Vaughn Bodé (pronuncia Baudì) è nato nel 1941 a Utica, nello stato di New York, da una famiglia di origini gallesi: il padre è un poeta alcoolizzato, la madre lavora in una compagnia elettrica. Dopo il divorzio dei genitori, Vaughn va a vivere presso uno zio a Washington.

Da bambino e da ragazzo Vaughn Bodé, forse a causa dei problemi familiari, è introverso e taciturno. Inventa un linguaggio personale che  esprime con la carta e la matita e ben presto diventa un disegnatore di personaggi umoristici: le sue prime vignette vengono stampate all’età di 16 anni.

A New York frequenta disegnatori underground come Robert Crumb e diventa autore di fumetti lui stesso. La sua prima storia fantascientifica, “Cobalt 60”, gli fa vincere nel 1969 il prestigioso premio Hugo come miglior disegnatore dilettante e l’anno seguente vincerà come miglior professionista.
Vaughn Bodé collabora quindi con National Lampoon, importante rivista di satira anticonformista, dal 1972 al 1975.

I suoi fumetti sono ambientati su uno strano pianeta popolato da una specie di lucertole umanizzate. Alcune non hanno l’aria molto sveglia, mentre una, più furba, è quasi completamente coperta da un grande berretto da mago.

BODÉ TRASFORMA IN SPETTACOLO IL FUMETTO UNDERGROUND
Le “lucertole” di Bodé



Le lucertole sono maschi, le femmine sono ragazze umane dagli occhi languidi, l’espressione dolce del viso, grandi seni con grossi capezzoli e un corpo cicciotto, ma tutto l’insieme è più sexy di Wonder Woman o di qualsiasi altra longilinea supereroina.

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La donna di Bodé, dolce e formosa



Altri personaggi sono una specie di dio gigantesco, un cavernicolo e alcuni ridicoli militari nazisti. Questi ultimi, usciti nel 1963 con il titolo “Das Kampf” (la battaglia), sono una anticipazione delle Sturmtruppen di Bonvi (iniziate nel 1968).

Si potrebbe notare che Bonvi fu probabilmente influenzato da Vaughn Bodé quando, dal 1980 al 1982, disegnò Playgulp sulle pagine della rivsta Playboy Italia. Le donne nude piccole, rotondette e con i seni dai capezzoli puntati verso l’alto ricordano quelle dell’autore underground americano.

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Bodé, a sinistra, e Bonvi



Vaughn Bodé arrivò in Italia al festival del fumetto di Lucca alla fine di ottobre del 1974 per ritirare il premio Yellow Kid, il riconoscimento per i migliori fumettisti. Nella categoria degli stranieri vennero premiati insieme a lui lo spagnolo Antonio Palacios e l’americano Roy Crane.

Chi scrive era presente come appassionato in cerca delle novità stampate, con la speranza di incontrare gli autori dei fumetti e ottenere da loro un disegno con autografo. Volendo essere notato mi ero messo un vestito marinaresco e i baffi impomatati alla Salvator Dalì (avevo appena compiuto 20 anni…).

Invece fu Vaughn Bodé che attirò tutti gli sguardi con i suoi lunghissimi capelli arricciati, i pantaloni aderenti sulle gambe magre e una giacchetta di cuoio aperta sulla pelle nuda, tanto che gli chiesi in inglese: “Ma non hai freddo con questo tempo autunnale?“. Un fricchettone insomma, dedito a chissà quali sostanze stupefacenti. 

L’incontro a Lucca 1974 tra Franco Ressa (autore di questo articolo) e Vaughn Bodé. Sullo sfondo Oreste Del Buono, direttore di Linus, che pubblicherà in Italia i fumetti dell’autore americano



La sera del primo novembre ci fu un suo spettacolo al locale teatro del Giglio, intitolato Cartoon Concert, che già veniva replicato in America dal 1972. Sullo schermo venivano proiettate le diapositive delle vignette di Vaughn Bodé, il quale, in piedi con un microfono in mano, spiegava la scena e recitava la battuta scritta sulla nuvoletta, cambiando voce secondo il personaggio, e se c’era un rumore lo imitava magistralmente.

Parlando in anglo-americano nessuno capiva bene le sue frasi, ma si intuiva tutto lo stesso e il pubblico rideva manifestando il suo divertimento, specialmente durante le vignette di contenuto umoristico-erotico.

Per esempio due lucertole scalavano come alpinisti una montagna in forma di enorme donna nuda, ed esploravano la cavità dell’ombelico.



Alla fine molti applausi per quella magia espressiva del fumetto che sa farsi intendere con l’immagine più che non con la parola.



Pochi mesi dopo venimmo a sapere che Vaughn Bodé era morto a San Francisco, in California, in una maniera a dir poco bizzarra: asfissia dovuta a un congegno che aveva costruito per aumentare le sensazioni erotiche.

Non aveva ancora compiuto 34 anni, ma il suo stile aveva segnato un’epoca nella grafica, eguagliando lo stesso Robert Crumb, che invece è ancora vivo ed ha 80 anni.
A tener viva la sua memoria e le sue creazioni, continuando a ristamparle e creandone lui stesso di nuove, provvede il solerte figlio Mark Bodé, nato nel 1963.

Piccolo ricordo di Vaughn Bodé per Franco Ressa



Un pensiero su “BODÉ TRASFORMA IN SPETTACOLO IL FUMETTO UNDERGROUND”
  1. Grazie per questo bel articolo di un autore non troppo celebrato. Di Vaugn Bodè c’è un bel ricordo sul libro di Silvina Pratt che racconta anche della sua amicizia col padre. Tra i fumetti più belli di Bernie Whrigtson ricordo le tavole umoristiche scritte da Bodè e disegnate da Whrigtson con una tecnica a olio e personaggi quasi da film disneyani nell’aspetto. Quanto alla pratica che ne ha causato la morte nota anche come “strangolina” è comune ad altre celebrità a cui è costata la vita come Michael Hutchence cantante degli INXS e David Carradine indimenticato protagonista del telefilm Kung-fu e dei Kill-Bill di Tarantino.

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