Questa è la seconda parte dell’articolo sulle “inaspettate” resurrezioni dei personaggi Marvel: se non avete ancora letto la prima cliccate qui.
Concludiamo quindi la descrizione dei personaggi della Marvel che sono resuscitati a distanza di anni sorprendendo il lettore, a volte in modo positivo, molte altre in negativo.

7. HARRY OSBORN (Morto nel 1993 – Resuscitato nel 2008)

Harry Osborn è uno dei più vecchi comprimari dell’Uomo Ragno e uno di quelli che ha goduto di un maggior approfondimento psicologico nel corso della sua lunga vita editoriale, che abbiamo analizzato nel dettaglio qui.

È stato fondamentale in molte storie dell’Uomo Ragno, come figlio della sua nemesi Norman Osborn e come amico del suo alter ego Peter Parker. La caduta di Harry nella tossicodipendenza è stato una delle tematiche centrali nelle storie d’inizio anni settanta, incluso il ritorno di Goblin che ha portato dalla morte di Gwen Stacy.

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Harry è poi succeduto al padre nel ruolo del Folletto Verde per tormentare l’amico-avversario Peter nei panni dell’Uomo Ragno. Nelle storie scritte da Tom DeFalco negli anni ottanta, sembrava aver sconfitto i propri demoni, tanto che lui e la moglie Liz erano diventati amici intimi di Peter e Mary Jane.

Gli anni novanta hanno portato nuovamente Harry sull’orlo della follia. Lo sceneggiatore J.M. De Matteis mette Harry Osborn al centro di quella che è una delle sua run più importanti sull’Uomo Ragno, dove torna a vestire i panni di Goblin tormentando Peter in preda a una profonda crisi psicologica, fatta di sbalzi d’umore repentini e visioni del padre Norman morto, cosa che lo porterà ad assumere una variante della famosa formula di Goblin che gli forniva la superforza necessaria per combattere l’Uomo Ragno.

Un Harry totalmente folle dapprima concepisce un piano per morire insieme a Peter in un’esplosione, per poi ravvedersi all’ultimo e salvare la vita a quello che ritiene essere il suo miglior amico.

La formula di Goblin lo porta alla morte, in una sequenza muta ormai storica.

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Se la formula di Goblin ha concesso a Norman Osborn poteri rigenerativi, tanto da farlo tornare dai morti, perché non doveva succedere la stessa cosa ad Harry? Difatti nel 2008, all’indomani della discutibile One More Day, storia che ha resettato (per l’ennesima volta) la continuty ragnesca, cancellando il matrimonio con Mary Jane e ripristinando l’identità segreta dell’Uomo Ragno, troviamo Harry Osborn di nuovo in vita. Si era riabilitato dalla tossicodipendenza ed era tornato a New York con l’intenzione di riprendere la vecchia vita, con dei ricordi confusi sui suoi trascorsi di Goblin ma senza alcun ricordo del segreto di Peter.

Gli autori descrivono Harry che inizia una nuova relazione e ha un atteggiamento più sicuro di sé, senza tener conto dei precedenti del personaggio, come per esempio il matrimonio e la paternità, liquidando tutto questo con un divorzio.

Lui e il padre Norman riprendono presto il filone shakesperiano del conflitto padre e figlio, con Peter preso nel mezzo.

Una rilettura fatta da Nick Spencer su Amazing Spider-Man vol. 5 n. 73 del 2001 rivela come l’anima di Harry in realtà sia… letteralmente all’inferno, perché Norman fece un patto con il demone Mephisto quando il bambino era appena nato per avere successo negli affari.

Quello che vediamo agire sulla terra è dunque una sorta di copia. L’Uomo Ragno inizia una battaglia con il demone Kindred per l’anima di Harry, che viene liberata da Mefisto quando il nostro eroe prevale. Però il “corpo” di Harry rimane ucciso mentre fa da scudo al padre Norman dai tentacoli di Kindred.

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Alcune osservazioni – Il personaggio di Harry aveva avuto la sua conclusione dopo un lungo processo di evoluzione molto strutturato. L’averlo riportato in vita, tra l’altro in un modo poco coerente, non ha fatto piacere a molti lettori. Oltretutto il suo ritorno non ha dato nulla di nuovo al personaggio, se non vanificare quella magnifica sequenza del 1993. Oltretutto è stato rifatto morire, dunque che senso aveva resuscitarlo?

8. KRAVEN IL CACCIATORE (Morto nel 1987 – Resuscitato nel 2009)

La storia che porta alla morte di Kraven il Cacciatore, L’Ultima caccia di Kraven, è ritenuta da molti una delle migliori storie della Marvel, scritta magistralmente da J.M. De Matteis con ai disegni un Mike Zeck in stato di grazia.

