Nel 1983 Alfredo Castelli va a dirigere la rivista a fumetti Eureka, dopo l’abbandono del suo fondatore Luciano Secchi (conosciuto, nelle vesti di sceneggiatore, con lo pseudonimo di Max Bunker). I lettori, purtroppo non in numero sufficiente, ricordano ancora con nostalgia quei numeri.
Cerchiamo di capire perché partendo dall’inizio.

Quando Andrea Corno riceve in eredità una piccola casa editrice chiama come direttore il cognato Luciano Secchi, un appassionato di fumetti. A partire dal 1960 Corno inizia a pubblicare testate un po’ dilettantesche, ma dopo pochi anni aggiusta il tiro presentando personaggi di successo come Kriminal e Satanik di Max Bunker e Magnus (autori che, due anni dopo, creano Alan Ford).

Nel 1967, sulla scia di Linus, la Corno fa uscire Eureka, una rivista di fumetti indirizzata a un pubblico adulto e relativamente colto.
Infine, dal 1970, la casa editrice inizia a presentare i fumetti Marvel in maniera continuativa per la prima volta in Italia.

Il declino qualitativo e poi anche diffusionale dell’Editoriale Corno inizia a metà anni settanta, quando le due sempre più numerose pubblicazioni vengono lasciate senza un controllo redazionale adeguato.
Si veda, per esempio, il caso della maldestra direzione del Corriere della Paura, una rivista contenente i fumetti in bianco e nero delle riviste horror della Marvel.

Tanto più che alla fine degli anni settanta nascono le televisioni private che arricchiscono notevolmente l’offerta del piccolo schermo, fino a quel momento monopolizzato da due reti Rai (in onda solo la sera, peraltro). Ormai per svagarsi il pubblico non ha più solo i fumetti e il cinema.

All’inizio degli anni ottanta la Corno rinnega l’originalità dei propri prodotti editoriali tentando di imitare settimanali come Intrepido e Il Monello della Casa editrice Universo, che, per quanto in crisi pure loro, vendono ancora centinaia di migliaia di copie. Soprattutto si guarda al similare Corrier Boy (poi Boy Music), che è riuscito a raddoppiare e più le copie vendute del Corriere dei Ragazzi, di cui è la continuazione.

Evidentemente Luciano Secchi ha smesso di leggere fumetti, altrimenti punterebbe su settimanali popolari di qualità come Lanciostory e Skorpio: in tal modo, invece di far realizzare fumetti dozzinali, potrebbe anche ristampare i propri personaggi.
Miopia che in precedenza aveva colpito la stessa redazione del Corriere dei Ragazzi e, successivamente, Sergio Bonelli, quando lancerà il settimanale Full.

Fatto sta che tra il 1981 e il 1982 esce un’intera annata di Adamo Pop, questo il nome del settimanale Corno, che vende troppo poco generando grosse perdite economiche.
Nel frattempo Luciano Secchi si separa in malo modo dalla moglie, perdendo la parentela acquisita con Andrea Corno.
Secchi decide di andarsene portandosi via Alan Ford, la testata più remunerativa della casa editrice, anche dopo il calo di vendite causato dall’uscita di Magnus. L’autore spera di intraprendere la carriera di regista, che invece si interrompe subito dopo il flop del suo primo film.

A questo punto Andrea Corno di rivolge a Gianni Bono e Alfredo Castelli, il primo per gli aspetti amministrativi e il secondo per quelli creativi. Bono e Castelli sono vecchi amici, da quando, nei primi anni sessanta, erano giovani fanzinari appassionati di fumetto.

Logica vorrebbe che i due si buttino a capofitto sull’unica grande potenzialità rimasta alla Corno: i fumetti Marvel, che in questi anni vivono la magnifica rivoluzione voluta dal nuovo direttore generale Jim Shooter, con gli ottimi fumetti di Frank Miller, John Byrne e altri. Ma Bono e Castelli i fumetti di supereroi non li conoscono, anche se in passato ne hanno scritto.

