

 

L’America degli anni venti nei film

iIo ho visitato New York nel 1988 con mio figlio, che aveva 7 anni, e mia madre.
Avevo lasciato a casa mio figlio maggiore, che mi aveva chiesto di portargli un chiodo (giacca di pelle) di quelli che indossavano i poliziotti di New York. Chiedemmo informazioni: “Dove si può trovare una giacca di pelle dei poliziotti di New York?”.
Alloggiavamo in un hotel di Manhattan. Ci indirizzarono a Delancey Street. Prendemmo la metropolitana e dopo parecchio tempo arrivammo sul posto, vicino a Little Italy. Percorremmo la zona e la riconoscemmo.
Erano case che avevamo già visto, luoghi familiari.
Le famose bancarelle all’aperto viste nei film non c’erano più. Erano dentro un mercato chiuso, l’Essex, che aveva fatto costruire il sindaco Fiorello La Guardia nel 1940.

Le insegne italiane c’erano ancora. Anche i negozi con le scritte in italiano. Ma i negozianti erano cinesi o sudamericani. La confinante Chinatown si era ingrandita e aveva invaso Little Italy

Ogni nuova ondata di immigrati occupa le case e gli appartamenti dei precedenti migranti. I migranti che si erano integrati cambiavano quartiere o si trasferivano nei sobborghi alla ricerca di appartamenti migliori. Adesso Brooklyn ha circa il 20% di abitanti ispanici (sudamericani) e il 34% di neri.

 

I tenement

Tenement significa caseggiato. Costruzioni a più piani dove gli affittuari avevano in comune le scale, i corridoi e alle volte anche i bagni.

CONTRATTO CON DIO
Il tenement (caseggiato) raccontato da Will Eisner in Dropsie Avenue

 

Il tenement di Dropsie Avenue n. 55 nel Bronx è l’universo in cui avvengono i fatti narrati in Contratto con Dio. Siamo tra gli anni venti e trenta del Novecento. Il caseggiato è occupato dalle famiglie degli immigrati. Sono operai, un cantante di strada, il sovraintendente del palazzo.
Il graphic novel racconta le loro storie. È un universo simile alle case di ringhiera di Milano e Torino negli anni cinquanta.

 

La terra promessa

Manhattan, la terra promessa

 

Il sogno degli abitanti del Bronx di quegli anni è la fuga verso Manhattan. Manhattan è la sede delle banche, della Borsa, degli uffici, dei musei e delle classi privilegiate. Andare lì significava aver fatto la scalata sociale.

 

Il Bronx nel 1978

Nel 1978, quando Will Eisner pubblica Contratto con Dio, il Bronx era diventato una “zona di guerra”.
Nell’Ottocento il quartiere era popolato da tedeschi e irlandesi. In seguito si popolò di ebrei. Arrivò a contare, nel 1930, il 49% di ebrei.
Alla fine della Seconda guerra mondiale i bianchi della classe media lasciarono il Bronx e furono sostituiti da neri e ispanici. Le case si deprezzarono benché gli affitti aumentassero. Nel South Bronx si verificarono scontri razziali.

Parecchi caseggiati vennero dati alle fiamme, anche dagli stessi proprietari. Lo scopo era di riscuotere le polizze assicurative. Avvenne il fenomeno della gentrificazione, cioè della riqualificazione e rinnovamento di zone o quartieri cittadini.
Aumentò il prezzo degli affitti e degli immobili. E gli abitanti originari emigrarono verso altre zone urbane.

 

L’importanza dei ricordi in “Contratto con Dio”

L’importanza della memoria, dei ricordi

 

Eisner rivendica l’importanza della memoria. Ha scritto Contratto con Dio anche per ricordare che cosa erano i tenement, come si viveva in quei palazzi.
La memoria non è solo vagheggiamento del passato, è anche riflessione sul passato e sul presente per cercare di capire e di dare un senso alla vita.

 

Raccontare per parabole

“La metamorfosi” di Franz Kafka nell’adattamento a fumetti di Peter Kuper, 2003

 

Raccontare per parabole è un modo di narrare tipico della cultura ebraica. Il modello proviene dalla Bibbia stessa. L’autore spiega concetti anche molto complessi con un racconto semplice, ridotto all’osso.
il lettore ha una parte importante: deve cercare di capire che cosa è successo, quale senso abbia la parabola discutendone con chi ne sa di più.

