In un mio precedente articolo indicavo Asterix come protagonista in un mondo antico del tutto antistorico. Per rendere originale ed appetibile il personaggio fu inventata una resistenza celtica alle legioni romane, la cosa stuzzicava il nazionalismo francese ed ebbe successo.

Ma in Francia, ancor prima del forzuto gallo, vi fu qualcosa di esattamente opposto. Nel 1948 il disegnatore Jacques Martin (1921-2010) diede inizio alle avventure di un ragazzo gallico amico e collaboratore di Giulio Cesare, tanto da diventare patrizio dell’urbe e ricoprire nel mondo antico il ruolo di agente e vendicatore della repubblica romana. Il suo nome è Alix.

Jacques Martin nasce a Strasburgo, figlio di un pilota dell’aeronautica militare che muore presto. Cresce a Chatenay Malabry, nei dintorni di Parigi, dove sua madre è capo del personale di una ditta di costruzioni aeronautiche. Tra le sue prime letture c’è Tintin il personaggio avventuroso di Hergé.
Dopo aver ottenuto il diploma in ingegneria aeronautica lascia un impiego sicuro per dedicarsi all’arte. Non riuscendo a diventare attore di teatro si dedica al disegno. Emigrato in Belgio, viene coinvolto nello sviluppo della “ligne claire”, lo stile di fumetto con cui la Hergé sta conquistando il mercato francofono della letteratura disegnata per ragazzi.
Alla fine Martin viene ingaggiato da Hergé, e per il giornale di Tintin crea il primo episodio del gallo-romano Alix. Benché crei poi altri personaggi, avventurosi o storici, come Lefranc, Jhen, Arno, Orion, Kaos, Lois, Alix resta il suo cavallo di battaglia.

La caratteristica di Alix è la verosimiglianza storica curata nei minimi particolari. Potrebbe venirne fuori una cosa troppo didascalica, ma Martin sa usare gli elementi storici e archeologici in maniera da non far sentire la polvere del tempo e combinare delle belle avventure.
Lo stesso Umberto Eco, spiegando la creazione del Nome della rosa, il celebre romanzo ambientato nell’abbazia medievale, affermava che per poter creare con fantasia bisogna darsi dei limiti, e la Storia ne fornisce di ottimi.

Come Jacques Martin stesso affermava: “Alix è il frutto del mio amore per la Grecia e per l’antichità. Era in me… Ho conosciuto l’epoca di Hergè, ma anche quella di Flaubert. E questo Flaubert fu uno dei grandi avvenimenti della mia vita. Mi ha aperto le porte di Platone, di Socrate, di tutta l’antichità, di tutto il mondo romano. Ho tirato un anello ed è venuta dietro tutta la catena. Fu documentandomi su ciò che Flaubert aveva letto per la sua Salammbo, che ho scoperto e letto Aristofane, Platone, Tito Livio, Diodoro Siculo eccetera. Poi ho letto i lavori del professor Goedtz sull’epoca repubblicana romana, fatti per la Sorbona sotto Napoleone III. Goedtz aveva scoperto che una legione di mercenari galli aveva combattuto con i romani contro i parti, all’epoca della conquista della Gallia di Cesare. Vi furono nella battaglia di Carre (53 avanti Cristo) dei terribili errori dei comandanti, e la tribù gallica stava per vincere lo stesso la battaglia! Ma non si sentì più parlare di questi guerrieri. (Ciò mi ha dato l’argomento per la storia di Iorix le Grand). Avevo allora immaginato un giovane gallo perduto nel caos degli avvenimenti, e fu questa la scintilla, l’origine di Alix! Quanto al nome Alix, non sapevo che era ancora usato ai nostri giorni, e più tardi seppi in occasione del matrimonio di una principessa di stirpe reale, che si trattava di un nome usato fino al XVI secolo come versione maschile di Alice! Comunque sapevo che lo usavano i greci e i romani, e questo era l’essenziale !” (1)

Alix è un giovane di circa 18 anni che trova in Egitto un ragazzo, Enak, di 13 anni. Questo diventa il suo inseparabile compagno di avventure. Tra i due esiste un evidente affetto, e la cosa diventa sospetta, ma è anche vero che nell’antichità greco-romana l’omosessualità, e perfino la pedofilia erano comunemente accettate e a volte persino celebrate.

 


Meticoloso nelle sue raffigurazioni, Martin venne censurato dalla direzione del giornale Tintin perché aveva disegnato le danzatrici egizie come veramente erano negli affreschi delle tombe faraoniche: nude con solo una cintura.

 


Martin cura sia i disegni sia le sceneggiature. In particolare afferma: “Come mi viene un’idea ? Di solito così, senza preparazione, in molti modi diversi. Basta un dettaglio, un articolo, una decorazione, una nave, la frase di un libro… Tutto mi può dare una nuova idea. Da questo seme la crescita è rapida, e la sceneggiatura si fa rapidamente. Di tutto il mio lavoro è la parte che preferisco. Dopo, il disegno gela un po’ questa spontaneità. Ancora vi dico che non cerco mai di piacere al pubblico realizzando storie su misura per i suoi gusti. Una sceneggiatura deve appassionare me stesso e darmi la voglia di raccontarla, e niente mi impegna più che vederla realizzata” (1).

Le avventure di Alix continuarono con diversi editori: Lombard, Casterman, Dargaud, fino al 1996. Da quell’anno la perdita in gran parte della vista costringe il nostro autore ad affidare ad altri disegnatori la realizzazione delle sue storie. Il migliore di questi sarà Gilles Chaillet (1946-2011). Questo disegnatore inizierà una serie illustrativa e didattica: I viaggi di Alix. I protagonisti delle precedenti avventure passeggiano per le città ed i luoghi famosi dell’antichità: Roma, la Grecia e Atene, Olimpia e i giochi atletici, l’Egitto, Pompei, Gerusalemme, Cartagine, senza dimenticare i costumi dei popoli antichi e le navi della marina antica.

 


Dal 2008 Alix diventa narratore di imprese altrui, anche non contemporanee alla sua epoca, come quelle di Alessandro Magno, Cleopatra e Nerone.

Dal 2012, dopo la morte do Jacques Martin avvenuta due anni prima, Alix riappare in un diverso contesto storico. All’età di 50 anni è senatore, la Repubblica romana è stata sostituita dall’impero di Ottaviano Augusto, e le cose sembrano complicarsi sempre più.

 


L’inseparabile Enak è scomparso dopo la morte della regina Cleopatra e la sottomissione a Roma del suo Egitto. Interprete di questa diversa fase è la valente Valerie Mangin con il disegnatore Thierry Demarez.

Per ciò che mi riguarda, già dall’età di 17 anni, durante la mia prima visita al salone del fumetto di Lucca, avevo adocchiato e apprezzato la fattura e l’ambientazione storica delle avventure di Alix. Due anni dopo, nel 1973 ebbi la fortuna di incontrare Jacques Martin presso lo stand della Casterman. Era un uomo alto, dai lunghi capelli arricciati, con una faccia asciutta e l’espressione sempre seria. Mi presentai a lui come giovane archeologo e grande estimatore delle sue opere storiche. Il discorso cadde sul personaggio. Forse per compiacermi, Jacques affermò che Alix era un gallo cisalpino, un Insubre milanese, e io riferii a lui l’esistenza di una villa romana sull’isola Comacina, frequentata specialmente dall’imperatore Commodo (quello del film Il gladiatore con Russell Crowe). Compiaciuto, Martin realizzò seduta stante un disegno del suo personaggio con dedica, come si vede qui sotto, e me lo regalò con mia grande gioia.

 

Martin non ritornò a Lucca negli anni seguenti, ma di certo non l’ho mai dimenticato. Asterix mi divertiva con le sue incongruenze anacronistiche, ma Alix scandiva il tempo passato come un reporter dotato di una sua speciale macchina fotografica, che non falliva a mandare un capitello di un tempio, o il laccio di un calzare al suo postero. E seguendo i miei gusti, lo preferisco.

 

(1- Da un’intervista raccolta nell’ottobre 1972 da Jacques Glenat e Francois Riviere).

 

 

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