Negli ultimi sei anni ha pian piano ripreso quota la fettina, tra gli alimenti acquistati abitualmente dagli italiani, tant’è che il suo consumo, nel 2018, dai dati resi noti dall’Osservatorio permanente sul Consumo Carni, è cresciuto del 5%. Un incremento che tocca soprattutto le carni rosse, anche se pollame e carni bianche salgono anch’esse del 4%. Di contro, sul versante strettamente vegano, si registra un abbandono di due appassionati su tre, che hanno fatto ritorno a una dieta completa, reintegrandola con il consumo equilibrato delle proteine animali.

 

Sempre più persone sembrano abbandonare la dieta vegan

Un incremento del 5% sull’acquisto delle carni, rispetto all’anno precedente, è un dato che non può passare inosservato, anche perché è la stessa Coldiretti a comunicare che, dall’analisi degli acquisti degli italiani, coloro che scelgono solo alimenti di tipo vegetale sono passati dal 3% allo 0,9% nel giro di un anno. Un’analisi targata Eurispes, dalla quale risulta che, ad oggi, sono 460.000 le persone che hanno scelto una alimentazione esclusivamente vegetale, e che il 68% di loro è composto da donne e giovani.

 

Tanta passione per il regime vegan, secondo Coldiretti, è frutto nella maggior parte dei casi delle notizie non sempre attendibili in merito alla corretta alimentazione umana che girano sui social. Fake news che spesso sono causa anche di disfunzioni dell’organismo, che viene privato delle sostanze essenziali per un funzionamento corretto. Spezza una lancia a favore di una dieta razionale e completa Roberto Moncalvo, presidente Coldiretti, ricordando che la longevità classica dei popoli latini (e italiani soprattutto) dipende in gran parte proprio dalla dieta mediterranea, oltre che dalla qualità dell’alimento in sé, che è la cosa più importante per la salute.

 

I consumatori consapevoli cercano la carne di qualità

Sembra che le ragioni del cambiamento di gusti sia da attribuire alla maggiore consapevolezza, da parte degli italiani, dell’importanza del consumo di carne all’interno della dieta, puntando però ai prodotti tracciabili e controllati qualitativamente. Infatti è sempre più alto il numero dei consumatori che sono tornati a cercare la carne negli scaffali dei supermercati, dotata di marchio certificato, oppure hanno sfruttato i canali online stile EasyCoop, per ordinare carne online attraverso le sezioni dedicate a questo prodotto. E, anche se rispetto al resto d’Europa (in particolar modo ai danesi), gli italiani risultano dei consumatori più moderati, con un consumo medio a persona di meno di 80 chili di carne, la ricerca della qualità è in netta crescita. Infatti il controllo del marchio Dop, Igp o simili viene regolarmente fatto dal 20% dei consumatori, mentre il 29% si rivolge al mercato locale e il 45% sceglie comunque carni provenienti da allevamenti nazionali. Una domanda di qualità e tracciabilità che ha fatto tornare a crescere l’allevamento delle razze storiche, dal Vitellone piemontese, alla più classica Chianina, insieme alla Marchigiana, la Romagnola, la Maremmana e la Podolica, che erano quasi giunte al punto di estinguersi.

 

4 pensiero su “IN ITALIA È TORNATO AD AUMENTARE IL CONSUMO DI CARNE”
  1. Vorrei sfiorare un diverso aspetto collegato al consumo di carne: tutti questi poveri animali sono alla fine uccisi , macellati e confezionati per essere acquistati. Il loro allevamento avviene ,spesso o raramente non so, in condizioni eticamente inaccettabili. Sempre che negli esseri umani scocchi il senso da dare alla vita degli animali, che certo non esistono solo per lo scopo di essere mangiati. Non dimentichiamo che animali per noi italiani considerati domestici, non di rado considerati nostri compagni di vita, in altri parti del mondo vengono cresciuti in un’altra prospettiva esistenziale: all’occasione vengono uccisi e mangiati.
    Noi peraltro uccidiamo ,macelliamo e vendiamo/acquistiano cavalli e puledri, cosa che in altri paesi europei risulterebbe cosa inconcepibile!
    Quidi, mi metto dalla parte degli animali allevati ( ne vediamo la pubblicità televisiva) con tante amorevoli cure dai proprietari di allevamenti di maiali, ovini, bovini, pollame in genere compresi gli struzzi, cacciagione di penna o di pelo, eccetera, poi uccisi certamente senza remora alcuna, per essere allegramente confezionati in accattivanti confezioni.
    Gli animali sono capaci di sentimenti, fra di loro e ingenuamente nei confronti dell’uomo, possono soffrire anche loro fisicamente e mentalmente, perchémai presentarli come amati esseri viventi ( anche i maiali sono amati dai loro allevatori) per poi ucciderli, casomai in modo brutale??
    Il profitto??? mettiamo al primo posto dei nostri valori i soldi, senza i quali certamente è arduo campare, ma che non dovrebbero essere il sale della terra, a mio modesto parere. Argomentazione questa contro corrente e forse bizzarra in un mondo dove quotidianmente muoiono migliaia di bambini di fame!!
    Mah, se esiste l’inferno, temo sia per tutti la prossima meta.

  2. Non lo scrivete messaggio pubblicitario Coldiretti ?
    Gli oncologi il pesce lo consigliano, alla faccia dei vegani, ma sulla carne il loro parere è univoco: è cancerogena, specie se rossa, specie se conservata.
    Secondo me poi uno deve essere libero di mangiare quello che gli pare, anche lo zucchero fa male, ma felicitarsi dell’aumento del consumo di carne è come felicitarsi dell’aumento del consumo di sigarette !

  3. sono vegetariano dal 15 agosto 1976; io non rompo le palle a chi mangia carne e pesce, ma per favore non facciamo l’apologia del massacro di miliardi di animali ogni anno con la scusa del salutismo; oppure mettiamola giù così: vuoi mangiarti la fettina bio? benissimo, però ci vai tu al mattatoio a sparare nella tempia della mucca e poi le togli tu le interiora piene di escrementi, la dissangui tu e poi lavi il pavimento, e poi te la affetti tu; se no taci;

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