L’amore è una componente spesso presente nelle storie d’avventura, dove troviamo il protagonista insieme a una “eterna fidanzata” destinata a essere rapita e salvata. Un archetipo che richiama i miti delle fanciulle sottratte ai draghi dall’intervento di guerrieri umani o divini.

In fin dei conti gli eroi tradizionali dei fumetti convivono da anni con le rispettive compagne, come Mandrake o Diabolik, mentre con il mutare dei costumi e l’allentarsi della censura se ne vedono sempre di più passare da una donna all’altra, come Conan, Mister No e Dylan Dog.
Senza contare gli amori liberi e disinvolti di eroine come Barbarella o Valentina, che hanno anche avuto un figlio senza sposarsi.

Alla fine hanno ceduto anche gli eroi tradizionali. Dopo i matrimoni di personaggi classici come Tarzan, il Principe Valiant e Dick Tracy, si sono accasati anche l’Agente Segreto X-9, Mister Fantastic e la Donna Invisibile dei Fantastici Quattro, l’eroe sottomarino Aquaman, il velocista Flash, Phantom (L’Uomo Mascherato), l’Uomo Ragno (per poi azzerare tutto), Superman, Martin Mystère e addirittura l’Incredibile Hulk (naturalmente nella sua identità umana), tanto per citare alcuni dei più noti.

In casi precedenti, poiché nelle storie d’azione una famiglia può limitare i movimenti, gli autori si sono affrettati a rendere vedovo l’eroe, com’è accaduto a Tex Willer, al Commissario Spada, al samurai Itto Ogami, a Ken Parker e a Conan il Barbaro.
La moglie scomparsa lascia loro un figlio da allevare da soli, e con cui, magari, far identificare i lettori più giovani.

 

Amori comici

L’amore, con tutti i problemi, i conflitti, le gelosie e le follie che lo accompagnano si presta ad alimentare situazioni comiche. Sia nelle serie corali sia in quelle incentrate su una coppia, in cui anche i personaggi femminili possono godere di notevole spazio e considerazione, condividendo con il partner le luci della ribalta.

Lo vediamo nelle serie realizzate da Geo McManus ai primi del Novecento.
The Newlyweds (Gli sposini) del 1904, su due giovani coniugi tiranneggiati dai capricci del figlioletto neonato. Bringing Up Father (Allevare papà) del 1914, basata sui litigi familiari tra Jiggs e Maggie (in Italia Arcibaldo e Petronilla). E Rosie’s Beau (Il bello di Rosie) del 1916, sulla coppia, solo apparentemente male assortita, costituita dalla bella Rosie e dal paffuto Archie, che non fanno che scambiarsi dichiarazioni d’amore.

AMORE E BACI NEI FUMETTI

Le esigenze umoristiche possono anche far formare coppie abbastanza strane. Stravagante, per esempio, è il rapporto di amore-odio tra la gatta Krazy e il topo Ignatz, nella striscia Krazy Kat creata da George Herriman nel 1910.

La gatta è così innamorata del topo da scambiare per una dimostrazione d’affetto ogni mattone che lui le lancia addosso: una felice metafora del destino di molti innamorati masochisti, che costituisce il primo tormentone comico della storia del fumetto.

Valga per tutti l’apparentemente impossibile storia d’amore tra un lupo e una gallina a cui assistiamo nelle strisce di Lupo Alberto, create dall’italiano Silver nel 1973. Anche qui la situazione base della consenziente gallina Marta “rapita” da Alberto si ripete in infinite varianti.

A partire dal 1920, con la striscia Winnie Winkle di Martin Michael Branner, incentrata su una giovane stenografa, le donne cominciano a passare al ruolo di protagoniste principali, per lo più in intrecci sentimentali, che pur mantenendo ancora un taglio umoristico si fanno via via più verosimili.

Dopo il successo della striscia del 1921 Tillie the Toiler (Tillie la modella) di Russ Westover, le serie a sfondo rosa con protagoniste femminili si moltiplicano. Tutte avevano sempre una gag alla fine di ogni striscia quotidiana e ogni tavola domenicale, pur cominciando ad avere una certa continuità da una puntata all’altra per permettere lo sviluppo degli intrecci sentimentali.

