Lana Turner

È il 4 aprile 1958 quando squilla il telefono di Jerry Geisler, il famoso avvocato delle stelle di Hollywood. «Sono Lana Turner», dice una voce incerta, «è successa una cosa terribile, può venire a casa mia?». Raggiunta la grande villa in stile coloniale, l’avvocato incontra l’attrice con il volto solcato dalle lacrime e la figlia quattordicenne, Cheryl, in piena crisi isterica. In una camera vicina, disteso sul pavimento, giace il cadavere insanguinato di Johnny Stompanato, un gangster di mezza tacca. Vicino al corpo inerte c’è un coltello da macellaio nuovo di zecca, ancora con l’etichetta. L’avvocato parla fitto con madre e figlia, chiedendo ragguagli e dando saggi consigli. Subito dopo, avverte la polizia.

Il vero nome di battesimo di Lana Turner è Julia. La futura attrice nasce nello stato montano dell’Idaho l’8 febbraio 1921. Il padre John è un minatore con il vizio del gioco. Dopo aver fatto una grossa vincita a carte, l’uomo dice a tutti che finalmente potrà comprare la bicicletta alla sua adorata figliola. La sera stessa viene rapinato e ucciso da alcuni uomini rimasti ignoti. Lasciato il burrascoso mondo delle miniere con la mamma, a 16 anni Julia entra nell’ambiente per certi versi altrettanto pericoloso di Hollywood. Un giorno del 1938, quando è ancora un’attrice di secondo piano, accade un fatto curioso: per esigenze sceniche, la parrucchiera rade le sue sopracciglia e gliele ridisegna con la matita. Da quel giorno non le ricresceranno più.

La sua bellezza provocante, i capelli biondo platino, gli occhi luminosi e gli abitini strizzati che valorizzano le sue curve le conferiscono un fascino irresistibile. Il successo arriva quando, all’età di vent’anni, interpreta il film horror Dottor Jekyll e Mr. Hyde con Spencer Tracy. Negli anni successivi recita con attori del calibro di James Stewart e Clark Gable, diventando una delle dive più pagate di Hollywood. Il suo ruolo è generalmente quello della “femme fatale” o della “dark lady”. Insomma, di pericolosa mangiauomini. Una parte che interpreta anche nel suo capolavoro del 1946, Il postino suona sempre due volte.

La vita privata dell’attrice è movimentata: passa da un amore all’altro con grande disinvoltura. Ha relazioni con l’attore Tyrone Power, il cantante Frank Sinatra e il produttore Howard Hughes: «Trovo gli uomini tremendamente eccitanti», spiega. «Se una donna dice che non le fanno effetto, vuol dire che è una vecchia zitella anemica».

Si sposa sette volte, quasi mai con attori o personaggi famosi. Il primo marito è un musicista, con il quale rimane solo un anno. Il secondo è Steve Crane, proprietario di ristoranti. Nonostante la breve durata di quell’unione, nel 1943 nasce la figlia Cheryl. A causa dei problemi avuti durante il parto, Lana non potrà più avere bambini. Seguiranno altri cinque matrimoni, tutti durati pochi anni. L’attrice sente una forte attrazione per gli uomini brutali, tanto che a volte viene vista con gli occhiali scuri che le coprono un occhio nero. Probabilmente per questo motivo divorzia facilmente, per risposarsi subito dopo con un uomo altrettanto violento. Le cronache registrano l’episodio di un marito che la butta giù dalle scale e di un altro che la prende a schiaffoni in pubblico. Ma l’uomo che ama di più, e di sicuro il più brutale, è il gangster Johnny Stompanato.

Si tratta di un criminale di piccolo calibro che aveva iniziato la carriera come guardia del corpo di Mickey Cohen, un boss della criminalità organizzata ebraica, la quale in California non è ancora stata soppiantata dalla mafia siciliana. Stompanato ha rapinato alcune gioiellerie per poi mettersi in proprio, investendo su un giro di prostitute che gli rendono poco, come pure la sua copertura ufficiale, un negozio di articoli da regalo. Il suo vero problema, in realtà, è che sperpera tutti i guadagni al gioco e anche per questo si fa mantenere dalle sue amanti. Più che un playboy è un gigolò. Con questa ultima “qualifica’’ è schedato negli archivi della polizia: in un rapporto si legge che Stompanato abbandona la donna di turno, sempre ricca e piacente, solo quando le ha spremuto tutto il denaro possibile. È bello e spavaldo, nessuna femmina sembra resistere al suo fascino. A farne le spese è anche il grande Frank Sinatra, costretto a protestare con Mickey Cohen perché Stompanato, il suo ex guardaspalle, continua a infilarsi nel letto della moglie Ava Gardner. Per Lana Turner questo delinquente, di quattro anni più giovane di lei, diventa presto un’ossessione, l’uomo del quale non può fare a meno. Le era stato presentato subito dopo il divorzio da Lex Barker, l’unico attore che aveva sposato, famoso per la sua interpretazione di Tarzan. Lana sa bene che Johnny Stompanato è un gangster, ma trova eccitante che tenga sempre la pistola sotto lo smoking. Le piace sentirsi minacciare da lui: «Se ti dico salta, tu salti; se ti dico balla, tu balli».

