Dalla sua prima apparizione nella striscia quotidiana Timble Theatre di  Elzie Segar, nel 1928, Braccio di Ferro è diventato uno dei personaggi più amati della storia dei fumetti (e in seguito dei cartoni animati).
La sua costante popolarità nel corso degli anni ha portato alla nascita del classico brand “collaterale” fatto di  t-shirt, giocattoli e ogni gadget immaginabile con su l’effige dell’amatissimo lupo di mare.

I videogiochi ai primordi della loro gloriosa storia non si lasciarono scappare la possibilità di una licenza e i titoli con protagonista Braccio di Ferro iniziarono a fioccare.
Quello di cui ci occuperemo oggi è di gran lunga il più folle videogame mai realizzato con questo personaggio come protagonista.

Popeye 3: WrestleCrazy (anche se la schermata iniziale recitava solo Popeye 3), è un videogioco wrestling/picchiaduro con protagonista Braccio di Ferro, che la Alternative Software, editrice britannica specializzata in titoli videoludici a basso costo, pubblicò nel 1992 per Amstrad CPC, Commodore 64 e ZX Spectrum, e tre anni dopo anche per Amiga.
È il seguito di Popeye del 1985 (da non confondere con l’omonimo titolo Nintendo del 1982, riconosciuto come uno dei primi grandi classici dell’arcade) e Popeye 2 (datato 1991). sempre realizzati della Alternative Software: nonostante questo, i tre giochi hanno poco in comune oltre al protagonista.

La trama del gioco, piuttosto semplice, ricorda il fumetto di “Superman contro Muhammad Alì” della DC Comics e la miniserie “Contest of Champions” della Marvel, per alcuni particolari anche i film “Space Jam” della Warner Bros e il recente “Thor-Ragnarok” dei Marvel Studios.

Braccio di Ferro è stato rapito da malvagi alieni, i Kraggs, che lo vogliono come concorrente in una competizione intergalattica di wrestling su un asteroide ai confini dell’universo, al quale prenderanno parte le più variegate creature extraterrestri.
I Kraggs, tramite questo torneo, vogliono scoprire quali pianeti sono i più deboli: il pianeta di ogni lottatore sconfitto verrà distrutto, con grande spirito sportivo.

Il giocatore controlla ovviamente il nerboruto marinaio (il gioco prevede anche una modalità multiplayer in cui il secondo giocatore controlla l’alieno avversario) e deve sconfiggere una serie di avversari spaziali in ordine prestabilito con coefficiente di difficoltà in crescendo.

I personaggi da affrontare in questo bizzarro tournament cosmico sono cinque, nelle versioni del 1992, ognuno con la propria peculiarità:
Torqos, una copia-carbone dello Xenomorfo di Giger reso celebre dal film Alien di Ridley Scott
Vantarga, una strana creatura simile a un draghetto con l’abilità di colpire con la sua coda
The Plasmatic Shadow Man, un umanoide parzialmente invisibile
Flug Durch, un mostriciattolo dalla forma tondeggiante con un solo occhio al centro del corpo
Andrek 5, un robot che vista l’incredibile somiglianza potrebbe essere un parente del B-9 visto nella serie “Lost in Space”.

I due contendenti possono muoversi sul ring in due dimensioni, e tramite diverse tecniche offensive devono ridurre l’energia dell’avversario di turno, con l’obiettivo finale di bloccarlo a terra per un pin (schienamento) di tre secondi. Braccio di Ferro può attaccare scalciando ed è capace di saltare anche sopra gli angoli delle corde (turnbuckle): una volta fatto questo può provare un attacco volante balzando addosso al malcapitato di turno.

Nel momento in cui i contendenti sono abbastanza vicini, si afferrano in un clinch e per avere la meglio sul mostruoso concorrente il giocatore deve muovere i controlli nel modo più rapido possibile. Il vincitore di questa prova di forza può al massimo il proprio indicatore della potenza e potrà effettuare una headlock (presa alla testa), con la possibilità di atterrare l’avversario (continuando ad oscillare i controlli).

Come ogni wrestler che si rispetti, anche Braccio di Ferro ha la sua finisher (mossa finale): il terribile piledriver, mossa realmente messa al bando per la sua potenziale pericolosità dalla Wwe e resa celebre in una sua variante (nota come Tombstone Piledriver) dal leggendario Undertaker, wrestler in attività dal 1990 e tra i più famosi ed amati della disciplina.


La schermata è ambientata nell’arena dove il torneo ha luogo. Sullo schermo c’è l’immagine fissa del ring visto in prospettiva, circondato da un pubblico delle grandi occasioni composto da “mostrilli” e creature di ogni genere.

Nel pubblico ai bordi del ring non mancano alcune vecchie conoscenze provenienti dalle avventure del collerico Popeye per lanciare occasionalmente oggetti bonus e malus sul ring: l’immancabile Olivia, che lancia barattoli di spinaci, e J. Wellinghton Wimpy (Poldo) che lancia i suoi amati hamburger. Entrambi i bonus, quando vengono raccolti, ricaricano l’energia. Gli spinaci, inoltre, danno uno slancio a tempo limitato di forza extra nelle prese.
Il terzo personaggio presente tra il pubblico è l’acerrimo nemico di Braccio di Braccio di Ferro, Bluto, il quale lancia sul ring bombe che, se esplodono nelle vicinanze del personaggio, causano danni.

Si vede che le perquisizioni nei palasport spaziali sono meno rigide rispetto alla Terra!

La schermata finale del gioco in caso di vittoria: la Terra è salva… fino al rematch

Tutti gli oggetti sopra elencati possono interagire anche gli avversari, che quindi godono delle ricariche e dei bonus di potenza, o essere colpiti dalle bombe vaganti del barbuto Bluto.
Nella versione Amiga, che godeva di un apparato a 16 bit, l’interfaccia grafica è diversa e le creature da affrontare sono differenti e più numerose rispetto a quelle sopra elencate, ma il gameplay resta pressoché immutato.

Meritano menzioni d’onore le riviste britanniche Your Sinclair e Sinclair User, dedicate allo ZX Spectrum, che pubblicarono nelle cassette allegate rispettivamente un’espansione e un demo di Popeye 3 che permettono di affrontare un sesto avversario, la caricatura di un redattore di ciascuna rivista.

Nonostante il gameplay abbastanza monotono che non prevede nessuna strategia particolare, Popeye Wrestlecrazy è una coloratissima e fantasiosa chicca pop, deliziosa nella sua follia per gli appassionati di retrogames.

Di Vito Papasodaro

vivo tra immaginario pop, fantascienza, nuvolette e altre cazzatelle. Cerco risposte nei libri di Palahniuk e non nella Bibbia.

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