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Si potrebbe quindi dire che il fumetto rosa abbia costituito una sorta di anello di congiunzione tra il fumetto esclusivamente comico e quello più avventuroso e realistico.

Tanto è vero che la serie Wash Tubbs, creata da Roy Crane nel 1924 come striscia comico-sentimentale, si trasforma gradualmente nel primo fumetto d’avventura vero e proprio, quando, contro il parere dell’editor, l’autore fa partire sempre più spesso in cerca di fortuna il suo protagonista (un piccoletto occhialuto che si innamora perdutamente di ogni bella ragazza che incontra).

Arriva ad affiancargli come comprimario, dal 1929, un misterioso avventuriero di nome Capitan Easy, ben più deciso, coraggioso, robusto e atletico. In pratica il prototipo dei futuri eroi dei fumetti.

Intanto viene messo a punto un altro prototipo: quello della bionda svampita e arguta al tempo stesso, precorritrice del carattere che fu poi appiccicato a Marilyn Monroe.
Nel 1930 Chic Young crea la striscia Blondie su una ragazza squattrinata che si fidanza con il figlio di un miliardario, causando scompiglio nell’ambiente dei futuri suoceri.

A differenza delle altre eroine dei fumetti di quegli anni, destinate a passare da un flirt all’altro senza mai giungere al matrimonio, Blondie, dopo qualche anno di fidanzamento contrastato e altalenante, riesce a sposare il suo Dagwood (noto da noi come Dagoberto), che però viene diseredato ed è costretto a trovarsi un lavoro da impiegato.

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Finisce così l’avventura sentimentale, ma non la loro buffa storia d’amore. La quale prende il ritmo di una routine quotidiana scandita da gag comiche di crescente successo, visto che ora è facile identificarsi con loro per qualunque famiglia media americana.

In Inghilterra intanto nasce un’altra sfrontata bionda di nome Jane, protagonista della striscia “Jane’s Journal, the Diary of a Bright Young Thing” (Il giornale di Jane, il diario di una vivace giovane creatura) creata da Norman Pett nel 1932.

Un’eroina più che svanita distratta, per il modo in cui le capita continuamente di ritrovarsi in sottoveste per incidenti d’ogni genere indipendenti dalla propria volontà. In questa serie ammiccante verso il pubblico maschile non manca l’elemento rosa: Jane ha una lunga storia d’amore con Georgie, che rimanda continuamente il matrimonio perché perennemente squattrinato.

Comincia ad avvenire un’inversione del ruoli tradizionali, con Jane che in quanto protagonista si rivela in molte occasioni più intraprendente e decisa di quello che si potrebbe definire come il suo “eterno fidanzato”, e spesso anche più fortunata nel trovare lavoro.

Lo stile del disegno e la struttura delle storie abbandonano via via gli schemi comici per farsi sempre più realistici e avventurosi, soprattutto con il passaggio al disegnatore Mike Hubbard, mentre Jane si prodiga sempre nell’aiutare ogni persona che incontra, caratteristiche tipiche di molte serie sentimentali dei decenni successivi.

 

Avventure romantiche

Alla fine degli anni trenta le prime strisce giornaliere realistiche statunitensi che trattano spesso temi sentimentali hanno per protagoniste delle vecchi signore che si prodigano nel dispensare consigli e aiuto al prossimo: la Abbie Scrapple della serie Abbie an’ Slats di Raeburn Van Buren (inizialmente con i testi di Al Capp) e soprattutto la Mary Worth della serie Mary Worth Family scritta da Allen Saunders e disegnata da Dale Connor.

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Altrettanto disposta ad assistere gli altri nei loro problemi di cuore è la giovane ed emancipata reporter Brenda Starr, creata da Dale Messick nel 1940.
Lo stesso si può dire per la protagonista della striscia The Heart of Juliet Jones (Il cuore di Juliet Jones), creata da Elliot Caplin (fratello di Al Capp) e Stan Drake nel 1953.
Juliet Jones è una donna così stimata dai propri concittadini da essere eletta sindaco a soli trent’anni.

