AILEEN, LA SERIAL KILLER DONNA

Aileen Wuornos nasce nel 1956 nello Stato americano del Michigan, due mesi dopo la separazione dei genitori. Suo padre, Leo Pittman, non lo conoscerà mai: arrestato per violenza sessuale su una bambina di 9 anni, viene ucciso in carcere durante un regolamento di conti tra detenuti. Secondo gli psichiatri era paranoico e schizofrenico. La mamma, Diane Wuornos, che aveva solo 15 anni quando si era sposata, non è in grado di badare alla bambina e al fratellino Keith, di un anno più grande. Decide quindi di affidarli ai nonni, i quali li adottano dandogli il loro cognome.

Nonno Lauri è un alcolista e spesso frusta con la cintura i piccoli, che presto iniziano a sfogare la loro rabbia con atti di vandalismo. A 6 anni, Aileen si ustiona il volto mentre cerca di appiccare un incendio con una bomboletta di gas. I due fratellini non ricevono neanche abbastanza cibo, tanto che gli insegnanti sono costretti a sfamarli a proprie spese. Inoltre Aileen, sin da bambina, inizia a fare sesso con chiunque, dagli sconosciuti al suo stesso fratello. In seguito dirà che il nonno l’ha sempre violentata, e che Lauri sia il nonno e non suo padre lo scoprirà solo a 12 anni.

A 11 anni, Aileen comincia prostituirsi con i compagni di classe per una bibita o un panino. Durante il giorno tutti si vergognano di farsi vedere con lei, ma di sera molti maschi la cercano. A 13 rimane incinta, non si sa di chi tra i molti amanti. Appena il bambino nasce, viene dato in adozione. Nello stesso anno, nonna Britta, che a causa della depressione aveva iniziato a bere pure lei, cade in preda alle convulsioni. Mentre agonizza a terra per la cirrosi epatica, il marito non chiama l’ambulanza perché “costa troppo” (in America è un servizio a pagamento).

A questo punto Diane, la vera madre di Aileen, convinta che nonna Britta sia stata uccisa da Lauri, non si fida più di lasciare la figlia con il nonno e le propone di tornare da lei. Aileen però rifiuta perché per lei Diane non è mai stata una madre, quindi scappa per andare a vivere sulla strada. Il nonno, nel frattempo, si suicida.

A 15 anni Aileen è già una prostituta professionista e da questo momento viene fermata spesso dalla polizia per furto, assegni falsi, tentata rapina e guida in stato di ebbrezza (negli Stati Uniti si può guidare l’auto già a 16 anni). Ogni volta che l’arrestano, Aileen dà un nome falso e poi fa perdere le tracce. Nel 1976, a 19 anni, sposa Lewis Fell, un uomo ricchissimo di 69 anni, che cammina aiutandosi con un bastone. La ragazza però continua ad avere numerosi amanti, ai quali regala molti dei beni dell’anziano marito. Quando lui se ne accorge e protesta, lei lo picchia con il suo bastone. Esasperato, l’uomo fa annullare il matrimonio dopo solo nove settimane. Aileen cade in depressione, anche perché viene abbandonata pure dagli amanti che, non ricevendo più regali, si allontanano da lei. Da questo momento comincia a darsi a pratiche autolesioniste, arrivando persino ad accoltellarsi allo stomaco.

Nel 1976 il fratello Keith muore per un tumore, ma lei si interessa soprattutto ai diecimila dollari della sua assicurazione sulla vita. Una volta ottenuta la somma, la sperpera immediatamente. Si trasferisce in Florida e si lega a diversi delinquenti di seconda categoria. Nel 1986, Aileen intreccia una relazione omosessuale con la ventiquattrenne Tyria Moore, cameriera in un bar. Le due si amano in maniera travolgente e rimarranno insieme per anni, andando a vivere di motel in motel. Aileen continua a prostituirsi, anche per mantenere la compagna che ha smesso di lavorare per seguirla.

Ormai non più giovanissima e meno bella di un tempo, Aileen riesce a trovare nuovi clienti soltanto continuando ad abbassare il prezzo delle sue prestazioni. La rabbia per questo stato di cose la fa diventare sempre più violenta: ferisce uno dei clienti con una bottiglia rotta e a un altro devasta l’appartamento. Se non riesce a trovare abbastanza denaro per mantenerla, Aileen sa che la sua compagna la lascerà. E questo pensiero le fa perdere completamente la testa.

Il 30 novembre 1989, in un bosco, Aileen uccide a colpi di pistola Richard Mallory, un negoziante di 51 anni al quale poi ruba l’auto. Quando torna a casa dall’amante, le racconta che ha commesso l’omicidio per sfuggire a uno stupro. Il 19 maggio 1990 ammazza, con due colpi calibro 22, Charles Humphreys, un investigatore della polizia di 56 anni.

