ASTA AUTUNNO 2015

Nell’articolo su Vsevolod Nikulin, vedi qui, avevo tratteggiato la figura di un artista ucraino diventato italiano. Stavolta parleremo di un pittore svizzero di lingua italiana cresciuto in Ucraina.

Carlo Bossoli nasce nel 1820 a Lugano, nella Svizzera italiana. All’età di cinque anni la sua famiglia si trasferisce a Odessa sul mar Nero, oggi importante città dell’Ucraina. Qui suo padre artigiano scalpellino è impegnato nelle costruzioni dei palazzi dei nobili e dei ricchi commercianti.

Odessa è fiorente come porto di imbarco per le grandi quantità di granaglie prodotte nell’entroterra. Carlo frequenta le scuole dei cappuccini italiani, a 11 anni diventa aiutante in una libreria.
Nel negozio inizia a disegnare copiando stampe e paesaggi, si specializzerà in questi ultimi, tanto da essere accettato come allievo dal pittore e scenografo Rinaldo Nannini.

CARLO BOSSOLI
La città di Odessa

 

Passati cinque anni, Carlo Bossoli può mettersi in proprio e aprire uno studio, come autore di vedute a stampa di Odessa e dei porti del mar Nero. La propria tecnica originale sarà sempre la tempera su carta, con uno stile da miniatura curato fin nei minimi particolari, sia nelle architetture sia nelle persone.

CARLO BOSSOLI
Porto di Odessa

 

Carlo Bossoli trascorre in quell’angolo di Ucraina ventitré anni della propria vita, facendosi apprezzare come artista anche nell’alta società del principe e della principessa Voroncov, i governatori del luogo.
Nel 1839 compie un primo viaggio in Italia. Nel 1844 lascia definitivamente le rive del mar Nero stabilendosi a Milano, allora parte dell’impero austriaco.

Quattro anni dopo, Carlo Bossoli viene coinvolto nella rivolta delle Cinque giornate, che è il preludio della Prima guerra per il Risorgimento italiano. Da allora appoggerà l’ideale dell’unità d’Italia, tanto da dover emigrare a Torino quando gli austriaci, vincendo l’esercito piemontese, ritorneranno a Milano governandola con uno stretto regime militare.

CARLO BOSSOLI
Le Cinque giornate di Milano

 

Bossoli si adatta ottimamente a Torino. Ormai è un grafico affermato, il lavoro non gli manca. Il Ministero dei lavori pubblici del regno di Sardegna gli commissiona le illustrazioni in album di un’opera pubblica importante per quei tempi: la ferrovia che unisce Torino a Genova, con le prime gallerie perforate in Italia, quelle del valico attraverso gli Appennini Liguri.

CARLO BOSSOLI
Galleria ferroviaria negli Appennini

 

Cominciano i viaggi. Durante la guerra che la Francia e la Gran Bretagna combattono in Crimea contro l’impero russo nel 1853-56, Bossoli può proporre le vedute dei luoghi, presi dai disegni che lui conserva dal periodo in Odessa.
La stessa regina Vittoria e il consorte principe Alberto ricevono l’artista ticinese nel loro castello di Balmoral in Scozia, facendogli molti complimenti.

Carlo Bossoli fa parte della rappresentanza del regno di Sardegna che ha accompagnato il re Vittorio Emanuele II in visita ai reali inglesi. Durante la Seconda guerra d’indipendenza, nel 1859, viene nominato ufficialmente reporter grafico (non ci sono ancora i fotoreporter) per conto dell’esercito franco-piemontese impegnato sui campi di battaglia della Lombardia, come quello di Solferino. I suoi schizzi e acquerelli diventano litografie a colori diffuse in tutta l’Europa.

CARLO BOSSOLI
La battaglia di Solferino

 

L’anno seguente Bossoli non fa a tempo a seguire l’impresa dei mille garibaldini, ma, sempre seguendo l’esercito piemontese, può documentare l’ultima resistenza dei Borboni nella fortezza di Gaeta, espugnata con una pioggia di cannonate.

I cannoni di Gaeta

 

Oltre alle documentazioni belliche, in gran parte esposte al Museo del Risorgimento di Torino, Carlo Bossoli compie lunghi viaggi per propria documentazione e creazione di illustrazioni. Nei suoi taccuini di viaggio troviamo disegni eseguiti in Russia a San Pietroburgo e Mosca, in Finlandia, Germania, Svezia, Norvegia e Danimarca.

Mosca, Piazza rossa

 

In Spagna, Marocco e Turchia per i paesi del sud.

Istanbul, costumi turchi

 

Stanco ormai di tanta attività all’estero, fruttuosa ma faticosa (c’erano ancora poche ferrovie, niente automobili, e molti tragitti si potevano compiere solo a dorso di mulo), Bossoli si ritira a Torino, e fa costruire una sua casa in riva al Po.

Viene progettata da lui, in uno strano stile “eclettico”, cioè un misto di molti stili da lui visti e annotati in disegno girando per il mondo. Verrà soprannominata “Cà del merlo”. Purtroppo, negli anni trenta del Novecento è stata in gran parte demolita e ritrasformata.

Torino, Cà del merlo

 

Qui Carlo Bossoli termina la sua vita nel 1884. Non dimenticando le proprie origini svizzere, si fa seppellire nel cimitero di Lugano, dove esiste ancora la sua statua.

 

 

 

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