Nel racconto La metamorfosi di Franz Kafka un commesso viaggiatore si risveglia un mattino nel corpo di uno scarafaggio. Un enorme scarafaggio. Noi lettori ci chiediamo: è sempre stato uno scarafaggio e solo ora si mostra come è sempre stato davvero? E la sua famiglia è sempre stata solo interessata a essere mantenuta da lui? Anche loro non sono altro che scarafaggi ancora in forme umane?

Will Eisner appartiene pienamente a questa cultura. Racconta per parabole. Anche se i protagonisti sono persone comuni e le storie sono ordinarie, il significato dei racconti è profondo. Sta a noi lettori esplorarlo.

 

Frimme Hersh e il dolore innocente

Frimme Hershe il contratto con Dio

 

Nel primo racconto del Contratto con Dio di Will Eisner troviamo Frimme Hersh, un ebreo devoto che era convinto di avere un patto “di non aggressione” con Dio. Aveva una fede ingenua, credeva che se si fosse comportato bene in cambio Dio gli avrebbe risparmiato i dolori più tremendi. Invece subisce la perdita della amatissima figlia.
Il racconto tratta un tema importante per ogni credente, forse soprattutto per gli ebrei: lo scandalo del “dolore innocente”. È concepibile che esista Dio e che permetta il dolore innocente?

Primo Levi rispose al dilemma dicendo: “C’è Auschwitz, dunque non può esserci Dio. Non trovo una soluzione al dilemma. La cerco, ma non la trovo”.

 

Le parabole di Isaac B. Singer

Isaac B. Singer raccontava per parabole. Nato in un piccolo villaggio polacco, riuscì a emigrare a New York. La sua “Dropsie Avenue” è il villaggio polacco di Frampol.

Singer ha scritto molto, sono famosi e conosciuti in tutto il mondo soprattutto i suoi racconti. Scriveva in yiddish, la lingua degli ebrei stanziati nell’Europa centrale e orientale. Deriva da un dialetto tedesco frammisto all’ebraico.
Eisner cita in Contratto con Dio alcune parole yiddish usate nel caseggiato di via Dropsie 55.

 

Il cantante di strada: Aiutati che il ciel ti aiuta!

Il cantante di strada

 

Il secondo racconto narra di un cantante di strada. All’epoca, i cantanti andavano da un tenement all’altro per cantare canzoni e pezzi d’opera. Gli abitanti dei caseggiati buttavano loro monetine giù nel nel cortile.

Si era al culmine della grande crisi, della Depressione economica. I cantanti come gli attori disoccupati erano sempre a caccia della grande occasione per poter sfondare.
Il protagonista del racconto trova la sua occasione nei panni di una attempata cantante che gli promette di aiutarlo a fare carriera. Ma il cantante non annota l’indirizzo della sua musa e perde l’occasione della vita.

 

Super, il sovraintendente del caseggiato

La bambina e Super

 

Super è il sovraintendente del palazzo di Dropsie Avenue 55 nel Bronx. Dall’aspetto e dal modo di fare si direbbe un tedesco dell’ondata migratoria precedente a quella degli ebrei. Si esprime, nella traduzione, nell’italiano storpiato dei tedeschi.

Una bambina lo tenta in cambio di denaro. Il racconto è nelle forme in cui i pedofili raccontano questi eventi. È la bambina che tenta Super, non Super che si approfitta della bambina. Spesso in questo tipo di racconti sono le donne che portano la tentazione e il male nelle case. Nella Bibbia è Eva che tenta Adamo.

Super ubriaco

 

Però Super non vuole apparire per quello che è, e si suicida all’arrivo della polizia.

La parabola classica non approfondisce le motivazioni psicologiche dei personaggi. È il lettore che analizza il racconto e cerca di capire il ragionamento che hanno fatto i protagonisti.
Nel caso di Eisner la sua matita modella a tutto tondo il personaggio. Guardate gli occhi cerulei di Super, mister Scuggs, la sua bonomia, la sua falsa innocenza.