Johnny segue la sua nuova fiamma nelle trasferte, naturalmente facendosi pagare il viaggio. Vola fino in Inghilterra dove, nel 1957, Lana sta interpretando un film con l’ancora semisconosciuto Sean Connery (il futuro James Bond). Una volta Stompanato, spinto dalla gelosia, irrompe sul set puntando la pistola verso Connery, il quale, senza scomporsi, lo disarma, gli sferra un pugno e lo butta fuori. Il gangster viene espulso dall’Inghilterra perché privo di porto d’armi.

Un’altra fonte di problemi per l’attrice è il rapporto con Cheryl, la figlia ormai quattordicenne, dal carattere difficile. Le due non vanno d’accordo su nulla e la loro convivenza sembra impossibile. La madre non può nemmeno metterla in collegio, perché ogni volta la ragazzina scappa e torna a casa in stato confusionale, aggressiva e nevrotica. Cheryl trova sempre i motivi per litigare con tutti gli uomini della madre. Ma da Johnny Stompanato si sente attratta e insieme respinta, tanto che, molti anni dopo, lo descriverà così: «Bello e muscoloso, parlava con frasi brevi per nascondere la sua scarsa padronanza della grammatica, ma aveva un voce profonda e baritonale. Sorrideva poco ed era sempre sospettoso. Il suo guardaroba consisteva in qualche paio di pantaloni larghi e sformati, una cintura argentata e borchiata e un paio di scarpe di coccodrillo».

La sera in cui il cadavere di Stompanato viene trovato in seguito alla telefonata della Turner, la piccola Cheryl viene portata alla centrale di polizia accompagnata dalla mamma e dall’avvocato Geisler, che non la lasciano un attimo. La ragazzina racconta agli agenti che si trovava nella stanza accanto alla camera da letto della madre quando, attraverso la parete, l’aveva sentita dire all’amante che non avrebbe più pagato i suoi debiti di gioco. Quando lui si stava avventando contro Lana gridando che l’avrebbe sfigurata, Cheryl era entrata nella camera da letto pugnalando l’uomo all’addome con un coltello preso in cucina. Un momento drammatico che, pochi anni dopo, ispirerà al regista Alfred Hitchcock il film Marnie.

In attesa del processo, la ragazzina non viene messa in un carcere minorile, ma data in affidamento alla nonna materna. Presto sui giornali fioriscono le più svariate interpretazioni sull’accaduto: alcuni sostengono che a uccidere Stompanato sia stata, in realtà, Lana Turner e che la figlia sia stata indotta a prendersi la responsabilità perché, in quanto minorenne, sarebbe andata incontro a una pena leggera. Ancora più fantasiosamente, altri attribuiscono l’omicidio a uno Sean Connery perdutamente innamorato di Lana. L’attore scozzese non si degnerà nemmeno di rispondere alle insinuazioni.

Durante il processo, 120 dei 160 posti del tribunale destinati al pubblico sono occupati da giornalisti: l’America vuole conoscere tutti i dettagli dell’uccisione dell’amante di Lana Turner. Chiamata a deporre, Cheryl ripete il suo racconto, confermato dalla drammatica testimonianza della madre che, mentre rievoca l’episodio, appare sempre sul punto di svenire. Alcuni scriveranno che questa è stata, senza dubbio, la sua più grande interpretazione. Poi vengono chiamati a deporre gli investigatori della polizia, che fanno notare alcune anomalie. Per esempio, sul coltello non c’erano impronte digitali. Chi le ha cancellate e perché? La camera da letto, dove si sarebbe svolta la lotta furiosa, era perfettamente in ordine. Molti altri particolari non combaciano con le due testimonianze, ma al termine delle udienze la giuria assolve Cheryl Crane, riconoscendole di avere ucciso per legittima difesa. Per evitare di essere trascinata anche in un processo civile, Lana Turner verserà un risarcimento di sette milioni di dollari alla famiglia della vittima. La sentenza di assoluzione fa indignare il gangster Mickey Cohen che, deciso a vendicarsi, manda ai giornali una dozzina di lettere “bollenti” scritte da Lana Turner a Stompanato. Ecco lo stralcio di un biglietto vergato dall’attrice mentre era lontana per ragioni di lavoro: “Sento una profonda nostalgia per le deliziose sofferenze che mi infliggevi con tanta sapienza”. La maggior parte dei passaggi viene censurata dalla stampa perché troppo spinta. Benché sia ormai considerata una donna dissoluta e una madre snaturata, Lana Turner riesce a riprendere in qualche modo la sua carriera cinematografica. Cheryl, intanto, finisce di nuovo in collegio, da dove scappa per l’ennesima volta nel 1960. Dopo aver provato a fare la modella, di lei si perdono le tracce fino al 1969, quando viene arrestata per possesso di droga. In seguito, aiutata dal padre, riesce a reinserirsi nella società. Abbandonato il cinema, Lana Turner ottiene delle parti in serial televisivi come Falcon Crest. Negli ultimi anni, l’attrice cerca di rappacificarsi con la figlia e solidarizza con lei quando Cheryl dichiara pubblicamente la propria omosessualità.

Lana Turner muore per un cancro alla gola il 29 giugno 1995, a 74 anni. Tre anni dopo anche la figlia viene colpita da un tumore al seno, ma dopo l’operazione e le cure si ristabilisce completamente.
Oggi Cheryl vive in una località della California, dove lavora come agente immobiliare con la sua compagna Joyce LeRoy, che sposa nel 2014.

 

 

 

Di Sauro Pennacchioli

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