Nello spettacolo e nella musica i divi che hanno avuto successo a un certo punto declinano e spariscono dalla scena, sostituiti da personaggi emergenti con nuove capacità ed espressioni artistiche.

Succede qualcosa di simile per i personaggi del fumetto? Se i loro autori non sono più in vita i personaggi possono continuare a esistere?
Di fatto sì, ma quasi sempre la qualità del prodotto ne risente.

Alcuni personaggi come Tintin di Hergé e Charlie Brown di Charles Shulz sono finiti con il loro creatore, malgrado il grande successo e la popolarità acquisita. I fans di queste serie possono essere dispiaciuti, ma l’opera dove hanno agito i loro beniamini resta fissata e tutta autentica. Almeno fino a quando gli eredi degli autori non cambieranno idea.

In altri casi i personaggi sono passati fin dall’inizio per molte mani. Questo è il caso dei fumetti americani, soprattutto dei comic book di supereroi. Stan Lee, per esempio, ha abbandonato i suoi personaggi già nei primi anni settanta.

Vediamo ora un altro caso: i personaggi che sono continuati dopo la morte degli autori che in precedenza li avevano realizzati in esclusiva.

Asterix, creato nel 1959 da René Goscinny e realizzato graficamente da Albert Uderzo, è un eroe accattivante, del tutto antistorico perché i galli vennero sottomessi da Giulio Cesare. Poi mutarono la loro cultura e la loro lingua assimilandosi nell’impero romano, ancora oggi con il francese parlano una lingua neolatina.

Raccontare di una pur circoscritta resistenza gallica resa possibile attraverso una bevanda magica che dà una spropositata forza fisica è una novità inaspettata, ma ciò che rende divertente Asterix è la sua manifesta ironia. René Goscinny, ebreo, deve aver preso dall’umorismo ebraico dei fratelli Marx, di Woody Allen e Mel Brooks (a proposito di ebrei, deve aver preso soprattutto da Harvey Kurtzman, futuro fondatore della rivista Mad, negli anni giovanili in cui erano stati amici a New York – NdR).

Il successo del piccolo gallo si propaga presto anche fuori dalla Francia. Asterix diventa uno dei principali simboli internazionali dei francesi, come lo champagne, il ballo del cancan, la tour Eiffel e l’inno della Marsigliese.

René Goscinny muore improvvisamente nel novembre 1977, all’età di soli 51 anni. Per non rinunciare all’affare colossale rappresentato dal piccolo gallico, Albert Uderzo fonda una casa editrice apposita per continuarne le avventure, facendo uscire nuovi album disegnati e scritti da lui solo.

In questi nuovi episodi, però, manca la fresca e maliziosa inventiva di Goscinny, a volte le vicende e i personaggi ricalcano alcuni cliché senza nuove provocazioni satiriche. René sapeva inframezzare le scene di azione con gag e giochi di parole esilaranti, questo viene perduto da subito. Il suo fumetto aveva una doppia lettura per bambini e adulti. Una quarantina di anni dopo anche Uderzo si ritira, e subentrano disegnatori validi, ma gli sceneggiatori sono all’altezza ?

Nell’ultimo albo Asterix va in Cina, chiamata Regno di mezzo dai cinesi stessi. Non è un albo a fumetti, bensì la trasposizione di un film a cartoni animati.

La vicenda: una principessa cinese, Fuji, arriva inaspettata nel villaggio gallico perché spodestata dal malvagio Deng Tsin Quin, che ne aveva chiesto la mano venendo respinto. Intanto Giulio Cesare, contattato dall’usurpatore, decide di partire per la Cina alla testa delle legioni per farne una sua nuova conquista (mentre al massimo, in realtà, gli imperatori romani avrebbero vagheggiato la conquista della più vicina India sulle orme di Alessandro il Grande).

Asterix e Obelix arrivano in oriente con la principessa. Dopo aver liberato l’imperatrice madre, vengono tutti accolti dal principe Du Deng, un cinese biondo.
Cesare, intanto, ha invaso la Cina e attacca il palazzo di Du Deng. Avviene una zuffa tra le fazioni opposte, i romani sembrano avere la meglio, ma l’imperatrice arriva in soccorso con tutto il suo esercito.