I due lasciano che gli albi Marvel della Corno continuino a essere infarciti di articoli infantili su argomenti che non c’entrano nulla con il fumetto. Neppure valorizzano i personaggi di spicco. I nuovi X-Men di Chris Claremont, per esempio, vengono pubblicati in appendice degli albi con episodi spezzati in tre parti…

Situazione che trovo seccante. Scrivo una lettera ad Alfredo Castelli parlandogli dei fumetti Marvel con il pretesto di correggere le inesattezze di un suo articolo pubblicato da Eureka, e lui mi invita in redazione. Mi propone di pubblicare su Eureka un fumetto scritto da me e disegnato da mio fratello Gabriele (che però poi non realizziamo) e di scrivere per Martin Mystère, il personaggio che ha lanciato da poco per la Bonelli.

Rivedere e rilanciare gli albi Marvel a parte, l’unica cosa che potrebbero fare Bono e Castelli per salvare l’Editoriale Corno è produrre una linea di albi bonellidi, ma questo rovinerebbe i loro rapporti con Sergio Bonelli.
Quindi, sostanzialmente, non fanno niente.

O meglio, una cosa Alfredo Castelli la fa: rilancia Eureka, appunto. Una scelta sorprendente, dato che questa è solo una rivista “d’immagine”, cioè pensata per fare bella figura all’editore più che per fare soldi.
L’idea fissa di Alfredo Castelli è ripetere l’esperienza fatta al Corriere dei Ragazzi prima maniera, andata definitivamente persa con l’avvento del “commerciale” Corrier Boy di Raffaele D’Argenzio, un direttore proveniente dai settimanali Universo.
Per questo motivo Castelli adatta per Eureka il format del vecchio Corriere dei Ragazzi.

A parte il dispendio di energie, l’Eureka di Alfredo Castelli e (formalmente) di Silver, è una rivista molto bella che tutti gli appassionati ricordano con piacere, diversamente dallo spocchioso Corriere dei Ragazzi (colpevole di essere subentrato al bellissimo Corriere dei Piccoli zeppo di fumetti francobelgi).
Per questo vale la pena esaminare tutti i numeri della Eureka gestita da Alfredo Castelli (e Silver).

 

Eureka n. 241 (n. 7, luglio 1983)

ALFREDO CASTELLI DIRIGE EUREKA

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Dei dodici numeri dell’ultima serie di Eureka (due dei quali “doppi”) ripubblichiamo qui le copertine, i sommari e gli editoriali di Alfredo Castelli, che da soli valgono sempre la metà dei soldi spesi per l’acquisto dell’albo in cui compaiono.

Con Castelli, Eureka torna al formato rivista, dopo che nell’ultima gestione di Luciano Secchi era diventata un tascabile seguendo Linus. Almeno adesso i fumetti si vedono bene.

Andy Capp, personaggio-bandiera della rivista, non può mancare nelle prime pagine.

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Le News sono un corposo segmento non banale della rivista.

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Alfredo Castelli ripropone le sue storie de Gli Aristocratici realizzate in origine per il Corriere dei Ragazzi.
Sono un po’ per ragazzini, ma non stonano poi molto. Del resto, Eureka non è mai stata Linus.

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Il “condirettore” Silver, invece, propone il suo Lupo Alberto, personaggio già ben noto ai lettori di Eureka (e del Corriere dei Ragazzi).

Come scopriremo alla fine di questo articolo, mentre Alfredo Castelli non erediterà niente dall’esperienza di Eureka, Silver vi fonderà le proprie fortune future.

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L’aspetto meno positivo di questa edizione di Eureka è la presenza, ogni tanto, di un servizio giornalistico che non c’entra molto con il fumetto. Lo firma Ronin, pseudonimo di Alfredo Castelli, che da solo scrive mezza rivista (non gratis, c’è da immaginare).

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Vengono confermate le strip Ziggy e Woody Allen, qui proposte sempre accoppiate.
Ok per Ziggy, un Charlie Brown adulto poco valorizzato, mentre il Woody Allen a fumetti non l’ho mai sopportato, anche per lo stile dozzinale del disegno.

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Se il Corriere dei Ragazzi aveva le avventure de L’Ombra, un personaggio non particolarmente azzeccato di Alfredo Castelli, Eureka contiene l’originale The Shadow nella versione a fumetti della Dc Comics.

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Album, il segmento centrale di Eureka, è una perfetta copia di quello del primo Corriere dei Ragazzi che ospitava L’Ombra, appunto, e altri personaggi a rotazione.
Si inizia quindi con The Shadow, che su Eureka tornerà una seconda volta.

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Rimane del vecchio Eureka anche la striscia di Garfield, forse la più divertente dell’epoca, anche se le gag sugli animali domestici non mi hanno mai entusiasmato.

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Invece Sam lo porta Castelli. Il quale, a differenza di Secchi (che su Eureka buttava dentro strisce quasi a casaccio), conosce e sa valutare bene le strip comiche contemporanee. Naturalmente ha scelto questa perché, oltre a essere divertente, tratta dei vecchi fumetti sindacati.

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Un’altra rubrica è If, che prende il nome della voluminosa “fanzine” pubblicata da Gianni Bono e diretta da Alfredo Castelli. In pratica promuove una pubblicazione non della Corno, comunque realizzata solo per passione.

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Los Professionales di Carlos Gimenez, una serie semiautobiografica dell’autore spagnolo, all’inizio sono molto divertenti, ma in seguito calano parecchio presentando aneddoti sempre meno realistici.
Sì, Gimenez è l’ottimo disegnatore di Dany Futuro del Corriere dei Piccoli/Ragazzi e di Hom di Alter Alter.

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Ispirato al mensile americano National Lampoon, Il Carciofo nazionale è un’ampia rubrica di satira sociale. Naturalmente scritta da Alfredo Castelli.
In qualche modo è la riproposizione della rubrica Tilt del Corriere dei Ragazzi, che però parodiava Mad Magazine.

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E con questo è tutto per il primo numero.

 

Eureka n. 242 (n. 8, agosto 1983)

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Il secondo numero è dedicato ai fumetti 3D, che ebbero una limitata fortuna negli anni cinquanta.
In omaggio ci sono gli occhialini 3D. Pure la tradizione dei gadget allegati deriva dal Corriere dei Ragazzi.ALFREDO CASTELLI DIRIGE EUREKA

Dato che le serie e le rubriche del primo numero del nuovo Eureka sono presenti anche nei successivi, ci limitiamo a segnalare le variazioni e le novità.

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La vecchia Casa oscura di Silver è ispirata alla Famiglia Addams e a Zio Boris.

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Un articolo spiega i segreti del 3D.

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Questo Album è dedicato alle strisce di Star Wars realizzate da Archie Goodwin e Al Williamson. Un altro episodio verrà pubblicato in seguito.

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Da Il Mago viene ripescata Mafalda di Quino: striscia geniale e divertentissima, anche se si tratta di una ristampa.

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Da questo numero iniziano i gialli di Mark Merlin, che Alfredo Castelli (ancora con lo pseudonimo Ronin) usa per parlare dei giochi di prestigio, una sua vecchia passione.
I disegni in stile fotografico sono del veterano Enrico Bagnoli, che si firma Henry Martin.

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Ancora il 3D nelle pagine di copertina finali.

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Eureka n. 243 (n. 9, settembre 1983)


Numero dedicato ai giochi.

La cosa più ragguardevole è questo nuovo puffo nella rubrica Il Carciofo nazionale.
In effetti di un puffo onanista se ne sente la mancanza nelle storie di Peryo: sarebbe una miniera di fantastiche gag.

 

Eureka n. 244 (n. 10, ottobre 1983)


Numero dedicato allo spionaggio, con le strip di James Bond 007 realizzate da Larry Horak adattando un romanzo di Ian Fleming.

