Roberto Berna, che oggi fa l’analista e il programmatore di computer, da ragazzo era un grande lettore di fumetti e una decina di anni fa questa passione è tornata a impossessarsi di lui facendolo diventare un inchiostratore del suo disegnatore preferito: Jack Kirby.
Nelle illustrazioni qui sotto si può vedere come, dai primi ripassi a china un po’ impacciati, la mano di Berna ha acquisito una capacità invidiabile.

Roberto Berna, come è nato questo secondo amore per i fumetti?
Mi sono incontrato con il mio amico di sempre, Graziano Donati, e discutendo della bellezza dei fumetti disegnati da Jack Kirby ci siamo detti che sarebbe stato bello poter avere una parete di casa riempita con le copertine di fumetti disegnati da Jack. E così abbiamo deciso di cominciare a scegliere le copertine di Jack più rappresentative da poter inchiostrare e poi colorare. Per la precisione il mio compito era di inchiostrare, il suo di colorarle. Abbiamo cominciato così, per il divertimento.

Era già bravo a inchiostrare?
No, non avevo mai inchiostrato. Il problema iniziale era ottenere un nero intenso per evitare le sfumature di grigio, per questo ho cercato delle chine che soddisfacessero questa caratteristica. L’uso della sola china e non dei pennarelli neri nasce anche da un mio ‘capriccio’: visto che volevo fare le cose per bene, perché non usare il pennello e imparare, man mano, ad inchiostrare sempre meglio? La china è della Winsor & Newton, come anche i pennelli modello Cotman III n. 1. L’altro problema fu trovare la giusta carta per poter lavorare bene sia con le chine che con i colori. Anche qui dopo varie prove e tentativi abbiamo risolto. Ho acquistato 100 fogli Fabriano da 100×70 F4 220 g/mq lisci, tipo Seri-Max, che taglio in fogli da 35×50 o 50×70. Per inchiostrare meglio mi sono autocostruito una lavagna luminosa, con un vetro e dei neon. Il problema era che dopo poco tempo la superficie si scaldava troppo e quindi dovevo fermarmi. Successivamente ho acquistato una lavagna luminosa a led che ha risolto il problema.

Chine di Roberto Berna sulle matite di Jack Kirby, colori di Graziano Donati

 

E per i colori?
Graziano colorava con tecniche miste: acquarelli, penne, pantoni, pastelli colorati e altro ancora. Ripeto che entrambi non facciamo questo per lavoro e quindi i tempi di realizzazione sono lunghi. Questo però ci dà la possibilità di essere più meticolosi degli inchiostratori “veri” che hanno tempi di esecuzioni molto ristretti.

Cosa avete prodotto finora?
Dopo avere realizzato 27 copertine decidemmo di continuare inchiostrando anche le doppie splash page, le pin-up e molti altri disegni sparsi. Attraverso internet abbiamo cercato di recuperare il più possibile le matite originali di Jack per poter riprodurre in modo fedele il suo disegno. Ho inoltre trovato le matite di un intero fumetto di 22 pagine più la copertina (Super Powers vol. 2 n. 5), e l’ho inchiostrato tutto. Poi ho ripassato ‘Street Code’, un fumetto di 10 pagine disegnato nel 1983 e pubblicato nel 1990 con le sole matite, in cui Jack racconta la sua giovinezza con le gang di quartiere.

Roberto Berna, in totale quanti disegni ha fatto?
A tutt’oggi ho inchiostrato circa 200 disegni di Jack Kirby e quindi posso dire di conoscerlo abbastanza bene, anche se mi sono limitato a inchiostrare solo i suoi lavori dalla fine degli anni sessanta in poi. Sono rimasto fortemente impressionato per la sua prolificità, tenendo presente anche che aveva un disegno molto particolareggiato, il quale lasciava poco o nulla all’interpretazione da parte dell’inchiostratore.


Possiamo fare il confronto tra Jack Kirby con un altro disegatore Marvel di quei tempi, per capire meglio le sue particolarità?

Ok, confrontiamo le matite di Jack con quelle di un suo illustre collega, John Romita.


Come possiamo notare, il disegno di Jack è molto definito e anche le ombreggiature sono ben segnate. Questo è dovuto anche al fatto che Jack non veniva dalle scuole di disegno come Romita, dove l’insegnamento partiva dall’abbozzare prima le sagome e poi al rifinirle. Jack vedeva le vignette in maniera fotografica, oltre che cinematografica, ancora prima di metterle su carta e questo gli permetteva di partire da un punto qualsiasi del disegno e, girando e rigirando il foglio, di completarlo senza usare la gomma per cancellare. C’è un video conservato al Jack Kirby Museum & Research Center che spiega bene questo procedimento.