La trama, profondamente psicologica, vede un Kraven invecchiato e depresso concepire una “ultima caccia” per dimostrarsi superiore all’avversario di sempre. Riesce a sconfiggere l’Uomo Ragno in combattimento, lo seppellisce vivo grazie a una droga e indossando il suo costume cattura Vermin, il ratto umano, un feroce mutato che l’Uomo Ragno non era riuscito a sconfiggere da solo, ma solo unendo le forze con Capitan America.

L’Uomo Ragno esce dopo due settimane dalla tomba e, sconvolto dall’esperienza, attacca un Kraven completamente inerme, inebriato dal fatto di avere dimostrato la sua superiorità sul Ragno. Dopodichè Kraven libera Vermin, spinge l’Uomo Ragno a catturarlo e, una volta rimasto solo, raggiunta una sorta di pace interiore, decide di suicidarsi sparandosi con un fucile.

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La storia altamente drammatica ha dato lustro a Kraven, un personaggio che fino a quel momento era apparso piuttosto fiacco nelle motivazioni di “grande cacciatore”.

Kraven viene ripreso in quello che è una sorta di sequel de L’ultima caccia, ossia l’Anima del cacciatore (1992), in cui il suo spirito non può riposare in pace a causa del suicidio. Dunque l’Uomo Ragno deve battersi un’ultima volta con lui per potergli permettere di ascendere all’Altromondo.

È l’ultima struggente apparizione di Kraven, che da lì a poco verrà sostituito nel ruolo da alcuni figli, uno meno capace dell’altro, in realtà.

Ma nel 2009 Kraven viene riportato in vita proprio dai figli Sasha e Ana in un rituale spiritico effettuato con l’ausilio del sangue dell’Uomo Ragno. Questo nuovo Kraven si rivela uno squilibrato, violento e freddo anche verso la propria famiglia. Inoltre, a causa delle conseguenze del cerimoniale di sangue, Kraven pare poter morire solo se ucciso per mano dell’Uomo Ragno.

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Il Cacciatore torna così a tormentare non solo la vita dell’Uomo Ragno, ma si trova occasionalmente a battersi anche con altri eroi come Pantera Nera, Hulk, Squirrell Girl e Capitan America.

Alcune osservazioni – Perché invalidare una delle più belle storie di Spider-Man riportando in vita un personaggio che aveva già diversi sostituti? Con la sua drammatica morte Kraven aveva raggiunto il culmine del suo percorso narrativo, se ne era andato serenamente avendo, a suo modo di vedere, raggiunto il proprio scopo. A che pro, dunque, riportarlo in vita?

9. MARIKO YASHIDA (Morta nel 1992 – Resuscitata nel 2018)

Probabilmente la fidanzata più famosa tra le numerose conquiste di Wolverine, Mariko Yashida è la figlia di un boss della yakuza, Shingen.

Nella storia di Chris Claremont e Frank Miller, Mariko viene data in sposa dal padre a un altro boss per sugellare un’alleanza tra famiglie mafiose. Sapendo dei sentimenti che la giapponese nutre per lui, Logan interviene, per poi venire trascinato in una serie di eventi e combattimenti che coinvolgono la yakuza e la Mano, famigerata setta di ninja vista per la prima volte sulle pagine di Daredevil.

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Sul finale Wolverine libera la donna dai vincoli d’onore uccidendo il padre e facendo di lei l’erede del clan Yashida. I due sembrano stare per convolare a nozze quando sull’altare la donna rifiuta il nostro eroe, manipolata mentalmente dal mutante Mastermind.


Anche una volta liberata dal controllo mentale la donna, pur amando Logan, non ha ripensamenti sulle nozze, in quanto prima di sposarlo vuole riabilitare il nome della propria famiglia.

Mariko va incontro al proprio destino su Wolverine vol. 2 n. 57, quando cerca di riappacificarsi con la Mano guidata da Matsu’o Tsurayaba, attraverso il rito del yubitsume, che prevede l’amputazione del mignolo per espiare le proprie colpe e chiedere perdono. Ma la lama con cui attua il gesto è intrisa del mortale veleno di un pesce palla. Per evitare una morta dolorosa, Mariko implora l’amato Logan di ucciderla in modo veloce e indolore, cosa che il mutante canadese fa con i propri artigli.

Mariko Yashida muore tra le braccia dell’amato, che giura di vendicarla promettendo di amputare un pezzo del corpo di Matsu’o Tsubayara ogni anno il giorno dell’anniversario.


La dolorosa perdita dura 26 anni di vita editoriale, quando nel 2018, nella serie Old Man Logan, dedicata a un Wolverine più anziano proveniente da un futuro alternativo che interagisce nel nostro tempo, facciamo la conoscenza di Scarlet Samurai, un assassino al servizio di Gorgon, nuovo leader della Mano.