 

Eureka n. 245-246 (n. 11-12, novembre-dicembre 1983)


Questo numero doppio, nel senso che esce dopo due mesi, ha un’importanza storica, perché per la prima volta in Italia i manga vengono trattati in maniera approfondita, anche se indugiando spesso nel pittoresco.
Castelli è andato direttamente in Giappone a informarsi, e forse per questo è saltato un mese.

Io, vorace lettore dei pochi articoli sull’argomento delle fanzine americane, mi eccito leggendo l’annuncio di un volumone di If dedicato al tema, e dell’uscita a Milano del saggio in lingua inglese “Manga! Manga!” di Schodt.
Non dimentico nemmeno l’emozione per i manga originali trovati nell’appartamento di Castelli.

 


L’Album è dedicato a un famoso personaggio per adulti di Osamu Tezuka: Black Jack.

Comunque preferisco di gran lunga i manga pubblicati nella precedente edizione di Eureka, dei quali parlo qui.

 

Eureka n. 247 (n. 1, gennaio 1984)


Il mese indicato in copertina è quello in cui una rivista viene ritirata dalle edicole, non quello in cui esce. Essendo uscita a dicembre, quindi, non sorprende che questa Eureka datata gennaio sia dedicata ai regali. E i regali ci sono davvero, come vedremo.

Intanto apprezziamo il ritorno di Bonvi con le Sturmtruppen.


Il regalo sono quattro pagine giganti realizzate a mo’ di inserto domenicale dei quotidiani americani di un tempo, con una tavola apocrifa di Lupo Alberto in apertura e tre autentiche a seguire.
Belle e ben stampate su carta pesante.

 

Eureka n. 248 (n. 2, febbraio 1984)


Numero dedicato alla fantascienza, con copertina in stile Urania.

Vengono introdotte 16 pagine a colori. Per metà riempite da Sarvan, disegnate da Jordi Bernet, all’epoca in auge sul mensile L’Eternauta con lo stratosferico Torpedo scritto da Abuli.
Sarvan, da brava ragazza qual è, non fa altro che spogliarsi. Erotismo fumettoso a parte, i testi di Antonio Segura fanno veramente…


L’Album è dedicato a Milady 3000 di Magnus, che aveva esordito su Il Mago. Più parca e meno porca di Sarvan, mostrerà al massimo mezza tetta. In compenso, il testo fa egualmente…

 

Eureka n. 249 (n. 3, marzo 1984)


Ritorna il 3D con un numero di fumetti maggiore, compreso uno dell’italiano Cucciolo.


La seconda porzione di otto pagine a colori è dedicata a Tom Bola, realizzata apposta da un certo Ferran Delmas. La storia è incomprensibile, malgrado Castelli la riscriva del tutto (tanto che si attribuisce pubblicamente i dialoghi).

 

Eureka n. 250 (n. 4, aprile 1984)


Per la serie pesci d’aprile la copertina ricorda il più venduto Linus, anche se all’epoca questi è ancora in formato tascabile e quindi confondersi è difficile.
Alla rivista è allegata una banconota da tremila lire, inesistente come quella da tre euro.

Nell’Album c’è una lunghissima storia realizzata da svariati disegnatori italiani si alternano inventandosi il testo lì per lì. Pubblico solo poche pagine.


Bonvi si sposa.

 

Eureka n. 251 (n. 5, maggio 1984)


Numero dedicato ai gialli, con una storia del promettente Sebastiano Vilella.

 

Eureka n. 252-253 (n. 6-7, giugno-luglio 1984)


Il numero (doppio) dedicato alla Grecia è l’ultimo curato da Alfredo Castelli, anche se ne uscirà ancora uno con materiale raccogliticcio.

Il fumetto del greco Ianni Kalaitzi non è male. Chissà che fine ha fatto l’autore.

Il colpo di scena che preannunciavo all’inizio avviene ora, con l’uscita, tra vari spin off, del mensile di Lupo Alberto, che, cambiando varie volte editore, esce ancora oggi, sia pure in diffusione piuttosto limitata.

Alla fin fine, anche se non sufficiente per risollevare la casa editrice, un’idea editoriale valida la condirezione Bono-Castelli l’ha partorita.

 

Eureka n. 254 (n. 8, agosto 1984)


L’ultimo numero pubblica un po’ di fumetti della gestione di Castelli con materiale di diversa provenienza.

A parte il fatto che rilanciare Eureka non era il problema numero uno della Corno (semmai, come detto, si dovevano rilanciare gli allora ottimi fumetti della Marvel), secondo me le testate in perenne declino andrebbero lasciate schiattare.
Meglio avrebbe fatto Castelli a chiudere Eureka, che già vendeva poco, e lanciare una nuova testata al suo posto.

Cambiando i contenuti di una testata si scontentano i vecchi lettori affezionati al precedente format. Mentre di nuovi non ne arrivano, perché i lettori non credono che una rivista possa cambiare contenuti. Pensano: se non mi piaceva prima non mi piacerà nemmeno adesso, quindi manco sto lì a sfogliarla.

Io cercai di evitare questo errore quando la Universo mi propose di curare l’Intrepido, che da 600mila copie era crollato in pochi anni a 19mila. Insistetti per chiuderlo e lanciare una nuova testata dal nome Alcatraz. Quello che poi accadde lo potete leggere qui (in sintesi: dovetti mettere i fumetti di Alcatraz dentro l’Intrepido).

Ricordai l’esperienza negativa dell’Intrepido quando, come ho già raccontato da qualche parte, la Rizzoli-Rcs mi chiamò come consulente per discutere il destino del Corriere dei Piccoli e di Linus. Dissi che per non continuare a perdere soldi occorreva chiudere le due testate e rilanciarle con nomi diversi per intercettare i nuovi lettori.

Decisero di cedere le testate a due piccoli editori che avevano meno spese fisse: la Egmont per il Corriere dei Piccoli e Baldini e Castoldi per Linus. La prima chiuse subito, la seconda, pubblicata da un altro editore, continua ancora oggi con mediocri risultati diffusionali.

Nel 1984 l’Editoriale Corno cessò di esistere (non sono mai riuscito a sapere da Andrea Corno se fosse fallita ufficialmente).
Con la Garden Editoriale, Andrea Corno pubblicò poca roba di modesto livello, soprattutto vecchi romanzi gialli inglesi dai diritti scaduti. Non conservò alcun numero di Eureka, ma quando gliene portavo qualcuno dei miei vi si tuffava rievocando un’epoca gloriosa. È scomparso nel 2007.

 

Chi volesse ripercorrere tutta la storia di Eureka può leggere i miei articoli cliccando sui titoli.
1)
MAXMAGNUS E GLI ALTRI PERSONAGGI DEI PRIMI EUREKA, dal n.1 al n. 50.
2)
EUREKA! LA RIVISTA CON MAGNUS E I FUMETTI MARVEL, dal n. 51 al n. 150.
3)
CORRADO ROI E HOWARD THE DUCK SU EUREKA, dal n. 151 al n. 240.

 

 

 

Di Sauro Pennacchioli

Contatto E-mail: info@giornale.pop

3 pensiero su “ALFREDO CASTELLI DIRIGE EUREKA”
  1. E’ un piacere amaro come papparsi una tavoletta di cioccolato con cacao 99% rivedere queste immagini, rileggere queste informazioni, ricordare gli incontri con Bono e Castelli, sapere di avere ancora, tenuto come un santino, il manualetto “come si diventa autore di fumetti” e conservare tutte le copie di EUREKA e IL MAGO, ETERNAUTA, TOTEM, COMICART, METAL URLANT, LINUS, ORIENT EXPRESS, 1984, TORPEDO e FUMO DI CHINA e IL CORRIERE DEI PICCOLI e boh, chissà quante altre, metri cubi di Dylan Dog, Skorpio, Lanciostory eccetera… amaro perchè tutto è passato, ma che bello aver frequentato un pò il mondo dei fumetti e ritrovarlo qui, grazie!

  2. Ma perché “maldestra direzione del Corriere della paura”?
    Non apprezzavi il lavoro della Perini, ancora oggi osannata da molti?

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