Capitan Futuro (Captain Future) è un avventuriero spaziale originariamente pubblicato negli Stati Uniti dalla pulp intitolata con il suo nome dal 1940 al 1951.

Il personaggio è stato creato dal redattore della Better/Nedor/Standard/Pines Publications (un’unica casa editrice con molti nomi) Mort Weisinger (1915-1978). Nel 1941 Weisinger lascia la Better per andare a lavorare nella casa editrice di fumetti che si chiamerà Dc Comics. Qui dirige Superman e i personaggi collegati fino al 1970, facendosi odiare da tutti i collaboratori per la sua indole collerica: il giovanissimo sceneggiatore Jim Shooter a un certo punto preferirà lavorare come lavapiatti pur di non sottoporgli più soggetti. Tra l’altro, Weisinger ha creato personaggi celebri come Aquaman e Green Arrow (Freccia Verde).

Capitan Futuro con Joan Randall (diventata Joan Landor nei successivi cartoni animati giapponesi) e il fido robot Grag (Greg nei cartoni)

 

A scrivere quasi tutte le storie di Capitan Futuro è Edmond Hamilton (1904-1977), autore di fantascienza che, chiamato nel 1942 a collaborare con la Dc da Weisinger, scrive anche diverse storie di Superman e Batman fino agli anni sessanta.
Le copertine dai colori vivaci di Capitan Futuro sono realizzate soprattutto da Earle K. Bergey (1901-1952).


Dopo la chiusura della testata di Capitan Futuro, le avventure dell’eroe spaziali trasmigrano nella pulp Startling Stories, fino a raggiungere un totale di 27 episodi.

 

Il vero nome di Capitan Futuro è Curtis Newton, un brillante scienziato e avventuriero che vaga per sistemi stellari risolvendo problemi, raddrizzando torti e sconfiggendo supercriminali futuristici.


Esaurito il successo in madrepatria, Capitan Futuro nasce a nuova vita in Giappone dove, dal 1966 al 1967, vengono pubblicati alcuni sui romanzi, e poi ancora nel 1970. Nel 1978, alla ricerca di un personaggio che ricordi Guerre Stellari, che in quel periodo fa furore in tutto il mondo, la rete televisiva giapponese Nhk trasmette 52 episodi di Capitan Futuro prodotti dalla Toei Animation (dal 7 novembre 1978 al 18 dicembre 1979).
La regia è di Tomoharu Katsumata (che ha diretto sul piccolo schermo anche Goldrake e gli altri principali personaggi di Go Nagai), la sceneggiatura di Masaki Tsuji e Toyohiro Andō, il character design di Takuo Noda e Toshio Mori, le musiche di Yuji Ohno.
La serie si compone di 13 episodi divisi in 4 puntate ciascuno. Tutti gli episodi si basano sulle storie dello scrittore Edmond Hamilton.


In Italia, dove i romanzi originali non sono mai stati tradotti, i cartoni animati di Capitan Futuro vengono presentati a partire dal 19 gennaio 1981 nel contenitore per bambini di Rai Uno “3, 2, 1… contatto”.

Il protagonista della serie animata è Curtis Newton, conosciuto con il nome di battaglia Capitan Futuro. Rimasto orfano in giovane età, cresce con uno scienziato amico di suo padre, il dottor Simon Wright. Oltre che con Greg, un robot alto due metri dalla forza notevole specializzato in meccanica, e Otto, un androide in grado di modificare la propria forma e di assumere l’aspetto di chiunque.
Greg e Otto, spesso in competizione tra loro, sono protagonisti di accesi battibecchi che stemperano la drammaticità dell’azione. Anche Curtis/Capitan Futuro intraprende gli studi nel campo della scienza e della tecnologia.
Poiché il dottor Wright si trova in cattive condizioni di salute, si fa impiantare il cervello in un piccolo macchinario e in questo modo resta al fianco del Capitano per aiutarlo con le sue conoscenze e la sua saggezza.


Capitan Futuro assume l’impegno di combattere le ingiustizie e le minacce dei malvagi, usando l’intelligenza più della la forza.
Il capo delle forze di sicurezza del governo solare, Ezla Garmin, lo convoca spesso per fronteggiare pericolosi criminali, o districare fatti all’apparenza inspiegabili.


Ad affiancare il capitano e la sua squadra, il governo manda l’agente speciale Joan Landor. Una bella ragazza combattiva che non nasconde la propria attrazione per Curtis.
Ultimo aggregato alla truppa è il giovane Ken Scott, anche lui orfano, che si imbarca clandestinamente a bordo della Comet, l’astronave di Capitan Futuro. Ken Scott è stato creato appositamente per l’anime, non esistendo nei romanzi originali.
Greg e Otto hanno due mascotte, animali lunari dall’aspetto di un cagnolino, Yek, e di una tartaruga, Oak, i quali bisticciano come i loro padroni.


La prima avventura narrata nell’anime si basa liberamente sul racconto iniziale di Hamilton, “Captain Future and the Space Emperor”, pubblicato nel 1940.
La vicenda ci porta su un pianeta della Costellazione di Deneb, dove gli uomini subiscono una mutazione genetica che li trasforma in creature primitive dall’aspetto scimmiesco. Le autorità convocano Capitan Futuro per venire a capo del mistero. Si scopre che il responsabile è un tipaccio che si autodefinisce “Imperatore dello Spazio”.

La copertina e il fumetto di Capitan Futuro (il quale non ha niente che vedere con il personaggio della pulp dello stesso editore) del primo numero di Startling Comics sono disegnati da Kin Platt

 

Esiste anche un altro personaggio chiamato Capitan Futuro, che ha avuto la sua serie pubblicata dal ramo fumettistica della Better/Nedor/Standard/Pines Publications.
Apparso per la prima volta su Startling Comics n. 1 del giugno 1940, questo Capitan Futuro disegnato da Kin Platt (su testi di sceneggiatore sconosciuto) è un eroe completamente diverso da quello che lo stesso editore pubblica nelle pulp: si chiama Andrew Bryant, uno scienziato che ottiene superpoteri grazie a una combinazione di raggi gamma e raggi infrarossi. Acquista la superforza, la capacità di volare e di emettere colpi di energia dalle mani. Aiuta la fidanzata, la detective Grace Adams a combattere i criminali.

Nella seconda di copertina del primo numero di Startling Comics vediamo la pubblicità delle pubblicazioni della Better/Nedor/Standard/Pines Publications e, più sotto, la gerenza


L’altro Capitan Futuro, quello che dopo essere partito come romanzo è finito a cartoni animati, è sì un uomo con notevoli doti fisiche, ma non ha superpoteri. Sfrutta piuttosto il proprio equipaggiamento tecnologico: diversi gadget lo soccorrono nelle svariate situazioni.


Nel nostro Paese furono realizzati alcuni fumetti basati sull’anime, scritti e disegnati da autori italiani. A partire dal 1981 compaiono in alcune riviste come “Noi Supereroi”, “Cartoni in Tv” e “Tv Junior”.
Viene lanciata anche una testata con il suo nome con fumetti italiani, pubblicata dalla Edizioni Tv, che esce per soli tre numeri.

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