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Nelle strisce americane abbiamo anche Mary Perkins, protagonista della serie On Stage (Sul palco), creata da Leonard Starr nel 1957. Una ragazza di provincia che riesce rapidamente a diventare un’attrice di Broadway, maturando di pari passo con le proprie esperienze.

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In pratica queste eroine si prodigano ad aiutare gli altri con le proprie doti femminili di disponibilità e comprensione, laddove gli eroi maschili intervengono a risolvere ogni situazione difficile a suon di pugni.

Un po’ più spensierate appaiono le eroine delle strisce britanniche, che sembrano prediligere su tutti il mestiere di modelle e che spesso passano più tempo a spasimare per il proprio corteggiatore di turno che a sfilare.

Carol Day è stata creata da David Wright nel 1956, mentre Tiffany Jones, è stata creata da Pat Tourret e Jenny Butterworth nel 1964.
AMORE E BACI NEI FUMETTILa modella del futuro Scarth, creata da Jo Addams e Luis Roca nel 1969, con i suoi nudi è invece più vicina a Jane, anche se le storie sono più serie.

Affine alle eroine emancipate e altruiste delle strisce statunitensi è invece la bella giornalista Helena, creata dagli argentini Robin Wood e Josè Luis Garcia Seijas nel 1979. Continuamente coinvolta in situazioni difficili di vario genere, ma quasi sempre legate anche a vicende sentimentali o comunque affettive, descritte in modo molto realistico, curato e accattivante. Anche grazie alla narrazione in soggettiva che riporta i pensieri della protagonista.

AMORE E BACI NEI FUMETTIPiù stilizzate, e spesso con molti elementi umoristici mischiati a quelli romantici, sono le serie giapponesi di shojo manga, i “fumetti per ragazze” inaugurati da Osamu Tezuka negli anni cinquanta con le storie in costume di Ribon no Kishi (nota in Italia come La Principessa Zaffiro).

L’autrice più importante di questi genere può essere considerata Rumiko Takahashi, che esordisce nel 1978 con la divertente serie Urusei Yatsura (Fastidiosi Vicini Alieni), sulla potente extraterrestre Lum (ribattezzata in Italia Lamù) che perseguita il giovane Ataru perché si considera sua moglie, essendo stata da lui sconfitta in una gara.

Più propriamente fumetti sentimentali sono Maison Ikkoku, serie creata sempre dalla Takahashi nel 1980, sulla storia d’amore tra un aspirante studente universitario e la giovane vedova che gestisce la pensione che dà il titolo alla serie, e Kimagure Orange Road (La capricciosa via degli aranci), creata da Izumi Matsumoto nel 1985, su uno studente dotato di poteri extrasensoriali che si innamora di una compagna di scuola.

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Si tratta quasi sempre di lunghe vicende di amori adolescenziali, che vanno a buon fine solo dopo numerose vicissitudini e difficoltà, attraverso una struttura narrativa a metà tra le serie a episodi in stile occidentale e i romanzi fiume tipici dell’Estremo Oriente, di cui ogni capitolo va a costituire un tassello che fa progredire la vicenda verso il quasi inevitabile idillio e matrimonio finale.

Questa tendenza a seguire per lungo tempo le vicende private di personaggi in cui i lettori possano riconoscersi, attraverso saghe che si sviluppano piuttosto lentamente, si ritrova anche in due pubblicazioni indipendenti statunitensi particolarmente originali.

La rivista antologica Love and Rockets (Amore e Razzi) contiene le complesse storie fantascientifico-sentimentali realizzate dai fratelli Jaime, Gilbert e Mario Hernandez negli anni ottanta.
Ambientate in Messico e in luoghi immaginari, sono l’ideale prosecuzione della loro prima miniserie Mechanics (Meccanici), che parla delle avventure, anche amorose, di una coppia di riparatori di astronavi e dei loro amici.

Strangers in Paradise (Stranieri in Paradiso) è invece una serie di albi creata da Terry Moore nel 1993, in cui si narrano con spirito e ironia le avventure giovanili di due intime amiche e coinquiline. Sono la sensibile e insicura Francine e l’aggressiva pittrice Katchoo. Tra rapporti ambigui, tragici passati che ritornano e ingarbugliate storie d’amore.

AMORE E BACI NEI FUMETTI

In queste ultime serie si perde il riferimento a un singolo personaggio e si sviluppano le trame al di fuori di ogni schema precostituito, come se gli autori non pensassero più in termini di singoli episodi o avventure, ma di lunghi romanzi in progress, di cui probabilmente neanche loro possono prevedere la conclusione.

 

Romanzi d’amore

La prima rivista dedicata esclusivamente a romanzi d’amore a fumetti senza protagonisti fissi appare in Italia nel 1946, si chiama Grand Hotel. Storie e copertine sono illustrate da artisti come Walter Molino e Giulio Bertoletti, con uno stile sfumato che richiama le immagini in bianco e nero dei film dell’epoca e la grafica a colori dei manifesti cinematografici, tanto che i racconti sono definiti “cineromanzi”.


Il successo presso il pubblico femminile è tale che l’editore Cino del Duca fa uscire una versione anche in Francia con il titolo Nous Deux (Noi Due), e i cineromanzi d’amore si diffondono poi anche in Spagna e America Latina.

Inizialmente i disegnatori, attraverso composizioni grafiche molto originali, riescono a rendere espressivi anche gli ingenui intrecci amorosi che vengono loro forniti, ma quando, dopo pochi anni, i disegni sono sostituiti da fotografie e nascono ufficialmente i fotoromanzi, le inquadrature si fanno statiche e omogenee, sia nel formato che nelle angolazioni, uniformandosi alla convenzionalità dei testi.

Gli Stati Uniti, rimasti estranei a questa particolare forma di fumetti fotografici, vedono nascere contemporaneamente, a partire dall’albo Young Romance realizzata da Joe Simon e Jack Kirby nel 1947, un’analoga e vasta produzione di albi romantici rivolti alle ragazze, in cui lo stile grafico non si discosta molto da quello dei soliti albi di supereroi, che all’epoca sono in grave crisi, mentre le storie sono costituite da brevi episodi autoconclusivi senza personaggi fissi, su vicende amorose più o meno problematiche.


Il successo di quelli che sono definiti semplicemente romance comics (fumetti romantici) è tale che Simon e Kirby vengono imitati da molti altri autori ed editori. In una produzione così prolifica non mancano le contaminazioni tra il rosa e altri generi, come il thriller e l’avventura esotica, in albi disegnati anche da autori come Frank Frazetta, Alex Toth o John Romita.

Dagli anni sessanta, nei fumetti underground, le relazioni tra i sessi sono reinterpretate in chiave provocatoria, mostrando apertamente ogni tipo di rapporto fisico e denunciando indirettamente certe discriminazioni estetiche, come nel racconto di Robert Crumb del 1971 Whiteman incontra l’Abominevole, in cui un cittadino xenofobo rapito da un gruppo di uomini selvaggi dei boschi si innamora della grossa e pelosa femmina umanoide con cui è costretto a convivere, apprezzandone infine le fattezze animalesche e l’elementare vita selvatica.

O come nell’albo Amputee Love (Amore amputato) del 1975, chiara citazione hard degli albi romantici che mostra esplicitamente le relazioni sessuali di una disabile, scritta da Rene Janson (a quanto pare una donna realmente affetta da doppia amputazione) e disegnato da suo marito Rich.

Tra le tante sperimentazioni degli anni successivi, troviamo anche adattamenti a fumetti di opere teatrali romantiche, come il Romeo e Giulietta di Shakespeare illustrato con grafica originalissima dall’italiano Gianni De Luca.
La Carmen di Mérimee è reinterpretata in chiave erotica dal francese Georges Pichard, e il Pelleas e Melisande di Maeterlink è disegnato con raffinatezza dallo statunitense P. Craig Russell, un autore specializzato in trasposizioni di opere liriche e letterarie, in cui l’amore gioca spesso un ruolo importante, come Il compleanno dell’Infanta, tratto da Oscar Wilde, sull’amore ingenuo e tragico di un nano deforme per una cinica principessina.

Per opere d’autore come queste, caratterizzate da una notevole qualità grafica, negli anni ottanta e novanta si tende a utilizzare in occidente il grande formato degli album a colori alla francese, cartonati o meno, le cui storie uniscono spesso avventura e umorismo.

Quelle rivolte agli adulti, in questo periodo si concentrano spesso sugli aspetti più fisici e sensuali dell’amore, rientrando per la maggior parte nel genere erotico, piuttosto che in quello rosa.

Per esempio, è al tempo stesso ironico e disinibito il rifacimento che i francesi Francis Leroi e Georges Levis traggono nel 1985 da un vecchio cineromanzo di Grand Hotel, nell’album Les Perles de l’Amour (Le perle dell’amore), riproducendo lo stile a mezzatinta di una volta, ma rendendo esplicite le passioni carnali solo vagamente suggerite nell’originale, creando effetti di comico contrasto tra l’erotismo dei disegni e gli antiquati testi che parlano ingenuamente di amori romantici.

Tra i più originali album d’amore erotico degli anni novanta si possono segnalare Il fiore innamorato scritto e disegnato da Silvio Cadelo nel 1992, in cui una passione a tratti anche poetica si esprime e si sviluppa attraverso gli improbabili amplessi tra un vegetale alieno e una bella ragazza terrestre.
E il più soft Ivan Piire, in cui lo sceneggiatore argentino Carlos Trillo e il disegnatore spagnolo Jordi Bernet raccontano una storia d’amore quasi altrettanto stravagante ma ben più tormentata, che ha per protagonisti una coppia di vampiri.

Altrettanto gotica e disperata è una storia d’amore che sopravvive oltre i limiti umani, quella raccontata, a seguito di un lutto personale, dallo statunitense James O’Barr nella miniserie The Crow (Il Corvo), uscita tra il 1989 e il 1992 e raccolta in volume l’anno seguente.
Il sentimento tra due fidanzati, che vengono assassinati da una banda di teppisti, è qui così forte ed eterno che lo spirito di lui ritorna dalla morte, per attuare una sanguinaria vendetta contro coloro che hanno stuprato e ucciso la sua amata.

 

Amori impegnati

Ci sono poi autori che attraverso il racconto di un amore, sintetizzato in una pagina fulminante o sviluppato in un lungo romanzo a fumetti, esprimono, o tentano di esprimere, anche qualcosa di più vasto: problematiche psicologiche e sociali, complesse metafore esistenziali o ambiziose ricerche stilistiche e poetiche.

Tra le produzioni umoristiche che più hanno trattato i rapporti di coppia troviamo i cartoon dallo statunitense Jules Feiffer, autore tra l’altro di Passionella: una piccola e povera spazzacamino viene trasformata magicamente in una maggiorata fisica, ma scopre che per ottenere l’amore ci vuole qualcosa di più.

Ricordiamo anche le satire graffianti della francese Claire Bretécher, realizzate dal 1973 e raccolte nella lunga serie di volumi intitolati “Les Frustrés” (I Frustrati).

Le scenette mute e surreali dell’argentino Guillermo Mordillo, autore di volumi a tema come “La Coppia” e “Lovestory”. Le geniali tavole del suo connazionale Quino, di cui nel 1987 esce il volume “Sì… carino” (Noi due), che ne raccoglie fumetti e vignette dedicati a ogni sorta di paradossi nell’ambito delle relazioni sentimentali.

Si può far rientrare nello stesso tipo di garbata critica di costume anche una serie di tavole a puntate di Grazia Nidasio, uscite più o meno negli stessi anni e raccolte nel volume “Questi grandi amori”, che ripercorrono alcune delle più famose storie d’amore delle cronache mondane degli ultimi due secoli, spesso prendendole come spunto per una più ampia satira storica.