Parliamo degli inchiostratori di Jack Kirby, Roberto Berna può mostrarci qualcosa in proposito? 
Jack ne ha avuti molti, anche perché la sua velocità nel disegnare portava Stan Lee a caricarlo di lavoro e di conseguenza si dovevano trovare inchiostratori liberi da altri impegni. In pochi casi Jack ha avuto da ridire su a chi veniva assegnato il suo lavoro, ma a volte i suoi disegni venivano stravolti o perlomeno non rispettati. Uno degli inchiostratori più contestato dai fan di Jack Kirby è Vince Colletta. Possiamo vedere in questo disegno un esempio delle modifiche apportate, probabilmente fatte per velocizzare il lavoro perché la parte inchiostrata è abbastanza rispettosa delle matite.


Notiamo che in questa scena è stato omesso il personaggio alla destra di Loki.

Mentre qui il personaggio accovacciato in primo piano è stato eliminato, anche i fondali sono stati leggermente modificati e il ciuffo sull’elmo di Loki ridimensionato.
Prendiamo per esempio anche altri disegnatori e inchiostratori: in questo caso guardiamo la grosse variazioni fatte da John Romita sulle matite di Gil Kane.


Osserviamo anche una fedele inchiostratura fatta da me tratta dalle matite originali e la pagina pubblicata inchiostrata da John Verpoorten, dove il mostro risulta parecchio semplificato.

Come possiamo catalogare gli inchiostratori?
Possiamo dividerli in due tipologie: quelli che sono anche disegnatori e quelli che sono principalmente inchiostratori. I primi tendono ad avvicinare l’inchiostratura al proprio stile di disegno, mentre i secondi si limitano alla pura inchiostratura. Resta comunque da analizzare anche la tecnica di inchiostratura, alcuni prediligono il pennello e altri il pennino.

Come si può spiegare il lavoro sbrigativo di inchiostratori come Vince Colletta?
Come fan di Jack Kirby sono piuttosto meticoloso per rispetto alle sue matite, ma chi fa l’inchiostratore per mestiere deve, pur facendo il lavoro al meglio, essere veloce perché pagato a tavola. Inoltre il fumetto in quegli anni non aveva il valore che gli diamo oggi.

In questo video possiamo vedere tutti i disegni di Jack Kirby inchiostrati da Roberto Berna.

 

 

4 pensiero su “BERNA, L’ITALIANO CHE INCHIOSTRA KIRBY”
  1. roberto berna è bravissimo e pure non si dà arie: non ha nemmeno scritto che ha ricevuto i complimenti di mike royer, il miglior inchiostratore di kirby dopo joe sinnott. appassionato vero e persona splendida.

  2. Colletta funzionava solo sulle matite di Geo Tuska – a mio modesto modo di vedere – come ha dimostrato in quel numero di Ghost Rider in cui Johnny Blaze si imbatte in un tizio che legava esplosivi ai delfini ( Essential Ghost Rider #1 ). Vinnie tentava di produrre un effetto sfumatura ed arrotondava il tratto, cosa che naturalmente penalizzava la potenza grafica e quasi astratta del King dalla fine degli anni sessanta in poi. Il modo migliore di servire Kirby è graffiarlo come Geo Bell ( Avengers # 2-5 ed un paio di storie dei F.F. come quella con il Seminatore d’odio e Nick Fury ) quando il tratto del King è ancora relativamente semplice e non troppo dettagliato o di seguirlo fino in fono senza aggiungere o togliere nulla come il Mike Royer delle storie del Quarto Mondo ( non tutte purtroppo ). Oggi che conto dieci lustri nella Realtà Prima e quasi nove di adorazione per King Kirby , dopo aver relativizzato da tempo il Chic Stone del 1964 , posso dire qui protetto dal nickname che anche il Sinnott dei Fantastici Quattro della maturità deve aver smussato il segno che esplode per esempio in Captain America # 112 ( famoso fill in nella saga di Steranko nota come ” Stanotte Muoio ” ndr ) inchiostrato proprio da Geo Tuska. Già nei fifties – al lavoro sui romances col pard Joe Simon – è possibile vedere il segno squadrato , geometrico ed energico quando non già ipercinetico del maestro che sarà sviluppato nelle saghe, per esempio, di Kamandi e Demon e O.M.A.C e Devil Dinosaur e 2001. King Rules !

  3. Mi unisco hai complimenti per Berna, sia per il suo lavoro sia per la scelta delle tavole. The monster non è così mal ridotto per colpa di Verpoorten ma per colpa delle correzioni approntate sulle matite da Marie Severin (su richiesta del solito Lee) che cambiano anche il resto del racconto con grande dispiacere del King.

    1. Il mostro è stato modificato rendendolo più simile al gobbo di Notre Dame. Se guardi il filmato quando scorrono la decina di pagine di cui è composto questo breve episodio vedrai che è diverso da come è stato pubblicato. Le modifiche sono anche a personaggi ed al flusso dell’intera storia.

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