Ci viene rivelato che costei è in realtà proprio Mariko Yashida, resuscitata dalla Mano come killer al loro servizio (proprio come accadde ad Elektra). Grazie all’aiuto di Wolverine, Mariko si libererà del controllo della Mano.


Alcune osservazioni – Scarlet Samurai pare aver incontrato il consenso di una parte dei lettori, e il design della sua armatura è sicuramente affascinante, ma, sebbene potessimo aspettarci che la capacità di resuscitare i morti della Mano potesse essere un espediente narrativo da tirare in ballo, dopo ben 26 anni consideravamo Mariko un capitolo chiuso. Inoltre nelle storie di Wolverine appare già un’altra giapponese di nome Yukio, che poteva benissimo prendere il ruolo di Scarlet Samurai.

10. NED LEEDS (Morto nel 1987 – Resuscitato nel 2021)

Ned Leeds, creato nel 1964 tra Stan Lee e Steve Ditko, è il primo rivale in amore di Peter Parker. Reporter del Daily Bugle, si era innamorato della segretaria di Jonah Jameson, Betty Brant, che in quel periodo usciva con Peter Parker. Inizialmente tra i due giovani c’è tensione, proprio a causa del comune interesse per Betty, ma quando Peter lascia la ragazza che decide di sposare Ned, instaurano un rapporto improntato sulla reciproca stima. 


Ned è il reporter di punta del Daily Bugle insieme a Ben Urich, e spesso per i suoi servizi giornalisti incrocia l’Uomo Ragno, fino al 1987 nel fatidico episodio Spider-Man vs Wolverine: High Tide, ambientato nella Berlino ancora divisa dal muro. Si fa accompagnare da Peter per investigare sul famigerato killer chiamato Charlemagne (che in realtà è un’amica di Wolverine).

Ned Leeds viene trovato morto da Peter nella sua stanza, con la gola tagliata.


Gli autori delle testate ragnesche avevano deciso, anche se non all’unanimità, che Ned Leeds fosse l’uomo sotto il cappuccio di Hobgoblin, il criminale che aveva tormentato l’Uomo Ragno negli ultimi anni.

Leeds, scopriremo in seguito, è stato ucciso dallo Straniero su commissione di Jason Macendale, alias Jack Lanterna, criminale mascherato rivale di Hobgoblin, che in seguito alla sua morte ne ha ereditato l’alias.

Ned Leeds aveva scoperto uno dei vecchi nascondigli di Norman Osborn e modificato il suo costume aveva intrapreso la carriera criminale alleandosi con Richard Fisk, il figlio di Kingpin che si nascondeva nei panni de La Rosa.

Peter Parker, per non sconvolgere ulteriormente Betty, tace il segreto della sua identità segreta.

Lo sceneggiatore Roger Stern, creatore di Hobgoblin che aveva abbandonato la serie di Spider-Man prima della rivelazione, non si riteneva soddisfatto, in quanto nei suoi piani Hobgoblin avrebbe dovuto essere Roderick Kingsley, stilista di moda per cui lavorava Mary Jane.

Così nel 1997 Stern scrisse la miniserie Hobgoblin vive! In cui Kingsley rivela di essere sempre stato Hobgoblin e che Ned Leeds era stato usato come capro espiatorio dopo aver subito un lavaggio del cervello.


In questo modo, Stern aggiusta una storia che non aveva gradito e in qualche modo riabilita Ned Leeds.

Ventiquattro anni dopo, su Amazing Spider-Man vol. 5 n. 68 ci viene rivelato da Nick Spencer che Ned Leeds è vivo. Guarito dalle ferite grazie alla formula di Goblin che aveva ingerito (a ridaje!) Ned ha trascorso diversi anni dandosi alla macchia e osservando Betty da lontano, fino a quando non decide di tornare nella sua vita, convincendola a riprovarci e mettendola pure incinta.

Nel 2002 ancora Nick Spencer ci rivela come Kingsley e Ned fossero complici, condividendo il costume di Hobgoblin, e su Amazing Spider-Man vol. 6 n. 12 entrambi attaccano Spidey indossando il mantello di Hobgoblin.


Alcune osservazioni – L’uso eccessivo della retro-continuty per dare al lettore colpi di scena gratuiti non può essere approvato. Ned Leeds forse poteva avere un destino diverso nel 1987, ma questi continui ripensamenti sulla reale identità di Hobgoblin fanno decisamente disamorare del supercriminale, che era stato l’avversario principale nella prima metà degli anni ottanta e adesso è quasi ridotto a una macchietta. Ned Leeds doveva rimanere morto.

11. THUNDEBIRD (Morto nel 1975 – Resuscitato nel 2022)

John Proudstar alias Thunderbird è stato uno dei primi X-Men di seconda generazione, creato da Len Wein e Dave Cockrum nel 1975. Nativo apache fiero e orgoglioso, in grado di fermare un bisonte in corsa, era stato convocato da Charles Xavier per salvare la prima squadra di X-Men nell’ormai famoso Giant-Size X-Men n. 1.


