Fracchia

I più celebri personaggi interpretati da Paolo Villaggio sono stati personaggi televisivi, a cominciare da Giandomenico Fracchia.
Il ragioniere Giandomenico Fracchia nasce da un personaggio chiamato Saponetti, creato da Villaggio e, secondo lo stesso Villaggio, da Vittorio Sirianni, quando entrambi appartenevano al gruppo genovese di cabaret Baistrocchi.

Fracchia viene nominato per la prima volta il 7 aprile del 1968, nella dodicesima puntata del programma Quelli della domenica, che va in onda in ventiquattro puntate sul Programma Nazionale (l’attuale Rai Uno) dal 21 gennaio al 30 giugno.

Diretto da Romolo Siena, vede il debutto televisivo di Paolo Villaggio, nel doppio ruolo di comico e presentatore. Nel corso di Quelli della domenica Villaggio, in prima persona, racconta in ogni puntata una storia al pubblico, perlopiù attingendo a presunti ricordi di quando lavorava come “impiegato di concetto in una grossa società di Genova”.
Realtà e finzione si mischiano in queste storie e di tale finzione comincia a far parte il personaggio di Fracchia.

Successivamente, nella puntata del 14 aprile viene di nuovo citato un non meglio specificato Ugo Fracchia, che sembra però aver poco a che vedere con quello che diventerà il personaggio interpretato da Paolo Villaggio.
Come si sa, Ugo è il nome del più celebre personaggio creato da Villaggio, Fantozzi.
La crasi dei nomi di Fracchia e Fantozzi, utilizzati da Villaggio per il programma, non sembra del resto essere casuale.

Nelle storie che il presentatore Villaggio racconta al pubblico presente nello studio televisivo e a quello che guarda la televisione vengono infatti citati a più riprese Fracchia e, soprattutto, Fantozzi, quest’ultimo presentato come collega del narratore. Sostanzialmente nessuno dei due prende il sopravvento sull’altro, sono coprotagonisti delle varie vicende.

Nella trasmissione che segue, È domenica… ma senza impegno, Fracchia diventa finalmente un personaggio a tutto tondo e il protagonista, in ogni puntata, di uno sketch (nello stesso periodo Villaggio/Fracchia è anche protagonista di una serie di caroselli per i materassi a molle Ennerev).

Nella prima puntata di È domenica… ma senza impegno, andata in onda il 16 marzo, Villaggio ancora in veste di conduttore, al minuto 00:26:31 si presenta davanti alla telecamera dicendo: “Io sono Fracchia. Da cinquant’anni io presto servizio in questa società e in cinquant’anni non ho mai fatto un’assenza. In cinquant’anni non ho mai chiesto un’ora di ferie. Non ho mai fatto un’indisposizione. A rigore mi spetterebbe un aumento di stipendio”.

L’effetto comico di questo primo sketch nasce dal fatto che Fracchia prosegue sostenendo che ha intenzione di andare dal direttore generale (interpretato da Gianni Agus) e, “calmissimo, con molta calma”, chiedere un aumento. Il direttore generale, sempre secondo Fracchia, sarà “un po’ emozionato”, lui lo inviterà a stare calmo, a fumare una sigaretta e, infine, otterrà l’aumento. In realtà accade l’esatto contrario.



Fracchia entra nell’ufficio del direttore generale e, per nulla calmo (mentre il direttore è calmissimo), viene costretto a sedersi su una poltrona sacco. È talmente nervoso che non ricorda nemmeno il proprio nome e alla fine, quando il direttore gli chiede se vuole un aumento, Fracchia risponde di no.

Nelle puntate seguenti lo sketch ha sempre la stessa scenografia. Ritroviamo la poltrona sacco, la specie di trono su cui è seduto il personaggio interpretato da Agus, che gli permette di guardare dall’alto in basso il povero Fracchia.
Cambiano le situazioni. Fracchia deve vendere ad Agus un’enciclopedia, chiedere la mano della figlia, comprare una barca eccetera.


Ogni volta Fracchia parte lancia in resta assicurando d’essere molto calmo e di poter ottenere ciò che vuole, invece finisce per cedere al tono autoritario di Agus o per essere ignominiosamente scacciato.
Le storie raccontate nel corso delle puntate di Quelli della domenica contengono in nuce gran parte del corpus narrativo che Villaggio svilupperà in seguito, ma ancora non ben ordinato.

Per quel che riguarda il rapporto Fracchia/Fantozzi, va detto che anche nel successivo È domenica… ma senza impegno la distinzione tra ciò che appartiene all’universo Fracchia e ciò che appartiene all’universo Fantozzi non è ancora del tutto definito.

Negli sketch con Fracchia, per esempio, vengono nominati personaggi che in seguito entreranno a far parte del mondo fantozziano, come la contessa Serbelloni Mazzanti Viendalmare. Mentre dietro un altro collega del narratore, tale Tonino Semenzi, che ha una lontana cugina di nome Filini, si può chiaramente intravedere il celebre geometra spalla di Fantozzi.

Come ha scritto Valentina Pattavini, Fracchia e Fantozzi sono “due personaggi praticamente simili, prostrati davanti al potere, in difficoltà con le donne, vittime patetiche” (V. Pattavina, L’epopea di una maschera. Paolo Villaggio, il paradosso, l’iperbole, il grottesco, Einaudi Stile Libero, 2009).

Non è un caso che Antonio Costa, nel libro Il divismo e il comico, identifichi Fracchia e Fantozzi come un unico personaggio (“Con Fracchia e Fantozzi, personaggio creato e portato sugli schermi televisivi da Paolo Villaggio tra gli ultimi anni Sessanta e i primi Settanta”).