Per farla breve, Cesare desiste dalla conquista e ritorna a Roma. Due mercanti fenici diventano i tramiti del commercio tra oriente e occidente. Fuji e Du Deng si sposano, la festa di nozze avviene con il solito banchetto nel villaggio gallico.

ASTERIX SENZA GOSCINNY E CORTO SENZA PRATT


Notiamo diverse forzature e assurdità. I romani conoscevano solo vagamente la Cina, che chiamavano Serica. Un poco di più i cinesi conoscevano Roma, verso la quale inviò un paio di ambasciate, delle quali pare solo una sia arrivata a destinazione. C’era un commercio della preziosa seta tra i due continenti, ma un viaggio via terra tra oriente e occidente o viceversa, durava almeno due anni al lento passo delle cavalcature.

Assurda quindi la pretesa di Giulio Cesare di portare le sue legioni in Cina. Queste avrebbro dovuto attraversare tre grandi stati indipendenti: l’impero dei parti (già persiano), il regno battriano kusana (l’Afghanistan) e il regno turco-mongolo di Xianbei (il Sinkiang).

Se l’armata romana avesse avuto via libera fino in Cina, si sarebbe trovata ad affrontare 500mila cinesi armati, più del triplo dei soldati delle legioni.

Svarioni storici e geografici a parte, la vicenda segue un andamento scontato, i cazzotti fini a sé stessi diventano presto noiosi. Battute di un certo livello non se ne vedono. Inoltre notiamo come l’Obelix di Goscinny era sì un bonaccione, ma con una poetica filosofia di vita che a volte aveva la meglio sulle scaltrezze di Asterix. Nelle storie dopo di Goscinny è solo un bamboccione ritardato.

ASTERIX SENZA GOSCINNY E CORTO SENZA PRATT


Il secondo soggetto di questa trattazione è Corto Maltese di Hugo Pratt. Nato nel 1967 sulle pagine del mensile Sgt. Kirk di Genova, lo vediamo subito come un avventuriero marinaio mezzo pirata e mezzo idealista, impegnato nella ricerca di tesori tra le contraddizioni del potere coloniale europeo e a stretto contatto con l’esoterismo e la stregoneria.

Avendo collaborato per più di una ventina d’anni con Hugo Pratt, credo di poter esaminare con qualche criterio l’ultima storia uscita di Corto Maltese, intitolata Notturno berlinese.

Per essere un notturno lo è veramente: vignette scure, con coloratura pesante che annienta le fisionomie. Lettering minuscolo che si fatica a leggere, trama e personaggi discontinui che si sovrappongono.

ASTERIX SENZA GOSCINNY E CORTO SENZA PRATT


Nel 1924 Corto Maltese si trova in una Germania turbolenta dopo la sconfitta nella Prima guerra mondiale. La repubblica di Weimar non riesce a imporre l’ordine interno, la svalutazione del marco rovina i cittadini mentre avvengono tentativi di colpo di stato nazionalisti e tentativi di rivoluzione comunista. Alla fine, Adolf Hitler saprà sfruttare la situazione per salire al potere come aveva già fatto Benito Mussolini in Italia.

Corto Maltese apprende la morte del vecchio amico di avventure Steiner, e come sua abitudine contatta un circolo esoterico e spiritistico, sfugge ad alcuni tumulti e capita in un cabaret. Viene poi impegnato nella ricerca di antiche carte di tarocco magiche tramite l’amico giornalista e scrittore Joseph Roth. Si intrufola Lise, un’avvenente comunista che coinvolge il marinaio e lo indirizza a Praga. Nella capitale cecoslovacca lo attende Levi Colombia, mercante ebreo incontrato in precedenti avventure.

