C’e’ una favola di mago che sta in un vaso con la moglie e con la figlia, stragrande meraviglia Basta fargli uno starnuto, si precipita in aiuto prima mette fuori il naso e poi la pancia!! Etcì! Il cartone animato di Il Mago pancione Etcì (Hakushon Daimaoh) ha attraversato indenne numerose generazioni, senza mai essere modificato. Il personaggio è stato creato in Giappone nel lontanissimo 1969 da Tatsuo Yoshida (autore anche della Battaglia dei pianeti, Kyashan, Hurricane Polimar, Tekkaman e Yattaman) per la Tatsunoko Production. Ancora oggi trasmesso ogni due o tre anni da varie reti regionali italiane che, nella fascia dedicata ai ragazzi, lo riprogrammano dalla prima puntata all’ultima, sfruttando tutti i 52 episodi della serie. Il target a cui la serie si rivolge è costituito sicuramente dai bambini, ma sono certo che molte persone, oggi adulte, rivedono questo anime volentieri, inizialmente ridacchiando delle imperfezioni grafiche, e in seguito seguendo la storia con passione e divertimento. Il mago pasticcione Il piccolo Ganchan, un bambino come tanti altri, un giorno trova una strana anfora con sopra disegnato un buffo faccione. Non è che l’anfora gli piaccia molto e sta pensando di gettarla via quando, improvvisamente, la polvere contenuta sullo strano oggetto lo fa starnutire. Ed ecco, inaspettatamente, uscire dall’anfora uno stranissimo personaggio! I suoi vestiti sono mediorientali, anche se rattoppati, e il suo viso ispira immediatamente simpatia. Si tratta di Etcì, il mago dell’anfora, che appare al suo padrone per soddisfarne i desideri solo quando starnutisce. Il pensiero di avere un mago a disposizione tutto per sé rende Ganchan il bambino più felice del mondo, almeno fino a quando scopre che il buon “genio dell’anfora” non è proprio un mago eccezionale, anzi… è mediocre e spesso pasticcione: chiedere un aiuto a lui e alla sua magia spesso può metterti in guai ancora più grossi di quelli che volevi risolvere. Nonostante questo, Etcì e Ganchan diventano inseparabili e iniziano a condividere numerose avventure, assurde e improbabili. Etccì, come il più famoso Doraemon, tira fuori dal suo borsello rattoppato le cose più straordinarie e, con la sua formula “auliulè tulilè blem blum”, è in grado di compiere le magie più fantasiose. Al contrario di Doraemon, che in certi casi funge da coscienza e da controparte “ragionevole”, Etccì, pur avendo l’aspetto di un adulto, si comporta e agisce esattamente come un bambino, divenendo per Ganchan più che un amico un vero e proprio compagno di giochi, con la mentalità di un fanciullo e i poteri quasi divini. Nel prosieguo della serie facciamo conoscenza con altri membri della famiglia del Mago pancione: la figlia Sbadiglio e la moglie Singhiozzo, richiamabili sbadigliando o singhiozzando, che vivono insieme a lui all’interno del vaso. Questi due nuovi personaggi aggiungono ulteriore confusione nella vita del povero Ganchan e della sua famiglia. La figlia del mago si dimostra dispettosa e vendicativa e la moglie furiosa e intrattabile, irritata con il marito perché la lascia sempre sola dentro al vaso. https://www.youtube.com/watch?v=0UL16PL00W8 La sigla del Mago pancione Gli episodi della serie sono originali e molto differenti l’uno dall’altro. Ganchan è un bambino come tanti che deve affrontare i piccoli/grandi problemi della sua età: bulli di quartiere, difficoltà nello studio, le prime cotte, problemi nello sport e via dicendo. E tutte le volte troverà nel suo mago un confidente e un amico che cerca di aiutarlo come può. Il triste finale Il finale della serie si distacca dal resto degli episodi per la sua drammaticità. Il tono scanzonato e divertente scompare, per preparare lo spettatore a quello che sta per accadere in due episodi collegati. Etccì e tutta la sua famiglia sono condannati a tornare nel mondo all’interno del vaso e restarci per ben 100 anni. Quando, finalmente, potranno uscire di nuovo, tutti i loro amici ormai non ci saranno più… A nulla servono gli espedienti di Ganchan e della sua famiglia per farli restare, incluso girare bendati con un fazzoletto sul naso per non starnutire. Alla fine lo starnuto arriva ed Etcì è costretto a salutare tutti i suoi amici… per sempre. Per rimanere bambini Le due puntate finali della serie hanno commosso più di una generazione di bambini in tutto il mondo e il cartone animato nella sua interezza è ricordato con nostalgia da coloro che sono ormai adulti. Etcì, con il suo enorme pancione e l’ombelico sporgente, con la sua bocca esageratamente grande, spesso piena di polpette per le quali va ghiotto, è un cartone animato che, come pochi altri, ha parlato a bambini di tutto il mondo facendoli ridere, sognare, incuriosire e commuovere. Un anime di altri tempi che, nonostante il tempo trascorso, i difetti di pellicola e le pecche di colore e motion picture, è ancora capace di appassionare chiunque riesca a guardarlo con occhi da bambino. Il primo episodio di Etcì, il Mago pancione Navigazione articoli CINZIA DE PONTI NEL TRAMONTO DELLA COMMEDIA SEXY LE RIFLESSIONI DI 20 REGISTI IN 20 SEQUENZE