Claire Bretécher è morta. L’autrice francese ha reinventato i codici della satira sociale a fumetti negli anni settanta con opere come Agrippina, Cellulite e I Frustrati.

Nel 1976, il critico Roland Barthes disse che era “la migliore sociologa dell’anno”, in occasione di una mostra a lei dedicata al Centre Pompidou.

CLAIRE BRETÉCHER NON C'È PIÙ
Claire Bretécher (1940-2020)

 

Tra le poche donne a imporsi nel mondo dei fumetti degli anni settanta, Claire Bretécher era apprezzata anche in Italia, dove era regolarmente pubblicata da Linus.

“È con profonda tristezza che le edizioni Dargaud annunciano la morte di Claire Bretécher, il 10 febbraio 2020, all’età di 79 anni”. Il comunicato diffuso oggi dalla sua casa editrice è stato ripreso con cordoglio da tutta la stampa francese.

Con il suo tratto essenziale ed espressivo, Bretécher ha raccontato i tormenti e le contraddizioni delle femministe e degli intellettuali di sinistra; degli adolescenti capricciosi e delle donne in crisi. Aveva uno sguardo autoironico e divertito, una prospettiva molto personale e femminile, graffiante senza essere mai cattiva. In particolare con I frustrati ha fotografato dall’interno un’epoca di contraddizioni, quei bourgeois-bohémien perennemente depressi, che “pensano a sinistra e vivono a destra”.
I suoi personaggi hanno anticipato spesso temi controversi, come la procreazione assistita.

 

Nata nel 1940 a Nantes, Claire Bretécher si trasferì a 19 anni a Parigi per sfuggire alla famiglia e la provincia che le stavano strette, spinta dalla passione per il disegno. Tra le poche donne in un universo maschile, comincia a collaborare nel 1963 con René Goscinny. Frequenta la “banda dei belgi”, prima nel settimanale Tintin e poi a Spirou, all’epoca ferocemente rivali. È stata anche tra i fondatori del mensile L’Echo des Savanes. Per anni le sue tavole de I Frustrati sono state pubblicate dal prestigioso settimanale di attualità politica Le Nouvel Observateur.

 

CLAIRE BRETÉCHER NON C'È PIÙ

 

“I fumettisti”, ricordava in una rara intervista, “allora erano tutti poveri, un’avanguardia al confine tra la civiltà dello scritto e quella, già dominante, delle immagini”. “Lavoravamo come matti, Uderzo disegnava anche quindici pagine a settimana, con l’aggravante di sentirci dei falliti perché all’epoca il fumetto era veramente marginale”. Non esistevano ancora le grandi mostre, le aste, le strisce non erano riconosciute come forma d’ arte.

Claire Bretécher amava anche dipingere quadri nella sua casa di Montmartre, dove viveva con il marito costituzionalista Guy Carcassonne, godendo di una splendida vista della sua amata Parigi.

 

 

 

Di Tuzzo

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