Come già successo Corto si trova in tasca una delle carte magiche, non fa a tempo a sapere cosa farsene che viene assunto per una parte in un film espressionista. La carta magica viene regalata a un rabbino, e subito dopo spunta Steiner redivivo, che al vecchio amico consegna uno scottante dossier. Tramite Roth il documento arriva nelle mani di Friedrich Ebert, cancelliere della repubblica di Germania: l’associazione sovversiva Consul viene così smascherata e i suoi componenti sono arrestati. Fine.

Questo insieme di avvenimenti non compone una vera storia, sono stati semplicemente appiccicati certi elementi che si ritengono tipici dell’epoca: l’instabilità politica e sociale, i complotti, gli intellettuali, il cabaret, l’espressionismo nel cinema, l’oggetto magico, la cabala ebraica e le sette esoteriche.

Juan Diaz Canales, il soggettista e sceneggiatore, si è documentato, ma ci voleva più sintesi degli ambienti e degli avvenimenti, invece la storia è frazionata in spezzoni slegati tra loro.

Che cos’è il cabaret? È quello del regista Josef von Sternberg con Marlene Dietrich, o quello di Bob Fosse con Liza Minnelli? Nel locale, Corto Maltese incontra Eve Cunningham, ex spia, che in realtà è Rowena Welsh. Avrebbe potuto esserci un flashback nel quale lei narra la vicenda che l’ha fatta incontrare con lui nell’episodio Sogno di un mattino di mezzo inverno, e come sia riuscita a scampare alla fucilazione in Inghilterra dopo che Corto Maltese l’aveva smascherata e consegnata ai britannici, invece niente.

I film espressionisti, come quelli di Lubitsch, Fritz Lang, Murnau, possono avere una loro trasposizione a fumetti, già Dino Battaglia e Guido Crepax avevano realizzato cose notevoli in proposito, ma Ruben Pellejero, il disegnatore, ha voluto calare nell’espressionismo grafico tutta la vicenda berlinese, il che è troppo.


Per la prima volta vediamo Corto Maltese ubriaco (pag. 14) e completamente nudo (pag. 36). Hugo Pratt mai lo avrebbe ridotto così.
Canales fa intendere un’intesa sessuale tra lui e Lise, ma la scena del nostro eroe che gioca puerilmente nell’acqua con Lise, la quale si è spogliata per lui, è ridicola.

Sulla quarta di copertina dell’albo c’è scritto: “A volte la vita sembra un copione scritto male”. Chi ha resuscitato Corto Maltese è già incappato cinque volte in un tale copione.

Per prima cosa, sarebbe meglio che i nuovi autori di questi personaggi così complessi li conoscessero fino in fondo.







5 pensiero su “ASTERIX SENZA GOSCINNY E CORTO SENZA PRATT”
  1. Sarà un pensiero troppo ardito ma agli eredi ed amministratori dell’opera di Hugo Pratt consiglierei: Fate scrivere chi come me ha molto collaborato con Pratt e conosce bene il suo pensiero, e fate lavorare chi ha disegnato e continua a disegnare nello stile genuino del grande Hugo. Vedi Lele Vianello e Guido Fuga, gli autori di Corto Sconto.

  2. Se ti conosco bene Sauro, non pubblicherai il commento precedente. Fa lo stesso ma è una verità che dovevo dire.

  3. eppero’ la prima pagina che avete pubblicato e’ carina. evocativa.
    prattiana.
    le altre due potrebbe averle generate stablediffusion.
    mi domando che tiratura possa avere e che pubblico.

    C

  4. Al netto della distanza irraggiungibile dai rispettivi originali, personalmente i nuovi Asterix li trovo illeggibili, mentre Corto, pur concordando con gran parte delle considerazioni dell’autore dell’articolo, lo trovo comunque un bel fumetto che soffre del paragone improponibile con l’originale, perché la capacità di Pratt di evocare tutto un vissuto in pochi tratti non si può copiare e neppure imitare.

    Mi piacerebbe conoscere il parere dell’autore anche sul Corto reinventato da Bastien Vivès e Martin Quenehen.

    E comunque si, sogno un sequel disegnato da Lele Vianello. Grazie

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