Subito gli autori si accorsero che nel ruolo di elemento burbero e poco incline alla disciplina Thunderbird era un doppione di Wolverine. Decisero di eliminare uno dei due e tennero il mutante canadese.

Così Thunderbird alla seconda uscita con la squadra mutante contro il conte Nefaria, ci rimane secco quando cerca di impedire la fuga del nemico attaccandosi al suo jet e tempestandolo di colpi. Nell’esplosione che ne consegue l’eroico pellerossa perde la vita.


È il primo X-Men a cadere, ma è stato uno dei pochissimi a non tornare in vita, dando al team quel senso tragico che ne caratterizzerà la serie.

Il suo costume verrà ripreso dal fratello James che, con il nome di Warpath, si unirà alla X-Force.

Passano 47 anni (!) quando, nel 2022, dopo un paio di apparizioni in altre saghe come Necrosha (2009) e Chaos War (2010), in cui è risorto solo momentaneamente, Thunderbird viene riportato in vita sull’isola di Krakoa da Wanda Maximoff, che resuscita diversi mutanti morti (The Trial of Magneto, 2022, di Lia Williams).


Restio e ancora diffidente, John Proundstar fa ritorno nella nativa Arizona dove accetta il ruolo di difensore della tribù apache e dei mutanti.

Alcune osservazioni – I morti dovrebbero sempre restare morti. Non ha senso riportare in vita così tanti mutanti come in The Trail of Magneto. Nel caso particolare di Thunderbird, non era un personaggio con un gran approfondimento psicologico. Le motivazioni con cui l’avevano eliminato erano sensate e la sua eredità di fiero guerriero apache era comunque portata avanti dal fratello. Per cui, cosa porta in più agli X-Men e all’universo Marvel il ritorno di Thunderbird?

12. BUCKY BARNES (Morto nel 1964 – Resuscitato nel 2005)

Concludiamo questo elenco con il caso più emblematico, quello di Bucky Barnes.

Creato da Joe Simon e Jack Kirby nel 1940 per essere il “Robin” di Capitan America, il giovane Bucky ha accompagnato il Capitano per tutta la Golden Age e nel breve revival del 1954.
Quando la Marvel nel 1964 riportò in vita Capitan America, Stan Lee fu tassativo nel non far rivivere anche il compagno Bucky: non voleva che l’eroe a stelle e strisce venisse accompagnato in missione da un adolescente.


Per quanto Bucky rimanga comunque una presenza piuttosto costante nelle avventure ambientate nei giorni della Seconda guerra mondiale, nei flashback e anche come elemento di una trappola tesa dai nemici.

Per tutta la Silver Age dunque, in qualche modo, Bucky fa sempre parte nelle storie di Capitan America, senza che mai nessuno però si sognasse di riportarlo in vita.
Anche i suoi giovani “sostituti”, Rick Jones prima e Jack Monroe poi, durano poco nel ruolo. Bucky pare essere un personaggio destinato a restare morto.

Ma nel 2005 lo sceneggiatore Ed Brubaker lancia una bomba nella serie di Capitan America, rivelando che Bucky era sopravvissuto alla guerra privo di un braccio e della memoria. Trovato dai sovietici, è stato trasformato in un killer cyborg al loro servizio con il nome di Soldato d’Inverno.


Tra una missione e l’altra Bucky veniva messo in animazione sospesa, invecchiando di appena 5 anni in oltre 4 decenni, per poi rimanere inutilizzato in un container quando l’Unione Sovietica è crollata.

Nei panni del Soldato d’Inverno, come abbiamo spiegato qui, Bucky torna a essere una presenza fissa nelle storie di Capitan America e in quelle dell’intero universo Marvel. Va persino a sostituire momentaneamente Steve Rogers nel ruolo di Capitan America quando questi viene considerato morto.

Ancora oggi è un personaggio piuttosto noto, anche grazie alla trasposizione cinematografica di Capitan America in cui viene interpretato da Sebastian Stan.

Alcune osservazioni – Ed Brubaker ha spiegato che il ritorno di Bucky, inizialmente come nemico, non andava a invalidare alcuna storia Marvel del passato, e la sua resurrezione non toglieva a Cap il senso di colpa che lo aveva perseguitato per anni: se prima l’eroe si tormentava per non averlo salvato, adesso si incolpava per tutto quello che l’amico aveva subito, inclusa la perdita d’identità e l’essere diventato un assassino per conto del nemico. Il Soldato d’Inverno è forse la dimostrazione che, se ben usata e prestando attenzione ai dettagli, con la retcon e l’uso della resurrezione dei personaggi si possono scrivere anche storie interessanti.




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