Indubbiamente i due personaggi e il contesto nel quale si muovono sono fin dall’inizio simili. Nello sketch sopra descritto a un certo punto il direttore generale per congedare Fracchia usa il verbo “vadi”. Un congiuntivo errato che in seguito sarà solo e unicamente fantozziano.

A dimostrazione di come per un certo periodo i mondi dei due personaggi abbiano continuato a essere intercambiabili, troviamo questa espressione anche nella canzone “La ballata di Fantozzi –
L’impiegatango”, tema principale del film uscito nel 1975 e diretto da Luciano Salce.

Il “vadi” o, in altri casi “batti lei” eccetera, appartengono invece all’universo fantozziano come alcuni modi di dire a quello di Fracchia: “mi si sono intrecciati i diti”, per esempio.
Vanno anche considerate le differenze evidenti nel modo di comportarsi, nelle condizioni di vita (Fantozzi ha una famiglia, Fracchia no) e nell’abbigliamento (Fantozzi porta sempre un baschetto).

Lo stesso Villaggio in varie occasioni è intervenuto sulla questione riguardante il rapporto tra i due personaggi.
“Villaggio è Fracchia perché, mentre Fantozzi è l’esasperazione di una persona normale, presa dall’esterno, Fracchia nasce dentro di me. Vive con me. Mi procura un sacco di guai sin dall’età dell’adolescenza”. “Fracchia è anche la terapia di Paolo Villaggio, che attraverso di lui trova uno sfogo liberatorio” (Margherita Simoni, Villaggio raccontato da Fracchia – confessione semiseria del comico genovese, Eva Express).

E ancora: “Nella mia testa Fracchia non era un personaggio buffo. Certe volte arrivava anche a commuovermi per la sua pateticità. Invece quando lo interpretavo facevo ridere non tanto per il mondo che cercavo di rappresentare, quanto per l’uso di un meccanismo comico vecchissimo e collaudato: quello che fa ricorso alla fisicità. Facevo ridere appena parlavo con la voce sfiatata o quando rotolavo sulla poltrona sacco” (da Valentina Pattavina, L’epopea di una maschera. Paolo Villaggio, il paradosso, l’iperbole, il grottesco, Einaudi stile libero, 2009, pag. 60).

“Fracchia aveva un limite, che era solo un complessato, un malato di mente, uno con dei problemi di comportamento, Fantozzi no, Fantozzi era una satira violentissima contro il malessere di quei disgraziati che avevano la macchinina, la bianchina, la moglie ripugnante, la figlia scimmia” (intervista a Paolo Villaggio di V. Pattavina, in Villaggio – Kranz, Fracchia, Fantozzi… il meglio degli sketch di un genio che ha segnato un’epoca, dvd, regia di Gianni Canale, Materiali Rai Radiotelevisione Italiana s.p.a. Su licenza esclusiva Rai Trade s.p.a., 2009).

Un terzo personaggio (qualcuno li ha definiti “macchiette”) non meno importante nato dalla fantasia di Villaggio è il professor Otto von Kranz, che diventa popolare sempre grazie a Quelli della domenica.
Fracchia e Kranz condividono almeno una gag, quella delle dita intrecciate. E una certa somiglianza caratteriale.
Il primo, almeno nell’iniziale versione televisiva, si presenta al pubblico come un uomo calmo, deciso, intraprendente, salvo poi rivelarsi l’esatto contrario nei vari sketch. Poi questa caratteristica viene rielaborata nella prima pellicola con Fracchia protagonista: Fracchia, la belva umana, diretto nel 1981 da Neri Parenti (creando un alter-ego cattivo).



Anche Fantozzi è prepotente in famiglia e sempre sottomesso nei rapporti sociali: tranne in rarissime circostanze, come nella famosa sequenza della “Corazzata Kotiomkin” nel film di Luciano Salce Il secondo tragico Fantozzi.

Stesso discorso per Kranz. Inizialmente aggressivo e autoritario, si dimostra in realtà un pavido e un inetto. Specialmente quando, prima di Fracchia, nel 1978 arriva al cinema in Professor Kranz tedesco di Germania. Nel film, diretto ancora da Salce, Otto von Kranz è un sedicente psicanalista tedesco in trasferta a Rio de Janeiro che sbarca il lunario esibendosi per strada in maldestri esperimenti di magia.

Venuto a sapere che il protettore di una prostituta progetta di rapire un ricchissimo emiro, quando l’uomo viene arrestato, decide di organizzare lui il colpo insieme a una banda scalcinata, ma finisce per rapire l’autista dello sceicco. Il film ha momenti divertenti e forse è fin troppo sottovalutato. In ogni caso, si rivelò un flop al botteghino, così di esperimenti cinematografici con il “tedesco di Germania” non se produssero più.

Sostanzialmente, dopo il successo ottenuto dal personaggio Fantozzi, sia Kranz sia Fracchia e tutte le altre incarnazioni comiche di Villaggio finiscono per assumere tratti propri del ragionier Ugo, beneficiando del “repertorio di smorfie e cascatoni” fantozziano, come scrisse il critico Tullio Kezich nella recensione di Professor Kranz tedesco di Germania.

Non a caso Fracchia diventa protagonista del varietà televisivo Giandomenico Fracchia – Sogni proibiti di uno di noi (il piccolo schermo inizialmente è ritenuto più adatto al personaggio) subito dopo gli incassi cinematografici di Fantozzi.

Va detto però che al di là del divertimento che può procurare il repertorio fantozziano, ogni personaggio a cui ha dato vita Villaggio assume contorni ben definiti in virtù della bravura, dell’intelligenza e della creatività dell’attore.



Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *