Fuori dalla natia Inghilterra, Brian Clemens è conosciuto per aver contribuito al soggetto e alla sceneggiatura di Highlander II – Il ritorno, uno dei sequel più sgangherati e involontariamente demenziali della storia del cinema.

Tuttavia Brian Clemens fu anche uno dei più importanti registi della tv britannica. Già prima dello sciagurato sequel di Highlander si cimentò con il cinema fantastico, mescolando generi e citazioni con risultati ben più interessanti.

Riteniamo quindi sia giusto ricordare Brian Clemens, più che per il suo triste contributo alla saga degli immortali, per Capitan Kronos – Cacciatore di Vampiri (Captain Kronos – Vampire Hunter).

Distribuito in Italia anche come Lo Sterminatore di Vampiri, Capitan Kronos è stata l’unica regia di Clemens per il grande schermo, di cui fu anche sceneggiatore e produttore. Questo dimostra quanto il progetto fosse sentito.

CAPITAN KRONOS, IL CACCIAVAMPIRI DI BRIAN CLEMENS
Il film è del 1974: in quel periodo giungevano dall’America nuovi horror come La notte dei morti viventi, L’esorcista, L’ultima casa a sinistra e Non aprite quella porta, che sembravano destinati a mandare in soffitta mummie, licantropi e gli altri mostri classici.

La Hammer, mitica casa di produzione britannica dei primi horror a colori, che aveva praticamente il monopolio dei mostri classici, decise allora di svecchiare la formula con interessanti ibridi. Il più famoso fu La Leggenda dei Sette Vampiri d’Oro (sempre del 1974) dove Dracula incontra il kung fu alla Bruce Lee.

Meno celebre, ma non meno originale, Capitan Kronos mescola il filone vampiresco con lo swashbuckling, cioè l’avventura di cappa e spada a base di schermidori, pirati eccetera. Nel finale i vampiri non vengono eliminati con aglio e paletti, bensì con uno spettacolare duello a fil di lama.

CAPITAN KRONOS, IL CACCIAVAMPIRI DI BRIAN CLEMENSCAPITAN KRONOS, IL CACCIAVAMPIRI DI BRIAN CLEMENS

 

La storia di Capitan Kronos

In un villaggio sperduto nella brughiera inglese dell’Ottocento, alcune ragazze vengono trovate morte e avvizzite come se fossero state delle centenarie.

Il dottor Marcus (John Carson), padre di una delle vittime, chiama in aiuto il suo vecchio compagno d’armi, il capitano Kronos (Horst Janson) delle guardie imperiali.

CAPITAN KRONOS, IL CACCIAVAMPIRI DI BRIAN CLEMENS

Capitan Kronos è appena ritornato da una guerra quando trova la madre e la sorella vampirizzate. Prima di riuscire a sopprimerle, lui stesso viene morso. Da allora diventa un cacciatore di mostri di professione.

Insieme al fido braccio destro, lo scienziato gobbo Hyeronimus Grost (John Cater), e a Carla (la bella Caroline Munro di 007, La spia che mi amava), una zingara raccolta lungo la strada, giunge in soccorso del dottor Marcus.

Mentre le morti misteriose continuano, le indagini si indirizzano verso i signorotti del luogo: i fratelli Paul e Sara Durward (Shane Bryant e Lois Daine).
Intendiamoci, qui non siamo dalle parti del capolavoro: la trama è fin troppo asciutta e il ritmo arranca. Praticamente l’intera storia si concentra sulle indagini per scoprire chi sia il vampiro e quali armi utilizzare per neutralizzarlo, di subplot che movimentino o mettano più carne al fuoco non c’è nemmeno l’ombra.

 

Perché il film (comunque) intrattiene?

Nel film di Capitan Kronos ci sono diversi elementi interessanti. Le innovazioni all’iconografia dei vampiri sono tutt’altro che indigeste: stavolta succhiano linfa vitale e giovinezza anziché sangue, si muovono alla luce del giorno e non temono i paletti, bensì lame ricavate da croci.

Soprattutto la figura del protagonista, Capitan Kronos, è in anticipo sui tempi. Viene morso da un vampiro ed è “contaminato” come Blade, è un investigatore dell’occulto come Dylan Dog o John Constantine; biondo come He-Man, tamarro e tombeur de femme come Conan il Barbaro, ascetico e armato di “katana” come un samurai, vagabondo e raddrizzatore di torti come un cowboy.

Infine Capitan Kronos è dedito alla “erba cinese” (vizietto simile a quello di Sherlock Holmes), avvolta in cigarillos come quelli di Clint Eastwood nei film western di Sergio Leone. Perfino l’inespressività dell’attore che lo interpreta, il tedesco Horst Janson, è funzionale al look “eastwoodiano” del personaggio.

Tamarro e tombeur du femme

 

Insomma, malgrado queste caratteristiche non vengano approfondite, Brian Clemens con Capitan Kronos ha saputo guardare lontano, creando un anello di congiunzione tra il vecchio Solomon Kane di Robert E. Howard e le odierne contaminazioni pop (su tutte, il Van Helsing ipervitaminizzato di Hugh Jackman, ma anche l’ingiustamente dimenticato Il Patto dei Lupi di Christophe Gans).

La Hammer era in crisi economica e il film non è divenuto il capostipite di una saga, come Brian Clemens sperava.
Ciononostante Capitan Kronos si è costruito la fama di piccolo cult nel corso degli anni, ispirando alcune versioni a fumetti

… e action figures.

 

Se un giorno qualcuno rispolvererà Capitan Kronos per un reboot, l’originale se lo è meritato.

 

(Immagini trovate sul Web: © degli aventi diritto).

 

 

 

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