 

C’era una volta in America, vacanze al mare a Long Island

I benestanti negli anni venti andavano in vacanza a Long Island. Qui vediamo Noodles con l’amico Max al mare, nel film C’era una volta in America.

 

Il Grande Gasby, villa al mare a Long Island

Anche il Grande Gatsby, il famoso romanzo di Francis Scott Fitzgerald dal quale è stato tratto l’omonimo film, è ambientato per buona parte a Long Island.

 

Il cookalein, cioè cucinare da sé

Cookalein, lo stupro

 

Nell’ultimo racconto di Will Eisner la giovane Goldie finge di essere ricca, mentre Benny la corteggia sperando di sposare una ereditiera. Quando Benny scopre che Goldie lo ha ingannato tenta di violentarla.
Si scoprirà poi che non ci è riuscito perché è impotente. Ma Goldie non sa nulla del sesso ed è convinta di non essere più vergine.

L’episodio si intitola Cookalein, una parola di inglese-yiddish che significa cook alone, cucinare da sé.

Eisner ambienta i fatti narrati in un posto sui monti Catskill, a 240 chilometri da New York, dove alcuni degli abitanti dei tenement andavano d’estate in vacanza. Sono i figli degli emigrati in lotta per arricchirsi, per conoscere il sesso, per dare la scalata al successo.

Anche da noi a Torino negli anni sessanta, gli abitanti dei condomini, delle case di ringhiera e delle case popolari andavano in vacanza nei paesi di mezza montagna vicino alla città. Era di moda la Valle di Lanzo.
Oppure si andava decisamente in campagna, ospiti di qualche contadino che metteva a disposizione delle camere per arrotondare.

E se qualcuno dei più benestanti e avventurosi si spingeva fino in Liguria andava ospite in qualche camera negli appartamenti dei liguri o in qualche convento dalle monache. Quando l’autostrada non era ancora completata un viaggio in Liguria era una vera avventura.

Frimme Hersh, uno dei protagonisti di Contratto con Dio, sogna di sposare una moglie ebrea e di avere una figlia di nome Rachele

 

I giovani abitanti di via Dropsie 55, protagonisti dell’episodio intitolato Cookalein, non hanno un contratto con Dio. Non sognano una timorata moglie ebrea che dia loro una figlia di nome Rachele, come fa Frimme Hersh prima di morire.
Sicuramente sono molto diversi dai propri padri e dai propri antenati. Ma sono ancora vivi, mentre i nazisti si accingevano a eliminare gli ebrei dall’Europa.

 

 

6 pensiero su “CONTRATTO CON DIO DI UN EBREO AMERICANO”
  1. Ottimo articolo! Da credente (a mio modo) mi aveva un po’ deluso il primo racconto, quello con il vero e proprio contratto con Dio, per la descrizione di questa fede ingenua di chi pensa di fare contratti con Dio, per altro senza la sua firma ma per silenzio assenso, come se non avesse coscienza della morte e dolore innocente nel mondo che ci circonda. Avevo anche pensato che forse questo tipo di rapporto facesse parte della cultura ebraica ma i realtà anche nel vecchio testamento, con il libro di Giobbe ci viene spiegato che il nostro rapporto con Dio non è così lineare.

  2. … e poi alla fine non c’è evoluzione nel personaggio che non ha capito come gira il mondo ma “perdona” Dio e stila un altro contratto.

  3. Caro Claudio e Andrea, vi ringrazio dell’attenzione. Se mi posso permettere di commentare con voi io non credo che il racconto sia ingenuo, penso che invece sia provocatorio. Siamo noi che dobbiamo approfondire. Credo che spesso succeda davvero così come in “Contratto con Dio” Giustifichiamo le nostre cattive azioni con quello che ci è successo nella vita come se Dio non avesse mantenuto la sua promessa. Ma il libro di Giobbe ci dice che Dio non ha mai promesso di liberarci dal male se ci comportiamo bene. Anzi, Dio sostiene che Giobbe è il suo prediletto.

  4. Bellissimo articolo, complimenti.
    MI è venuta voglia di cercare a casa il volume (non ricordo quale edizione, forse un Classico allegato a La Repubblica) e rileggerlo ( dopo parecchi anni) alla luce delle informazioni e considerazioni contenute appunto nell’articolo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *