Mercoledì 15 giugno 1966, alle 21.15 sul Secondo (l’attuale Rai Due), va in onda la prima delle 6 puntate di Belfagor ovvero il fantasma del Louvre (Belphégor ou “Le fantôme du Louvre”), serie tv francese del 1965 basata sul romanzo del 1925 dello scrittore Arthur Bernède (1871 – 1937). Regia di Claude Barma.

Le prime quattro puntate vanno in onda sul Secondo canale, le ultime due, dato il grande successo ottenuto dalla serie, sono trasmesse sul Programma Nazionale (l’attuale Rai Uno) alle 21.
Belfagor viene replicato più volte negli anni successivi.

Con Juliette Greco (Luciana Borel – nell’originale francese: Laurence Hiquet – Stefania / Stéphanie Borel), Yves Rénier (Andrea / André – Bellegarde), Christine Delaroche (Colette Ménardier), René Dary (Commissario Ménardier), François Chaumette (Boris Williams), Sylvie (Lady Hodwin), Paul Crauchet (il guardiano del Louvre, Gautrais), Isaac Alvarez (il mimo che interpreta il fantasma).

BELFAGOR, IL FANTASMA DEL LOUVRE

Belfagor era una divinità dei moabiti, un popolo semita del Medio oriente. Poi, per i cristiani, divenne un principe dei demoni dell’inferno, che seduceva gli uomini suggerendo loro grandi invenzioni con cui arricchirsi.

BELFAGOR, IL FANTASMA DEL LOUVRE

A Parigi, nel museo del Louvre, un fantasma si aggira di notte per le sale e i corridoi nei pressi della statua di Belfagor. Dopo la morte del capo custode le cose precipitano.

Andrea Bellegarde, intraprendente studente, vuole scoprire il mistero. Viene coinvolta anche la giovane Colette, figlia di Menardier, il commissario di polizia incaricato delle indagini. Di Andrea si interessa anche un’altra donna, Luciana Borel, legata al sinistro Boris Williams, capo di una strana setta…

Una storia misteriosa che ha come punto di forza la presenza iniziale dell’enigmatico “fantasma” di Belfagor, ma poi si perde in chiacchiere sempre più fantasiose. Mettendo in secondo piano, nel succedersi delle puntate, il personaggio carismatico della vicenda: lo stesso Belfagor.

Il mistero del fantasma

Gautrais, custode nel Museo del Louvre, ha un brutto incontro con quello che sembra un fantasma vestito di nero e con una maschera tenebrosa. Essendo un ex alcolizzato viene preso poco sul serio. Senonché, il giorno dopo, il capo custode Sabourel viene trovato morto all’interno del museo.

BELFAGOR, IL FANTASMA DEL LOUVRE

Ormai tutti in città parlano del “fantasma”.
Lo studente Andrea Bellegarde, poco propenso a credere nel soprannaturale, trova un modo per restare nel museo del Louvre dopo la chiusura serale. A tenergli compagnia c’è Colette Ménardier, una ragazza che ha conosciuta poco prima nelle sale delle museo.

Il fantasma non tarda ad arrivare nei pressi della statua di Belfagor e Andrea gli salta addosso. Il fantasma sembra inarrestabile, ma, per fortuna del ragazzo, nel museo erano rimasti alcuni poliziotti che mettono in fuga la figura ammantata di nero.

BELFAGOR, IL FANTASMA DEL LOUVRE

Facciamo la conoscenza del commissario Ménardier, a capo delle indagini, che scopriamo essere il padre di Colette. Tra la ragazza e Andrea Bellegarde si avverte subito un forte interesse reciproco.

Andrea ora è sulla bocca di tutti, avendo avuto un incontro ravvicinato con il fantasma. Di lui si interessa in particolare Luciana Borel, una bella sconosciuta che, dopo averlo avvicinato, lo visita a casa cercando di diventare più “intima”. Suscitando così la gelosia della povera Colette.

Le indagini su Belfagor devono finire

Il commissario Ménardier viene avvisato, da una telefonata anonima di una persona che si spaccia per il fantasma, di andare a trovare una certa Lady Hodwin, anziana inglese che si dichiara esperta di Belfagor.

Si tratta di una ex artista che colleziona grammofoni e dischi. L’anziana consiglia di lasciare perdere questa storia del fantasma, perché potrebbe diventare più pericolosa di quanto il commissario immagini. Per lei Belfagor non è malvagio, la morte del custode sarebbe stata solo uno sfortunato incidente.

BELFAGOR, IL FANTASMA DEL LOUVRE

Nel frattempo, in un cinema dove era andata insieme ad Andrea, Colette torna da sola nella sala per recuperare i guanti dimenticati. Qui viene stordita e portata via.

Il commissario Ménardier vorrebbe trattenere la vecchia Hodwin come sospetta nelle indagini, ma è costretto a rilasciarla per l’intervento dell’ambasciata britannica richiesto dall’eccentrica Lady.
Ménardier prova a fare domande anche alla bella Borel, a cui arriva attraverso un biglietto prelevato alla Hodwin, ma anche lei gli consiglia di dimenticare Belfagor.

BELFAGOR, IL FANTASMA DEL LOUVRE

La polizia continua inutilmente a tendere agguati al fantasma, che non solo li evita, ma continua a entrare e uscire a piacimento dal museo. Il commissario Ménardier sospetta di un complice all’interno, mentre si continuano a trovare sempre statue fuori posto.

BELFAGOR, IL FANTASMA DEL LOUVRE

Nel frattempo la bella Luciana Borel porta Andrea a una cena da un suo amico, Boris Williams. Uno strano tipo, ricco e ben inserito nell’alta società, ma che poco gradisce la presenza dello studente. Al termine della serata arriva anche l’enigmatica Lady Hodwin, che sembra essere in stretti rapporti con il padrone di casa.

BELFAGOR, IL FANTASMA DEL LOUVRE

Colette, stordita al cinema, viene portata sulla Torre Eiffel da due tipi, un uomo e una donna vestita da suora, che minacciano di gettarla nel vuoto. Un ulteriore avvertimento per far cessare le indagini.
Liberata la figlia, dopo tutti questi avvenimenti il commissario Ménardier viene apparentemente esonerato dalle indagini.

Il sotterraneo del museo e i Rosacroce

Intanto il custode Gautrais scopre che la parte inferiore di un sarcofago nel museo ha una entrata. Lo dice ad Andrea Bellegarde e i due vanno a investigare di notte, scoprendo un ascensore che porta nei sotterranei del Louvre.

Scesi ancora più giù, attraverso una grata vedono Boris Williams che si inietta uno strano intruglio nelle vene aiutato da due individui.

BELFAGOR, IL FANTASMA DEL LOUVRE

Il sinistro gruppetto raggiunge poi il fantasma, apparentemente addormentato su un lettino. Williams gli impartisce degli ordini: cercare un tesoro radioattivo nascosto all’interno del museo. Ad accompagnare Belfagor c’è sempre un ragazzino che gli fa da apripista.

BELFAGOR, IL FANTASMA DEL LOUVRE

Tornati nelle sale del museo, Andrea e Gautrais vedono il fantasma che interagisce con la statua di Belfagor illuminandola. Andrea pensa che il tesoro sia un prezioso metallo radioattivo, il cosiddetto metallo di Paracelso, dal nome di un alchimista del Quattrocento.

Deciso a proseguire le indagini, il giovane scende di nuovo nel sotterraneo dicendo a Gautrais di aspettarlo per tre giorni.

BELFAGOR, IL FANTASMA DEL LOUVRE

Trascorsi i tre giorni senza sue notizie, il custode torna a controllare il sarcofago-ascensore, ma lo trova riempito d’acqua.
Avvertito il commissario, che in realtà non ha mai lasciato le indagini, manda un sommozzatore a controllare. Nel pozzo allagato viene trovato il portafoglio di Bellegarde.

Nel frattempo Andrea si rifà vivo al caffè dove aveva fissato appuntamento con Gautrais, che lo raggiunge preoccupato per il considerevole ritardo.

BELFAGOR, IL FANTASMA DEL LOUVRE

Ha scoperto che nella vicenda è coinvolta una banda che si definisce erede dei Rosacroce, la leggendaria società segreta esoterica fondata nel Seicento. Ma si rifiuta di parlare delle sue scoperte e non dice niente nemmeno al commissario, il quale decide di usarlo come esca facendo pubblicare sui giornali la notizia che Bellegarde ha scoperto il mistero.

La trappola della polizia, che sperava di mettere le mani sul fantasma attraendolo con la notizia, fallisce a causa di Colette, la quale, temendo per la sorte dell’amato, lo fa scappare di nascosto.

La morte di Lady Hodwin e la sorella gemella di Luciana

Colette viene avvicinata da Boris Williams, che la porta da Lady Hodwin. La quale la informa che Andrea non si trova più dove la ragazza pensa che sia: è scomparso. Per il suo bene, chiede a Colette di dirgli di andare da lei. Poi la saluta.

Lady Hodwin vorrebbe proteggere i due ragazzi, e anche il segreto di Belfagor. Ma Boris Williams non è d’accordo, lui vuole eliminare Andrea Bellegarde perché ha visto troppo. Avere allagato il sotterraneo serve a poco con un testimone ancora in giro. Dopo un duro confronto tra i due, Williams uccide la Hodwin… pur essendo sua madre.

BELFAGOR, IL FANTASMA DEL LOUVRE

Intanto il commissario, indirizzato da una lettera anonima, va a parlare con il padre di Luciana Borel, il signor Hiquet, collezionista di antichità e studioso del mondo dell’occulto. Non sa nulla di Belfagor, ma dà al commissario un documento dei Rosacroce che parla del tesoro del Louvre. Il commissario scopre l’esistenza di una sorella gemella di Luciana Borel, Stefanie.

BELFAGOR, IL FANTASMA DEL LOUVRE

Di ritorno a Parigi, il commissario Ménardier scampa a un attentato automobilistico. Gli comunicano del ritorno di Andrea Bellegarde e va a trovarlo, ma lo trova in infermeria dopo che è stato ripescato dalla Senna dove era caduto.

Il commissario mostra la pergamena ricevuta da Hiquet al giovane, che, tormentato da ciò che ha scoperto, si decide finalmente a passargli le proprie informazioni sui Rosacroce e sul metallo di Paracelso, che si troverebbe nella statua di Belfagor.

Ménardier non si fa prendere in giro da presunte motivazioni sapienziali, per lui questa pseudo banda ispirata ai Rosacroce è composta solo da banali delinquenti. Andrea confessa di aver visto Williams tra di loro, e Ménardier aggiunge il nome di Luciana tra gli aderenti del gruppo.

Andrea va a chiedere spiegazioni alla bella donna, ma Luciana, pur ammettendo di aver parlato del documento a Williams, sostiene di non sapere nulla di Belfagor, tranne che agisce sotto ipnosi e grazie a un filtro antico può individuare i metalli.

Il giorno dopo Andrea va a fare un’altra scenata a Luciana, la quale, all’improvviso, da una finestra vede il solito ragazzino che precede l’arrivo di Belfagor e lo prega di andare a controllare. Il giovane sta per uscire quando incontra Stefania, la sorella gemella di Luciana che non è per niente morta.

L’arresto di Luciana e il rapimento di Andrea

Belfagor arriva e fa prendere un colpo alla povera Luciana, svegliandola dopo che la sorella le aveva dato un sonnifero per calmarla. Andrea interviene di corsa e il fantasma si dilegua.
Il giovane prova a inseguirlo, ma viene aggredito e poi legato a un treno fermo sui binari, ma riesce a scampare all’arrivo dei vagoni che avrebbero dovuto schiacciarlo.

Riuscito a liberarsi torna a casa di Luciana, dove Belfagor ha lasciato il suo mantello nero e per questo  la polizia l’ha arrestata. Andrea, che dalla bella donna è sempre attratto, la va a trovare e promette aiuto.

Lo studente scopre che un misterioso benefattore ha versato sul suo conto in banca notevoli somme di denaro. Tramite le buste di denaro risale al quartiere da cui vengono impostate e ci va portandosi dietro Colette, la figlia del commissario.

Giunti sul posto, Colette vede un uomo con un cane entrare in un deposito di vecchie auto. Lo stesso cane che aveva visto quando era stata rapita.
Andrea entra nel deposito e scopre la macchina per scrivere con cui sono state redatte le lettere, ma tre tipacci lo catturano e lo portano via.

Colette li segue di nascosto e lo libera. Nel frattempo Luciana, rimessa in libertà, chiede a Williams di farle conoscere Belfagor. Andrea li vede e decide di seguirli lasciandosi indietro Colette.

All’interno del suo laboratorio in un castello, Boris svela a Luciana come ha creato il mito di Belfagor e quali sono i suoi sogni di onnipotenza, ma lei vuole sapere solo chi si cela sotto la maschera del fantasma. Allora Boris le fa bere a sua insaputa un sonnifero.

Luciana si risveglia in un’altra stanza, dove arriva Belfagor armato di pugnale. Luciana gli toglie la maschera e il volto che si rivela è quello di sua sorella Stefania!

Intanto Boris Williams viene bloccato da Andrea, che gli punta una pistola. L’uomo guadagna tempo, raccontando alcuni dettagli della vicenda, permettendo così l’intervento di un seguace che mette in fuga il ragazzo e che poi lo insegue. Luciana lo incontra fuori dal castello e lo aiuta a scappare.

La fine di Belfagor

Un telegramma firmato da Belfagor dà appuntamento al commissario Ménardier al museo di notte, lo dà anche al custode Gautrais e ad Andrea. I tre si presentano e Belfagor è puntuale, ma stavolta un colpo di pistola lo centra in pieno.

Tolta la maschera, appare di nuovo il volto di Stefania, ma il commissario capisce che è solo un tentativo per far chiudere le indagini. La ragazza comunque è ancora viva, seppure in gravi condizioni, e Menardier prova a interrogarla invano.

Andrea conduce il commissario dallo sfasciacarrozze. Menardier interroga il proprietario su Boris Williams senza ottenere risposte. Andrea usa metodi più “convincenti”, minacciando di investire il tizio con un camion.
Messo alle strette, il proprietario rivela l’indirizzo di Boris Williams. Quest’ultimo si trova in auto con Luciana, mentre discutono animatamente i due hanno un incidente nei pressi della zona industriale.

Luciana minaccia di andare dalla polizia e di rivelare tutto, Boris cerca di convincerla che lui è una brava persona e che a lei ci tiene. La donna le confessa invece il suo amore per Andrea Bellegarde e questo innervosisce ulteriormente Williams, che si esalta parlando di Belfagor e dei suoi sogni di potere e, infine, rivela a Luciana che è lei Belfagor!

Le spiega che dimentica le proprie azioni come Belfagor grazie all’ipnosi e al filtro. Quindi è lei la vera responsabile degli omicidi e delle aggressioni, lo spirito di Belfagor si è impossessato ormai della donna. Luciana fugge sconvolta sulle travi dell’edificio in costruzione, mentre sopraggiunge la polizia avvisata dal custode.

Con la polizia ci sono il commissario Ménardier ed Andrea. Boris Williams spara e i poliziotti rispondono al fuoco, ma il commissario gli ordina di fermarsi. Vedendo Luciana in alto sulle travi, Andrea corre per salvarla.

Boris Williams si impossessa dell’altoparlante e istiga la donna a lanciarsi, ribadendole che ormai il filtro l’ha corrotta e non può più salvarsi. Andrea non riesce a fermarla e la donna si getta nel vuoto.

L’ultimo episodio della serie si conclude con la lettura del testamento di Lady Hodwin, che lascia le proprie sostanze un po’ a tutti: Stefania, Gautrais, la polizia, Colette e Andrea.

I due giovani si allontanano pensando alla loro futura vita insieme.

5 pensiero su “BELFAGOR, IL FANTASMA DEL LOUVRE”
  1. Serie paurosamente datata, con una sceneggiatura infame e una regia che definire mediocre è un complimento. Sbagliato anche il casting. Rivista oggi fa sinceramente pena, anche e soprattutto per l’enorme potenziale non sfruttato.
    Il segreto del suo successo? Era la prima volta che in TV passava una serie di genere horror.

    1. Come ha scritto anche Pangio, il punto di forza erano le apparizioni notturne di Belfagor, inquietanti ancora oggi ma che per il pubblico poco smaliziato dell’epoca – bambini compresi, anzi soprattutto loro – erano davvero terrorizzanti.
      In pratica lo sceneggiato “vive di rendita” su quelle poche scene, godendo di una fama ben superiore ai suoi effettivi meriti.
      P.S. Io il cast non lo trovo poi così sbagliato…in ogni caso non saprei immaginare facce diverse da quelle.

  2. Della trama dello sceneggiato non ricordavo niente e a leggerla oggi mi sembra assolutamente ingarbugliata e troppo piena di colpi di scena.
    Ma all’epoca avevo sette anni e vedere ( insieme con mia mamma) questa fantasma aggirarsi per le sale del Louvre silenzioso e spaventoso e sentire la musichetta che lo accompagnava erano cose che mi terrorizzavano.
    Il film don Depardieu non mi sembra poi molto meglio anche se non ne ricordo quasi niente ( e questo dovrebbe confermare che il film non era granchè).

  3. Qualche giorno fa ho provato a vedere lo sceneggiato su Youtube. Non sono riuscito ad andare oltre la prima mezzora o poco più.
    E mi chiedo come era possibile che all’epoca mi piacesse e mi terrorizzasse tanto. La risposta è facile: ero ingenuo e non avevo visto e vissuto tutto quello che ho visto oggi.
    Ma primo o poi torno su youtube e giuro che mi vedo tutto Belfagor.

    1. Pensa che io me lo rivedo una volta l’anno in dvd ( come pure rivedo Il Segno del Comando e Ritratto di Donna Velata ).
      E’ una specie di rito, dove entra anche molto la nostalgia, il cercare di ricreare e assaporare l’atmosfera della vecchia tv.
      Poi, va be’, sono un patito del Soprannaturale e del genere feuilleton 🙂

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