Molto più cinico è il modo in cui l’amore è trattato negli album a fumetti del francese Gerard Lauzier, un autore, anche teatrale e cinematografico, capace di analizzare senza pietà ogni tipo di sentimento e illusione.
In particolare nei due volumi “Souvenirs d’une jeune homme” (Diario di un Giovane Mediocre), del 1982, e “Portrait de l’Artiste” (Ritratto d’artista), del 1992, narra le disavventure amorose del nevrotico e complessato ribelle Michel Choupon, che in gioventù si invaghisce di una bella immigrata, mentre da uomo maturo cerca un riscatto dalle sue delusioni familiari, artistiche e politiche attraverso nuovi sogni d’amore extraconiugale.


Per ospitare analoghe storie adulte e di maggiore spessore rispetto al passato, verso la fine del Novecento si va diffondendo il formato del graphic novel alla Will Eisner, per lo più in bianco e nero e senza limiti di pagine, ed appaiono romanzi a fumetti che parlano d’amore con notevole profondità, curando maggiormente i contenuti e l’introspezione dei testi, prima ancora della qualità espressiva e grafica delle immagini, che pure è in certi casi alta.

In Italia si specializza nel genere Vanna Vinci, che esordisce nei primi anni novanta con alcune storie brevi su amori inquietanti raccolte nel volume “Ombre”.
L’illustratrice inglese Posy Simmonds sceglie di rielaborare in chiave satirica un classico come “Madame Bovary”, nel suo romanzo a fumetti Gemma Bovery, raccolto in volume nel 1999, in cui dei quasi omonimi dei personaggi di Flaubert rivivono in parte la loro storia di insoddisfazioni e amori clandestini, reinterpretata come una tipica crisi di coppia moderna.

Più realistici ed espliciti sono i racconti brevi dell’antologia “Tangencias” (Amori Tangenti) dello spagnolo Miguelanxo Prado, in cui si alternano momenti cruciali di varie storie d’amore, relazioni che finiscono, amanti che si ritrovano, o confessioni di crudeli verità, il tutto dipinto splendidamente su fondi colorati dagli autunnali toni beige.

Ha un tono triste e disperato anche il romanzo a fumetti David Boring dello statunitense Daniel Clowes, raccolto in volume nel 2000, il cui protagonista, privo di punti di riferimento, si rifugia nell’ossessione per un antiquato modello femminile, che tenta di conquistare innamorandosi, una dopo l’altra, di due sorelle dai caratteri opposti, sullo sfondo di grandi metafore esistenziali che riflettono un’atmosfera crepuscolare e inquietante da fine millennio.

Più divertente e poetica è la storia del primo amore raccontata nel 2003 da un altro statunitense, il giovane Craig Thompson, nel suo lungo romanzo a fumetti autobiografico Blankets (Coperte), un’esperienza ricca di tenerezza, profondità e lirismo, che porta l’autore a mettere in discussione e infine a rifiutare le concezioni bigotte delle ingenue superstizioni cristiane con cui è cresciuto.


Un’evoluzione interiore è anche al centro de Il rumore della brina, un romanzo a fumetti dipinto a pastello da Lorenzo Mattotti su testi dell’argentino Jorge Zentner, in cui un amore che finisce spinge il protagonista, a distanza di tempo, a mettersi alla ricerca della donna che lo aveva lasciato. Ricerca che, durante un viaggio ricco di esperienze vissute o immaginate, lo mette a confronto con sé stesso e con le proprie paure, superate le quali si scopre capace di amare veramente, senza più pretendere di far rivivere il passato.

Altrettanto estrema, ma a suo modo più romantica, è infine la miniserie La neve se ne frega, un romanzo di fantascienza scritto dal cantautore Luciano Ligabue e adattato a fumetti da Matteo Casali e Giuseppe Camuncoli.
Il fumetto è ambientato in un futuro dominato da un sistema che ha da tempo eliminato ogni conflitto insieme a molte conoscenze e libertà individuali, per cui tutti nascono artificialmente, vedendo scorrere felicemente la propria vita al contrario, dalla vecchiaia alla giovinezza.
Un giorno una coppia concepisce inconsapevolmente un figlio e i due si trovano a dover superare prove durissime del tutto impreparati, aggrappandosi disperatamente all’amore che provano l’uno per l’altra, unica libertà autentica che sembra essere rimasta, in questa come in altre realtà.

 

 

(Da Segreti di Pulcinella).

 

 

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