Il primo giugno è la volta di David Spears, un camionista di 43 anni che viene ritrovato con sei fori di proiettile sul corpo nudo. Una criminologa della polizia comincia a intuire che si tratta di una serial killer donna, ma non ci sono ancora sufficienti elementi per individuarla.

Il 6 giugno viene trovato il corpo di un uomo ucciso circa una settimana prima: si tratta di Charles Carskaddon, un mandriano di 40 anni. Anche lui è stato freddato con la stessa arma usata per i delitti precedenti.

A giugno, Aileen uccide Peter Siems, un pensionato di 65 anni, ma il suo corpo non verrà mai trovato. Probabilmente giace sotto l’acqua melmosa di qualche palude della Florida. In agosto tocca a Troy Burress, un venditore di salsicce di 50 anni.

L’ultima vittima è Walter Jeno Antonio, un riservista della polizia di 62 anni, ucciso a novembre e trovato anche lui nudo.

Dopo questi sette omicidi la polizia arriva alla conclusione definitiva che il serial killer è una prostituta, la quale adesca i clienti e si fa portare in un luogo isolato dove li può uccidere con tranquillità, trafugando poi i loro soldi e gli oggetti personali.

Proprio in quei giorni, Aileen deposita in un banco dei pegni la videocamera rubata a una delle vittime: le impronte digitali che la polizia vi trova corrispondono a quelle sulle scene del crimine. Hanno individuato l’assassina, ma non sanno ancora come si chiami, perché negli schedari ritrovano la stessa persona sotto nomi diversi: Sandra Kretsch, Lory Grody, Susan Blahovec, Cammie Marsh.

A questo punto la polizia interroga la sua compagna, Tyria. Lei finisce per ammettere la colpevolezza di Aileen e, per evitare di essere accusata di complicità, accetta di telefonare all’amante per farle confessare i delitti, in modo che la polizia possa registrare la sua involontaria confessione. In seguito, Aileen dirà che sapeva di essere intercettata e di aver parlato soltanto per scagionare Tyria, la quale sparirà dalla circolazione, anche se, probabilmente, pure lei era coinvolta in qualche modo negli omicidi. Una vecchia signora, Rhonda Biley, testimonierà infatti di aver visto entrambe le donne uscire da una Pontiac gettata in un fosso, auto che risulterà essere appartenuta a una delle vittime.

Al processo, che si svolge nel gennaio del 1992, Aileen Wuornos racconta i suoi delitti cambiando sempre i particolari e infarcendoli di situazioni poco credibili. Con il giudice e i giornalisti si comporta da spaccona, vantandosi di aver avuto 250mila rapporti sessuali, vale a dire più di 20 per ogni giorno della sua vita.

L’avvocato d’ufficio di Aileen gioca tutte le sue carte sostenendo che la donna aveva ucciso per difendersi dalle violenze sessuali. Per la precisione, quegli uomini l’avrebbero sottoposta a rapporti anali. Sceglie questa pratica forse perché fa più impressione alle orecchie dei giurati, dato che la “sodomia” è formalmente vietata in diversi stati americani (in Florida lo sarà fino al 2003). Però sette omicidi consecutivi per legittima difesa non convincono e il tribunale la condanna per sei volte alla pena capitale mediante sedia elettrica. Non le viene contestato l’omicidio di Siems soltanto perché il suo corpo non viene ritrovato. Per tutta risposta, la donna urla al giudice che vorrebbe vedere sodomizzato lui, sua moglie e i figli.

 

Intanto Aileen è diventata un personaggio famoso, vanno in carcere a intervistarla e lei firma i diritti per due film, un’opera teatrale e alcuni libri.
Dopo vari appelli e ricorsi, il governatore Jeb Bush, fratello dell’allora presidente americano George W. Bush, ordina una perizia psichiatrica per stabilire se esistano gli estremi per concederle la grazia. Secondo il referto degli esperti, l’assassina è capace di intendere e volere.
Negli ultimi mesi di vita, Aileen diventa una fervente religiosa, suggestionata da Arlene Pralle, 44 anni, una predicatrice dei Cristiani Rinati. Così, nelle sue ultime interviste, la si sente invocare spesso Gesù Cristo.

Dopo quasi 12 anni nel braccio della morte, Aileen Wuornos viene uccisa il 9 ottobre 2002 a Raiford (Florida) con un’iniezione letale, dato che l’uso della sedia elettrica è stato vietato pochi mesi prima. L’anno dopo Charlize Theron porta sul grande schermo la vita di Aileen nel film Monster, vincendo l’Oscar nel 2004. La pellicola, oltre a descrivere con crudezza l’efferata carriera criminale di Aileen, mette l’accento anche sul suo ruolo di vittima di un’infanzia di abusi e privazioni.

 

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Di Sauro Pennacchioli

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